Studio Massoterapico Spilimbergo

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19/09/2022

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Fare attività fisica comporta quindi benefici in termini di salute che impattano su tutto l’organismo e non solo sulla componente muscolo-scheletrica.
👥Yan X (2019) Effect of physical exercises on semen quality and reproductive outcomes in male infertility. Medicine
👥Schuch F (2018) Physical Activity and Incident Depression: A Meta-Analysis of Prospective Cohort Studies. AJP
👥Chen (2018) Physical Activity and Risk pf Breast Cancer: A Meta-Analysis of 38 Cohort Studies in 45 Study Reports. Value Healt
👥Warburton (2017) Health benefits of physical activity: a systematic review of current systematic reviews. Current Opinion
👥Kyu (2016)Physical activity and risk of breast cancer, colon cancer, diabetes, ischemic heart disease, and ischemic stroke events: systematic review and dose-response meta-analysis for the Global Burden of Disease Study 2013. BMJ
👥Westcott (2012) Resistance training is medicine: effect of strength training on health. Curr Sports Med Rep

25/04/2022

I MENISCHI NON SONO CUSCINETTI CHE ASSORBONO GLI SHOCK BIOMECCANICI.
Nel corpo umano vari fattori e strutture contribuiscono a dissipare e assorbire le forze che il nostro corpo è costretto ad assorbire durante la locomozione.
I menischi, cuscinetti fibro cartilaginei presenti tra tibia e femore, sono le strutture che da sempre si ritiene svolgano questa funzione.
Se però andiamo ad analizzare da dove deriva questa nozione, scopriamo che i dati e gli studi a riguardo sono inesistenti o per nulla scientifici.
Al contrario, esiste un importante quantità di studi che dimostrano come i menischi non abbiano la funzione di “shock absorbers” ma ricoprano altre funzioni.
Ad esempio, aumentano la congruità tra femore e tibia in modo da aumentare l’area di carico del ginocchio, riducendo e rendendo più uniforme lo stress articolare.
Oppure aumentano la stabilità del ginocchio e concorrono alla salute del ginocchio avendo un ruolo nella lubrificazione articolare e nella propriocezione.
Le forze generate dalla locomozione sembrano invece assorbite da altre strutture come ad esempio i cuscinetti (pad) presenti sotto i talloni o attraverso la flessione del ginocchio durante la fase di accettazione del carico o attraverso la contrazione eccentrica del retto femorale.
In conclusione, i menischi sono strutture di vitale importanza per la salute articolare del ginocchio ma non hanno un ruolo come cuscinetti che assorbono gli shock dati dalla locomozione.
Geceler RC et al (2022). The menisci are not shock absorbers: A biomechanical and comparative perspective. The Anatomical Record.
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/34486236/

16/09/2021

Definizione di artrosi

L’artrosi è una malattia degenerativa delle articolazioni ad andamento cronico e caratterizzata da lesioni a carico della cartilagine articolare, della membrana sinoviale, dell’osso subcondrale, di legamenti, capsula e tessuti periarticolari.

La parola artrosi deriva dal greco e significa letteralmente “degenerazione delle articolazioni” essendo composta da “artro”, che significa articolazione, e “osi”, che significa degenerazione.

Sebbene le cause esatte dell’artrosi non siano note, oggi si ritiene che essa non sia una semplice conseguenza dell’invecchiamento, ma, piuttosto la conseguenza patologica di un processo di usura, infiammazione e squilibrio immunologico dell’articolazione.

Epidemiologia – L’impatto dell’artrosi nella società

L’artrosi è la malattia in assoluto più comune dell’apparato muscolo-scheletrico e la prima malattia reumatica al mondo per numero di soggetti affetti.

Negli Stati Uniti si stima la presenza di circa 60 milioni di persone affette da osteoartrosi, numero destinato a salire nel tempo, vista la crescente longevità della popolazione.

La prevalenza aumenta col progredire dell’età ed è più alta nel sesso femminile e nei soggetti obesi o in sovrappeso. Al di sotto dei quarant’anni, l’osteoartrosi è più frequente nel sesso maschile e secondaria a traumi.

L’impatto sociale della malattia è molto alto.

Circa il 20% di tutte le visite ambulatoriali svolte dai medici di medicina generale hanno come motivo l’artrosi.

Classificazione dell’artrosi

A seconda della causa, l’osteoartrosi può essere classificata in:

Artrosi primitiva: quando non è riconoscibile una causa apparente; può presentarsi in forma isolata, come unica malattia in una persona altrimenti sana.

Artrosi secondaria: quando è possibile individuare una causa che ha determinato un danno articolare, ad esempio traumi, anomalie congenite dell’articolazione, infezioni, malattie metaboliche (es. emocromatosi, malattia di Wilson), neoplasie, artrite reumatoide, gotta, condrocalcinosi ecc.

Nella pratica clinica una distinzione netta tra artrosi primaria e artrosi secondaria è in realtà difficile.

In base all’estensione della malattia, è possibile inoltre classificare l’artrosi come:

Artrosi localizzata o monoarticolare: si dice localizzata l’artrosi che interessa una sola articolazione, es. mani, piedi, ginocchia, anche, colonna vertebrale.

Artrosi diffusa o poliarticolare: l’artrosi è diffusa quando sono interessate sia le piccole che le grandi articolazioni oppure sia le piccole articolazioni che la colonna vertebrale oppure sia le grandi articolazioni che la colonna vertebrale.

Artrosi – cenni di anatomia

Le articolazioni sono strutture deputate al mantenimento della contiguità anatomica tra due o più ossa, consentono la stabilità dello scheletro e la realizzazione dei movimenti.

Nel corpo umano si contano circa 350 articolazioni, strutturalmente molto diverse tra loro.

E’ possibile distinguere, dal punto di vista strutturale, articolazioni fibrose, articolazioni cartilaginee e articolazioni sinoviali e, dal punto di vista funzionale, in articolazioni immobili (o sinartrosi), semimobili (anfiartrosi) e mobili (diartrosi).

Le sinartrosi sono articolazioni che conferiscono stabilità a parti del colpo come ad es. le ossa craniche o le ossa del bacino.

Le anfiartrosi sono articolazioni caratterizzate dalla possibilità di movimenti limitati e si trovano ad esempio nella colonna vertebrale.

Le diartrosi sono le articolazioni che permettono il più ampio range di movimento e si trovano a livello di: spalla, gomito, anca, polso, ginocchio, caviglia. Nelle articolazioni mobili, le superfici articolari possono avere forme diverse, sono lisce, rivestite da cartilagine e racchiude da una capsula articolare. Quest’ultima è una struttura connettivale che circonda l’articolazione garantendone stabilità: sulla superficie interna della capsula articolare si trova la membrana sinoviale, deputata alla secrezione e al riassorbimento del liquido sinoviale, un fluido limpido e viscoso con azione lubrificante.

La cartilagine e la membrana sinoviale hanno un ruolo molto importante nel proteggere l’articolazione, distribuire e sopportare i carichi cui è sottoposta durante le normali attività della vita quotidiana.

L’artrosi colpisce primariamente la cartilagine e la membrana sinoviale per poi estendersi ad interessare l’osso subcondrale e i tessuti circostanti.

Fisiopatologia: le cause dell’artrosi

Allo stato attuale delle conoscenze si ritiene che l’artrosi non sia una semplice conseguenza dell’invecchiamento, ma una patologia ad eziologia multifattoriale in cui numerosi fattori predisponenti e scatenanti sono in grado di innescare una catena di eventi che conducono all’alterazione del microambiente articolare.

Per microambiente articolare si intende l’insieme di strutture anatomiche che compongono l’articolazione e che ne assicurano l’integrità.

Noxe patogene agenti su cartilagine articolare, membrana sinoviale e liquido sinoviale esitano in una serie di modificazioni che condizionano la progressione verso l’artrosi.

Normalmente la cartilagine ha la funzione di distribuire uniformemente i carichi a livello articolare, diminuendo le forze di attrito e garantendo il normale movimento: quando essa si usura, i capi ossei contrapposti possono entrare in contatto danneggiandosi a vicenda e creando una risposta infiammatoria che amplifica il fenomeno.

L’artrosi coinvolge i tessuti articolari e periarticolari.

L’osso subcondrale diventa sclerotico e si vengono a creare piccole escrescenze ossee chiamate osteofiti, probabilmente come tentativo di riparazione ossea nelle zone sottoposte a maggiore carico.

La membrana sinoviale coinvolta dal processo infiammatorio produce liquido sinoviale dotato di minore viscosità e dunque meccanicamente meno performante.

Il dolore e la conseguente riduzione della mobilità articolare portano inoltre a un irrigidimento anche di tendini e legamenti e spesso a un’ipotrofia muscolare.

I fattori di rischio per artrosi

Si ipotizza l’intervento di numerose variabili nella patogenesi dell’artrosi:

età,

sesso,

peso corporeo,

fattori genetici

e, in generale, qualsiasi condizione in grado di alterare l’equilibrio articolare, modificando la direzione o l’entità dei carichi cui l’articolazione è sottoposta, può essere considerato un fattore di rischio per artrosi

Ciascuna di queste variabili possiede un proprio peso specifico in grado di combinarsi con le altre nel determinare il rischio complessivo individuale: la probabilità di sviluppare artrosi e la precocità con cui essa può instaurarsi dipende dal numero di fattori presenti e dalla loro entità e durata d’azione.

Età

Col crescere dell’età aumenta il rischio di sviluppare osteoartrosi, sebbene questa non debba instaurarsi necessariamente.

Probabilmente questo trend è legato alla minore efficienza, nel soggetto anziano, dei meccanismi di protezione dallo stress ossidativo, dall’alterazione del metabolismo cartilagineo o, semplicemente, al manifestarsi del danno cumulato negli anni a causa degli altri fattori di rischio.

Sesso

Al di sotto dei 50 anni, la prevalenza dell’osteoartrosi è globalmente simile nei due sessi e maggiore negli uomini per alcune sedi.

Dopo i 50 anni la prevalenza è nettamente maggiore nel sesso femminile, probabilmente in relazione a fattori ormonali, genetici o di differente composizione della massa corporea.

Peso corporeo

Obesità e sovrappeso sono un fattore di rischio importante per artrosi.

Questo è ben documentato da moltissimi studi epidemiologici presenti in letteratura scientifica.

Le sedi che maggiormente risentono dell’aumento del peso corporeo sono l’anca e il ginocchio.

Fattori genetici

Esiste una suscettibilità genetica che condiziona il rischio di sviluppare artrosi.

Fattori genetici hanno un ruolo importante in particolare nell’artrosi nodulare della mano ma anche nella gonartrosi (artrosi del ginocchio) e nella spondiloartrosi (artrosi della colonna vertebrale).

L’artrosi è inoltre più frequente in soggetti affetti da malattie del connettivo (es. condrocalcinosi ereditaria, mucopolisaccaridosi, sindrome di Morquio), da alcune malattie ematologiche (in particolare emofilia), da alcune malattie reumatiche (es. artrite reumatoide, gotta) o metaboliche (diabete, dislipidemia) e da qualsiasi altra malattia caratterizzata da un interessamento patologico delle articolazioni o dei tessuti periarticolari.

Fattori meccanici

Traumi articolari o microtraumi ripetuti, occorsi in seguito ad attività sportive o lavorative, possono avere un ruolo determinante nella patogenesi dell’artrosi.

Numerosi studi epidemiologici hanno riportato una correlazione tra l’utilizzo prolungato di una determinata articolazione e lo sviluppo di artrosi in tale sede.

Artrosi e attività lavorative

Attività lavorative che richiedono un uso prolungato e ripetitivo di alcune articolazioni sono associate ad un incremento del rischio di sviluppare artrosi:

il mantenimento prolungato della stazione eretta e il sollevamento di pesi predispongono all’artrosi dell’anca

importanti e ripetute flesso-estensioni di ginocchio predispongono alla gonartrosi

l’utilizzo ripetitivo dell’arto superiore (es. operai edili, addetti alle pulizie) predispone all’artrosi acromion-clavicolare o gleno-omerale)

l’esposizione prolungata a vibrazioni ad alta frequenza predispone a rischio di artrosi alle mani e ai gomiti.

Artrosi e sport

Numerosi sport sono stati correlati a un maggior rischio di sviluppare artrosi in certe sedi, ad esempio:

i giocatori di football hanno una maggiore prevalenza di artrosi dell’anca

i ballerini professionisti hanno una prevalenza più alta di artrosi dell’anca, del ginocchio e alle articolazioni metatarso-falangee

i lottatori di judo hanno un maggior rischio di sviluppare artrosi alle mani

Segni e sintomi dell’artrosi

I sintomi principali dell’artrosi sono il dolore e la rigidità. Nelle fasi avanzate compaiono limitazione articolare e ipotrofia muscolare.

Il dolore da artrosi

Il dolore da artrosi è un dolore sordo, profondo ed è un sintomo che esordisce in modo insidioso.

Molto difficilmente esordisce in modo acuto.

Nelle prime fasi è presente soltanto dopo una prolungata attività dell’articolazione e si allevia col riposo.

Successivamente, con l’aggravarsi del quadro clinico, il dolore si manifesta anche per movimenti minimi fino a persistere anche a riposo.

La rigidità da artrosi

La rigidità è presente soprattutto al risveglio mattutino o dopo un periodo di prolungata inattività. Ha una durata generalmente inferiore ai trenta minuti e migliora con la mobilizzazione dell’articolazione

La limitazione articolare

Il soggetto artrosi presenta soprattutto negli stadi avanzati una riduzione del range di movimento articolare.

Secondo stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), il 25% degli adulti di età maggiore a 65 anni soffre di dolore e disabilità legati alla malattia.

Negli USA il costo totale dei soli interventi di protesizzazione di anca e ginocchio è valutato attorno ai 2 miliardi di dollari.

Questo è dovuto alle alterazioni anatomiche dell’articolazioni e, almeno in parte, anche a un meccanismo riflesso di protezione antalgica che porta il soggetto a evitare l’esperienza dolorosa immobilizzando l’articolazione affetta.

Gonfiore, tumefazione, scrosci articolari

Molto comune è la presenza di crepitii o scrosci articolari avvertibili durante la mobilizzazione dell’articolazione.

In presenza di un importante stato infiammatorio l’articolazione può presentarsi calda, gonfia e può essere presente un versamento articolare. Questo è tuttavia meno frequente rispetto alle artriti.

L’ipotrofia muscolare

La limitazione funzionale dell’articolazione colpita da artrosi conduce nelle fasi avanzate a un’ipotrofia muscolare da disuso.

Le articolazioni più colpite da artrosi

Le sedi più frequentemente interessate da artrosi sono:

articolazioni interfalangee distali e prossimali delle mani (artrosi delle mani)

articolazione trapezio-metacarpale (rizoartrosi)

colonna vertebrale (artrosi cervicale e artrosi lombare)

anca (coxartrosi)

ginocchio (gonartrosi)

Artrosi della mano

La mano è una sede tipicamente interessata da artrosi.

Nell’artrosi della mano sono caratteristici i “noduli di Heberden”, tumefazioni dure localizzate sulla superficie dorsale delle dita a livello delle articolazioni interfalangee distali, e i “noduli di Bouchard”, noduli localizzati alle articolazioni interfalangee prossimali.

Le articolazioni metacarpofalangee sono invece generalmente risparmiate nell’artrosi (sono invece predilette nelle artriti).

I noduli di Heberden e Bouchard sono solitamente dolenti in fase iniziale ed evolvono verso tipiche deformità delle dita.

In fase avanzata può essere presente un’alterazione funzionale delle mani.

Rizoartrosi – Artrosi dell’articolazione trapezio-metacarpale

La rizoartrosi è l’artrosi dell’articolazione trapezio-metacarpale che si trova alla base del pollice.

Si presenta con un dolore sordo scatenato soprattutto dai movimenti del pollice e che può rendere difficoltosa la presa.

Artrosi dell’anca o coxartrosi

L’artrosi dell’anca o coxartrosi è una delle localizzazioni di artrosi più importanti in relazione alla sua frequenza e soprattutto all’impatto che ha nella riduzione dell’autonomia della persona.

I sintomi esordiscono solitamente dopo i quarant’anni di età e sono rappresentati principalmente dal dolore e dalla limitazione funzionale.

Il dolore è localizzato tipicamente in sede inguinale e, nelle fasi iniziali, si manifesta dopo lunghe camminate o dopo essere rimasti a lungo seduti e regredisce da sdraiati. Successivamente viene avvertito anche per sforzi minimi fino ad essere presente anche a riposo.

Al dolore si accompagna una progressiva limitazione funzionale, con riduzione del range di movimento articolare e difficoltà ad eseguire semplici movimenti come accovacciarsi, salire su una bicicletta, allacciarsi le scarpe ecc.

Per approfondire l’argomento si rimanda alla lettura di questo articolo: Artrosi dell’anca o coxartrosi.

Artrosi del ginocchio o gonartrosi

L’artrosi del ginocchio o gonartrosi è un’importante causa, come la coxartrosi, di invalidità.

Il ginocchio è costituito da due articolazioni, la femoro-rotulea tra femore e rotula e la femoro-tibiale, tra femore e tibia: entrambe possono essere interessate da artrosi.

Il dolore è tipicamente localizzato anteriormente ed è di tipo meccanico, esacerbato dal movimento e in particolare da alcune attività come salire e scendere le scale.

L’impotenza funzionale compare più tardivamente rispetto a quanto avviene nella coxartrosi e dipende da una limitazione della flesso-estensione

Per approfondire l’argomento si rimanda alla lettura di questo articolo: Artrosi del ginocchio o gonartrosi.

Artrosi del rachide

Nella popolazione di età superiore a settant’anni il riscontro radiologico di artrosi della colonna vertebrale o spondiloartrosi è praticamente quasi la norma.

Tuttavia quadro radiologico e clinica non vanno sempre di pari passo.

Le sedi più frequentemente interessate da artrosi sono il tratto cervicale e il tratto lombare.

I sintomi sono rappresentati dal dolore, dalla limitazione dell’articolarità del rachide e, quando è presente un interessamento del midollo spinale, per compressione o per stenosi del canale, possono manifestarsi sintomi neurologici sensitivi, motori e autonomici.

L’argomento artrosi cervicale è approfondito in questo articolo: artrosi della colonna cervicale o cervicoartrosi

L’argomento “artrosi lombare” è approfondito in questo articolo: artrosi della colonna lombare o lomboartrosi.

La diagnosi di artrosi

La diagnosi di artrosi è piuttosto semplice e si basa fondamentalmente sull’esame clinico e radiografico.

Quando si sospetta la presenza di una forma di artrosi secondaria ad altra patologia, possono essere necessarie indagini specifiche di tipo endocrino, metabolico ecc.

Esami radiologici

Tra gli esami radiologici, l’esame di primo livello e più importante è la radiografia standard (Rx) in grado di evidenziare le tipiche alterazioni dell’artrosi (osteofiti, geodi, riduzione della rima articolare, alterazioni dell’osso subcondrale)

E’ bene ricordare che spesso il quadro radiografico non ha un corrispondente o proporzionato correlato clinico: artrosi radiograficamente gravi possono risultare asintomatiche e artrosi radiograficamente lievi possono essere molto sintomatiche.

Per tale motivo, l’aspetto più importante da considerare è la clinica.

Ecografia, TC e Risonanza magnetica possono essere utili per approfondire aspetti specifici.

Esami di laboratorio

Gli esami di laboratorio nell’osteoartrosi primaria possono essere assolutamente normali, ma sono utili per escludere altre patologie (es. artrite reumatoide).

L’esame del liquido sinoviale ottenuto in seguito ad artrocentesi è utile nella diagnosi differenziale con le artriti infiammatorie.

La terapia dell’artrosi

Non esiste una terapia in grado di far regredire il danno artrosico.

Gli obiettivi del trattamento sono la riduzione del dolore, il mantenimento della mobilità articolare e il mantenimento dell’autonomia nelle attività della vita quotidiana.

Le principali armi a disposizione sono la terapia farmacologica, interventi di tipo riabilitativo e la chirurgia.

Farmaci per artrosi

Per la riduzione del dolore e dell’infiammazione, su prescrizione medica, possono essere indicati farmaci antidolorifici, farmaci antinfiammatori non steroidei, corticosteroidi o oppiacei.

Sono presenti in letteratura scientifica dati controversi per quanto riguarda l’efficacia di integratori “condroprotettori”.

Infiltrazioni articolari a base di acido ialuronico o cortisone

Le infiltrazioni intrarticolari con acido ialuronico o cortisone sono uno strumento estremamente efficaci nel fornire sollievo antalgico, proteggere l’articolazione e ritardare il più possibile l’intervento del chirurgo.

Per approfondimento sull’argomento si rimanda alla lettura di questo articolo: infiltrazioni articolari.

Fisioterapia

Esercizi di mobilizzazione articolare, di stretching, di rinforzo della muscolatura e di educazione posturale sono fondamentali nel mantenimento di una buona mobilità e nel prevenire o rallentare la progressione del danno artrosico.

Molto utili anche gli esercizi in acqua perché consentono la mobilità articolare risparmiando le sollecitazioni date dal carico.

Terapie fisiche

In medicina fisica e riabilitativa sono utilizzare diverse tecniche di terapia fisica in grado di fornire un buon sollievo dai sintomi: ultrasuoni, TENS, tecar, laser e paraffinoterapia per citarne alcuni.

Chirurgia

La chirurgia si rende necessaria quando il dolore e la limitazione funzionale sono invalidanti per il soggetto e gli interventi di tipo conservativo non sono risultati efficaci.

L’intervento chirurgico consiste nella sostituzione protesica di parte o di tutta l’articolazione colpita: gli interventi più frequentemente eseguiti sono l’artroplastica dell’anca e l’artroplastica di ginocchio.

La prevenzione dell’artrosi

Adottare un corretto stile di vita è molto importante nel prevenire o ritardare il più possibile l’insorgenza dell’artrosi.

I principali consigli sono:

mantenere un normale peso corporeo: numerosi studi epidemiologici hanno evidenziato una chiara correlazione tra sovrappeso e obesità e sviluppo precoce di artrosi

praticare regolare attività fisica aerobica

alimentarsi con una dieta equilibrata, ricca di frutta e verdura

abolire l’abitudine tabagica

limitare il consumo di alcolici.

16/09/2021
10/08/2021
01/08/2021

È terminato ieri il percorso formativo di Posturologia. Complimenti a tutti i ragazzi per l’impegno che hanno dedicato a questo corso strutturato, complesso è altamente formativo. Un ringraziamento va particolarmente rivolto ai Docenti Pablo Ayala Iacucci per aver tenuto magistralmente tre week end di lezioni teorico pratiche in valutazione clinica posturale e intervento manipolativo e a Nicolas Rosan con l’ultimo step dedicato alla ginnastica posturale

14/12/2020

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16/09/2020

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23/05/2020

Massaggio e coronavirus: Il massaggio può essere d’aiuto contro stress, ansia e solitudine post coronavirus (linee guida).

09/04/2020

#04 - L’IMPASTAMENTO
le manovre del .

🤲🏻La consiste nel prendere, sollevare e spostare trasversalmente il esercitando una pressione contrapposta tra le . È possibile farla solo in presenza
di . In questo caso si possono distinguere due forme di : il e l’impastamento profondo. La prima si esercita su piccole zone ed ha un effetto sulla pelle con azione . L’impastamento profondo invece si usa di norma su zone estese e ha un effetto in quanto comprime e strizza il muscolo liberando dei liquidI.

✅Consigli pratici: nel caso dell’impastamento profondo la pressione sul tessuto muscolare
è elevata e per questo motivo conviene usare entrambe le mani alternativamente (quando una prende, l’altra lascia).

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20/03/2020

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19/03/2020

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Indirizzo

Spilimbergo

Orario di apertura

Lunedì 08:00 - 21:00
Martedì 08:00 - 21:00
Mercoledì 08:00 - 21:00
Giovedì 08:00 - 21:00
Venerdì 08:00 - 21:00
Sabato 08:00 - 21:00

Telefono

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