21/12/2025
Ritrovando quelle foto mosse, ho visto tutto il mio evitare, per quanto possibile, ciò che mi faceva male.
Ho dedicato un sorriso compassionevole per la me di allora: per tutto il dolore che stava cercando di attraversare correndo.
E poi ho sorriso anche per la parte di me che oggi è qui.
Più compatta.
Più in ascolto.
Una me che, oltre alla psicoterapia, ha incontrato la mindfulness.
È curioso: quello spazio di pratica l’avevo incrociato proprio in quegli anni di specializzazione.
E non lo sopportavo.
Mi dava fastidio.
Oggi, invece, è diventato la mia quotidianità.
Si pensa che la mindfulness significhi spegnere i pensieri, staccarsi da tutto. Non è così.
Perchè proprio quando ci fermiamo… arriva tutto.
Tutto il sentire che avevamo cercato di evitare.
La mindfulness mi ha accompagnata a sedermi accanto ai miei mostri.
Ai pensieri scomodi.
Alle emozioni più faticose.
Non per scacciarli, ma per guardarli, attraversarli, ascoltarli.
Ancorata lì.
La mindfulness non distacca, non ti allontana, ma all’opposto, ti conduce a rallentare per dare uno spazio di ascolto, nella fatica che ciò comporta. Nel silenzio, ti ritrovi.
Ed io,nel silenzio, passo dopo passo, ho iniziato a integrare. A integrarmi.
E tu, quante volte scappi dal tuo sentire? Se anche tu senti di volerti fermare, scrivimi in DM, ti aspetto, con cura. 🪷