
26/07/2025
Autorevole non è autoritario... bella riflessione di A. Pellai
QUAL E’ LA DIFFERENZA TRA UN GENITORE AUTOREVOLE E UN GENITORE AUTORITARIO? PERCHE’ UN FIGLIO NON PUO’ FARE A MENO DELL’AUTOREVOLEZZA ADULTA?
C’è stato un tempo in cui un genitore era incontestabile. Si obbediva in silenzio. A volte si subivano regole e “no” che erano senza senso. A volte si davano botte per contenere, regolare e farsi obbedire da un figlio. Questo stile genitoriale improntato su autorità e obbedienza incondizionata è stato spesso fonte di sofferenza e disagio. Ha reso molti figli impauriti o arrabbiati con i propri genitori, impedendo di stabilire quella connessione emotiva e quel supporto di cui un figlio ha molto bisogno e che permette di sviluppare un attaccamento sano e sicuro con chi si prende cura della sua crescita.
Nel tentativo di non finire più nella trappola dell’autoritarismo fine a se stesso, negli ultimi decenni la genitorialità ha preso spesso la direzione dell’affetto incondizionato: “Figlio mio, io per te non sarò mai causa di sofferenza e frustrazione. Accoglierò tutte le tue richieste e sarò la sorgente della tua felicità”. Questo approccio all’educazione è altrettanto deficitario, perché crea fragilità. Il compito di un genitore non è essere il garante della felicità del figlio, bensì è allenarlo alla vita in modo tale che quel figlio sia poi in grado di generare il proprio personale percorso alla ricerca della felicità. Il genitore allena un figlio a costruire il percorso che lo renderà capace di autorealizzarsi. E questo percorso non prevede l’iperprotezione e tanto meno l’eccesso di accondiscendenza verso ogni richiesta che il figlio fa.
La differenza tra genitore autoritario a autorevole sta tutto qui: entrambi questi approcci genitoriali prevedono che l’adulto sostenga in modo fermo il “no” e non prevenga le frustrazioni nella vita del figlio. Ma mentre il genitore autoritario forniva “no” potenti e frustrazioni che a volte erano inutili – se non sadiche – il genitore “autorevole” fornisce i “no” che aiutano a crescere (ovvero i “no” competenti) e aiuta un figlio ad affrontare e gestire quelle frustrazioni che nel principio di realtà non possono non esserci. Senza sostituirsi a lui e senza prevenirle in modo ansioso. Perché per diventare grande, quelle frustrazioni devono essere affrontate e attraversate.
Ecco perché oggi l’autorevolezza è forse la dimensione educativa di cui i nostri figli hanno in assoluto più bisogno.
(A.Pellai “Allenare alla vita. I dieci principi per ritornare ad essere genitori autorevoli” Mondadori ed., 2024).
Credo che questo messaggio oggi serva molto al mondo adulto. Se lo credete anche voi, condividetelo con altri genitori ed educatori.