02/06/2025
CAMPOLONGO MAGGIORE (VE)
L’amaro sfogo pubblicato sui social dai titolari del locale “Kyrö Wine Bar” di Liettoli di Campolongo Maggiore.
"E' passato un anno da quando abbiamo aperto il nostro locale.
In questi 12 mesi abbiamo fatto il possibile per essere più che un bar: un luogo di incontro, di musica, di rispetto e, perché no, anche di erba tagliata.
Sì, perché oltre a servire vino e sorrisi, ci prendiamo cura anche del giardino comunale posto di fronte al bar, del quale possiamo disporre grazie al Comune che da sempre collabora con noi in maniera costruttiva. Lo facciamo così, per passione, o forse per decoro, o magari solo perché ci piace vivere in un paese dove ognuno fa la sua parte.
Ogni giorno raccogliamo mozziconi di sigaretta lasciati a terra, spazziamo il piazzale e cerchiamo di tenere in ordine non solo ciò che è nostro, ma anche ciò che ci circonda.
Ci siamo limitati a fare una serata di karaoke il sabato sera – a porte chiuse – e qualche serata di musica live soft, sempre con volumi contenuti, artisti acustici e una atmosfera più da salotto che da festa paesana.
Abbiamo sempre rispettato gli orari, limitato la musica ai weekend, scelto artisti bravi ma non da stadio (niente batterie esplosive né DJ set fino all’alba).
Se volessimo fare scelte più commerciali, magari avremmo anche più clientela, più rumore, più drink fluorescenti. Ma non è questo lo spirito del Kyrö.
Preferiamo una realtà tranquilla, rispettosa, fatta di persone, chiacchiere e musica che accompagna, non che sovrasta.
E sappiamo che chi ci sceglie lo fa anche per questo.
Durante l’estate collaboriamo con i centri estivi del paese e ci prendiamo cura anche del menù dei bambini, gestendo la mensa.
Lo facciamo volentieri, perché crediamo nel valore sociale delle relazioni.
Eppure, venerdì scorso ( ieri, per la terza volta in un mese) ore 23.30, durante una tranquilla serata di musica dal vivo – con gente seduta, atmosfera rilassata e decibel più vicini a una serie tipo "un posto al sole" che a un concerto rock – ecco che arrivano i carabinieri.
Gentilissimi, eh. Ma visibilmente dispiaciuti anche loro.
Qualcuno aveva fatto una segnalazione. Anonima, ovviamente. Come si fa tra adulti maturi: niente dialogo, solo chiamata di emergenza.
Ora, noi comprendiamo tutto.
Che uno possa avere sonno. Che uno preferisca il silenzio. Che magari il venerdì sera sogni la pace di un eremo tibetano.
Ma c’è un limite tra il vivere in una comunità e volerla spegnere. E quel limite, forse, è stato superato.
Lavoriamo con passione, impegno e rispetto.
Ma, appunto, lavoriamo. Non possiamo essere considerati una minaccia per la quiete pubblica perché ospitiamo un duo acustico una sera a settimana.
Non siamo qui a disturbare nessuno: siamo qui a offrire un servizio, a creare valore, a portare vita dove spesso c’è solo noia.
E soprattutto, siamo sempre disponibili al dialogo. Siamo letteralmente dietro al bancone: se qualcosa non va, parliamone.
Un confronto è sempre meglio di una segnalazione anonima, no?
Non sappiamo se avremo la fortuna di essere una gestione a lungo termine….
Con rispetto, ma anche con una buona dose di amarezza, ci auguriamo che la prossima volta, invece di chiamare i carabinieri, qualcuno si fermi a prendere un calice con noi.
Nel frattempo, noi continuiamo a fare quello che sappiamo fare meglio: lavorare. E magari, ogni tanto, tagliare l'erba.
Con affetto (e ironia), il team del Kyrö Wine Bar, un luogo dove si beve bene, si vive meglio… e si taglia anche il prato".