
01/06/2025
Era da un anno che lo tenevo sul comò della camera da letto. Aspettavo il momento, quello in cui avrei sentito una spinta propulsiva, una motivazione alla lettura di quel romanzo. Sapevo sin dall’inizio che l’attesa non era dovuta alla mancanza di tempo quanto più al tema del romanzo: il suicidio. Stufa di rivolgere indifferenza ad un libro, sdegnata di un atto così irrispettoso da parte mia, deciso almeno di restituirlo. Due settimane fa. E poi accade, accade che accade nelle vite degli altri, e li rende superstiti a un fatto atroce. E allora lo riprendo in mano, con più coraggio, e ci entro dentro, tutta.
Qui vi lascio un pezzo, che ha a che fare con la verità, per come la vedo io, di chi resta:
“Non si smette di soffrire.
Si sceglie di. “
Un unico atto, eroico, quello di scegliere la vita, quando la sofferenza non lascia spazio ad altro.
Che poi è l’unico vero obiettivo, quando lavoriamo insieme in psicoterapia.
Grazie per aver “offerto parole”: è il primo step per favorire l’elaborazione degli altri.