Dott.ssa Olga Merolli - Psicologa clinica

Dott.ssa Olga Merolli - Psicologa clinica Psicologa clinica
Psicoterapeuta analitico in formazione

05/03/2025

Ogni persona che incontri ti mostra qualcosa di te. Ti svela i tuoi limiti, le tue reazioni automatiche, le ferite che ancora ti porti dentro. Ti mostra dove inciampi, cosa ti irrita, cosa non riesci a tollerare.

L’altro è uno specchio crudo, implacabile. E tu lo sei per lui.

Puoi rifiutare ciò che vedi, prendertela con chi te lo mostra, continuare a difenderti. Oppure puoi raccogliere la sfida e guardarti davvero.

Se scegli di farlo, allora si apre una nuova prospettiva.

Non sei più vittima delle tue reazioni, ma osservatore di te stesso. E lì, in quello spazio, inizia la trasformazione.

Il fiore di loto è un simbolo profondo in Oriente, perchè l'Oriente afferma che dovresti vivere nel mondo, ma senza fart...
20/09/2024

Il fiore di loto è un simbolo profondo in Oriente, perchè l'Oriente afferma che dovresti vivere nel mondo, ma senza farti contaminare da esso... Esso cresce dal fango, nell'acqua, tuttavia resta incontaminato dall'acqua. Ed è simbolo di trasformazione: il fango si trasforma nel fiore piu' bello e fragrante che questo pianeta conosca.

Osho

30/08/2024
26/08/2024

Uno studio coordinato dell’Università di Cambridge e Warwick, nel Regno Unito e della Fudan University di Shanghai, in Cina, pubblicato su Psychological Medicine, dimostra come leggere sin da piccolissimi, almeno 12 ore alla settimana, migliora lo sviluppo della struttura cerebrale e accresce le prestazioni cognitive nell’adolescenza.

La ricerca è stata condotta su oltre 10.000 giovani adolescenti statunitensi e si è basata sui dati dell’Adolescent Brain and Cognitive Development, il più grande studio a lungo termine sullo sviluppo del cervello e sulla salute dei bambini negli Stati Uniti. Durante l’infanzia e l’adolescenza, il cervello è in fase di sviluppo e per questo è un periodo importante per stabilire comportamenti che supportino lo sviluppo cognitivo in quella fascia d’età.

Dei 10.243 partecipanti allo studio, poco meno della metà, il 48%, aveva poca esperienza di lettura per piacere o aveva iniziato a farlo solo più tardi, durante l’infanzia. La restante metà aveva trascorso tra i tre e i dieci anni a leggere per piacere. Il gruppo di ricerca ha riscontrato un forte legame tra la lettura per diletto in età precoce e performance positive, in adolescenza, su test cognitivi che misuravano fattori quali l’apprendimento verbale, la memoria e lo sviluppo del linguaggio, nonché i risultati scolastici.

Questi bambini presentavano, inoltre, un migliore benessere psicologico, valutato in base a una serie di punteggi clinici e ai resoconti di genitori e insegnanti, mostrando meno segni di stress e depressione, oltre a migliorare l’attenzione e a ridurre i problemi comportamentali come l’aggressività e l’infrazione delle regole.

Tra i bambini che hanno iniziato a leggere fin da piccolissimi per piacere, si è notata anche una minore tendenza a trascorrere del tempo su smartphone o tablet, in adolescenza, e ad avere una qualità del sonno migliore.

Questi studi rappresentano per i genitori importanti spunti di riflessione nella formazione dei propri bambini e bambine.

Per approfondire 👇
https://www.agi.it/scienza/news/2023-06-29/leggere-bambini-aiuta-salute-mentale-22011763/

26/08/2024

Il cosiddetto “effetto placebo” gode di una fama controversa ed è per lo più frainteso. Spesso viene presentato per quello che è il suo uso nella ricerca farmacologica in cui l’efficacia una sostanza chimica viene testata in relazione ad una sostanza che non contiene nessun farmaco. Quindi l’idea è quella del farmaco vero contro farmaco falso.

Il placebo non è un finto farmaco, anche se la ricerca spesso lo utilizza così, ma è in generale l’effetto positivo che deriva dal contesto dell’incontro e della relazione in una situazione in genere di aiuto. Se parliamo di cure è un effetto che si può attivare in un intervento di qualsiasi tipo, farmacologico, chirurgico, valutativo, riabilitativo, assistenziale in genere.

Che cos’è quindi che attiva questo effetto così importante?
È la nostra psiche, che come noto ha un rapporto di interdipendenza con i processi cerebrali e biologici in generale ed è quindi in grado di innescare circuiti fisiologici e modificazioni nel nostro corpo.

Esistono ovviamente diversi fattori individuali, psicologici e biologici, che rendono le persone più o meno sensibili a questo effetto come alle diverse situazioni della vita (Anderson & Stebbins 2020), ma questo vale in realtà per gran parte dei trattamenti sanitari.

La dimensione psicologica è un potente mediatore e modulatore di tutte le situazioni di aiuto, di assistenza e di cura: certamente servono più psicologi ma anche più consapevolezza di tutto questo, anzi si può dire che ci sono pochi psicologi proprio perché si pensa che si tratta di un contorno, un di più, che poco ha a che fare con la sostanza vera delle cure. Ma la scienza, se vogliamo leggerla senza pregiudizi, ci dice che non è così.

Per approfondire 👇
https://www.huffingtonpost.it/blog/2024/08/26/news/perche_invece_di_placebo_dovremmo_chiamarlo_effetto_psicologico-16752100/

23/08/2024

La maggior parte della popolazione mondiale abita in città. L'ambiente urbano può influenzare significativamente il benessere psicologico, a seconda di vari fattori come i livelli di inquinamento, la rumorosità, l’estetica del paesaggio e la presenza di spazi verdi.

Negli ultimi decenni, diversi studi condotti nell’ambito della psicologia ambientale suggeriscono che il tempo trascorso nei grandi ambienti naturali, come le foreste, o le riserve naturali, migliori l’umore e produca un effetto rigenerante come anche la frequentazione delle aree verdi cittadine nella quotidianità.

Uno studio del 2015, condotto sugli abitanti di Berlino, mostra, ad esempio, come la vicinanza e la quantità di verde urbano nei luoghi in cui si vive influiscano significativamente sui livelli di benessere. Un altro studio del 2019, coordinato da Mathew White, psicologo ambientale dell’università di Exeter e finanziato dal National Institute for Health Research del Regno Unito, suggerisce che una “dose di verde” di sole due ore a settimana possa già fare la differenza per il benessere fisico e psicologico di una persona.

Ulteriori studi si sono concentrati sulla dimensione uditiva del benessere; uno di questi, condotto nel 2019 da un gruppo di ricercatori dell’università di Chicago ha approfondito l’effetto dei suoni della natura su 65 partecipanti. Ciò che è emerso è che il canto degli uccelli, il frinire dei grilli e gli scrosci d’acqua, migliorano i livelli di attenzione rispetto ai rumori cittadini (come il chiasso del traffico, il vociare nelle strade affollate e i suoni emessi da elettrodomestici e macchinari in funzione).

Diversi lavori di ricerca tentano di approfondire l’associazione positiva tra la natura e il benessere psicologico cercando di analizzare separatamente i vari aspetti del contatto con l’ambiente naturale per comprendere come specifiche caratteristiche dell’esposizione al verde migliorino determinate funzioni cognitive ed emotive.

Per approfondire 👇
https://www.wired.it/article/salute-mentale-camminare-nel-verde-citta-psicologia-ambientale/

23/08/2024

L’articolo propone una riflessione sulla diffusione delle diagnosi mediante questionari sui social.

Sempre più spesso sui social appaiono pagine che sponsorizzano diagnosi psicologiche. Risulta molto facile compilare un test su Instagram per scoprire se si ha l’Adhd, se si è borderline, dipendenti, neurodivergenti, attribuendo a questi il senso dei “fallimenti” nelle relazioni o nel lavoro. La complessità dell’atto diagnostico lascia il posto ad un’approssimazione consumistica che colma una domanda sociale di identità soddisfatta dall’ampia offerta sui social.

Secondo l’articolo, che propone una serie di chiavi di lettura, le versioni social di psicologia e psichiatria sono pervase dall’individualismo, che separa le persone dai contesti. Entro questa cultura, il disturbo perde la sua dimensione sociale e diventa conseguenza di un atipico funzionamento neurologico individuale. Se è la diagnosi la causa delle difficoltà, a poco o nulla può servire sviluppare una comprensione del modo in cui si vivono le relazioni. Dare senso ai propri vissuti, contestualizzandoli nelle relazioni con il lavoro, gli amici, i partner, la famiglia, può sembrare inutile. L’etichetta diagnostica ne satura il senso: se si è “fatti così”, non è possibile cambiare.

Il tema, sul quale oggi proponiamo questa prima riflessione e sul quale torneremo, merita approfondimenti in varie direzioni: ad esempio la carenza di possibilità di accesso alla professione psicologica nei servizi pubblici che spinge molti a cercare comunque delle risposte; i rischi legati a pseudo-diagnosi o diagnosi fai da te slegate da un contesto valutativo professionale; il fenomeno come conseguenza di forme di disagio sempre più diffuse ma ancora ignorate; l’emergere di un diverso, seppure spesso confuso, atteggiamento verso questi problemi...

Per approfondire 👇
https://lespresso.it/c/opinioni/2024/8/22/perche-cercare-una-diagnosi-psicologica-sui-social-e-una-pessima-idea/51827

Indirizzo

Viale Del Lavoro, 1
Sulmona

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