
09/07/2025
[..]Pensò che, paradossalmente, poteva riuscire a migliorare proprio perché non credeva in se stesso. Perché era meno bravo degli altri. All'improvviso, vide il suo limite come una ricchezza e realizzò quanto bene volesse alla propria parte fragile. A quella parte che, nonostante tutto, in quegli anni non si era mai arresa. E decise che non voleva più negarla, non voleva più nasconderla, non voleva più fingere che non ci fosse. Aveva solo voglia di accogliere la propria paura, sentirla sulle braccia nelle gambe nello stomaco, una nota che poteva farlo vibrare come un violino e non più un allarme che gli paralizzava la schiena. Poteva finalmente dirsi: 'Io sono anche questa cosa qui'. Pensare: 'Se questa cosa mi abita vuol dire che può essermi utile'. [..]
Tratto da "Il talento della rondine" di Matteo Bussola
Illustrazione di Lisa Aisato