31/08/2025
LA DISPONIBILITÀ
Che siamo noi stessi senza attesa sì, ma le sollecitazioni che vengono dall’esterno?
Bisogna amarle.
È normale che il vostro cane aspetti il suo pasto, che il vostro amante, vostro marito, vostro figlio, vostro padre, il vostro capo, il vostro dipendente aspettino qualcosa.
Ma vi renderete conto che non siete qui per rispondere alle attese degli altri.
Siete qui, eventualmente, per stimolare la non-attesa nel vostro entourage.
A volte il vostro ambiente sarà soddisfatto, a volte sarà deluso: bisogna rispettarlo, ha bisogno di entrambi. Vostro figlio ha bisogno che lo colmiate e che lo deludiate; la sua maturità dipende da entrambi, dal sì e dal no. Il vostro amico ha bisogno della stessa cosa, anche il vostro dromedario.
Nessuna colpa da avere.
Non siete qui per rispondere alle attese del vostro vicino.
Ci sarà sempre un vicino che vi troverà troppo alta, un altro che vi troverà troppo bassa. Rispettate ognuno. Per alcuni sembrerete simpatica, per altri antipatica: tutti hanno ragione; secondo il loro stato affettivo, vi vedono in un modo o in un altro.
A un certo momento, non vi nutrite più della proiezione del vostro vicino. Lo rispettate nel suo odio come nel suo amore.
È una proiezione, non parla che a sé stesso.
Non siete coinvolti. Comprendete intimamente perché, quando vi vede, prova un tale odio e ha voglia di strangolarvi o un tale amore e ha voglia di saltarvi addosso. Non può fare altrimenti.
È come i cani che vogliono mordervi o leccarvi. Non siete qui per insegnare al cane che vuole mordervi che non deve farlo, né per spiegare a quello che vi lecca che proietta una sicurezza su di voi e che farebbe meglio a trovarla in sé stesso. Rispettate il cane che vede questa sicurezza in voi e vi lecca come quello che vuole sgozzarvi.
Agite in funzione della situazione. Per rispetto.
Se non avete problemi verso voi stessi, non ne avrete alcuno verso la società.
La società è chiara, perfetta… salvo quando si vive nell’attesa, nell’intenzione.
Là, c’è conflitto.
Finché si vuole che l’ambiente sia differente, l’insoddisfazione rimane. Che mio marito diventi esattamente ciò che desidero da lui, il giorno dopo mancherà comunque qualcos’altro…
Ciò che chiedo a mio marito, al mio ca****lo sono io stessa. Questo, nessun ca****lo può darmelo.
Nell’istante in cui non attendo più nulla da alcunché, compreso da me stessa, realizzo che ascoltare è la mia sicurezza, la mia gioia, la mia soddisfazione.
Non ho più bisogno che mi si ascolti, che mi si ami o mi si detesti; comprendo, rispetto il modo in cui il mondo mi vede — ha le sue ragioni. L’ambiente non crea alcuno scontro psicologico.
Se suscita in me la minima difficoltà, è perché porto una forma di giudizio: ritorno verso me stessa. Invece di vivere la realtà, penso che l’ambiente dovrebbe essere differente. L’ambiente è ciò che è. Non essere d’accordo con la realtà è avere un problema: non con essa, con sé stessi.
Guardare chiaramente in sé.
Accorgersi che il marito, il capo, il cane non possono fare altrimenti che sentire ciò che sentono, agire come agiscono. In questo rispetto, in questo amore della realtà, rientro ne LA DISPONIBILITA'.