24/07/2025
✨ Un ritorno. Un cerchio che si chiude. Un cuore che si riapre.
Dopo 15 anni sono tornata a ballare.
Tutto è iniziato lo scorso ottobre, quando ho iscritto mia figlia di 3 anni a danza.
Nel suo modo di muoversi, nella sua gioia libera e istintiva, ho riconosciuto me stessa.
Ho visto quella sana follia creativa che avevo da bambina e che credevo perduta.
A gennaio, accompagnandola a lezione, ho preso coraggio e ho ricominciato anch’io.
Mi sono lasciata guidare da lei, dal suo corpo libero, dal suo non giudizio, dalla sua fame di avventure.
A giugno abbiamo fatto il saggio insieme.
Sul palco, le nostre storie si sono intrecciate.
E in quell’abbraccio simbolico tra madre e figlia, tra passato e presente, tutto ha preso senso: i sacrifici in sala, le delusioni, i sogni, la maternità, i tatuaggi, l’arte.
Il corpo ha urlato: “Sono ancora qui.”
A volte, solo crescendo e attraversando esperienze profonde, si riesce a tornare alla propria arte con la leggerezza della consapevolezza.
Quella di una donna matura, simile a quella di un bambino che ha appena lasciato la sua saggezza primordiale.
Ma tra questi due punti spesso c’è una rottura.
Si perde il disincanto dell’infanzia, e bisogna lottare per ritrovarlo.
Per questo invito genitori, insegnanti, adulti:
non perdete il contatto coi vostri bambini e ragazzi.
Quel tesoro va custodito e traghettato. Non possono farlo da soli.
Io ce l’ho fatta solo grazie a decenni di psicoterapia.
E grazie a mia figlia.
Non la mia bambina interiore.
Proprio lei. Reale. Viva. Meravigliosa.
Con lei ho danzato.
Con lei ho ritrovato me stessa.
la.danse_