Dott.ssa Gelsomina Salvia - Psicologa - Psicodiagnosta clinica e forense

Dott.ssa Gelsomina Salvia - Psicologa - Psicodiagnosta clinica e forense Ricevo previo appuntamento a Satriano di Lucania (PZ)

24/09/2025
APS Famiglie Fuori Gioco
23/09/2025

APS Famiglie Fuori Gioco

“A Carte Scoperte”: un cortometraggio per sensibilizzare sul gioco d’azzardo patologico In occasione della Giornata regionale per il contrasto al gioco d’azzardo, il prossimo 2 dicembre 2025, verrà presentato in anteprima ufficiale il cortometraggio “A Carte Scoperte” dedicato alla rifl...

APS Famiglie Fuori Gioco
11/09/2025

APS Famiglie Fuori Gioco

«Quello della ludopatia è un problema sociale e sanitario che non possiamo più permetterci di sottovalutare. Oggi, in IV Commissione Consiliare

09/08/2025
02/08/2025

Si è tenuta presso la sede del Consiglio regionale della Basilicata, la conferenza stampa delle consigliere regionali del Movimento 5 Stelle, Viviana

04/07/2025

Tutto l'amore,che ti fu negato nella tua infanzia,devi rinunciare a cercarlo da grande , perché nessuno te lo darà, neppure coloro che ti ameranno sul serio, perché loro ti ameranno da grande e tu inconsciamente vorrai essere amata da piccola.
Finché questa rinuncia non avverrà, ogni amore adulto è a rischio di fallimento, ogni tuo tentativo di amare non sarà che mendicare comprensione e, peggio ancora, il tuo amore non sarà mai adulto, bensì sarà solo il continuo piagnucolare di un bambino smarrito.
(Vannessi)

04/06/2025

Se ti chiedessi di descrivermi il tipo di uomo che ti attira, con ogni probabilità mi elencheresti una serie di qualità idealizzate, tutte infiocchettate da belle parole come empatia, intelligenza emotiva, spiritualità, stabilità, profondità e altre perle di questo genere, e magari saresti anche sinceramente convinta che quelli siano davvero i tuoi criteri, come se fossero il frutto di scelte libere e consapevoli, quando invece, senza accorgertene, stai solo dichiarando i tuoi desideri consci, non le tue attrazioni reali.

Il punto non è quello che ti piace “in teoria”, ma ciò che ti calamita “nella pratica”.
Se ti doni il permesso di guardare alle tue spalle con lucidità, nella scia delle tue relazioni, non troverai una lunga sequenza di uomini spiritualmente maturi, emotivamente presenti o capaci di nutrire con coerenza e verità una relazione alla pari, ma al contrario, troverai una danza storta e ripetitiva in cui si alternano uomini che ti ignorano e uomini che ti risucchiano, uomini che ti fanno sentire piccola e uomini che ti mettono sul piedistallo per poi scaraventarti giù.
Alla fine, se guardi tutto questo da un certo livello di consapevolezza, ti potrai accorgere che è sempre lo stesso uomo, con lo stesso odore, lo stesso vuoto, la stessa firma energetica.

Qui non si tratta di sfortuna e nemmeno di karma, ma si tratta di un meccanismo, di un automatismo… di una matrice… di una memoria emotiva profondissima che si è scritta dentro di te ben prima che potessi capirne il senso.
Ciò si è generato in un tempo in cui ogni emozione era verità assoluta e ogni carezza o assenza diventava una legge interna da seguire per sopravvivere.
Quella matrice ha un nome e, spesso, quel nome coincide con la prima figura maschile che ti ha mostrato — nel bene e nel male — cosa significhi essere amata da un uomo: tuo padre.
Che fosse fisicamente presente o del tutto assente, dolce o anaffettivo, instabile o severo (non importa), la sua energia ha impresso nella tua struttura interiore un’impronta che ancora oggi guida le tue scelte, non in base a ciò che ti fa bene, ma in base a ciò che ti è familiare.

La trappola è proprio questa:
ciò che ti fa sentire “coinvolta”, “presa”, “viva”... spesso è solo la ripetizione inconscia del primo amore incompiuto.
Il tuo sistema nervoso, che registra tutto molto prima della tua mente, ha imparato che amore significa aspettare, meritare, rincorrere, adattarsi, servire, controllare, resistere o addirittura sparire. Per cui, ora, ogni volta che ti trovi davanti a un uomo che incarna inconsapevolmente quel tipo di energia, si accende un impulso automatico che ti fa scambiare attrazione per destino, dipendenza per passione, oppure, tormento per profondità.

La cosa più subdola è che, anche quando ti dici che vuoi qualcosa di diverso, anche quando pensi di avere fatto pace col passato, anche quando ti prometti che “questa volta no”… se non hai visto con chiarezza quel meccanismo fino in fondo, senza più giustificare, senza più idealizzare, senza più raccontarti la favola del “mio papà era buono ma…” — ecco, quel meccanismo continuerà a sceglierti le relazioni al posto tuo, anche mentre credi di scegliere consapevolmente.
Tutto questo non accade perché sei sbagliata o debole, ma perché non ti sei mai realmente accorta di quanto stai ancora rispondendo, ogni volta che ti innamori, a un archetipo antico, a un'immagine impressa nel tuo corpo emotivo, che ti porta a rivivere ciclicamente lo stesso scenario, con l’illusione che “questa volta andrà diversamente”, quando in realtà stai solo mettendo in scena lo stesso dramma con attori diversi.

Solo quando smetti di domandarti “perché trovo sempre uomini sbagliati” e cominci a chiederti, in totale onestà, “quale parte di me ha ancora bisogno di rivivere quella ferita per sentirsi viva?”, allora, qualcosa comincia a smuoversi e, quello che prima ti sembrava un destino inviolabile, inizia a mostrare le sue vie d’uscita.
- Non potrai essere libera finché resti schiava di quel copione!!!
- Non c’è amore possibile finché chi cerchi non è un compagno, ma un surrogato del padre che volevi avere e non hai avuto.
- Non c’è unione possibile finché entri nelle relazioni per guarire un buco che solo tu puoi vedere e attraversare.
- Non c’è risveglio finché resti incastrata a ripetere, in nome dell’amore, il dolore che hai imparato a chiamare “normalità”.

La via d’uscita c’è e consiste nello smascherare l’automatismo rendendolo visibile comprendendo che, ciò che ti attrae, spesso non ti nutre.
La vera libertà comincia nel momento in cui smetti di rispondere a una programmazione e inizi a osservare consapevolmente senza più bisogno di replicare il passato per sentirti a casa.

Maria Rayka

14/04/2025

Durante uno scherzo, uno studente ha attaccato un foglio sulla schiena di un compagno con scritto "𝗦𝗼𝗻𝗼 𝗦𝘁𝘂𝗽𝗶𝗱𝗼", chiedendo al resto della classe di non dirglielo.

Così gli studenti hanno iniziato a ridere a intermittenza…

Nel pomeriggio è iniziata la lezione di matematica e l’insegnante ha scritto un problema difficile alla lavagna.

Nessuno è riuscito a risolverlo, tranne proprio il ragazzo con il foglio sulla schiena.

Tra le risatine inspiegabili, lui si è alzato, è andato alla lavagna e ha risolto il problema.

La professoressa ha chiesto alla classe di applaudirlo e ha poi rimosso il foglio dalla sua schiena.

Poi gli ha detto:
"Pare che tu non sapessi del foglio che un tuo compagno ti aveva attaccato."

E rivolgendosi al resto della classe ha detto:

"Prima di decidere la vostra punizione, voglio dirvi due cose:

Primo:
Nella vita, ci saranno sempre persone che cercheranno di etichettarti con parole brutte, per farti sentire inferiore e impedirti di andare avanti.
Se quel ragazzo avesse saputo del foglio, probabilmente non si sarebbe alzato per risolvere il problema.

Tutto quello che dovete fare nella vita è ignorare le etichette che gli altri vi appiccicano addosso e cogliere ogni occasione per imparare, crescere e migliorare.

Secondo:
È evidente che lui non ha nessun vero amico tra voi. Nessuno ha avuto il coraggio o la lealtà di dirgli la verità.
Non importa quanti amici avete: conta la lealtà, non il numero.

Se non avete amici capaci di difendervi alle spalle, di vegliare su di voi, di proteggervi e preoccuparsi sinceramente per voi, allora è meglio stare da soli.

Ignora le etichette che gli altri ti danno.

Autore sconosciuto

14/03/2025

"Nei momenti di difficoltà, spesso non cerchiamo soluzioni immediate o parole di conforto. Ciò di cui abbiamo davvero bisogno è la certezza di non essere soli, la presenza discreta di qualcuno che sappia ascoltare senza giudicare. Sono i piccoli gesti di vicinanza a offrirci un punto d’appoggio quando la vita sembra sopraffarci."

Tuttavia, il sostegno non deve diventare una stampella a cui aggrapparsi per paura di affrontare il proprio percorso. Essere accompagnati non significa delegare agli altri il compito di salvarci, né aspettare che qualcuno si faccia carico del nostro dolore. La vera forza nasce dal riconoscere che, anche con una mano tesa verso di noi, il cammino resta nostro.

La presenza di chi ci sostiene è preziosa, ma non può sostituire il nostro impegno nel superare le difficoltà. Accogliere l’aiuto senza dipenderne è la chiave per trovare equilibrio: perché il vero sostegno non trattiene, ma accompagna.

Maria Rayka

Indirizzo

Via Giuseppe Verdi N. 23
Satriano Di Lucania
85050

Orario di apertura

Lunedì 09:00 - 19:30
Martedì 09:00 - 19:30
Mercoledì 09:00 - 19:30
Giovedì 09:00 - 19:30
Venerdì 09:00 - 19:30

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