
26/07/2025
⚠️ UN GRANDE RISCHIO, MA COSA NASCONDE?
COSA CI PUÒ DARE?
Chat GPT e psicoterapia: perché molti giovani lo usano come terapeuta
A quanto parte per le nuove generazioni è così. Sempre a disposizione, l'intelligenza artificiale risponde a dubbi e non mette in imbarazzo.
Ma funziona veramente?
Chat GPT è diventato un terapeuta. E non è un modo di dire quanto un dato di fatto. Non è insolito trovare su TikTok tutorial che spiegano come simulare una seduta psicoterapeutica con il chatbot, e anche su Reddit sono molti che raccontano di utilizzare l’intelligenza artificiale per analizzare i comportamenti dei genitori o come life coach o addirittura come cartomante, per avere delle risposte sul proprio futuro. Cosa sta succedendo? Perché si preferisce confrontarsi con l’intelligenza artificiale invece di parlare con una persona in carne e
ossa?
Aldilà della curiosità e dell’attrazione che la tecnologia può esercitare sui giovani, recentemente l’uso di chat GPT è quello terapeutico, di life coach o anche di cartomante.
Cosa accomuna tutte queste cose?
Il fatto che se sorge una domanda o un dubbio, magari imbarazzante e alle 3 di notte, Chat GPT è lì, a disposizione. «Le forme più evolute di intelligenza artificiale, come ChatGpt, hanno una caratteristica che attrae profondamente le nuove generazioni: sono sempre disponibili. Non c’è bisogno di prendere appuntamento, aspettare, affrontare l’imbarazzo di essere visti, giudicati o esposti. Basta scrivere e subito arriva una risposta» spiega la dottoressa Paola Fumagalli, psicologa e psicoterapeuta. Alla disponibilità si aggiunge anche un’altra caratteristica: la risposta è sempre gentile ed empatica.
Insomma, viene più da chiedersi perché non utilizzare l’intelligenza artificiale per sciorinare tutte le proprie ansie.
Dietro a questo comportamento non una semplice moda passeggera quanto in realtà l’esigenza di essere ascoltati e il bisogno di vicinanza che le nuove generazioni stanno dimostrando. E questo, come spiega l’esperta, porta a considerare spazi come i chatbot luoghi sicuri, dove potersi sfogare ed esprimere liberamente se stessi, senza il rischio di essere giudicati.
Ci sono ovviamente i “contro” a questo sistema, prima di tutto il fatto che ChatGPT dà risposte “comode”: «Un bravo terapeuta può non capire subito, può mettere in difficoltà, può toccare temi che il paziente non vorrebbe affrontare. Ma è proprio in quel gioco di domande, silenzi, malintesi e frustrazione che si apre la possibilità di cambiamento. L’AI non ha corpo, non ha sguardo, non ha una presenza fisica reale. Questo la rende più facile da “gestire”, soprattutto per i giovani che possono aver paura di esporsi, di mostrarsi fragili, di essere visti davvero. Ma proprio lì dove non c’è rischio, spesso non c’è nemmeno crescita».
Ma cosa c’è alla base di questa situazione? Sicuramente il fatto che i giovani di oggi sono molto sensibili e soprattutto non hanno gli strumenti per gestire la loro sensibilità. Ma anche perché non hanno mai l’occasione di fermarsi e di riflettere sulle loro emozioni complesse, arrivando quindi a essere sopraffatti dal mondo esterno.
A ciò si può aggiungere anche il rischio che quello con Chat GPT può diventare una dipendenza affettiva ed emotiva
Si entra così in un ciclo chiuso, dove l’ansia viene placata ma rischia di non portare ad un reale processo di maturazione psichica. L’AI rassicura, ma non ci cambia davvero. È comoda, ma non mette in moto il desiderio. Per questo può essere un punto di partenza, ma non un sostituto della relazione terapeutica reale».
Dott.ssa Cinzia Maria Ragusa
Counselor, Psicologa