Dott. Antonio Pacella, MD

Dott. Antonio Pacella, MD Medico. Specialista in Scienza dell’Alimentazione e in Diabetologia. Diplomato in Medicina Estetica. Docente Universitario aC. Medico FIGC.

Perfezionato in Nutrizione Oncologica, Pediatrica, Patologie Digestive e Metaboliche, Lifestyle Medicine. Nutrizione per patologie
Malattie digestive
Medicina Antiaging
Malattie metaboliche
Medicina Estetica
Mesoterapia Antalgia

Studi:

SULMONA (L'AQUILA)
POPOLI (PESCARA)
ROMA

La sacralità del paneNonostante in passato, per tutte le civiltà, il Pane abbia rivestito un’importanza fondamentale nel...
01/10/2025

La sacralità del pane

Nonostante in passato, per tutte le civiltà, il Pane abbia rivestito un’importanza fondamentale nella vita dei popoli, oggigiorno, il suo consumo è andato via via calando, soprattutto a causa di un cambiamento piuttosto radicale delle abitudini alimentari e di una fobia ingiustificata per i cereali e i carboidrati.
Nella cultura contadina, il pane assumeva grande importanza, in quanto costituiva l’unica forma di sostentamento, il solo cibo quotidiano; era addirittura “sacro” perché bene necessario che non andava in nessun modo sprecato o buttato.
Durante il lavoro nei campi, il massaro che sorvegliava l’andamento del lavoro, rientrando in città quasi ogni giorno, si impegnava a portare il pane ai salariati, che risiedevano stabilmente nelle masserie.
Gli stessi padroni dei feudi avevano l’abitudine di ingaggiare dei panificatori che preparavano sul posto il pane occorrente ai tutti i dipendenti.
Ma anche in ambito familiare, era segno di potere. Era infatti il capofamiglia, col ruolo di padre-padrone, che dispensava tale cibo tra i suoi commensali.
Il Pane nelle famiglie contadine, che erano dedite a lavorare i campi dei “signori” non mancava mai. Veniva spesso usata come forma di retribuzione, una sorta di pagamento in natura, che variava per quantità secondo il grado gerarchico.
Proprio per questo assunse anche un ruolo come simbolo della fertilità e capacità fecondatrice della terra, oltre ad essere rispettato, data la scarsità di cibo e la sua funzione essenzialmente nutritiva, più di ogni altra cosa.
Il Pane era simbolo di sicurezza e speranza e se talvolta cadeva a terra si raccoglieva e si baciava. Mai sprecarlo!
Pensate che se veniva posto a rovescio sulla tavola, veniva subito girato e considerato un segno che portava “male”, carestia all’interno della famiglia oppure preludio di una malattia del capofamiglia.
Su di esso veniva posta una croce prima della cottura, sia per motivi tecnologici, sia per ringraziare il “cielo”. Qualora girato a dorso all’ingiù, i cristiani invocavano Santa Brigida per farsi perdonare di aver messo la croce segnata sul pane in modo capovolto.
Quando si tagliava, lo si doveva fare a tavola, dove tutti dovevano stare composti e tutto doveva essere perfetto, quindi niente andava messo "al contrario". Il pane capovolto a tavola è oggi considerato, soprattutto dai più anziani, un atto di maleducazione, un gesto che può “portare male”.
Secondo quanto raccontatomi diverse volte dai miei nonni e da altri anziani con cui converso piacevolmente sulla storia del cibo, la parte rigonfia rappresentava il volto di Cristo; per questo stesso motivo era ritenuto peccaminoso infilare la punta del coltello nella ‘parte tonda’ o lasciare la lama conficcata nel pane.
Ho avuto la fortuna di crescere in famiglie contadine da parte di entrambi i genitori, per questo il mio legame con la cucina e l’alimentazione, ha avuto inizio precoce, imparando tutta la filiera, dalla terra alla tavola.
Avevamo un forno a legna dove veniva cotto il Pane, come molte persone del paese in cui sono cresciuto, Pacentro, un borgo medioevale a poca distanza da Sulmona nella Regione Abruzzo, dove sono tornato a vivere e lavorare. Prima si andava di buon ora al forno pubblico, uno dei tanti disseminati in tutti i paesi del sud Italia, numerosi fini al primo dopoguerra, prima che arrivasse il “benessere”.
Si faceva il Pane in casa, tutte le settimane, come in tutte le famiglie. Mia madre impastava (“ammassava”) sempre il venerdì, in modo da avere il pane fresco per il sabato e la domenica. E prima del Pane si cuocevano pizza e biscotti.
Il giovedì sera, con acqua e farina, si preparava il lievito (“criscito”) che si lasciava riposare in una ciotola di terracotta o in acciaio.
Alcune persone mi raccontano che, alzandosi di buon ora con il lievito segnavano la fronte e il cuore, come fosse di buon auspicio e benedizione al pane della famiglia.
Ne veniva preparato abbastanza per tutta la famiglia. Venivano impastati diversi chili di farina che andavamo a prendere al mulino della zona.
Terminato l’impasto si segnava nuovamente la fronte, non più col lievito, ma con la pasta.
Una volta impastato copriva il tutto con delle tovaglie pulite e asciutte e si attendeva che lievitasse al caldo, per circa due ore.
I forni, sia pubblico che casalinghi erano spazi di socializzazione, luoghi d’incontro e d’intrattenimento dove si alimentavano pettegolezzi, fantasticherie e leggende, dato che non c’erano tutte le comodità moderne.
Una volta tirato fuori dal forno, il pane, veniva fatto raffreddare e riposto in una profonda cassapanca, detta anche “cassa del pane”, da cui di volta in volta ogni forma veniva presa e tagliata a grandi fette ogni volta che occorreva.
Ricordo ancora oggi, una poesia che imparai da piccolo, intitolata appunto “Il Pane” che diceva: Amate il pane, cuore della casa, profumo della mensa, gioia dei focolari.
Rispettate il pane, sudore della fronte, orgoglio del lavoro, poema di sacrificio.
Onorate il pane, gloria dei campi, fragranza della terra, festa della vita.
Non sciupate il pane, ricchezza della patria, il più soave dono di Dio, il più santo premio alla fatica umana.
Con questo post voglio ringraziare tutti gli artigiani panificatori, che nonostante tutte le difficoltà, resistono ancora e portano ogni giorno sulle nostre tavole un cibo che accompagna l’uomo da sempre, e che ha accompagnato tutti gli eventi importanti della storia dell’umanità.

Dott. Antonio Pacella
Medico Specialista in Scienza dell’alimentazione

La scienza (ovvero la dimostrazione con metodo scientifico di una affermazione o di un fenomeno) è bella quando evidenzi...
01/10/2025

La scienza (ovvero la dimostrazione con metodo scientifico di una affermazione o di un fenomeno) è bella quando evidenzia cose che ci fanno comodo ma br**ta, cattiva e da criticare quando viene contro alle nostre certezze e interessi personali ed economici.

Per questo c’è chi la loda e la critica a seconda dei casi.
Aggrappandosi al fatto che non riesce ancora a dare una spiegazione a tutto.

Peccato.

Un bicchiere di salute?(Post ad alto tasso di scomodità e a basso tasso di condivisione)Perché quasi tutte le donne ital...
01/10/2025

Un bicchiere di salute?
(Post ad alto tasso di scomodità e a basso tasso di condivisione)

Perché quasi tutte le donne italiane vengono invitate a prendere parte allo screening mammografico per la prevenzione del tumore al seno, tenendo conto che la sua utilità viene messa da tempo in dubbio da diversi studi ed esperti, mentre non si ha ancora alcuna percezione da parte delle donne, specialmente le adolescenti e le giovani in età fertile sul ruolo che ha l’alcol nell’aumentare il rischio di tumore al Seno?

Ovviamente parlo di vino, birra, superalcolici, cocktail e aperitivi.

Perché si parla tanto di “autopalpazione”, mammografia, ecografie, biopsie, chemioterapia e radioterapia, terapie biologiche e ormonali, ma non si fa alcuna pressione su quanto “un bel bicchiere” di vino o di altri alcolici non faccia buon sangue ma aumenti il rischio di tumore?

Ebbene sì.
Un bicchiere di vino nella donna non migliora proprio niente.
E nemmeno nell’uomo.

L’alcol è alcol.
Non esiste una dose sicura e innocua. Anche se molti medici e professionisti non dicono le cose come stanno.
Oppure non lo sanno.

Perché dire che l’alcol migliora la funzionalità cardiaca, fatto sicuramente vero, allo stesso tempo e alla stessa dose favorisce l’insorgenza di diversi tumori.

Perché spendiamo milioni di euro in mammografie se la causa di gran parte dei tumori al Seno sono la conseguenza di stili di vita errati?
Perché non si fanno investimenti seri a livello sanitario sulla formazione e informazione delle persone facendo capire che è molto più importante evitare di generare un tumore piuttosto che cercare di scoprirlo?

Perché non si mette sullo stesso piano la prevenzione primaria del cancro con la diagnosi precoce, chiamata appunto “secondaria”?

Ci meravigliamo di tutto questo?

Ci meravigliamo del fatto che non si parli chiaramente dei danni di un’abitudine che in Italia si ha da sempre e che muove una bella fetta del PIL?
Per inciso da vini e alcolici il Pil italiano guadagna 21,5 miliardi all’anno e rappresenta quasi il 20% di tutto l’export agroalimentare italiano.

Ci meravigliamo ancora che non si parli in termini scientifici e connessioni sulla salute di prodotti che portano guadagno a giornalisti e politici, che sono spesso grandi produttori delle bevande alcoliche?

Perché ci da così fastidio sentir dire che il vino è cancerogeno?

Meglio demonizzare le multinazionali, quelle delle bevande gassate e degli hamburger. Ma guai a toccare le malsane abitudini nostrane.
Ci si vanta tanto di non aver mai toccato questi cibi demoniaci e poi senza alcun problema si porta il bicchiere alla bocca, al grido di “lo fanno tutti”, oppure “che sarà un bicchiere” oppure “è solo un aperitivo” e via discorrendo.
Di questo, le trasmissioni che fanno giornalismo a tesi, non ne parlano mai.
Chissà perché.

Forse perché si smonta un bel giocattolo.
Tanto quando ci si ammala, basta dare la colpa ai pesticidi, alle multinazionali e all’inquinamento.

Servirebbe più onestà nel fare alcuni tipi di lavori ed evitare di anteporre il gusto personale a ciò che è chiaramente dimostrato da tempo.
Ma così non è.
Meglio risultare simpatici e attirare più pazienti.

Se decidete di bere, fatelo occasionalmente e in minime quantità.
Perché la salute è una sola e minori sono i fattori di rischio evitabili, maggiori saranno le probabilità di non ammalarvi.
Ovviamente la certezza non ve la può dare nessuno in nessuna cosa.
Il rischio zero in medicina non esiste.

Dott. Antonio Pacella

L'età biologica è una misura della salute e dell'invecchiamento di un organismo, distinta dall'età anagrafica, che si ba...
01/10/2025

L'età biologica è una misura della salute e dell'invecchiamento di un organismo, distinta dall'età anagrafica, che si basa sulle condizioni fisiologiche e sulla funzionalità di tessuti e organi.

Un'età biologica più giovane rispetto a quella anagrafica indica un processo di invecchiamento più lento e minore rischio di malattie croniche, con la possibilità di intervenire sullo stile di vita per migliorarla.

Per questo oggi sempre più persone ricorrono a trattamenti di medicina estetica, acquisto di cosmetici, approcci multidisciplinari allo stile di vita.

L’alimentazione sana non è sufficiente per rallentare il processo di invecchiamento. Questo si rende ancora più evidente negli sportivi professionisti dove oggi gli esperti del settore, non curano solamente l’approccio al cibo, ma anche la qualità del sonno, la gestione dello stress e tutto questo spesso facendo ricorso alla nutraceutica personalizzata in base alle necessità individuali.

2 SECOLI di FRODI.Togliere i carboidrati?Diete miracolose senza pane o pasta?La colpa è delle merendine?Ricette miracolo...
30/09/2025

2 SECOLI di FRODI.

Togliere i carboidrati?
Diete miracolose senza pane o pasta?
La colpa è delle merendine?
Ricette miracolose?
Facciamo un po’ di storia.

1864: Introduzione della dieta povera di carboidrati descritta da Banting, che ancora oggi rimane ancora quella più popolare

1893: Dosi farmacologiche di estratti di tiroide che distruggono la massa magra e promettono miracoli

1920: Introduzione della dieta di Hollywood (melba toast e succo di frutta)

1933: Introduzione del Nitrofenolo, farmaco con azione lassativa, sconsigliato nel 1935 dalla American Medical Association.

1938: Introduzione della prima amfetamina

1940: Uso della digitale ad alte dosi per l'effetto nausea

1946: Creazione della "pillola arcobaleno" (cocktail di farmaci)

1978: Introduzione della dieta Scarsdale

1979: Si stima che in questo periodo circa quattro milioni di americani hanno usato le proteine liquide

1980: Entrano sul mercato in Italia le capsule che contengono cocktail di farmaci e diversi medici lucrano sui pazienti, garantendo loro una forte perdita di peso (naturalmente ripreso con gli interessi subito dopo, insieme a molti effetti collaterali, spesso cronicizzati)

1981: Introduzione della dieta di Beverly Hills (enormi quantità di frutta che determinano diarrea, perdita di liquidi e quindi di peso. Spesso utilizzata dalle dive di Hollywwod)

1983: Introduzione sul mercato di Herbalife Slim (contiene erbe tossiche: il mandrake e il pokeroot) è condannata dalla Food and Drug Administration

1990: Compaiono in Italia il cerotto, le alghe, ecc.

1993: Introduzione sul mercato di diverse erbe cinesi, responsabili di grave insufficienza renale

1998 a oggi: Internet è ormai popolata di frodi e di suggerimenti dimagranti potenzialmente dannosi

Le frodi nel campo del trattamento rapido del sovrappeso sono iniziate già nel 1800 e continuano senza interruzione fino ai giorni nostri.
In genere le diete proposte sono costantemente Ipocaloriche povere di carboidrati, ricche o povere di grassi ed iperproteiche.

Cambia il nome, cambia la tipologia, cambia la comunicazione, ma rimane sempre lo stesso metodo.
Nessuno inventa nulla di nuovo.
Tutto torna di moda anche se cambia marketing.

Un consiglio.
Rivolgetevi SEMPRE a specialisti in scienza dell'alimentazione che lavorino secondo scienza e coscienza! Le diete non servono a niente.

Ma state bene attenti perché spesso a proporvi diete alla moda o soluzioni miracolose a caro prezzo sono proprio i professionisti medico, biologi e dietisti, il cui scopo è lucrare sui vostri problemi.
Prendetevi il tempo di cambiare abitudini e mantenetele per sempre, aumentando il movimento ed evitando di sperare nei risultati facili e veloci.

Altrimenti continuate a credere alle promesse di tutti coloro che si definiscono nutrizionisti o esperti del dimagrimento.
O vi propongono il libro rivoluzionario del momento, da pubblicizzare in televisione.

Dott. Antonio Pacella

Una dieta è per sempreQuando i “nutrizionisti” insegneranno ai pazienti a vincere le guerre invece che esultare per aver...
30/09/2025

Una dieta è per sempre

Quando i “nutrizionisti” insegneranno ai pazienti a vincere le guerre invece che esultare per aver vinto piccole battaglie, forse le diete inizieranno ad essere terapie e smetteranno di essere marketing.
Specialmente quando promettono risultati lampo e si disinteressano della salute e delle conseguenze.

Mettere in bella vista i chili persi dal paziente x oppure y, oltre ad essere una ennesima batosta per chi sta combattendo una dura battaglia contro l’eccesso di peso e non riesce ad avere risultati, per mille motivi, non ha alcun significato, se poi quei pazienti riprendono peso.

La nutrizione attuale è la morte del buon senso, dell’etica, della medicina.
Soprattutto quella che si fa a colpi di social.
Le diete, finalizzate alla perdita dei chili in più, sono inutili.
C’è gente che ne colleziona decine durante la sua vita.
Come colleziona puntualmente illusioni, promesse e sconfitte

Non esultate per i chili persi
Fatelo solo se il vostro modo di vivere la vita cambia per sempre.
Perché se pensate di dovervi “sentire a dieta” tutta la vita, sarà come essere in prigione e cercare tutti i modi per evadere

Dott. Antonio Pacella

Facciamo una puntualizzazione.La popolazione mondiale continua a crescere, ad invecchiare e ad ingrassare.I nutrizionist...
29/09/2025

Facciamo una puntualizzazione.

La popolazione mondiale continua a crescere, ad invecchiare e ad ingrassare.

I nutrizionisti sono sempre di più.
Le diete impazzano.
Senza zuccheri, senza grassi, senza proteine, eliminando questo e quello.

I risultati, quando ci sono, sono solo a breve termine e quasi sempre solo in termini di perdita di peso, consenguenza delle diete ipocaloriche che fanno perdere soprattutto muscolo e liquidi, illudendo le persone.
Che puntualmente tornano a mangiare come prima. Ingrassando di nuovo e rivolgendosi ad altri professionisti o metodi alternativi al precedente.

L’invecchiamento porta con se quasi sempre due cose.
Malnutrizione, perché le diete ipocaloriche determinano una scarsa introduzione di nutrienti, essendo quasi sempre monotone e privative.
Sarcopenia, a cui si sommano ovviamente fragilità e malattie non trasmissibili, come quelle cardiovascolari, il diabete, la malattia di Alzheimer e altre patologie neurodegenerative, tumori, malattie polmonari croniche ostruttive e problemi muscoloscheletrici.

Ma di fare movimento nemmeno a pensarci.
Questo perché nonostante di diete e di soluzioni miracolose il marketing ne è ghiotto, di proporre il movimento nessuno se ne preoccupa.
Nonostante muoversi è l’unica cosa che conta per non invecchiare male.
Nonostante si dimagrisca solo facendo attività fisica.
Che ovviamente non significa “vado a fare la passeggiata tutti i giorni”.
Non significa “vado 2 volte a settimana in palestra o in piscina”, se le restanti 166 ore della settimana non muovo il deretano dalla sedia o dal divano, oppure trascorro la giornata in piedi all’interno di pochi metri quadri.
Questo è conseguenza della mancata coscienza e conoscenza della vita attiva necessaria. Che prima era normalità. Oggi l’eccezione. E la fatica non piace a nessuno.
Per questo non conosciamo nemmeno la differenza tra movimento spontaneo, attività fisica e sport. Per questo spesso ci preoccupiamo di nutrire la cultura ma non la salute. Eppure gli ateniesi ci avevano visto lungo.
Ricordiamoci della salute prima di perderla. Perché la vita è un dono.
Invecchiare è un privilegio.
Vivere in salute è un obiettivo.

Dott. Antonio Pacella

29/09/2025

Noi ridiamo e scherziamo, ma c’è gente che crede a quello che dicono i Biohackers.
I nuovi guru della salute

Perché si ingrassa?Purtroppo nessuno parla del cibo come abitudine, vizio o dipendenza. Cosa che invece si fa da tempo c...
28/09/2025

Perché si ingrassa?

Purtroppo nessuno parla del cibo come abitudine, vizio o dipendenza. Cosa che invece si fa da tempo con fumo, alcool e droghe, sebbene l’informazione e la prevenzione non sempre hanno risultato.
Eppure ci sono diversi studi che dimostrano che il cervello si comporta allo stesso modo quando introduciamo zuccheri, sale e grassi.
Evidentemente ci sono cose per cui è scomodo parlarne, sebbene oggi si assista ad una demonizzazione degli zuccheri semplici e una esaltazione dei grassi insaturi.
Purtroppo chi predica equilibrio, in tutto, dato che lo stile di vita errato è un fattore di rischio e non una certezza, non viene preso in considerazione.
Tutti cercano il tutto o niente.
Chi fa le diete e cerca la soluzione drastica e immediata a dei problemi protratti da tempo, invece di guarire, si rimbocca le maniche per rimanere malato.
Bisognerebbe imparare a capire la differenza tra mangiare e divorare, assaporare e ingurgitare, fame e appetito.
Oggi, nessuno o pochi mangiano per fame e degustano. Troppi divorano come se fossero in astinenza.
Per riempire vuoti, assenze, desideri. O per rabbia, problemi, imprevisti, ansia, stress.
Il cibo è passato, da elemento indispensabile per vivere, ad antidepressivo per ammalarsi.
Chiunque vi faccia capire che la soluzione a tutto questo sia una dieta, non vi sta guarendo. Vi sta illudendo.
Come uscirne?
Sarebbe auspicabile un ritorno del rapporto medico-paziente, l’insegnamento dell’empatia, la valutazione concreta degli studi scientifici e il ritorno al passato delle terapie, quando il medico visitava e faceva diagnosi e il farmacista preparava, come alcuni fanno ancora oggi con i galenici partendo dai costituenti indicati dal medico.
Ma soprattutto bisogna lavorare solamente con un approccio multidisciplinare.
Non ha senso un tuttologo.
Non hanno senso i personalismi.
Bisogna fare rete, tra professionisti di più discipline.
Forse così finalmente risparmieremo comprando il numero di prodotti utili, specifici per ogni patologia.
E non alimenteremo l’industria della malattia.

Dott. Antonio Pacella

Il digiuno intermittente fa perdere peso perché è ipocalorico.Stessa cosa le diete chetogeniche o le iperproteiche.Non p...
28/09/2025

Il digiuno intermittente fa perdere peso perché è ipocalorico.
Stessa cosa le diete chetogeniche o le iperproteiche.

Non perché fanno miracoli.

ATTENZIONE ⚠️⚠️⚠️Condividete prima che sia troppo tardi!!!!Scoperto il segreto che fa paura alle industrie farmaceutiche...
27/09/2025

ATTENZIONE ⚠️⚠️⚠️
Condividete prima che sia troppo tardi!!!!

Scoperto il segreto che fa paura alle industrie farmaceutiche e nessuno oserà dirvi!

Si tratta di due antichi rimedi naturali per combattere il sovrappeso e molte malattie metaboliche ad esso legate!!

Mangiare bene e fare movimento secondo le indicazioni delle linee guida
(PS: una cosa che in Italia non fa NESSUNO).
Quindi invece di pensare a “criticare” le linee guida, a parlare a sproposito e senza conoscere di Dieta Mediterranea, pensare che andare in palestra 2 volte a settimana sia sufficiente a parlare di attività fisica, proviamo a leggere e a studiare.

(Lo so, si tratta di migliaia di pagine, che sono tante rispetto a vedere i video di disinformazione sui social del guru di turno, ma vi ricordo che la CULTURA RENDE LIBERI) 🤙

Per approfondire

https://sapermangiare.mobi/files/download/linee-guida/linee-guida-completo.pdf

https://www.crea.gov.it/documents/59764/0/Dossier+Scientifico+Linee+Guida+2018+%281%29.pdf

https://www.crea.gov.it/documents/59764/0/The+2018+Revision+of+Italian+Dietary+Guidelines+Development+Process%2C+Novelties%2C+Main+Recommendations%2C+and+Policy+Implications.pdf/2ada3f08-a96d-775f-563f-3ceacdc6a27e?t=1658309977123

https://www.crea.gov.it/documents/59764/0/Considerations+for+the+translation+of+nutrient+recommendations+as+dietary+plans+for+infants+children+and+adolescents+as+reported+in+Italian+Guidelines+for+healthy+eating.pdf/d1f74f04-7618-dcf6-d545-6c52e04a6d2e?t=1663760305500

https://www.un.org/en/observances/sport-day

https://www.epicentro.iss.it/attivita_fisica/linee-guida-oms-2020

https://www.sportesalute.eu/images/convenzione-80-mln/webinar/Linee_guida_OMS.pdf

https://www.quotidianosanita.it/allegati/allegato1747737196.pdf

Questo post è per sensibilizzare tutte le persone che in questi anni e tuttora finiscono preda del commercio delle diete...
26/09/2025

Questo post è per sensibilizzare tutte le persone che in questi anni e tuttora finiscono preda del commercio delle diete, andando da nutrizionisti senza scrupoli e consapevoli che non stanno facendo nulla per la salute mentale e fisica delle persone, proponendo loro soluzioni ANTISCIENTIFICHE e PERICOLOSE, come le diete fortemente privative, ipocaloriche e semi digiuni, con l’obiettivo di far perdere grandi quantità di peso in breve tempo e portando le persone a non avere più alcun rapporto col cibo e a sviluppare problemi fisici, mentali e disturbi legati alla loro condizione. Il discorso vale per coloro che demonizzano a turno cibi o gruppi di alimenti senza un briciolo di dimostrazione scientifica, per coloro che propongono interventi chirurgici bariatrici come fossero la soluzione, per coloro che propongono bibitoni e buste di miscele di integratori, conservanti, coloranti e additivi, di cui ancora oggi non conosciamo gli effetti collaterali a lungo termine.

Tutto questo per denaro.
E senza un briciolo di etica lavorativa e senza sapere cosa voglia dire indossare un camice e fare un lavoro nell’ambito della sanità.

Con il risultato che nel tempo le persone si ritrovano punto a capo, peggio di prima, dopo aver buttato soldi, speranze e salute.

Ovviamente la colpa principale è delle persone che si rivolgono a costoro a cui interessa trovare qualunque soluzione pur di veder scendere la lancetta della bilancia, senza capire che mangiare male è una questione di testa e abitudini da mantenere tutta la vita.
Il cibo per chi fa queste cose è una dipendenza. E le dipendenze non si curano con le imposizioni o con gli obblighi o le rinunce.

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Sulmona

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CHI SONO

Mi sono laureato in Medicina e Chirurgia con Lode presso l’Università “La Sapienza” e Specializzato con Lode in Scienza dell’Alimentazione con indirizzo Nutrizione Clinica, nel medesimo Ateneo, sotto la guida del Prof. Carlo Cannella. Ho conseguito successivamente il Master Universitario in Medicina e Chirurgia Estetica presso l’Università di Tor Vergata e il Master Avanzato in Mesoterapia Estetica, Antalgica e Viscerale, presso la Scuola Italiana di Mesoterapia.

Sono Ideatore del Metodo Sensoriale ComeMangi®, Medico del settore tecnico della Federazione Italiana Gioco Calcio (FIGC), Consulente Nutrizionale presso il Comando Interregionale Carabinieri Lazio, Abruzzo e Molise e Consulente Nutrizionale del CONI Abruzzo. Sono stato Medico della Federazione Italiana Atletica Leggera (FIDAL) e ho ricoperto il ruolo di Responsabile e Coordinatore dell’Ambulatorio di Medicina Estetica & SPA presso le Terme di Bologna.

Sono Membro del Comitato Scientifico della Società Italiana di Diagnosi Prenatale e Medicina Materno Fetale (SIDIP), Socio della Società Italiana di Scienza dell’Alimentazione (SISA) e membro onorario della Società Europea di Nutrizione Sportiva (ESNS). Ho attualmente incarichi di Professore a contratto presso L’Università di Camerino, L’Università di Palermo e l’Abeos Osteopathy School.

Sono Autore di pubblicazioni e articoli sia a livello scientifico che divulgativo.