Sabina Leggio Psicologa Psicoterapeuta

Sabina Leggio Psicologa Psicoterapeuta PSICOTERAPIA ESPRESSIVA: ARTE E DANZA TERAPIA
EMDR - IADC THERAPY
MINDFULNESS
TERAPIA DI COPPIA

Psicologa Psicoterapeuta specializzata in psicoterapia espressiva, psicologia dell'emergenza e in EMDR.

Mi occupo principalmente del trattamento del trauma e del lutto. La mia attività è rivolta alle persone che hanno subito o stanno subendo violenza, maltrattamenti e abusi, vittime di bullismo, familiari e superstiti di attentati, stragi, terremoti, alluvioni e altri eventi traumatici. Mi occupo del sostegno psicologico alle donne in gravidanza e dopo il parto, per favorire il legame di attaccamento e di accudimento con il proprio bambino/a. Il mio intervento è rivolto anche a ex detenuti per affiancarli in un percorso di riflessione sull'origine del proprio comportamento deviante, sull'elaborazione dell'esperienza traumatica vissuta in carcere, e sulla riabilitazione psico-sociale della nuova identità dopo la liberazione. Conduco e organizzo laboratori di costellazioni familiari e sistemiche e classi di scrittura terapeutica.

14/09/2025

Penso che come professionista specializzata sul funzionamento della mente, io abbia il dovere di diffondere queste informazioni.
Noi esseri umani abbiamo più capacità di quelle che conosciamo.
Non sono facoltà extrasensoriali o paranormali, ma capacità innate che se sviluppate ci aiutano ad espandere la coscienza e vedere i confini della realtà spostarsi sempre più in là del nostro modo attuale di percepire.
Cambiando la percezione della realtà, espandendo la coscienza e rientrando in possesso delle nostre innate capacità della mente, sono convinta che molta sofferenza e tanti conflitti interni ed esterni cesserebbero.
Se comprendiamo il fatto che siamo tutti connessi e che abbiamo più potere di quello che pensiamo, potremmo vivere più in armonia, più sani e in pace?

Sabina Leggio

11/08/2025

Senza relazioni positive non c'è felicità, né sanità. Non basta un buon funzionamento individuale né il semplice adattamento o il raggiungimento di obiettivi materiali.
La vita risulta degna di essere vissuta se si realizzano le pulsioni universali degli esseri umani:
CONSERVAZIONE
Puoi esistere, sentire, avere bisogno, essere sano, vivere o morire.
APPARTENENZA
Puoi amare, fare parte, essere in intimità, condividere.
EVOLUZIONE
Puoi pensare, crescere, conoscere, essere te stesso/a, essere libero/a e responsabile.
REALIZZAZIONE DI SÉ
Puoi essere importante, unico, trovare senso e significato nella vita.

(Tratto da slide del Centro Berne, "La psicoterapia secondo Irvin Yalom", 4/6/2020)
https://youtu.be/4XTe89BgL2A?si=DDnXWR4hu_94tj_6

26/07/2025

19/07/2025

Rubrica: LO SAPEVATE? ❤️

🌬️ In La città incantata, Chihiro perde tutto in un attimo.
I suoi genitori, la sua casa, il suo nome.
È sola, in un mondo che non capisce.
Un mondo dove se ti dimentichi chi sei… sparisci.

Ma in mezzo a tutto quel caos c’è Haku.
Silenzioso, misterioso, ma presente.
È lui a guidarla, a proteggerla.
Ma Haku… nemmeno lui ricorda più il suo vero nome.

Perché in quel mondo, dimenticare il proprio nome significa dimenticare sé stessi.
E più lavori, più obbedisci, più ti adegui… più scompari.

C’è una scena semplice, quasi sussurrata.
Chihiro e Haku volano insieme.
E all’improvviso lei ricorda:
“Haku, tu sei il fiume. Quello che mi salvò quando ero piccola.”

E in quel momento, Haku si ricorda chi è.
Recupera il suo nome.
Recupera la sua libertà.
Recupera sé stesso.

La città incantata ci insegna che il mondo può rubarti tutto,
ma se qualcuno ti ama abbastanza da ricordarti chi sei,
puoi sempre ritrovarti.
Anche quando sei perduto.

E che a volte, ci salviamo solo quando qualcuno ci guarda negli occhi e ci dice:
“Ti ricordo.
E non sei solo.”

Moreno Golia

(Questa rubrica vive grazie al vostro affetto. Ogni condivisione, ogni commento, ogni libro acquistato è un modo per dire: “Queste storie servono. E vanno custodite.” Grazie di cuore.)

Buona domenica! Vi aspetto a:* Sasso Marconi, il venerdì;* Bologna, il mercoledì pomeriggio;* San Lazzaro di Savena, il ...
06/07/2025

Buona domenica!
Vi aspetto a:
* Sasso Marconi, il venerdì;
* Bologna, il mercoledì pomeriggio;
* San Lazzaro di Savena, il martedì e il giovedi.

A presto!! 🥰

05/07/2025

Le relazioni cosiddette "sane" implicano la presenza di qualità come l'empatia, l'interesse e la preoccupazione per i sentimenti dell'altro, la capacità di tollerare l'ambivalenza nelle relazioni e di riconoscere i propri limiti, il proprio contributo, i propri sensi di colpa, la propria responsabilità nei conflitti interpersonali.
Per ambivalenza qui si intende la capacità di riconoscere nello stesso momento sentimenti anche opposti. Nella patologia invece l'ambivalenza ha aspetti di scissione.
Lo stile relazionale del "narcisista", inteso in senso patologico, è caratterizzato dalla modalità di trattare "gli altri" come oggetti da usare e abbandonare. L'altro quindi non è visto come persona, ma come "oggetto" (intero o parziale) da usare in funzione della propria autostima e dei propri bisogni, a conferma cioè della propria centralità e del proprio potere.

(Tratto dal libro: Gli dei della notte sulle sorgenti della vita. Il trauma precoce dalla coppiamadre al bambino. A cura di Guido Crocetti e Ambra Zarri).

Ho sempre avuto una mente panoramica, una visione dall'alto attraverso la quale percepivo l'insieme degli oggetti separa...
27/06/2025

Ho sempre avuto una mente panoramica, una visione dall'alto attraverso la quale percepivo l'insieme degli oggetti separati sotto di me e li collegavo tra di loro per individuare forme più grandi nascoste.
Ero velocissima nel gioco enigmistico del collegare i puntini e traevo una profonda soddisfazione nel vedere poi ciò che emergeva dopo averli uniti.
Così mi appassionava la psicologia per capire come funziona la mente e come percepisce e crea la sua realtà, ma al tempo stesso mi affascinavano tanto la sociologia, la comunicazione e la psicologia sociale, quella che studia i movimenti delle f***e, per capire come ogni individuo, seppur apparentemente indipendente e libero, venisse mosso e influenzato nelle sue scelte da una forza aggregante, invisibile.
Da piccola, leggendo Marcovaldo di Italo Calvino, avevo ritrovato quel movimento di massa dove tutti insieme decidono di fare qualcosa: spostarsi in massa nel weekend verso mete turistiche, invadere parchi e colline nei giorni pasquali, ecc.. quei movimenti corali mi creavano un po' di angoscia, come se quegli individui venissero spinti in modo ipnotico, tutti insieme, nello stesso momento, verso un'unica meta.
Ho cercato una spiegazione anche studiando il totalitarismo, le strategie della propaganda nazista e quelle usate nei paesi a regime dittatoriale, e poi ancora mi sono immersa nello studio delle tecniche di scrittura giornalistica, delle tecniche di persuasione,
la pubblicità e il marketing, fino ad arrivare davanti ad un portone nero dietro il quale ho solo intravisto, per un attimo, i burattinai.
E come Alice nel paese delle meraviglie che cade nella tana del coniglio, all'inizio ero ammaliata, incuriosita e affascinata, ma poi mi sono spaventata e infine ho cercato di uscirne in punta di piedi.
Ogni tanto il pensiero torna lì, dietro quel portone, perchè il desiderio di capire cosa si nasconde dietro lo specchio è sempre forte, ma alla fine va bene così. Torno ad unire i puntini alla pagina 15 della settimana enigmistica e vi auguro un buon fine settimana.

Sabina Leggio

12/06/2025

Non mi ha mai colpita, ma… 🥀

Non mi ha mai colpita, ma quando era a casa era sempre davanti al computer,
alla TV o al telefono.

Non mi ha mai colpita, ma un giorno poteva essere attento e affettuoso, e il giorno dopo distante, freddo e aggressivo.

Non mi ha mai colpita, ma era assente fisicamente ed emotivamente.
Non mi ha mai colpita, ma con tutti era felice, tranne che a casa, con la sua famiglia.

Non mi ha mai colpita, ma mi illudeva con promesse che non ha mai mantenuto.

Non mi ha mai colpita, ma annullava le mie emozioni e la mia percezione della realtà, dicendo che esageravo o mi inventavo tutto.
Non mi ha mai colpita, ma mi faceva sentire responsabile per cose fuori dal mio controllo, perché secondo lui tutto era colpa mia.

Non mi ha mai colpita, ma era avaro con i soldi e diceva sempre che non ne aveva, soprattutto per me.
Non mi ha mai colpita, ma maltrattava i miei animali e le persone a me care.
Non mi ha mai colpita, ma non si assumeva mai la responsabilità di nulla, facendo sempre sentire me in colpa.

Non mi ha mai colpita, ma mi lasciava tutte le responsabilità della casa e della famiglia, perché lui era sempre "troppo occupato con il lavoro".
Non mi ha mai colpita, ma era costantemente di cattivo umore.
Non mi ha mai colpita, ma si infuriava e mi insultava ogni volta che non facevo ciò che voleva.
Non mi ha mai colpita, ma quando mi accompagnava da qualche parte, si lamentava del traffico, si arrabbiava e mi faceva sentire un peso.
Non mi ha mai colpita, ma guidava all'impazzata per farmi paura.

Non mi ha mai colpita, ma non mi faceva mai un complimento.
Non mi ha mai colpita, ma riusciva a farmi soffrire con il suo silenzio, lasciandomi piangere tutta la notte mentre lui dormiva sereno.
Non mi ha mai colpita, ma quando camminavamo insieme accelerava il passo per lasciarmi indietro, facendomi sentire inadeguata.
Non mi ha mai colpita, ma urlava e mi minacciava con parole crudeli se non facevo ciò che voleva.
Non mi ha mai colpita, ma mi faceva aspettare ore o giorni prima di parlarmi o di aiutarmi in qualcosa di importante per me.
Non mi ha mai colpita, ma mi portava all'esasperazione con il suo disinteresse, per poi accusarmi di essere instabile e farmi passare per pazza davanti agli altri.

Non mi ha mai colpita, ma ora vivo con traumi, complessi, ansia, depressione, insonnia, fobie, ipersensibilità, disturbi alimentari, autolesionismo, dolori cronici e mille altre cicatrici che nessuno può vedere.
Non mi ha mai colpita, ma esercita su di me controllo economico e psicologico, mi minaccia e mi tiene sotto scacco con la paura.

E visto che non mi ha mai colpita, nessuno vede le mie ferite.

Ferite così profonde che attraversano il petto e arrivano fino all’anima. 🥀

Dal web su Essere Indaco

Trovate il modo di uscire da queste situazioni ❤️

10/05/2025
Svolgo una professione che mi appassiona profondamente, ma a volte è mentalmente ed emotivamente impegnativa. Devo esser...
18/04/2025

Svolgo una professione che mi appassiona profondamente, ma a volte è mentalmente ed emotivamente impegnativa.
Devo essere sempre disponibile e aperta all'ascolto dell'altro e di me stessa.
Devo accogliere l'altro senza giudizio, ma anche riconoscere e accogliere le mie reazioni, i miei pensieri e le mie emozioni in relazione a ciò che accade in seduta e distinguere ciò che è mio da ciò che mi arriva dall'altro.
Devo spostare il mio Ego in un angolo per lasciare lo spazio all'Ego di chi si rivolge a me. Ci vuole umiltà.
Devo stare un passo indietro per non interferire, per non influenzare, spesso sto al fianco del paziente che mi accompagna a vedere la sua prospettiva. Altre volte provo ad andare un po' avanti per incoraggiarlo a seguirmi. Se vado troppo veloce mi devo fermare, aspettare. Se sono sono troppo lenta accelero quanto basta per non creare disagio nell'altro e cerco di capire il motivo della sua velocità, ma anche l'origine della mia lentezza.
E' una danza di sintonizzazione silenziosa, rispettosa e sottile.
La mia mente deve essere pulita, trasparente, curiosa e vivace.
Devo ponderare le parole affinchè aprano porte e connessioni, scegliere le frasi giuste che tolgano pesi e creino leggerezza e favoriscano la guarigione, il perdono e la comprensione.

Normalmente è facile per me stare in questa condizione.
Lo faccio spontaneamente da quando sono piccola.
Stavo ore in silenzio, come un angelo caduto, ad osservare gli altri e mi accorgevo delle sfumature espressive che coloravano, accendevano o spegnevano i loro volti, mossi da movimenti interni, pensieri ed emozioni che rimanevano segreti persino a loro. Coglievo respiri più o meno trattenuti e caricati di paura o rabbia o vergogna. Guardavo gli altri con sguardo curioso e divertito, spesso compassionevole, poi crescendo sono diventata più sospettosa e prudente, ma sempre curiosa.

Adoro il mio lavoro, è proprio il vestito cucito perfetto per me.

Ci sono momenti della vita però che le mie energie sono impiegate altrove. Le sottraggo un po' per me, per risolvere i miei compiti evolutivi, per guarire da malattie, per riprendermi da fatiche fisiche ed emotive, per alleviare carichi e responsabilità familiari.
Per elaborare lutti e separazioni.
A volte capita, in questi momenti, che la mia mente è un po' intorpidita, distratta. Mi dispiace molto quando me ne accorgo, ma tollero di essere umana e spesso mi fermo e ritorno.

Sono io il mio strumento di lavoro. Non posso stare in superficie, ma devo scavare dentro di me, andare in profondità, guarirmi, conoscermi, amarmi, accogliere le ombre.
Più scendo nelle mie zone buie e paurose portando luce, aria e vitalità e più posso aiutare le persone a scendere nelle loro profondità.
La scoperta che più mi stupisce piacevolmente è che spesso gli stessi mostri che vivono dentro di me sono della stessa natura dei mostri che vivono dentro i miei pazienti. Come se gli esseri umani avessero dentro il medesimo seme di dolore.
Più conosco i miei mostri e li curo, li placo e li libero e meno mi spaventano i mostri degli altri.

Almeno questo è il modo di essere e di concepire il mio lavoro.

Sabina Leggio
psicologa psicoterapeuta

Una delle scoperte più importanti nei settori della psicologia, psichiatria e neuroscienze, in cinquant'anni di ricerca ...
22/03/2025

Una delle scoperte più importanti nei settori della psicologia, psichiatria e neuroscienze, in cinquant'anni di ricerca sull'attaccamento, è stata la dimostrazione che il fallimento, nello stabilire legami di attaccamento precoci sicuri, può portare ad una capacità ridotta di regolazione e di gestione delle emozioni negative (S. Porges, La teoria polivagale).

Mi è capitato, in questi anni di lavoro come psicoterapeuta, durante la seduta, di assistere a reazioni emotive molto forti di attacco nei miei confronti o di fuga dalla relazione terapeutica di pazienti che stavano avendo agiti o stati dissociativi causati dalla riattivazione di nuclei di attaccamento traumatici.

Spesso è difficile per il terapeuta non andare in reazione emotiva in quei momenti. Possono emergere infatti emozioni di paura se il paziente attacca verbalmente con rabbia, oppure può capitare di sentirsi svalutati e incapaci, provare vergogna per non essere stati in grado di essere all'altezza delle aspettative del paziente e di averlo deluso, oppure ci si può sentire colpevoli di avere commesso chissà quale azione riprovevole e irreparabile.

Dopo anni di lavoro come psicoterapeuta, non solo con i pazienti, ma soprattutto su di me, è chiaro che quando assisto a queste dinamiche osservo prima di tutto ciò che mi accade dentro, quali emozioni mi stanno arrivando, quali pensieri, quali fantasie, quali mie ferite si riattivano e le accolgo senza paura e senza difendermi o agire subito.

Quando accadono questi momenti di turbolenza nella relazione terapeutica mi chiedo sempre cosa stia succedendo dentro il paziente e rimango a disposizione come un testimone non giudicante, un contenitore vivo, trasmutatore di significati, rimango il più possibile lì con lui o con lei, con amorevole distacco.

Mi faccio "distruggere" a volte per aiutare il paziente ad andare fino in fondo in quel movimento distruttivo che è stato interrotto e impedito, ma che nasconde un grido di disperazione per un abbandono o un rifiuto antichi caduti spesso nel vuoto.

Quel caos diventa un linguaggio che ancora non ha parole, ma che deve essere visto, riconosciuto, calmato e rassicurato, portato alla coscienza e compreso.

Spesso quei pazienti quando si accorgono, dopo l'esplosione emotiva, che non mi hanno distrutta e che sono ancora lì disponibile, non giudicante, attenta e sempre con lo stesso volto, la relazione cambia inevitabilmente e diventa più matura.

Quando accade ciò è sempre commovente, mi scalda il cuore e mi fa amare sempre di più il mio lavoro.

Sabina Leggio

Indirizzo

Via Porrettana, 304
Sasso Marconi
40037

Orario di apertura

Lunedì 09:00 - 20:00
Martedì 09:00 - 20:00
Mercoledì 09:00 - 20:00
Giovedì 09:00 - 20:00
Venerdì 09:00 - 20:00

Telefono

+393471061056

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La mia storia

Psicologa Psicoterapeuta specializzata in psicoterapia espressiva integrata all’arte terapia e alla danza movimento terapia, in psicologia dell'emergenza, in psicotraumatologia e nella tecnica dell’EMDR (Elaborazione e desensibilizzazione dei ricordi traumatici con i movimenti oculari).

La ricerca e l’esplorazione dell’animo umano e la spinta verso la mia crescita professionale, spirituale e umana è il motivo per cui sono al mondo. Come psicologa e psicoterapeuta mi occupo principalmente del trattamento del trauma e del lutto. La mia attività è rivolta alle persone che hanno subito o stanno subendo violenza, maltrattamenti e abusi, vittime di bullismo, familiari e superstiti di attentati, stragi, terremoti, alluvioni e altri eventi traumatici. Il dolore e l’oscurità della psiche umana non mi spaventano, così come accompagnare nella profondità dell’anima le persone a ritrovare la perla nascosta e perduta, mi riempie il cuore per l’intensità dell’esperienza e per la magia della condivisione. Mi occupo del sostegno psicologico alle donne in gravidanza e dopo il parto, per favorire il legame di attaccamento e di accudimento con il/la proprio/a bambino/a. Il mio intervento è rivolto anche a ex detenuti per affiancarli in un percorso di riflessione sull'origine del proprio comportamento deviante, sull'elaborazione dell'esperienza traumatica vissuta in carcere, e sulla riabilitazione psico-sociale della nuova identità dopo la liberazione. Mi piace scrivere, leggere e pensare. Li ritengo bisogni primari come mangiare e bere. Mi piace il silenzio, mi piace camminare. Adoro danzare, cantare, ridere e sorridere. I miei valori principali la gentilezza, l’umiltà e la libertà.

La psicoterapia per me è un processo lento e graduale che conduce alla libertà di essere se stessi.