
15/07/2025
Il lattantino “chiagnazzaro…”
Quello cioè che piange spesso e mette a dura prova la resistenza di mamma e papà?
Lui!
gli hanno detto che ha le coliche…
che ha il reflusso…
gli hanno cambiato il latte…
gli hanno dato i fermenti lattici…
le goccine per digerire…
quelle per l’aria nel pancino…
la camomilla, il finocchietto e pure l’alloro…
Niente da fare: è “chiagnazzaro!”
Il pediatra deve cercare una diagnosi, certo, ma spesso non la trova: esistono lattanti sani che piangono di più.
E allora non resta che il “Coraggio sono i primi mesi, poi passerà!” della nonna.
Dedicai un capitolo al “lattantino chiagnazzaro” nel mio libro “Me lo dici in bambinese?” (ed. Paoline)
Scrissi che anche le coliche, come la fatica di un parto o l'ansia di una febbre o quella di una corsa ad un pronto soccorso, hanno un perché biologico per creare il legame fortissimo di attaccamento con la mamma!
L’avevo scritto carino quel capitolo (leggetelo!).
Ma il prof. Ventura (grandissimo maestro di Trieste) definì il lattante con le coliche in modo più simpatico di come l’avevo scritto io:
“Il bambino chiagnazzaro? Ha il gene della sopravvivenza!”
“Perché è quello che sarà accudito di più. Quindi sarà più preso in braccio, più cullato, più coccolato… e alla fine per tutti questi motivi sarà più intelligente!”
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Ma il “gene della sopravvivenza” spesso racconta altro:
“Il “lattantino chiagnazzaro” può essere un segno di probabile depressione materna!”.
E allora... "Dottore: Smetti di guardare solo il bambino e alza gli occhi! Guarda come sta la mamma.”.
E anche papà nonne nonni zii amici e vicini di casa... dove siete?
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Ma ancora:
“Il “lattantino chiagnazzaro” può rischiare di essere “sbattuto” (con rischio della vita e di danni cerebrali permanenti), maltrattato, o addirittura picchiato!! (Cronache mostruose, vere!)”.
Situazioni orribili che, sono certo, non interessano chi legge questa pagina.
Ma è giusto sapere. Perché i “cinque minuti di follia” possono travolgere più di quanto si creda!
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E allora…
Ok, cerchiamo tutte le cause di un pianto e coccoliamo i bambini in modo che il “gene della sopravvivenza” ci plasmi come genitori e li faccia diventare più intelligenti.
Ma facciamo attenzione!!! Aiutiamo e sosteniamo le mamme!!!!!!!
I bambini sono fuori, ma restano emotivamente dentro di loro!
La mamma poi, come una farfalla appena uscita da un bozzolo durato nove mesi, è anche lei una "neonata" in una vita del tutto nuova che non potrà mai più essere come era!
Belle le farfalle! Ma… quanta ansia i primi voli. E come è difficile “non essere più quella che ero!”
“Mi piacevano le foglie di lattuga da sgranocchiare… ora che belli i fiori tutti colorati su cui poggiarsi delicatamente!” Ma...
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Aiutiamole a non essere sole, a sentirsi supportate e amate, ad avere loro tempi e tranquillità, per vivere con serenità la loro maternità.
Abbracciatele! Servono carezze, mani, aiuti, sorrisi! Presenze significative.
Servono papà affettuosi e caldi che sappiano amarle.
Servono i messaggini con i cuoricini: i “come sta-i ??” Non i “come sta!”.
Quella "i" cambia tutto!!
Serve una casa dove i suoni siano soffusi, armonici, ordinati con ritmi regolari... Con la voce della mamma che li superi tutti!
I bambini dormono… Ma il loro piccolissimo cervello non dorme mai!
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Sorry, forse sono monotono a dire sempre le stesse cose. Ma forse ci fa bene ripeterle e poi ripeterle e poi ripeterle!