04/03/2024
CHE COSA HO CAPITO SULL’AMORE DI COPPIA, DA PSICOTERAPEUTA:
Che ognuno danza per conto proprio, al suo ritmo, ma quando ci incontriamo è bellissimo.
Che amare vuol dire non doversi controllare, né dover controllare l’altro.
Che la logica dell’amore (ovvero della gratuità) si contrappone alla logica del potere (ovvero del vantaggio personale).
Che il partner che ti scegli diventa la persona con cui poter giocare in tutti e tre i ruoli: il bambino da accudire, il genitore che accudisce, e l’adulto con cui confrontarsi.
Che di 15 caratteristiche del partner ideale, è sufficiente che quello reale ne abbia 7.
Che i rapporti sono o diventano tossici se si pretende di far stare insieme relazione e svalutazione reciproca.
Che nella comunicazione di coppia devono prevalere le frasi positive e di apprezzamento reciproco rispetto a quelle negative e di rimprovero (nel rapporto di 10 a 1).
Che amare vuol dire portare l’altro dentro di sé.
Che stare in coppia è una grande occasione per migliorarsi a vicenda, rendendo anche il mondo un posto migliore.
Che è necessario essere compatibili nei reciproci difetti.
Che i paradossi della vita vanno sempre tenuti d’occhio: se ti innamori alla follia della leggerezza di una persona, sarà quella leggerezza a pesarti di più sul lungo termine; e se ti innamori della profondità di una persona, sarà quella profondità a diventare insopportabile.
Che amare vuol dire continuare a volere il bene dell’altro, anche se il partner non vuole più averti accanto.
Che la vita di coppia è il più grande evidenziatore dei reciproci limiti (hai sempre qualcuno accanto pronto a schiaffarteli in faccia).
Che amare vuol dire proteggere (e non ha senso gettare addosso all’altro i propri lati oscuri).
Che si vive meglio in coppia quando si riesce a mettere insieme buone manifestazioni d’affetto e un buon livello di problem solving.
Che i temi (generali e) fondamentali su cui trovarsi d’accordo sono: la gestione del potere nella coppia, la gestione della distanza e della prossimità, e la gestione della cura reciproca.
Che l’autonomia economica sta alla base dell’autonomia morale. E che l’autonomia morale è la forma più alta di libertà che si può validare nell’altro.
Che i confini nella coppia non vanno solo rispettati, vanno proprio promossi e sponsorizzati.
Che solo chi ha - o ha sviluppato - una buona tolleranza alla frustrazione è in grado di restare in una relazione a lungo termine.
Che amare vuol dire benedire il cielo per aver trovato il proprio partner.
Che innamorarsi vuol dire non vedere l’altro per quello che è, ma per quello che si vorrebbe che fosse; mentre amare vuol dire vedere l’altro per quello che è, e continuare ad apprezzarlo.
Che in amore va contemplata la possibilità del tradimento, altrimenti diventa possesso.
Che la gelosia è una paranoia travestita d’amore.
Che amare vuol dire: tollerare le ambivalenze dell’altro, poter esprimere la propria rabbia senza che questo metta in discussione la relazione, essere interessati alla personalità del partner, e gioire della stabilità della relazione.
Che amare vuol dire rispondere al partner, quando ti chiama, chiedendo: “Hai bisogno di me?”, e non: “Che diamine vuoi ancora?!”.
Che è meglio non stare in coppia con una persona troppo complicata e che ha una visione troppo pessimistica della vita.
Che in coppia gli aspetti minimali e pragmatici (come la gestione dei soldi, delle pulizie e della lavatrice) hanno pari dignità rispetto alle questioni filosofico-esistenziali dello stare in coppia.
Che amare vuol dire chiedere al partner: “Che cosa posso fare oggi per rendere migliore la tua giornata?”.
Che amare vuol dire elevarsi l’un l’altro verso le reciproche altezze.
Bernardo Paoli