
05/08/2025
Ed eccoci nuovamente alle porte del fine settimana, per un nuovo episodio di "Patologie Spiritose, dove affrontiamo i malanni.. tra curiosità e leggerezza!"
Oggi parliamo di una condizione che sembra uscita dalla cronaca domestica: la calcificazione. No, non è quella nel bollitore, ma un deposito di “calcare” dentro i tessuti del corpo. Se vi siete mai chiesti perché un tendine può diventare duro come una pietra.. preparatevi a scoprirlo! 🫨
Cos’è e dov’è?
La calcificazione è un deposito di sali di calcio (spesso cristalli di idrossiapatite) dentro un tessuto dove normalmente non dovrebbero accumularsi.
Può colpire i tendini (spalla, tendine d’Achille), borse sierose, muscoli e legamenti.
Quando i cristalli si formano, il corpo reagisce con infiammazione e dolore. È un po’ come se decidesse di “murare” un’area problematica, peccato che faccia male!
Curiosità divertente
Sai che la calcificazione più famosa è quella della spalla? La tendinopatia calcifica della cuffia dei rotatori è così comune che viene definita anche “la spalla pietrificata”. E in alcuni casi, i depositi si riassorbono da soli, ma prima possono infiammare come un barbecue acceso!
Come si sviluppa?
Non c’è una sola causa certa, ma si pensa che possa derivare da microtraumi ripetuti, scarsa vascolarizzazione del tendine, errori di carico, alterazioni metaboliche locali.
Il corpo cerca di riparare e alla fine deposita calcio, come se stesse stuccando un muro crepato!
Nella vita quotidiana
La calcificazione può dare dolore intenso e continuo, soprattutto nei movimenti, gonfiore e rigidità articolare e sensazione di blocco o “frizione” interna. Spesso i sintomi peggiorano di notte, rendendo difficile trovare una posizione comoda.
Parole complicate, spiegate semplici
Idrossiapatite: cristalli di calcio che si depositano nei tessuti molli.
Fase di riassorbimento: quando il corpo prova a "sciogliere" il deposito, provocando una reazione infiammatoria.
Accenni di fisioterapia
La fisioterapia aiuta a ridurre il dolore con terapie fisiche (laser, ultrasuono, onde d’urto, crioterapia), mantenere la mobilità articolare con esercizi mirati, rinforzare i muscoli per compensare la rigidità e prevenire ricadute migliorando postura e gestione dei carichi.
Nei casi resistenti, il medico può proporre infiltrazioni o una rimozione percutanea del deposito.
Curiosità scientifica
Sapevi che la fase più dolorosa è spesso proprio quando il deposito inizia a riassorbirsi? È un paradosso: il corpo cerca di guarire, ma scatena un’infiammazione pazzesca. Per fortuna, questa fase può risolversi spontaneamente in poche settimane.
Durante il riassorbimento, la calcificazione perde la sua durezza e si trasforma in una massa biancastra, con la consistenza della pasta dentifricia, che il corpo prova a eliminare spontaneamente o che, in alcuni casi, può essere aspirata con un ago.
Conclusione
Le calcificazioni sono come piccoli muratori che lavorano senza permesso nei tendini. Ma con pazienza, fisioterapia e qualche strategia mirata, si può tornare a muoversi liberi dal “calcare”.
A sabato prossimo per il prossimo episodio! 👋