Shiva Flow

Shiva Flow Yoga, Ayurveda e Jyotisha. Hatha, Yin, Restorative Yoga & Shiva Flow. Mudrā, Meditazione, Pranayama. Praticante, Insegnante, Formatrice.

Uno stile di Yoga fluido che partendo dal racconto del picco, lavora attraverso il corpo sul mito stesso e i suoi significati.

18/12/2025

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✨ In questo momento in cui Guru è retrogrado e Śukra è in gandanta, ossia in una fase di passaggio tra gli elementi fuoc...
18/12/2025

✨ In questo momento in cui Guru è retrogrado e Śukra è in gandanta, ossia in una fase di passaggio tra gli elementi fuoco e acqua, la necessità è quella di tornare indietro per attraversare un nodo emotivo e valoriale, senza forzare.

🗣️ Le parole chiave sono resa, revisione dei valori, compassione verso sé stessi e scioglimento di vecchie promesse, voti, aspettative.

✨ Guru retrogrado ci parla di maestro interiore, non fuori e ci chiede di rivedere credenze, insegnamenti, ruoli, “verità acquisite”.

✨ Śukra in gandānta riapre ferite antiche su amore, piacere, relazione, valore personale e ci riporta davanti a emozioni pre-razionali, spesso karmiche o familiari.

✨ Useremo la pratica dello yoga e dell’ayurveda per trovare morbidezza e accoglienza in questo momento potenzialmente impegnativo, ma che promette possibilità di cambiamento e soluzione.

🩶 questa sera alle 19.00 in presenza e online per l’ultima pratica di Yoga, Ayurveda e Jyotisha di questo impegnativissimo 2025

16/12/2025
✨ Non tutto ciò che è amaro va eliminato.🔱 Nella tradizione Śaiva, prima di amritam, il nettare dell’immortalità, dall’o...
15/12/2025

✨ Non tutto ciò che è amaro va eliminato.

🔱 Nella tradizione Śaiva, prima di amritam, il nettare dell’immortalità, dall’oceano emerse il veleno.

✨ Śiva non lo distrusse. Non lo trasformò. Lo contenne.

👤 La sua gola divenne blu. Il cuore rimase intatto.

🧘🏻‍♀️ Questa settimana pratichiamo così: non per liberarci, ma per restare.

✨ Hatha• Shiva Flow • Yin/Restorative

✨ In presenza e online

Come sempre dedico l’ultimo giorno ai saluti e ai luoghi che mi piacciono di più. Dopo la pratica della mattina, con una...
11/12/2025

Come sempre dedico l’ultimo giorno ai saluti e ai luoghi che mi piacciono di più. Dopo la pratica della mattina, con una breve meditazione per salutare l’India (ma solo per poco) Sono andata con Max a cercare un posto più confortevole per l’anno prossimo, trovandone un paio davvero carini, uno proprio sul Cliff. Passo a salutare Umer, Khaisar (il cugino di Darshan, quello di Mysore) e Mir, gli angeli custodi di questo posto, il mio team di soccorso di Varkala. Con Umer ci diamo appuntamento all’anno prossimo, Con Khaisar a questa estate (eh sì… vorrei tornare a Mysore, ma pensiamo prima a organizzare Varanasi, non appena torno a casa) con Mir a giugno, quando andremo a trovarlo in Kashmir per organizzare un bel viaggetto nel 2027, ma non solo. A settembre si sposerà e ci ha chiesto di andare al suo matrimonio. Santo cielo! Un altro matrimonio indiano… questa volta al Nord, ma non penso che sarà in stole Bollywood, di quelli che mi aveva descritto Manik al matrimonio di Nishkal. I kashmiri hanno l’aria decisamente più sobria e pacata degli indiani di altri stati. Ovviamente mi parte il filmone. Essendo in Kashmir ci immagino tutti vestiti di lana, con grosse sciarpe morbide e avvolgenti, dei vistosi gilet di capra e delle scarpe di lana cotta a punta, mentre brindiamo con una pinta di latte di Yak. Mentre ci invita Mir non ha l’aria di uno che si sta per sposare felicemente. Lo guardo e gli chiedo come mai. Mi guarda con lo sguardo un po’ triste, Mir ha spesso la sguardo un po’ triste, e mi dice che lui non ha una fidanzata. Sono i genitori che hanno deciso che è arrivato il momento che metta su famiglia e gli hanno dato un ultimatum: o si trova una ragazza lui, o gliela trovano loro. Lui in realtà ha una fidanzata stagionale, diciamo che più che una persona la sua fidanzata è un ruolo, che cambia protagonista di volta in volta. Se il matrimonio andrà in porto questa volta non mi farò fregare. Mi studierò bene la situazione abbigliamento per evitare di ritrovarmi vestita da “fuori luogo” come al matrimonio di Nishkal e Varshini.

Caccio un urlo per fermare il bus, la scena di Mysore si stava ripetendo. Non ce la posso fare…
IL viaggio corre via liscio, da Varkala a Trivandrum è un’oretta, che mi perdo perché mi addormento secca. Siamo su tre aerei diversi, per cui all’aeroporto comincia la trafila dei primi saluti. Abbracci, ci rivediamo presto, grazie e via, andiamo verso i gate, dove c’è il mio luogo di perdizione: la libreria dell’aeroporto, piena di libri di yoga, filosofia e ayurveda. 6. Non rilascerò dichiarazioni, dico solo 6 (+ 2 presi a Varkala).
Sono sull’aereo in questo momento. C’è il wifi e mi sono presa un po’ di tempo per scrivere e per postare questa ultima pagina del mio diario di viaggio. Ho scritto poco, non ho raccontato molto, come già scritto sono arrivata esausta a questo dicembre e ho avuto bisogno di riprendere le fila di tutto. Forse lo sto facendo ora, a bocce ferme, dopo aver decompresso, rielaborato e metabolizzato. E comunque sull’aereo c’è in pesce cane.

Penultimo giorno. Ho cominciato a prendere il ritmo da un paio di giorni ed è già ora di partire. Sono al mio tredicesim...
09/12/2025

Penultimo giorno. Ho cominciato a prendere il ritmo da un paio di giorni ed è già ora di partire. Sono al mio tredicesimo viaggio in India, eppure fatico ancora a capire cosa sia quello che provo quando si avvicina il momento di allontanarsi dall’India. Che sia Varkala, Varanasi o Mysore, tutte le volte che si tratta di partire sento una sorta di strappo che mi fa pensare (e programmare) il prossimo viaggio che mi permetterà di tornare. Questo paese è un casino. È sporco, anche quando tenta di essere pulito, è esagerato in tutte le sue manifestazioni, pacchiano e scomodo eppure lo amo. Mi fa spesso arrabbiare, ma mi rende anche felice, sicuramente non è banale.
Stamattina, dopo la pratica, Max e io siamo andati in spiaggia a fare il bagno. L’acqua era meravigliosa, il sole caldo, e poi ci siamo seduti in un bar sul Cliff, vista mare. Mi ero portata un libro da leggere, ma ho deciso di guardare il mare finché posso farlo. Voglio fare il pieno di bellezza. Nel pomeriggio faccio un incontro sulle nakshatra, le costellazioni lunari della jyotisha, e poi tutti liberi. Siamo agli sgoccioli e il nostro gruppo impazza lungo il Cliff per fare gli ultimi acquisti, massaggi, commissioni. Io ne approfitto per cominciare a salutare un po’ di persone, anche se so che poi domani passerò di nuovo a salutare un’ultima volta. Questo viaggio mi è sembrato ancora più breve del solito, i giorni mi sono passati tra le dita in un soffio. Sono arrivata stanca, ho avuto bisogno di qualche giorno per ricalibrare tutto e ora che mi sono riassestata è il momento di rituffarsi nel quotidiano. Mi porto sicuramente dentro alcuni momenti impareggiabili, come le parole inventate da Francesco, nel tentativo di ricordarsi termini inglesi o indiani. I marma sono diventati punti marmo, trasformando un massaggio che doveva essere rilassante in una tortura vera e propria, il rituale della pooja é diventato la pungia, che sembra più un ballo tipico sardo, “ci vediamo al Darjeeling” è diventato “ci vediamo da girlling”.
Domani ultimo giorno, sono curiosa di vedere cosa ci aspetta.

Oggi abbiamo dovuto ribaltare il programma giornaliero per andare a fare un giro nella foresta delle mangrovie. L’anno s...
08/12/2025

Oggi abbiamo dovuto ribaltare il programma giornaliero per andare a fare un giro nella foresta delle mangrovie. L’anno scorso siamo andati in Tuk Tuk, questo’anno, visto il gruppo numeroso, abbiamo deciso di andarci in bus. Il viaggio sembra interminabile, e in effetti lo è; 1 ora e mezza per arrivare. La strada mi sembra diversa da quella dell’anno scorso e spesso l’autista si ferma per parlare al telefono. Mi viene in mente Rocco Papaleo in Basilicata Coast to Coast: ci siamo persi, queste stradine di campagna sono tutte uguali…
Quando ormai cominciamo a disperare il bus si ferma vicino a un fiume. Siamo arrivati.
Senza troppe cerimonie saliamo subito su tre barche di legno. Non sono a motore, il conducente ha un bastone lungo che usa per spingersi sul fondale basso del fiume (o lago?), insomma acqua di mare che rimane intrappolata nella sabbia e forma delle lagune. Non è lo stesso posto dell’anno scorso, mi ricorda per certi versi il Vietnam e il giro che abbiamo fatto sul Mekong. Mentre l’anno scorso abbiamo girato in quello che sembrava un lago, tra le mangrovie, quest’anno siamo anche passati per piccoli canali artificiali costellati da ponti così bassi da obbligarci a rannicchiarci sul fondo della barca per poter passare. Lungo questi canaletti una serie di casette colorate una più bella dell’altra. Sembra di essere in un posto appena uscito da una favola. A parte i nostri schiamazzi (devo dire abbastanza moderati) tutto intorno c’è solo silenzio e pace. Scopro che le aquile (qui è pieno) fanno un verso molto simile a quello dei gattini appena nati, che i pesciolini in acqua, lunghi e filiformi, si chiamano pesci trombetta. Facciamo anche una pausa su una secca per scendere e fare uno shooting fotografico. Il ritorno è la conferma che all’andata ci eravamo persi: arriviamo molto più velocemente all’albergo.

Ci sparpagliamo per mangiare e fare commissioni. L’appuntamento del tardo pomeriggio è in shala con Max per praticare ashtanga o in spiaggia con me per praticare Yin Yoga. La scena è quella della prima sera: noi al tramonto, nella posizioni più bizzarre, tutto intorno indiani che fanno balletti, si fotografano, fotografano il mare, cani che passeggiano, guardie che fischiano all’impazzata. Eppure riusciamo a rilassarci lo stesso.
Ci diamo appuntamento per cena su whatsapp e questa sera, per la prima volta siamo praticamente tutti a tavola, mescolati, non più a gruppetti, in un’amalgama bellissima.
India pacificatrice ha fatto ancora la sua magia.

Questa mattina ho deciso di fare una pratica che mettesse in pratica quello che avevamo visto il giorno prima durante l’...
07/12/2025

Questa mattina ho deciso di fare una pratica che mettesse in pratica quello che avevamo visto il giorno prima durante l’incontro pomeridiano, i 5 prana, attraverso gli asana, le mudrā, il pranayama. La pratica fila via liscia piacevolmente. Dopo colazione Max decide di andare a fare un massaggio, io propongo a chi vuole di andare a vedere un piccolo tempio qui vicino che abbiamo visto passando sulla strada. L’ho soprannominato Gardaland perché assomiglia molto al parco di divertimenti per i colori sgargianti. Quando arriviamo mi rendo conto che si tratta del tempietto che già l’anno scorso avevo cercato e che ci aveva fatto visitare Uri il despota la prima volta che sono venuta a Varkala con Lorenzo nel 2019. Mi era rimasto il desiderio di rivederlo, ma, complici il mio senso dell’orientamento pari a zero e lo sviluppo e i cambiamenti occorsi da dopo il covid qui a Varkala, non lo avevo trovato. Il tempietto è dedicato alla shakti. Sul cancello d’ingresso si trova una statua di Durga, seduta sul leone mentre sventaglia una quantità pazzesca di armi, mentre sul frontone dell’ingresso vero e proprio del tempio campeggia una temibile Kalī, con la lingua di fuori, una malā di teschi appesa al collo e un gonnellino fatto di braccia penzolanti, tenuto su da una cintura di teste mozzate. Praticamente la rappresentazione di un film di Tarantino. Sotto, le due colonne alle quali si trovano appoggiate da una parte Sarasvati, la dea delle arti, della parola e della conoscenza, dall’altra Lakshmi, la dea dell’abbondanza. Mentre entriamo sentiamo una vocina cantare dei mantra; una vecchia seduta contro il muro perimetrale e sommersa da un enorme libro sta cantando. Facciamo un giro del piccolo cortile: i musei sono dipinti di rosa shocking e sulla cima di ciascun mandir si trova un simbolo che riconosco cime li simbolo di Rāhu, il graha delle eclissi. Mi riprometto di approfondire la cosa, perché la cosa mi sembra avere poco senso, probabilmente sto confondendo qualcosa. Tornando indietro ne approfittiamo. Per bere una noce di cocco.

Nel primo pomeriggio ci troviamo nella shala per parlare di Navagraha, i 9 pianeti dell’astrologia vedica, che piacciono sempre molto. Per non arrivare tardi mi fermo prima, lasciando in sospeso gli ultimi pianeti.
Nella tarda serata avremmo dovuto andare allo spettacolo di katakali (il cui argomento sarebbe stato il don Chisciotte, cosa alquanto bizzarra), ma ci arriva la notizia che gli spettacoli sono sospesi fino a natale, così propongo di vistare il Kappil Shiva Mandiram, un tempietto dalla struttura tipica del Kerala, che ricorda lontanamente quella di una pagoda. L’avevamo visitato già l’anno scorso e mi era piaciuto moltissimo per la sua posizione isolata e la quiete che lo circonda. I tuk tuk che ci devono portare là tardano ad arrivare di mezz’ora. Scalpitiamo, perché ci hanno detto che la pooja inizia alle 17, ora in cui noi siamo ancora per strada ad aspettare. Arriviamo dopo le 17.30, quando ormai pensiamo sia tutto finito, per scoprire che in realtà la pooja è alle 18.15. Abbiamo tutto il tempo di finire gli argomenti dell’incontro dedicato ai navagraha seduti all’interno del tempio, nella penombra, e vedere poi tutto il rituale. Durante il ritorno fatico a stare sveglia. L’umido che c’è nell’aria mi stanca enormemente. Nel tragitto di andata e ritorno incontriamo gruppi urlanti di quelli che sembrano tifosi di una squadra di calcio, in realtà simpatizzanti di diversi partiti politici. Domani qui in Kerala ci saranno le elezioni. Chissà cosa accadrà. Ah… al ristorante mi hanno chiesto il nome da mettere per il conto separato e, niente… ora mi chiamo Sergie…

Questa mattina ci siamo alzati con il vento che infuriava. Mi ero preparata una pratica la sera prima, che poi ho comple...
06/12/2025

Questa mattina ci siamo alzati con il vento che infuriava. Mi ero preparata una pratica la sera prima, che poi ho completamente disatteso, come spesso accade. Istintivamente ho deciso di lavorare sul centro del corpo e su una leggera attivazione di Agni per aiutare la digestione e l’eliminazione, visto che spesso in viaggio si fatica da questo punto di vista. Stamattina riflettevo su come poco mi piaccia praticare all’aperto. Lo trovo dispersivo e guidare diventa faticoso: la voce non si sente e urlare non mi piace, rovina l’atmosfera, ma quando guido una pratica ho bisogno di dare qualche indicazione, introdurre la pratica dandole un indirizzo e una direzione. La mattinata è libera; c’è chi va fare un trattamento, chi a fare un po’ di shopping, chi ad abbrustolirsi in spiaggia e chi in gita. Io scelgo uno giretto sul Cliff, da un negozio all’altro, tra saluti, commissioni e un fantastico cocco da bere e poi mangiare. L’appuntamento per pranzo è al Darjeeling Café e alle 15.30, per gli incontri pomeridiani, ci vediamo nella shala per parlare di prana e nervo vago. Ale, Silvia e io ci passiamo la palla sui diversi argomenti, per cercare di mostrarli da diversi punti di vista. Tirando le somme approdo comunque sempre allo stesso risultato: i rishi erano dei maledettissimi geni e la modernità non ha proprio scoperto nulla di così eclatante e nuovo, ha solo ri-esposto in altri termini e con altre parole cose che loro sapevano già.
Finito l’intervento che un po’ alla volta si trasforma in una puntata di Medicina 33, Max e io decidiamo di andare a fare un bagno al mare. Oggi è sabato, la spiaggia è gremitissima, piena di indiani vestiti eleganti arrivati a farsi foto e video al tramonto. La situazione è abbastanza surreale: noi in costume a sguazzare nell’acqua, loro con le scarpe a punta a fare balletti sul bagnasciuga. Li adoro

Stamattina alla pratica abbiamo lavorato sulle emozioni profonde e la ricerca dell’equilibrio tra desiderio e volontà, c...
05/12/2025

Stamattina alla pratica abbiamo lavorato sulle emozioni profonde e la ricerca dell’equilibrio tra desiderio e volontà, centratura e chiarezza prima di agire e reagire (Mangala e Śukra in questi giorni sono combusti, quindi deboli). Il programma prevede poi di andare a Papanasam Beach. Papanasam significa “lavare via i peccati”. Si dice che ba****si in questa spiaggia elimini il karma negativo, così dopo la pooja di ieri sotto la luna piena, stamattina ci siamo messi in marcia. Max ha registrato una meditazione da ascoltare mentre camminiamo sulla spiaggia verso il punto dove ci immergeremo. Il sole picchia parecchio, ma la passeggiata verso la spiaggia è piacevole. La sabbia sotto i piedi scricchiola, il mare è caldo, il cielo blu e il panorama è mozzafiato: da una parte le onde lunghe del Mar Arabico che ritmano il passo, dall’altro la terra rossa del Cliff e il verde della vegetazione. Scegliamo un punto completamente deserto. Ci siamo solo noi e il mare. C’è chi si immerge e esce subito e chi ne approfitta per fare un vero e proprio bagno. Il mare di Varkala è decisamente il mio mare preferito, senza ombra di dubbio. Mi fa proprio stare bene, mi riporta pace ed equilibrio. Verso l’ora di pranzo decidiamo di tornare indietro per andare a mangiare e per evitare di abbrustolire (anche se stasera sono comunque paonazza). Decidiamo di fermarci in un locale sulla spiaggia. Siamo solo noi, la vista è meravigliosa, si mangia benissimo e il gruppo comincia a trovare un proprio equilibrio. I gruppetti hanno cominciato finalmente a mescolarsi. La pacificatrice sta cominciando ad avere effetto. Le differenze sfumano per lasciare spazio alle somiglianze, a ciò che ci unisce e ci fa stare bene.

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Questa mattina nonni sono alzata dal letto per andare fare la pratica, sono letteralmente strisciata fuori dal letto, co...
04/12/2025

Questa mattina nonni sono alzata dal letto per andare fare la pratica, sono letteralmente strisciata fuori dal letto, col mio fardello di sonno. Presa tutta l’attrezzatura (tappetino e kit degli olii) vado nella shala sul tetto. Adoro questo posto per praticare. Di norma non amo praticare all’aperto per i rumori che distraggono, la difficoltà di farsi sentire da tutti, la polvere che, ovviamente, si deposita sul pavimento. Su Instagram siamo abituati a vedere retreat in India (e Bali) patinati, con gente vestita di tutto punto, in luoghi intonsi, perfetti. Ecco, non è l’India che conosco e frequento io. L’India è meravigliosamente imperfetta, arruffata, in eterno ritardo, con i lavori sempre in corso e mille dettagli dissonanti.
Oggi cade Purnima, la luna piena, in Krittika Nakshatra, una costellazione lunare legata al fuoco, Agni. Il mito narra che le 6 stelle che la compongono abbiano nutrito il dio della guerra Kartikeya. Si dice che la luna piena in questa posizione siano in grado di accendere una chiarezza interiore speciale. Kartikeya solo sa quanto ce ne sia bisogno in questo mondo concentrato solo sui propri bisogni, ma forse dovrei dire capricci. Una luna perfetta per l’inizio di questo viaggio, una sorta di rito di passaggio che porta a abbandonare le vecchie abitudini per ri-cominciare con chiarezza e camminare leggeri verso ciò che ci chiama intimamente.
Così inizio la pratica con un automassaggio con olio di sesamo e loto (che simbolicamente rappresenta proprio questo percorso di crescita dal fango alla superficie dell’acqua), una coccola che ci permette di riprendere un contatto piacevole con il corpo ancora provato dal viaggio. Ovviamente non manca un lavoro al centro del corpo per aiutare Agni a fare il suo dovere.

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Indirizzo

Via Marsala 69
Sesto San Giovanni
20090

Orario di apertura

Lunedì 17:00 - 20:00
Martedì 17:00 - 20:00
Mercoledì 17:00 - 20:00
Giovedì 17:00 - 20:00
Venerdì 17:00 - 20:00

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