Elisa Folco Osteopata D.O.

Elisa Folco  Osteopata D.O. Laureata in Scienze Motorie nel 1998-
Diplomata in Massofisioterapia ed Osteopata D.O dal 2005 presso Scuola E.I.O.M di Padova riconosciuta dal R.O.I

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22/10/2025

L’ileopsoas è il più potente muscolo flessore dell’anca, costituito da due componenti anatomiche: il muscolo grande psoas e il muscolo iliaco che si uniscono a livello della cavità pelvica.
Si tratta di un organo pari che fa parte del gruppo dei muscoli interni dell’anca, dato che si colloca appunto all’interno dell’articolazione, anche se ha rapporti con la parete addominale posteriore.
Il muscolo ileopsoas è strettamente coinvolto nei movimenti articolari del bacino nella zona d’inserzione dell’arto inferiore con il tronco, dove si trovano anche il muscolo grande, medio e piccolo gluteo, il piriforme e altri sottogruppi. #
Dove si trova il muscolo ileo-psoas?
In realtà, quello che chiamiamo muscolo ileo-psoas è l’insieme di due muscoli che si estendono dalla regione lombare fino all’area anteriore della coscia.
Il muscolo psoas si origina dalle vertebre toraciche ed è associato a ciascuna delle cinque vertebre lombari della parte inferiore della schiena. Si estende verso il basso attraverso il bacino per fissarsi all’interno del femore superiore mediante il muscolo iliaco.
Questo muscolo è il principale protagonista nel determinare la posizione del bacino e del tratto lombare e, di conseguenza, dell’intera postura.
Esistono numerose ricerche scientifiche che sostengono una stretta connessione tra l’aspetto psico-emotivo e il muscolo, in quanto esso funzionerebbe da recettore dello stato d’animo individuale, con un coinvolgimento del sistema nervoso.
Un buon funzionamento del muscolo ileo-psoas può portare a una significativa riduzione della depressione, al contrario, un cattivo sviluppo di questo muscolo può essere correlato a frequenti mal di testa, dolori al collo e alle spalle oltre che a una lunga serie di problemi muscolari.

21/10/2025

Finalmente è martedì! Benvenuti a un nuovo episodio di “Neurolandia: il sistema nervoso come non lo avete mai visto!”

Oggi andiamo dritti al punto.. o meglio, dritti alla coscia!

Il protagonista è il nervo femorale, uno dei più grandi e potenti del corpo umano. Un nervo che corre, spinge, sostiene e.. quando s’irrita, te lo fa sentire dall’inguine al ginocchio.

Pronti a metterlo sotto i riflettori?

Dove sta?

Il nervo femorale origina dal plesso lombare, precisamente dai rami anteriori di L2, L3 e L4.

Il suo decorso? Nasce nello spessore del muscolo grande psoas e scende verso il bacino, passando sotto il legamento inguinale, lateralmente all’arteria femorale. Raggiunge la coscia anteriore, dove si divide in numerosi rami terminali motori e sensitivi.

Tra questi c’è il nervo safeno, il suo ramo sensitivo più lungo, che arriva fino al lato interno della gamba.

Che cosa fa?

Il nervo femorale ha due compiti principali, uno motorio e uno sensitivo:

Dal punto di vista motorio innerva i muscoli del compartimento anteriore della coscia: quadricipite femorale, sartorio, ileopsoas (in parte), pettineo (in parte).

È responsabile della flessione dell’anca e estensione del ginocchio.

Dal punto di vista sensitivo fornisce la sensibilità alla parte anteriore e mediale della coscia. Il nervo safeno (suo ramo) porta la sensibilità alla parte mediale della gamba e del piede.

Insomma, se cammini, sali le scale o ti alzi da una sedia.. lo devi anche a lui!

Come si lamenta?

Quando il nervo femorale è irritato, compresso o leso, può dare origine a una neuropatia femorale, caratterizzata da: dolore nella regione inguinale, anteriore della coscia e talvolta nella gamba mediale, debolezza nella flessione dell’anca e/o nell’estensione del ginocchio.

Coinvolto in parestesie o ipoestesia nella zona anteriore-mediale della coscia e della gamba, complice nella difficoltà a salire le scale, camminare o rialzarsi da una posizione seduta.

Nei casi più gravi può comparire atrofia del quadricipite o assenza del riflesso patellare.

Ruolo nella vita quotidiana

Il nervo femorale lavora ogni volta che ti alzi da una sedia, sali o scendi le scale, cammini o corri, tieni la gamba dritta mentre guidi e fai esercizi come squat o affondi.

È coinvolto in quasi tutti i movimenti dell’arto inferiore anteriore. Quando qualcosa non va.. te ne accorgi subito.

Patologie e disfunzioni

Neuropatia femorale: spesso dovuta a compressioni da ematomi retroperitoneali, interventi chirurgici (anca, bacino, addome), tumori o aneurismi.
Intrappolamento sotto il legamento inguinale e lesioni post-chirurgiche (es. isterectomia, bypass femorale), ma anche irritazioni meccaniche: traumi diretti, posture mantenute in flessione forzata dell’anca.

Curiosità neurologica

Sai che il nervo femorale è uno dei più importanti nel test di riflesso rotuleo? Se quando picchi il martelletto sotto il ginocchio la gamba non schizza in alto, qualcosa potrebbe non funzionare a dovere.

Ed è anche uno dei pochi nervi che controlla contemporaneamente due movimenti chiave della gamba: flettere l’anca e estendere il ginocchio.

Approccio fisioterapico

In caso di disfunzione del nervo femorale o del suo ramo safeno, ecco le strategie riabilitative utili.

Tecniche di neurodinamica per il nervo femorale (es. femoral nerve slider), mobilizzazione lombare e pelvica (se c’è coinvolgimento radicolare), stretching delicato e progressivo dell’ileopsoas e quadricipite, rinforzo mirato di quadricipite, sartorio e adduttori.

Utili modifiche posturali e consigli ergonomici per ridurre la compressione, e terapie manuali mirate sulla regione inguinale, psoas, addome.

Conclusione

Il nervo femorale è come un bravo compagno di squadra: non si prende il merito, ma fa gran parte del lavoro.

Quando lo ascolti, sali le scale senza pensarci. Ma quando lo trascuri, ogni passo può diventare un’impresa. E se ti tremano le gambe davanti a una rampa di scale.. magari non è solo emozione!

Ci vediamo martedì prossimo su Neurolandia.. perché quando i nervi parlano, noi impariamo ad ascoltarli. 🤗

Nota bene

Anche se a Neurolandia i nervi parlano.. la diagnosi medica la fa il medico. Quindi, se i sintomi ti fanno compagnia da troppo tempo, ascolta i segnali e confrontati con un neurologo o uno specialista medico. Noi siamo qui per spiegarti come funzionano le cose, ma la cura parte sempre da una valutazione sanitaria. E spesso, il fisioterapista è proprio il primo professionista sanitario a intercettare quei segnali e indirizzare nel modo giusto. 👏

20/10/2025

È lunedì.. e come sempre torniamo con un nuovo episodio di “Anatomia Spassosa: esploriamo il corpo umano con un sorriso!” 😄

Oggi ci spostiamo nel collo, in una zona che è una vera porta d’ingresso per nervi e vasi: il triangolo degli scaleni!

Nonostante il nome geometrico, non è un gioco di scuola, ma una regione anatomica molto importante, spesso “nascosta” tra i muscoli del collo. È un triangolo piccolo, ma potentissimo: da qui passano strutture vitali che collegano collo, torace e arto superiore.

Cos’è e dov’è?

Il triangolo degli scaleni è uno spazio delimitato davanti dal muscolo scaleno anteriore, dietro dal muscolo scaleno medio e in basso dalla prima costa.

In pratica, è un piccolo corridoio tra il collo e il torace superiore, situato dietro la clavicola.

Cosa contiene?

Qui dentro passa una vera “autostrada neurovascolare”: Il plesso brachiale (i nervi che vanno al braccio) e l'arteria succlavia (porta il sangue all’arto superiore).

Ma attenzione: la vena succlavia non passa nel triangolo, ma davanti allo scaleno anteriore!

Funzionamento buffo

Immagina il triangolo degli scaleni come il casello autostradale del braccio: i nervi e l’arteria devono passare tutti da lì per raggiungere la periferia. Se il casello si stringe troppo.. beh, è come trovarsi in coda in autostrada!

Curiosità scientifica

È il punto chiave per la sindrome dello stretto toracico: quando nervi o arteria vengono compressi, causando dolore, formicolio o ischemia al braccio. In anestesia, qui si può eseguire il blocco del plesso brachiale. È un’area delicata anche in chirurgia vascolare e in procedure di emergenza.

Nella vita di tutti i giorni

Se porti borse pesanti a tracolla, se stai tanto tempo con le spalle sollevate e il collo rigido, se hai traumi cervicali o problemi posturali.. i tuoi scaleni possono irrigidirsi, comprimendo lo spazio del triangolo e disturbando ciò che ci passa dentro.

Parole complicate, spiegate semplici

Scaleni: muscoli del collo che stabilizzano e sollevano le prime coste.

Plesso brachiale: rete di nervi che controllano il braccio.

Arteria succlavia: grosso vaso che porta sangue dal torace all’arto superiore.

Stretto toracico: spazio compreso tra collo e torace, sede di possibili compressioni.

Come può soffrire?

Sindrome dello stretto toracico (neurologica, venosa o arteriosa).

Contrattura degli scaleni che riduce lo spazio del triangolo.

Traumi clavicolari o costali che alterano i rapporti anatomici.

Momento educativo leggero

Mantieni la mobilità cervicale, rinforza i muscoli posturali profondi, evita di caricare troppo le spalle e se senti formicolii strani al braccio.. non sottovalutarli!

Conclusione con sorriso

Il triangolo degli scaleni è piccolo, ma custodisce i “cavi elettrici e idraulici” del tuo braccio. Un corridoio segreto che lavora in silenzio ogni giorno, ma che merita rispetto!

Ci vediamo lunedì prossimo con un’altra meraviglia del corpo umano.. sempre con il sorriso! 🤗

20/10/2025

🎉 È di nuovo giovedì! Benvenuti ad un nuovo episodio di "Muscolandia: esplorando la mappa dei muscoli!" 🎉

Oggi ci spostiamo nel profondo del collo, per conoscere un muscolo tanto piccolo quanto strategico.. e spesso coinvolto nel dolore cervicale e brachiale: il muscolo scaleno anteriore!

Un muscolo che.. può darti il collo rigido, ma anche aiutarti a respirare!

Dettagli anatomici

Il muscolo scaleno anteriore è uno dei tre muscoli scaleni (anteriore, medio e posteriore), situati lateralmente al rachide cervicale. Origina dai tubercoli anteriori dei processi trasversi delle vertebre C3–C6 e si inserisce sul tubercolo dello scaleno sulla prima costa.

Innervazione: rami anteriori dei nervi spinali cervicali da C4 a C6.

Funzioni principali

Flette e inclina lateralmente il collo, solleva la prima costa durante l’inspirazione forzata (muscolo accessorio respiratorio) e collabora nella stabilizzazione dinamica del rachide cervicale.

Tipi di dolore

Lo scaleno anteriore può essere una fonte importante di dolore cervico-brachiale: trigger point miofasciale che irradiano verso braccio, torace, clavicola, sindrome dello stretto toracico (può comprimere il plesso brachiale e l’arteria succlavia), cefalea muscolo-tensiva, disfunzione cervicale con rigidità in flessione e rotazione e compressione neurologica in posture protratte (es. uso prolungato del PC o guida).

Funzione quotidiana

Il muscolo lavora intensamente in molte attività, spesso sottovalutate: sollevare oggetti pesanti (attiva i muscoli accessori della respirazione), posture prolungate con il collo in avanti, fasi di ansia e stress (respirazione alta e accessoria) ma anche sforzi fisici intensi con apnea inspiratoria.

È uno di quei muscoli che lavora senza farsi notare.. finché non si arrabbia!

Esercizio di allungamento (Stretching laterale guidato)

1. Siediti dritto, schiena appoggiata e spalle rilassate
2. Inclina lentamente la testa verso sinistra, come per avvicinare l’orecchio alla spalla
3. Con la mano sinistra, guida delicatamente il movimento
4. Porta la mano destra dietro la schiena, o tienila giù per accentuare lo stretching
5. Mantieni 20-30 secondi, sentendo il collo anteriore destro che si allunga

Perfetto per rilassare lo scaleno anteriore e migliorare la mobilità cervicale

Esercizio di rinforzo (Stabilità isometrica del collo)

1. Siediti dritto, appoggia il palmo della mano destra sulla fronte
2. Spingi delicatamente la fronte contro la mano, senza muovere la testa
3. Mantieni 5-10 secondi, poi rilassa
4. Ripeti 8-10 volte

Rinforza in modo sicuro e controllato i flessori profondi del collo, inclusi gli scaleni.

Curiosità scientifica

Sapevi che lo scaleno anteriore forma parte del triangolo degli scaleni, insieme a scaleno medio e la prima costa? In questo spazio passa il plesso brachiale e l’arteria succlavia, rendendo questo muscolo fondamentale.. e potenzialmente pericoloso se contratto cronicamente. Molti disturbi neurologici del braccio partono proprio da una compressione in questa zona!

Conclusione

Il muscolo scaleno anteriore è un piccolo ma potente protagonista del collo, coinvolto nella postura, nella respirazione e nei sintomi cervico-brachiali. Tenerlo flessibile e forte è essenziale per prevenire dolori diffusi e migliorare la qualità della vita.

Ci vediamo giovedì prossimo per un nuovo episodio di "Muscolandia", dove ogni muscolo ha la sua voce.. anche quando stringe la gola!

22/09/2025

“È solo una tendinite alla spalla.”

Peccato che la spalla non esista. O meglio: non esiste una sola spalla, né un solo modo in cui può fare male. Quello che chiamiamo “spalla” è una giunzione articolare complessa, un sistema che unisce: cinque articolazioni, più di venti muscoli, una catena di adattamenti che parte dal rachide e finisce nella mano.

E in mezzo a tutto questo.. sì, ci sono anche quei quattro muscoli famosi:
sovraspinato, infraspinato, sottoscapolare e piccolo rotondo.

Ma ridurre il dolore di spalla a “tendinite della cuffia” è come dire che un’orchestra stona perché il primo violino ha preso una nota sbagliata.

Doppia lettura

Livello 1 – per pazienti

Quando ti dicono che hai un problema alla spalla, spesso è solo la punta dell’iceberg. Il dolore non è (solo) dove lo senti, ma dove il tuo corpo ha smesso di compensare in silenzio. E nella spalla, le compensazioni sono quotidiane, invisibili.. e potentissime.

Un muscolo tira troppo, uno tira troppo poco.
La scapola ruota male, il torace è rigido, il core non sostiene.
Il dolore è la somma finale di tutte queste micro-disfunzioni.

Livello 2 – per clinici

Chiamarla “cuffia dei rotatori” è corretto.
Ma ragionare solo sulla cuffia.. è riduttivo.
Qui si parla di neuromeccanica fine, non solo di RMN.

Ogni muscolo della cuffia modula l’allineamento omerale in co-attivazione con scapola e core, lavora in feedforward su base motoria appresa, diventa sintomatico quando il carico supera la sua funzione di “stabilizzatore silenzioso”.

Sovraccarico da sottoscapolare dominante uguale a perdita di rotazione esterna.
Sovraccarico del sovraspinato uguale a riduzione dello spazio subacromiale.
Infraspinato ipoattivo uguale ad un omero che sale senza freni.
Dominanza del deltoide uguale ad una “spalla forte che fa male”.

Non è infiammazione.
È fallimento di sistema.

In breve, il sovraspinato inizia l’abduzione e guida la centratura omerale, l'infraspinato ruota esternamente e frena il movimento, il sottoscapolare ruota internamente e protegge anteriormente, il piccolo rotondo garantisce il fine tuning della rotazione esterna e stabilità posteriore.

Quattro muscoli. Ma inseriti in un sistema con il core (per pre-attivazione e controllo pressorio), colonna toracica (per escursione scapolare), scapola (per orientamento e ritmo scapolo-omerale), arto superiore (per continuità di movimento e scarico del carico distale)

E quindi?

Ogni volta che dici “spalla dolorosa”, non chiederti solo “quale tendine?”,
ma “quale equilibrio è saltato?” Chi lavora troppo per coprire gli altri? Chi ha smesso di collaborare? Il dolore è un allarme o un abbandono?

“Allora devo rinforzare la cuffia?”
No.
Devi rieducare il sistema.

Devi ripristinare le sinergie tra scapola, core e arto. Devi restituire timing, feedforward, controllo fine. Devi far tornare la spalla quello che è davvero: una staffetta di funzioni, non una somma di muscoli.

La spalla non si infiamma per caso. Si ribella quando smette di essere un'orchestra e diventa un assolo stonato. Non curare il violino. Riaccorda l’intera sinfonia. 🥰

30/07/2025

!!! SCIATICA !!!

Il termine "sciatica" è largamente utilizzato nel linguaggio comune per esprimere un dolore che s'irradia lungo l'intero nervo sciatico, dalle sue radici alle estremità.
Più precisamente, la sciatica è chiamata sciatalgia in riferimento all'infiammazione del nervo sciatico.
La dolorabilità sciatica viene percepita soprattutto sulla parte bassa della schiena, sui glutei e sulla gamba, spesso a seguito di un trauma od una pressione diretti sullo stesso nervo sciatico. Oltre al dolore, il quadro clinico originato della sciatica viene completato da una serie di sintomi secondari, quali: debolezza muscolare, formicolii alle gambe e difficoltà più o meno marcata nel controllare i movimenti degli arti inferiori.
Il nervo sciatico (o ischiatico) è il nervo più voluminoso ed imponente del corpo.
Esso origina in sede lombare (nel plesso nervoso sacrale) ed innerva i muscoli posteriori ed anteriori di coscia e gamba. Estendendosi fino al piede, il nervo sciatico si dirama dalla schiena e scorre tra vertebre, pelvi e osso dell'anca.
Il nervo sciatico garantisce la sensibilità e la motilità delle gambe; pertanto, un'ingiuria a livello dello stesso può seriamente compromettere la capacità di deambulare.
La sciatica esordisce sempre con una spiacevole percezione di DOLORE, la cui intensità e persistenza varia in base alla causa che vi si pone alle origini.
Il dolore può essere avvertito come bruciante, acuto, penetrante, inarrestabile oppure può essere più lieve ed acutizzarsi in determinate circostanze.
Spesso, il dolore sciatico si manifesta con più ferocia dopo sforzi, colpi di tosse o starnuti.
Anche lo stress, l'ansia e le tensioni quotidiane/lavorative possono influire negativamente sulla sciatalgia, aggravando il dolore.

In generale, il quadro clinico del paziente affetto da sciatica si contraddistingue per:
• Compromissione della naturale capacità di movimento
• Dolore acuto/atroce
• Dolore "elettrico"
• Dolore circoscritto in una precisa zona della gamba (es. polpaccio, natica o ginocchio) o dolore irradiato dalla zona lombare al piede
• Indebolimento muscolare della gambe coinvolta
• Intorpidimento/formicolio alle gambe
• Perdita di controllo degli sfinteri a***e e vescicale (raro)
• Progressiva acutizzazione del dolore
• Sensazione di aghi che pungono la pelle della gamba
Il dolore caratteristico della sciatica tende a comparire in una sola metà del corpo; tuttavia, non mancano i casi in cui la sciatica si manifesta in entrambe le gambe.

In generale, la sciatalgia è frutto di una compressione a carico dei nervi lombari L4/L5 o sacrali S1, S2 ed S3. In altre occasioni, la sciatica è espressione di una lesione traumatica del nervo sciatico.
La sciatica viene ribattezzata radicolopatia lombare quando il dolore dipende dalla compressione di una radice dei nervi dorsali. In simili frangenti, le cause imputate sono:
• Ernia del disco spinale, responsabile del 15% dei casi di sciatica
• Restringimento del ca***e foraminale e spinale (condotti nella colonna vertebrale al cui interno scorrono le radici dei nervi spinali ed il midollo spinale stesso)
• Rigonfiamento di un disco spinale
• Sindrome del piriforme, frutto dell'ipertrofia del muscolo piriforme o della sua infiammazione
• Spondilolistesi
• Tumori spinali (che comprimono le radici dei nervi e/o il midollo)
La sciatica è una condizione dolorosa spesso riferita dalle donne durante la gravidanza (fase avanzata).
In tal caso, la sciatica può esser conseguenza della compressione esercitata dall'utero sul nervo sciatico.
lcuni soggetti sono più esposti ad episodi ricorrenti di sciatica.
I fattori di rischio sono di seguito descritti:
• Artrite
• Attività lavorative che richiedono di spostare carichi, guidare veicoli a motore per lunghi periodi e torcere frequentemente la schiena
• Diabete: aumenta il rischio di danno ai nervi; di conseguenza, la patologia diabetica costituisce un possibile fattore di rischio per la sciatica
• Età avanzata, spesso responsabile di fisiologiche modificazioni del rachide
• Infezioni della colonna vertebrale
• Obesità
• Osteoporosi
• Patologie del rachide
• Sedentarietà
• Sovrasforzo muscolare
• Traumi diretti a cosce, natiche e gambe
Le pratiche riabilitative includono esercizi utili per:
• Sostenere la schiena
• Correggere la postura
• Irrobustire la muscolatura
• Migliorare la flessibilità del rachide (resa difficoltosa a causa del dolore esercitato sul nervo sciatico)

I movimenti più dolorosi sono le rotazioni, in particolare girarsi nel letto e accavallare le gambe da seduto.
Nella maggioranza dei casi le f***e si presentano stando seduti perché si appoggia il peso sul muscolo piriforme, inoltre è possibile sentire fastidio dopo qualche minuto di cammino.

Compito dell’osteopata e del chinesiologo è fare una diagnosi differenziale al fine di aiutare, dove possibile, il paziente a ritrovare il suo equilibrio eliminando la causa primaria.

L’osteopata e il chinesiologo quando affrontano un paziente con ernia, interviengono inizialmente con un lavoro globale e a distanza, lavorando il bacino, l’anca, il tratto dorsale della colonna vertebrale, il diaframma, i piedi ,i muscoli tesi, le viscere e le fasce interessate al fine di favorire gli scambi tessutali, il drenaggio venoso, ridurre le zone in restrizione di mobilità e ridurre il dolore.
amica #

18/07/2025

Cervicalgia e digestione
La cervicalgia può essere provocata dalle difficoltà digestive, la causa solitamente è dovuta all’alimentazione scorretta. Eliminare alcuni alimenti dalla dieta quotidiana può risolvere il problema, in questo caso si tratta di allergie, intolleranze o forte sensibilità a una particolare sostanza. Se il problema non si risolve, bisogna curare la posizione del corpo in modo da evitare contratture e tensioni muscolari oltre a migliorare la respirazione e allineare la spina dorsale.
La causa principale è legata al nervo vago che si compone in realtà di due nervi posizionati alla base del cranio. Questo importante componente del corpo umano ha il compito di mandare le informazioni che riguardano le condizioni degli organi al cervello, in particolare quelle dell’apparato digestivo.

18/07/2025

Caos ordinato: la biomeccanica fine dell’articolazione della spalla!

Guarda che confusione! È il caos ordinato dell’articolazione gleno-omerale, un capolavoro di biomeccanica fine e stabilità dinamica. In questa immagine esplosa, vediamo tendini tagliati, legamenti sezionati, capsule aperte..

Ma non è disordine: è precisione chirurgica, è un sistema pensato per permettere libertà senza perdere controllo.

Cosa stai guardando?

Una sezione profonda della spalla anteriore, con evidenza di:

SGHL e MGHL (superior e middle glenohumeral ligament)

Legamento coraco-omerale

Tendine del capo lungo del bicipite

Legamento trasverso omerale

Rotator cable

Tendini della cuffia dei rotatori (tagliati)

E adesso te li racconto, uno per uno, in modo chiaro.

SGHL, MGHL, IGHL: non comparse, ma direttori d’orchestra

Sembrano tre cordicine secondarie, ma sono i pilastri della stabilità passiva della spalla in abduzione e rotazione:

- SGHL: attivo a 0° di abduzione, frena la traslazione anteriore.

- MGHL: entra in gioco tra i 45°-60°, fondamentale nei movimenti overhead parziali.

- IGHL: anche se non visibile in questa immagine, è il vero protagonista oltre i 90° di abduzione, formando un complesso capsulo-legamentoso antero-inferiore cruciale per frenare le instabilità anteriori estreme (tipiche negli atleti overhead).

Una lesione all’IGHL? Alta probabilità di instabilità antero-inferiore, soprattutto nei giovani atleti.

SGHL + legamento coraco-omerale: i bodyguard del bicipite!

Questi due legamenti si intrecciano per formare una specie di “sling” (fionda) che abbraccia il capo lungo del bicipite.

Lo guidano nel suo tunnel articolare. Lo stabilizzano durante il movimento. Lo proteggono nei cambi di direzione.

Se questa fionda si rompe o si allenta, il CLB può sublussare anteriormente o medialmente con dolore anteriore + sensazione di “scatto” o “dislocazione”.

Legamento trasverso omerae: la fibbia sulla cintura!

È il legamento che dovrebbe tenere il tendine del bicipite nella doccia bicipitale. Ma attenzione: non sempre è presente come entità anatomica autonoma. Spesso è una continuazione delle fibre del sottoscapolare.

La sua lesione è una delle cause più frequenti di instabilità bicipitale nei lanciatori. E quando cede? Il tendine del bicipite “salta fuori” e il paziente urla come se avesse preso una scossa.

Legamento spirale: piccolo ma fondamentale

Nell’immagine è indicato uno “spiral ligament” ma non esiste nella nomenclatura ufficiale. È un termine descrittivo, usato per indicare una porzione ispessita della capsula anteriore, dove si intrecciano fibre del sottoscapolare, del MGHL e della capsula stessa, a formare una sorta di tunnel contenitivo attorno al tendine del capo lungo del bicipite.

Rotator cable: la fettuccia della cuffia!

Pensalo come una cintura di sicurezza tendinea.
Collega il sovraspinato e il sottospinato con una struttura trasversale. Distribuisce le forze sulla cuffia.

In caso di lesione parziale della cuffia, può “compensare” temporaneamente.

Studi hanno dimostrato che, se il rotator cable è integro, una lesione può essere clinicamente silente e il paziente non lamenta dolore né perdita di forza significativa.

È importante conoscere tutte queste strutture perché la spalla non è un incastro stabile come l’anca o il ginocchio. È una giunzione sospesa, tenuta insieme da una danza perfetta di legamenti, tendini e muscoli.

Quando tutto funziona, hai movimento fluido. Quando anche una sola cucitura cede, inizia il dolore, il compenso, la disfunzione.

Considerazioni cliniche

Una lesione del SGHL può far “ballare” il bicipite anteriormente. Una retrazione capsulare posteriore altera la cinematica scapolo-omerale e causa impingement. La rottura del legamento trasverso omerale è frequente nei lanciatori, dove i test diagnostici dinamici sono fondamentali!

La presenza del rotator cable può proteggere da sintomi acuti anche in caso di lesione parziale della cuffia.

Fisioterapisti, attenzione: quando fate una mobilizzazione passiva, sapete quali legamenti state stirando? Quando rinforzate il bicipite, vi state chiedendo in che stato sono i suoi vincoli passivi? Se trovate un clic anteriore, pensate solo al capo lungo o anche ai suoi “bodyguard” capsulo-legamentosi?

La spalla è come un paracadute aperto.

Bellissima da vedere, ma ogni cucitura deve reggere il volo. Perché se ne salta una sola, si precipita.

17/07/2025
16/07/2025

LA RIGIDITÀ DIAFRAMMATICA E LA DORSALGIA
Il diaframma è un muscolo di grandi dimensioni che si trova nell’area centrale della colonna vertebrale e serve prima di tutto a permettere la respirazione. Per tale ragione si tratta di uno dei muscoli più importanti del corpo umano che spesso viene trascurato oltre a ignorarne del tutto l’esistenza.
Bisogna sapere che, il diaframma, rappresenta anche la massa muscolare che più di tutte è connessa agli stati di ansia e stress vissuti quotidianamente. Basti pensare che ognuno fa quando si trova in una situazione stressante o ansiogena, è smettere di respirare senza nemmeno rendersene conto talvolta.
Se il periodo di alta tensione, paura, ansia e stress si prolunga nel tempo per settimane, mesi o anni, può provocare un anomalia nella meccanica di respirazione mantenendo il diaframma costantemente sotto contrazione. Tale eccesso di tensione muscolare può manifestarsi con dolore e rigidità nell’area dorsale e dolori intercostali.
Questo spiega il motivo dell’importanza dell’aiuto di un posturologo esperto in mezieres che sia in grado di eseguire una corretta rieducazione diaframmatica con appositi esercizi respiratori.

X info 3402742416 Dott Gianfranco Mendico
Chinesiologo, esperto in Posturale Mezieres

16/07/2025

Tensegrità costale: la gabbia toracica che respira (e spiega tutto)!

Quando pensi alle coste, immagini una struttura rigida, fissa, “gabbia” appunto. Ma se ti dicessi che anche il torace vive di tensegrità?

Cos’è la rib tensegrity?

È il principio per cui il complesso vertebro-costosternale si comporta come una struttura flessibile ma stabile, dove le vertebre sono elementi di compressione, le coste e le cartilagini funzionano da elementi di trazione dinamica e il respiro è la variabile che orchestra tutto il movimento.

Le coste non si incastrano: si sospendono, si flettono, si adattano.

Perché è una rivoluzione vista così?

Perché ci libera dall’idea del “torace bloccato” come se fosse una cassa panca. Ogni respiro è una danza biomeccanica tra sterno, vertebre, dischi e cartilagini.

Un’oscillazione strutturata dove la cartilagine costale assorbe, lo sterno guida, le articolazioni costovertebrali modulano e la fascia toracica tiene insieme tutto come una rete di sicurezza.

Cosa cambia in clinica?

Tutto.

Una dorsalgia persistente potrebbe essere una restrizione costosternale non un problema vertebrale.

Un alterato schema di attivazione diaframmatica compromette l’intero schema di distribuzione tensiva delle coste.

Un infortunio costale non è mai solo locale: disorganizza l’intero pattern respiratorio-posturale.

Dettaglio che nessuno ti dice..

Le coste non solo si muovono verticalmente con l’inspirazione, ma traslano e si espandono radialmente grazie alla tensegrità tra i legamenti costovertebrali, la fascia endotoracica e il tono muscolare stabilizzatore.

Hai letto bene: il tuo torace si espande in 3D.
E se uno di questi assi va in tilt.. lo senti ovunque: collo, spalla, diaframma, zona lombare.

La “gabbia toracica” è in realtà un sistema elastico e tensionato, come il cerchio perfetto di un tamburo che vibra quando serve e si stabilizza quando è sotto pressione.

È il cuore strutturale della funzione respiratoria e posturale, e ogni fisioterapista dovrebbe conoscerne non solo le ossa, ma i ritmi.

Il torace non è una gabbia.
È uno strumento musicale biomeccanico.
Sta a noi imparare a suonarlo. ☺️

Indirizzo

Piazza Diaz
Savona
17100

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