23/01/2024
“Dottoressa, ho osservato la mia emozione e ho notato che anche senza fare nulla, dopo qualche tempo, è passata da sola”.
Le emozioni sono come onde: raggiungono il loro picco d'Intensità per poi affievolirsi e calare. Se non si fa nulla per tentare di bloccarle, la loro durata varierà da pochi secondi ad alcuni minuti. Tentare di respingere le emozioni peggiora soltanto le cose. Tale tentativo avrà, infatti, la spiacevole conseguenza di far durare le emozioni molto più a lungo con esiti anche molto negativi per il nostro benessere e per quello di chi ci sta attorno.
Provare delle emozioni dolorose è senza dubbio un’esperienza spiacevole. Non è un caso che le persone cerchino di ignorarle e di respingerle in tanti modi. Si fa appello all’alcool, a sostanze stupefacenti, a condotte di autolesionismo o, anche semplicemente, a comportamenti di evitamento e di distrazione di vario genere. Questi tentativi rendono difficile l’accettazione stessa delle emozioni etichettate come “negative” e spinge sempre più a cercare modalità per combatterle con l’esito paradossale di amplificare la sofferenza. Se, nell’immediato, l’evitamento riduce i livelli di attivazione, a lungo termine, può favorire isolamento, rottura delle relazioni o interruzione di hobby personali. Possono emergere allora vissuti di solitudine, sfiducia nelle proprie capacità di far fronte alle situazioni problematiche, con ulteriore mantenimento dello stato di ansia, arrivando alla percezione di cadere ancor di più in uno stato di sofferenza.
Se non si oppone resistenza, si promuove l'accettazione.
Diversamente dal contrasto e dalla lotta alla sofferenza, accettare le proprie emozioni significa dar loro il permesso di entrare per viverle per quello che sono: esperienze interne che, anche se spiacevoli, sono esperienze umane, dall’intensità variabile e transitoria. Con l’accettazione si resiste, pertanto, all’impulso di sbarazzarsi delle emozioni dolorose, si sospende il giudizio su di esse e la realtà viene vissuta semplicemente per quello che è.