Simona de Santis Psicologa - psicoterapeuta

Simona de Santis Psicologa - psicoterapeuta Benessere psico-fisico, Psicologia e Psicoterapia

20/04/2025

Buona Pasqua dal Consiglio Nazionale Ordine degli Psicologi.

07/12/2024
12/11/2024
10/10/2024

🧠 10 Ottobre - Giornata Mondiale della Salute Mentale

Quest'anno per la Giornata Mondiale della Salute Mentale l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha scelto il tema "È tempo di dare priorità alla salute mentale sul luogo di lavoro". L'obiettivo è aumentare la consapevolezza sull'importanza della salute mentale con un focus particolare sugli ambienti di lavoro.

🌱 Un ambiente lavorativo sicuro e sano può essere un fattore protettivo cruciale per la salute mentale, riducendo ansia, disturbi psichici e combattendo la sensazione di isolamento ed emarginazione.

È essenziale che governi, datori di lavoro, rappresentanti dei lavoratori e altre parti interessate collaborino per promuovere iniziative che migliorino la salute mentale sul lavoro, garantendo alle persone l'opportunità di prosperare sia professionalmente che personalmente.

Un impegno collettivo può portare a cambiamenti significativi per il benessere di tutta la popolazione. Agiamo oggi per un futuro più sano.

23/09/2024

Secondo l’articolo che presentiamo oggi i “pop" nel nostro cervello sono numerosissimi e continui ma anche molto brevi: siamo over stimolati e stiamo cambiando per adattarci a questo flusso incontrollabile di cose.

I nostri ritmi, anche di attenzione, di riflessione e di pensiero sono alterati, accelerati e tendono a imitare quelli del nostro smartphone, facendoci cercare disperatamente quel tipo di stimolazione mentale 24 ore su 24.

Questo secondo l’espressione coniata dal ricercatore e psicologo David Levy è il “Popcorn brain”.

Questo fattore nel lungo periodo potrebbe portare alla riduzione della capacità del cervello di impegnarsi in un'attenzione profonda e focalizzata. Abilità che sono cruciali per il pensiero critico, con potenziali ripercussioni sull'apprendimento, sulla memoria e sulla regolazione emotiva.

Per approfondire 👇🏻
https://www.forbes.com/sites/traversmark/2024/04/04/a-psychologist-explains-the-rise-of-popcorn-brain/

03/09/2024

Gli psicologi che si occupano di quanto accaduto a Paderno Dugnano, nei prossimi giorni, avranno modo di approfondire le dinamiche che hanno portato quel ragazzo di 17 anni a compiere qualcosa che appare inaudito.

Anche in questo caso le prime testimonianze parlano di un ragazzo 'normale' e quindi torna in ballo il raptus omicida di cui tanto spesso si parla. In genere la violenza si manifesta come tale in modo che appare improvviso ma ha una genesi che prepara il terreno.

E' più facile parlare di 'pazzia improvvisa' ma anche i gesti più estremi ed incomprensibili hanno una storia che è importante capire. E capire non vuol dire giustificare, non si faccia confusione su questo, semmai è l'idea del raptus improvviso che serve a giustificare ed evitare di capire.

Il presidente del Consiglio nazionale dell'Ordine degli psicologi (Cnop), David Lazzari, interviene così all'Adnkronos Salute in merito a quanto accaduto a Paderno Dugnano (Milano) dove un giovane di 17 anni ha confessato di aver ucciso suo padre, sua madre e il fratellino di 12 anni "perché si sentiva oppresso".

Un'altra riflessione fondamentale - continua il Presidente - è legata al concetto di disagio psicologico, che spesso viene banalizzato perché si pensa che solo una malattia mentale grave è degna di attenzione e si sottovaluta. Una malattia che manda segnali eclatanti e che tutti possono vedere. Il disagio spesso grida in modo silenzioso ma con la giusta attenzione, se si vuole ascoltare, si può sentire.

E può essere la manifestazione non tanto di deviazioni o rotture della psiche ma di una estrema povertà psicologica, una sorta di desertificazione che impedisce la costruzione di identità soggettive adeguate e crea un vuoto interiore a volte insostenibile. Sono temi che noi psicologi denunciamo da anni ma che fanno poco rumore se non in situazioni estreme come quest’ultimo tragico caso.

Rileggi l’intervento del presidente CNOP David Lazzari su Adnkronos Salute👇
https://www.adnkronos.com/salute/il-disagio-dei-giovani-troppo-spesso-e-sottovalutato_3Izhei94XvolOl3RDXIzGH?refresh_ce

26/08/2024

Il cosiddetto “effetto placebo” gode di una fama controversa ed è per lo più frainteso. Spesso viene presentato per quello che è il suo uso nella ricerca farmacologica in cui l’efficacia una sostanza chimica viene testata in relazione ad una sostanza che non contiene nessun farmaco. Quindi l’idea è quella del farmaco vero contro farmaco falso.

Il placebo non è un finto farmaco, anche se la ricerca spesso lo utilizza così, ma è in generale l’effetto positivo che deriva dal contesto dell’incontro e della relazione in una situazione in genere di aiuto. Se parliamo di cure è un effetto che si può attivare in un intervento di qualsiasi tipo, farmacologico, chirurgico, valutativo, riabilitativo, assistenziale in genere.

Che cos’è quindi che attiva questo effetto così importante?
È la nostra psiche, che come noto ha un rapporto di interdipendenza con i processi cerebrali e biologici in generale ed è quindi in grado di innescare circuiti fisiologici e modificazioni nel nostro corpo.

Esistono ovviamente diversi fattori individuali, psicologici e biologici, che rendono le persone più o meno sensibili a questo effetto come alle diverse situazioni della vita (Anderson & Stebbins 2020), ma questo vale in realtà per gran parte dei trattamenti sanitari.

La dimensione psicologica è un potente mediatore e modulatore di tutte le situazioni di aiuto, di assistenza e di cura: certamente servono più psicologi ma anche più consapevolezza di tutto questo, anzi si può dire che ci sono pochi psicologi proprio perché si pensa che si tratta di un contorno, un di più, che poco ha a che fare con la sostanza vera delle cure. Ma la scienza, se vogliamo leggerla senza pregiudizi, ci dice che non è così.

Per approfondire 👇
https://www.huffingtonpost.it/blog/2024/08/26/news/perche_invece_di_placebo_dovremmo_chiamarlo_effetto_psicologico-16752100/

17/08/2024

Che il benessere psicologico migliori la vita è una convinzione diffusa, peraltro confermata da moltissimi studi. Chi sta meglio psicologicamente ha un migliore rapporto con la propria vita, in termini di scelte, obiettivi raggiunti, realizzazione personale, relazioni affettive, rapporti sociali e così via.

Ma quanto il benessere psicologico protegge il nostro organismo e aiuta in maniera esplicita la salute del nostro corpo?

Una prima risposta è nel legame tra psiche, comportamenti e stile di vita. I fattori psicologici incidono incrementando in generale comportamenti e atteggiamenti più positivi e funzionali e specificamente quei comportamenti, come attività fisica, alimentazione, fumo, uso di alcol, che sono ormai universalmente accettati come determinanti di salute, nel senso che possono allontanare o avvicinare le malattie, diventare un fattore protettivo o di rischio a seconda dei casi.

Molto meno noto e considerato, al di là di specifici comportamenti, è il rapporto diretto tra il benessere psicologico come condizione generale e la salute fisica. Uno studio epidemiologico ha mostrato che persone con disagio psicologico elevato hanno, rispetto alla popolazione a basso disagio, una probabilità maggiore del 61% di ammalarsi di diabete, del 140% di ammalarsi di artrite, del 161% di malattie cardiovascolari, del 218% di sviluppare malattie respiratorie e questo a parità di tutti i fattori di rischio conosciuti.

Una ricerca appena pubblicata mostra l’effetto importante che il benessere psicologico ha sulla longevità, sia direttamente che indirettamente attraverso i comportamenti.

Il dato complessivo che si ricava è che incrementare il benessere psicologico è uno dei migliori affari che si possano fare, per la vita, la salute e l’economia. Peccato che le politiche di prevenzione non abbiano ancora preso atto di questo dato e del fatto che esistono molte strategie efficaci e sostenibili per promuovere questo risultato, a livello individuale e collettivo.

Per approfondire 👇
https://www.huffingtonpost.it/blog/2024/08/16/news/il_benessere_psicologico_allunga_la_vita-16703365/

14/08/2024

Dalla nascita dei social a oggi, numerose ricerche hanno cercato di approfondire le possibili relazioni fra i social e il benessere psicologico degli utenti. Oggi proponiamo un approfondimento che correla i diversi risultati alla tipologia di approccio utilizzato e alle variabili considerate nelle ricerche.

Uno dei principali comportamenti sospettati di avere un ruolo negativo nei confronti del benessere psicologico è il multitasking. L’utente può svolgere contemporaneamente attività multiple con obiettivi diversi mentre usa i social, per esempio, usa i social mentre studia, lavora o guarda un film, e/o porta avanti nei social conversazioni e consultazioni multiple in parallelo.

Un’analisi di nove studi sul social media multitasking e il benessere (Xu et al. 2022) ha mostrato come la maggioranza di essi (sei) riporti conclusioni negative in merito al benessere mentale, mentre i rimanenti tre riportino conclusioni miste o nulle. Alcuni effetti dell’uso dei social media con un elevato livello di multitasking sono intuibili: usare un social mentre si guarda uno spettacolo televisivo riduce le emozioni indotte dallo spettacolo e il godimento dello spettacolo stesso oltre a disincentivare l’attenzione dell’utente stesso (Park et al. 2019).

Una ricerca statunitense (Brooks 2015) ha consentito a gruppi di studenti universitari di usare i social mentre svolgevano un esercizio in classe al computer, misurando attraverso un software quanto usavano i social in parallelo al compito. I risultati hanno mostrato che l’uso dei social durante il compito scolastico non solo riduceva la performance dello studente nel compito ma anche, meno prevedibilmente, riduceva il livello di felicità dello studente, misurato immediatamente dopo il termine del compito.

Un aspetto da sottolineare però è che nel concetto di benessere psicologico ricadono sia gli aspetti emotivi, sia quelli più tipicamente psicopatologici come disturbi d’ansia o depressione. Alcuni utenti usano molto i social media riducendo contestualmente la quantità di tempo dedicata al sonno, all’esercizio fisico o allo stare assieme ad amici e parenti, fattori che si sommano alle cause di disturbi d’ansia o depressione sopra richiamati.

Per approfondire 👇
https://www.linkiesta.it/2024/08/social-media-benessere/

Indirizzo

Silvi Marina

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