16/11/2025
Quel “malgrado tutto” che pesa
E forse la vera soglia, ora,
non è tornare indietro.
È tornare a te stesso.
È riconoscere che quella fame — così potente, così reale —
merita finalmente di essere nutrita altrove:
in uno sguardo che arriva,
non che aspetta.
In un amore che accoglie,
non che tiene sospeso.
In una presenza che risponde
La fame di essere vista non è un difetto.
È un richiamo.
Il richiamo che ti spinge a uscire
da chi non può vederti
per andare incontro
a chi saprà farlo davvero.
Quel “malgrado tutto” che pesa
✒️ Dr. Carlo D’Angelo – Voce delle Soglie
È quel malgrado tutto a fare male.
Non le parole dette, non le assenze,
non i tentativi di fuggire da ciò che bruciava troppo.
È il peso di sapere che, nonostante l’inganno,
nonostante la delusione,
nonostante quel gesto definitivo —
“cancella il mio numero” —
dall’altra parte qualcuno è rimasto lì.
Immobile.
Disponibile.
A braccia socchiuse come una porta che non vuoi più attraversare
e che pure non riesce a chiudersi.
C’è qualcosa di feroce in tutto questo:
la fame di essere vista.
Quella fame antica, gigantesca,
che ci spinge a restare dove non dovremmo,
a sperare in chi non tornerà,
a consumare giorni e promesse
di fronte a un’assenza che non smette di essere assenza.
Il paradosso è crudele:
resti lì ad aspettare chi non verrà,
convinto che prima o poi qualcuno si accorga davvero di te,
che ti scelga senza esitazioni,
che ti guardi con quella attenzione che il mondo ti ha negato troppe volte.
E intanto ti sgretoli,
un pezzo alla volta,
nella speranza di essere riconosciuto.
Ma la verità — quella che brucia e libera allo stesso tempo —
è che nessuno arriva davvero quando lo aspetti come risarcimento.
Nessuno può colmare quell’eco che risuona nel profondo.
Nessuno può guarire la ferita
di chi non è stato visto a suo tempo
e ora cerca lo sguardo dove non c’è presenza,
cerca nutrimento dove c’è deserto.
A volte l’attesa non è amore:
è sopravvivenza emotiva.
È il tentativo disperato di dare un senso
a una storia che non ne ha più.
È una lotta contro il vuoto,
non una scelta verso l’altro.
E allora il punto non è perché l’altro rimane.
Il punto è perché tu rimani fermo
davanti a ciò che non può darti ciò che cerchi.
Perché continui a bussare
a una porta che non si aprirà più.
Non per cattiveria.
Non per indifferenza.
Semplicemente perché non è la porta giusta.
E forse la vera soglia, ora,
non è tornare indietro.
È tornare a te stesso.
È riconoscere che quella fame — così potente, così reale —
merita finalmente di essere nutrita altrove:
in uno sguardo che arriva,
non che aspetta.
In un amore che accoglie,
non che tiene sospeso.
In una presenza che risponde,
non che rimane muta nel fondo di un telefono.
La fame di essere vista non è un difetto.
È un richiamo.
Il richiamo che ti spinge a uscire
da chi non può vederti
per andare incontro
a chi saprà farlo davvero.
✒️ Dr. Carlo D’Angelo – Voce delle Soglie