
30/08/2025
Il dovere della madre - edito -è stata un'esperienza di lettura inedita per me.
L'autrice utilizza, a tratti, quello che definirei un linguaggio della poesia. Un linguaggio con il quale non sono abituata a confrontarmi e che rende la lettura sicuramente più faticosa. Ovviamente, non per questo meno piacevole.
Tutt'altro!
Anna Polin tesse delle sorte di immagini servendosi di fili che pescano al tempo stesso dal mondo interno e da quello esterno di Amata, la protagonista di questo testo. Fili di parole che afferiscono ad un linguaggio utile a descrive la realtà per come si presenta ma anche per come essa viene percepita a livello emotivo e sensoriale.
Paolin affronta il tema delle trame familiari che si incistano sul dolore, della possibilità che queste vengano tramandate come una sorta di patrimonio genetico e di come a volte ciò che libera da questa ripetizione sempre uguale è proprio ciò che sembra squarciare il proprio mondo: il lutto.
Se può farlo il lutto, può farlo qualunque dolore, mi viene da dire, se non abbocchiamo alla trappola di pensare che il dolore sia un divieto di transito.
Nella storia di Amata, il lutto, l'amore, il dolore, la gioia stanno insieme sempre, trovando sempre modi e forme nuove per farsi spazio ma senza mai permettere di pensare che non siano tutti necessari e in fondo desiderati per poter sentire, essere e stare in relazione pienamente.