08/04/2024
“La questione rilevante, che nel lavoro analitico assume un particolare valore, risiede nel fatto che la parola, in analisi, non sia solo la parola proferita: il corso dell’analisi è tessuto di parole mai pronunciate eppure presenti, parole che costituiscono la trama del «discorso interiore», del paziente e dell’analista. Sappiamo che quando l’analista tace, egli in realtà parla continuamente con se stesso e con gli interlocutori che via via si presentano, o si nascondono, alla sua mente. E proprio questa ricchezza e fluidità del discorso interiore dell’analista che gli permette di sospendere la sua attenzione e di funzionare in modo associativo: di avviare il suo «ascolto perlaborativo». Il «discorso interiore» del paziente è ciò che possiamo indovinare a partire dalle sue parole, dai silenzi e da ogni altro elemento significativo…: è ciò che ci induce continuamente a chiederci a «chi» il paziente sta parlando quando si rivolge a noi, ma anche a chi sta parlando, dentro di sé, quando egli tace. Che cosa, di tale lavoro interno del paziente, ha direttamente a che fare con la perlaborazione? attraverso quali indizi possiamo cogliere, se pur indirettamente, il silenzioso lavoro perlaborativo del paziente?
Se la perlaborazione si riferisce al tipo di lavoro interiore che il paziente compie in relazione agli accadimenti psichici, affettivi in primo luogo, durante la cura, essa avrebbe a che fare con le modalità con cui il paziente «assimila», in cui si appropria di ciò che è stato «trattato» dall’analista e gli è stato restituito come interpretazione.… La perlaborazione, pur essendo espressione della resistenza (di transfert), dovrebbe perciò arrivare a riattivare il funzionamento associativo nel paziente: il «discorso interiore» del paziente. L’avvio della perlaborazione avrebbe dunque a che fare con quel momento cruciale in cui il paziente, attraverso l’interpretazione, può fare l’esperienza che uno stesso avvenimento è presente dentro di lui sia nella sua veste di evento del passato sia come attualizzazione nel transfert”.
Roberta Guarnieri, Durcharbeitung. Il tempo silenzioso della perlaborazione, iRivista di Psicoanalisi 2012, LVIII, 2