14/11/2025
Sono 20 anni che mi occupo di dislipidemie, metabolismo e rischio cardiovascolare. Un campo dove oggi tutti si sentono esperti e danno consigli.
Sento ancora dire che “il colesterolo viene abbassato ogni anno per vendere più farmaci”. Signori, la scienza e le evidenze vanno avanti. Non sono quelle di 20 anni fa. Non vi fa scalpore morire di infarto a 50 anni? Vi rendete conto che lo stile di vita delle persone è cambiato?
Vi rendete conto che quello che era normalità 10 anni fa oggi non lo è più e che si parla di longevità in salute?
Ebbene, nelle ultime linee guida cardiovascolari, il valore del colesterolo totale quasi non viene preso nemmeno in considerazione.
Si parla infatti di prendere decisione di agire con farmaci, quando il rischio cardiovascolare non viene abbassato e arriva a target con il solo stile di vita (alimentazione, movimento, abitudini) o anche soluzioni “naturali” (fitoestratti o nutraceutici) che per legge non sono farmaci ma “alimenti”. Oppure di cosa fare se presenti delle placche di colesterolo.
Infatti l’obiettivo è prevenire o contrastare l’aterosclerosi. E perché questo?
Semplice:
• La malattia aterosclerotica cardiovascolare (CVD) e la malattia coronarica in particolare (CHD), sono la principale causa di morte prematura in tutto il mondo.
Colpisce sia uomini che donne ed è la prima causa di morte in Europa (43% per le donne e 36% per gli uomini).
• La prevenzione funziona: oltre il 50% di riduzione della mortalità da CHD dipende dalla riduzione dei fattori di rischio, e il 40% dal miglioramento dei trattamenti.
• La prevenzione dovrebbe essere fatta per tutta la vita, dalla nascita (se non addirittura prima) alla vecchiaia, per tutti gli individui.
Quali sono i fattori che vengono presi in considerazione per valutare il rischio cardiovascolare globale?
Il dosaggio di colesterolo totale, HDL, omocisteina, LDL, LDL ossidate, APO B, lipoproteina A e altri esami ematici, ma anche età del paziente, sesso, fumo, ipertensione, glicemia e diabete, sovrappeso, pressione arteriosa, stress e livello di attività fisica. Senza dimenticare anche la valutazione cardiaca e delle carotidi o la presenza di ispessimenti, stenosi, placche calcifiche instabili, alterazioni del flusso ematico, anche a livello degli arti inferiori.
Il punteggio SCORE riesce a stratificare i pazienti in quattro classi: classe di rischio molto alto (punteggio > 10%); alto (tra ≥ 5% e < 10%); moderato (tra ≥ 1% e < 5%) e basso (< 1%). Più elevato è il rischio, maggiore è il beneficio derivante dagli interventi di prevenzione
In particolare si utilizzano due tipi di carte del rischio: SCORE2 e SCORE2-OP.
Entrambe sono per soggetti tra i 40 e gli 89 anni (che sono i soggetti a rischio), valutando appunto il rischio a 10 anni di eventi cardiovascolari maggiori.
SCORE2: Applica a individui senza patologie cardiovascolari e con fattori di rischio non trattati o stabili da tempo.
SCORE2-OP: È utilizzato specificamente per popolazioni con ipertensione arteriosa o ipercolesterolemia documentata, per le quali si presume un rischio maggiore.
Insomma, sentir dire su social, convegni, televisione, questa storiella che “il colesterolo ogni anno si abbassa inutilmente” senza tener presente che la scienza e le evidenze vanno avanti di continuo con ricerca clinica e sperimentale, fa abbastanza arrabbiare chi studia e lavora seriamente per la salute dei pazienti.
Un monito.
Non credete ai cialtroni e affidatevi ai medici che si prendono in carico la vostra salute in scienza e coscienza.
Anche con i farmaci. Che non sono una alternativa allo stile di vita sano.
Ma una risorsa che entra in gioco quando lo stile di vita sano non basta.