La medicina informazionale (anche chiamata “biofisica” o “dell’informazione”) è una innovativa metodica di indagine, non invasiva, che ricerca la causa delle malattie misurando le microcorrenti che circolano nel corpo attraverso i meridiani di agopuntura. E’ anche un ottimo strumento per impostare terapie personalizzate mediante l’utilizzo di farmaci convenzionali, fitoterapici o omeopatici, per o
ttenere il ripristino di una corretta informazione all’interno del corpo. Gli studi di Einstein, Froelich, Shimmel, Pishinger ed Heine hanno dimostrato che il nostro organismo può essere rappresentato come una grande rete informatica, addirittura più complessa di internet, attraverso cui gli organi si inviano di continuo fasci di fotoni coerenti (quanti luminosi organizzati), come fossero delle vere e proprie “e-mail”, in modo da mantenere un equilibrio costante di lavoro, consumando la minima energia possibile. Il nostro organismo è però assalito da continue minacce che interferiscono ed inquinano il sistema di informazione (virus, batteri, protozoi, funghi, metalli pesanti, geopatie, elettrosmog, additivi alimentari, conservanti, coloranti non naturali, anticriptogamici). La ricerca, con questo approccio, permette di entrare direttamente nel sistema informatico e misurando, ottenendo valutazioni oggettive, consente inoltre di individuare quali fattori estranei non permettono un corretto fluire delle informazioni. Un organo in cui viene ripristinata una corretta informazione è un organo che normalmente si autoripara o acquisisce uno stato di salute maggiore, permettendo una migliore qualità della vita. Per ogni organo in difficoltà che manda poche informazioni, ne devono esistere altri, correlati al primo, che aumentano il proprio lavoro per assicurare un corretto scambio informatico. Entrando con le misurazioni nelle “strade informatiche” (punti di agopuntura) si può risalire a “chi è in difficoltà” e a “chi lo sta sostenendo”.