07/09/2025
Gli scienziati hanno scoperto che un batterio delle malattie gengivali chiamato Porphyromonas gingivalis può svolgere un ruolo nascosto nella malattia di Alzheimer.
Questo microrganismo microscopico, che si trova spesso nelle gengive sanguinanti o infiammate, non rimane solo in bocca. La ricerca mostra che può entrare nel flusso sanguigno, viaggiare verso il cervello e rilasciare enzimi tossici noti come "gengipaine". Questi enzimi possono danneggiare le cellule cerebrali, innescare l'infiammazione cronica e persino accelerare l'accumulo di placche amiloidi, cluster proteici appiccicosi che sono fortemente legati alla perdita di memoria e al declino cognitivo.
Negli studi sugli animali, l'infezione da P. gingivalis ha portato a cambiamenti cerebrali sorprendentemente simili a quelli osservati nei pazienti di Alzheimer. Ancora più preoccupante, gli studi sull'uomo hanno rilevato tracce di queste tossine batteriche nel cervello delle persone con Alzheimer.
Mentre spazzolare e usare il filo interdentale possono sembrare piccole abitudini quotidiane, le ultime prove suggeriscono che potrebbero anche essere uno dei modi più semplici per ridurre i rischi che vanno ben oltre la bocca, possibilmente proteggendo il cervello stesso.
📄 Documento di ricerca: Seyedmoalemi, S., et al. (2025). Associazione tra parodontite e malattia di Alzheimer: una revisione sistematica.
PMCID: PMC11889340