29/09/2024
È stato un anno complicato, pieno di decisioni difficili da prendere, carico di stress e di tensioni, di gastrite e incazzature, impotenza gestionale e ritmi frenetici.
Fatalità questo periodo di melma è arrivato come uno tsunami appena dopo il momento in cui ho sentito la necessità di rimettermi in discussione come professionista, di provare nuove strade ed uscire dalla comfort zone esplorando territori a volte molto distanti dal mio percorsi di studi universitari e mentali.
È stati un anno che mi ha fatto tribolare. Tanto.
È stato forse l'anno più difficile della mia vita.
Ma, come dice De André, dalla melma nascono i fior.
Quindi, nella speranza che tutto questo funga da fertilizzante per un futuro luminoso come il cielo che mi sta accompagnando a casa, mentre il mio meraviglioso compagno è alla guida io socchiudo due occhi che non dormono bene da tanto tempo e penso a quanto sia grata alla vita.
Penso a quanto i miei genitori mi sostengano e supportino nei momenti del bisogno. Penso alle mie clausure nello studio di casa mentre Marco e Alice preparano insieme il pranzo, li sento ridere attraverso le cuffie da cui seguo la lezione, vorrei tanto disconnettermi dal seminario, correre di là e dirgli quanto li ami. Penso ai pranzi saltati dai suoceri, alla super suocera che ci manda su lo strudel senza cannella e senza uvetta per Alice, perchè ci sono sempre anche loro e ce lo dimostrano sempre con queste piccole cose. Penso a Caleb che non è morto per miracolo dopo aver rubato le ossa di pollo ed essersele spazzolate in 30 secondi netti prima che ce ne accorgessimo, ovviamente di sabato sera ad una settimana dall'esame e a veterinari ovviamente chiusi per il weekend. Penso ai gattoni accoccolati sulle mie gambe, al rischio paralisi perché se mi azzardo a muovermi mi piantano le unghie sulle cosce, e allora avanti a studiare (funzionano benissimo come deterrente alle distrazioni che implichino l'alzarsi dalla sedia, provare per credere).
E infine penso ai pazienti a cui ho chiesto di spostare le sedute in queste settimane di studio matto e disperatissimo (cit. leopardiana), al tifo da stadio che ha accompagnato la decisione di fare lo stesso l'esame nonostante la tentazione costante di mollare negli ultimi mesi, a tutto il supporto che ricevo anche dalle Collaboratrici all'interno della Palestra Komorebi Schio: Health Fitness e Fisioterapia 2.0 .
Tutto sto pi***ne per dirvi GRAZIE. Dal più profondo del mio cuore, sono grata ad ognuno di voi, anzi, sono grata per ognuno di voi che ho incontrato in questo cammino terreno. Le notti insonni passate a studiare ed approfondire, la stanchezza cronica, il costante ruminamento delle informazioni da integrare e collegare.. tutto questo è per voi, che date un senso a questa libera professione, che date un senso a questa vita fisioesaurita, che un senso non ce l'ha, e siccome sto parafrasando qualcosa che credo sia Vasco Rossi, che trovo gradevole quanto il gesso che stride sulla lavagna ma soprattutto siccome siamo passati da De André e Leopardi a Vasco.. sta cosa è segnale inequivocabile di stanchezza e delirio citazionale, quindi direi che è ora di giungere al punto e di andare a svenire a letto dopo questa giornata surreale.
Grazie, davvero, di cuore. Alla mia famiglia, alla mia famiglia allargata Komorebi, alla mia famiglia ancor più allargata di pazienti meravigliosi che ho incontrato in questi anni.
Grazie. Siete il senso di tutto. Non so come farei senza di voi.