ÒIKOS Studio di Psicoanalisi - Dott. Lorenzo Vinci

ÒIKOS Studio di Psicoanalisi - Dott. Lorenzo Vinci L’obiettivo è quello di offrire uno spazio per risolvere le tue difficoltà.

Affidarsi ad un professionista è la soluzione migliore per scoprire le cause e le origini del tuo malessere e restituire alla vita il senso e la dignità che merita.

DIALOGHI PSICOANALITICI: CLINICA E ALTROProgramma di incontri organizzati dalla Società Italiana di Psicoterapia Psicoan...
16/05/2024

DIALOGHI PSICOANALITICI: CLINICA E ALTRO
Programma di incontri organizzati dalla Società Italiana di Psicoterapia Psicoanalitica (SIPP), sede di Catania

Venerdì 28 giugno
Anna La Rosa, Barbara Farina e Mattia Mammone - Da "Il deserto rosso" a "Le sorelle Macaluso", itinerario cinematrografico tra luoghi e solitudini

Venerdì 25 ottobre
Gabriella Cassia - Coesione del sé e rappresentazione mentale del corpo

Venerdì 29 novembre
Carmelita Russo, Lorenzo Vinci - Disturbi della nutrizione-alimentazione: un'epidemia della modernità

Venerdì 13 dicembre
Donatella Liscioto, Antonello Correale - Presentazione del libro: Incontri di primavera. Un gruppo di studio sulla sensorialità

Per prenotazioni e informazioni:
Segreteria.catania@sippnet.it
3281712339

NARCISISMO E RELAZIONI NARCISISTICHEIl concetto di  narcisismo in ambito clinico è usato per riferirsi a una regolazione...
07/08/2020

NARCISISMO E RELAZIONI NARCISISTICHE

Il concetto di narcisismo in ambito clinico è usato per riferirsi a una regolazione normale o patologica dell’autostima; ci sono quindi vari livelli di gravità, dalla normalità alla patologia.

Il narcisismo normale è caratterizzato da una buona regolazione dell’autostima, c’è un adeguato investimento su di sè, la capacità di prendersi cura si sè e di valorizzarsi in misura adeguata. Nelle relazioni interpersonali l’altro viene percepito nella sua interezza, come persona separata, coi sui bisogni e desideri, c’è capacità di empatia, capacità di preoccuparsi per i bisogni dell’altro e capacità di amare in modo sano.

Nel narcisismo patologico, invece, vi è un egocentrismo eccessivo, i pazienti manifestano grandiosità, senso di superiorità, sperimentano invidia e svalutazione verso gli altri perchè non tollerano di dipendere, di sentirsi mancanti in qualcosa, quindi non sanno essere empatici, tendono, nelle relazioni con gli altri, ad essere emotivamente superficiali e non arrivano ad un profondo coinvolgimento perchè questo li farebbe sentire minacciati nella loro percezione di se stessi come autosufficienti e senza bisogni.

Nella relazione d’oggetto narcisistica la relazione assume la funzione di salvaguardare o supportare l’autostima. L’altro non viene vissuto come entità autonoma e separata, i suoi desideri e bisogni non vengono presi in considerazione. L’altro viene vissuto come un’estensione del sè, viene considerato solo in rapporto alle proprie necessità, ed è importante che confermi continuamente la grandiosità: “Lo amo in quanto mi ammira” direbbe il narcisista, e “Lo amo anche perchè mi ammira” direbbe la normale persona innamorata, in cui l’aspetto narcisistico è una normale componente dell’amore.

Quando il narcisista si innamora può incentrare l’idealizzazione dell’altro sulla bellezza, la ricchezza o la fama come elementi da ammirare che inconsciamente vorrebbe incorporare come parti di sè.

Il narcisista ama gli oggetti in quanto rappresentazioni di sè, come è stato nel passato, o come vorrebbe essere, per cui tende a non investire a lungo termine: dopo una prima fase di idealizzazione dell’altro come “perfetto” passa alla delusione, tende quindi alla ricerca di nuovi “altri perfetti”. La dipendenza e la reciprocità sono temute perchè espongono alla gratitudine per ciò che di buono si riceve; il narcisista è più incline invece ad un atteggiamento richiedente, che ritiene giustificato in virtù del suo particolare valore, e accumula frustrazione e risentimento quando non ottiene ciò che desidera. Quello che si desidera è quindi anche fonte di sofferenza quando è frustrante, e si può sviluppare un desiderio inconscio di sciupare le qualità buone dell’altro che è sentito come rifiutante.

Inoltre gli aspetti che non tollera in se stesso vengono proiettati sul partner, che viene poi svalutato, dando avvio ad una tipica dinamica nelle relazioni narcisistiche in cui uno domina e l’altro assume il ruolo complementare. Nella patologia narcisistica gli altri funzionano come degli specchi che riflettono l’immagine di sè grandiosa, si può dire che questi pazienti abbiano bisogno più di essere ammirati che di essere amati.

I soggetti narcisisti possono esercitare sugli atri un grande fascino, intelligenti, sicuri di sè, spesso persone di successo, solo quando si entra in relazione intima ci si accorge che sono fortemente autocentrati, e si cominciano ad evidenziare le mancanze sul piano emotivo e relazionale. Solitamente chi viene sedotto narcisisticamente possiede una sua propensione alla grandiosità, è anch’egli alla ricerca di uno specchio. Il partner del narcisista spesso appare modesto, non esigente, succube, sembra rimanere sullo sfondo, mai protagonista, ma in realtà anche lui ha fantasie di grandezza, ha una struttura narcisistica, seppure di segno rovesciato.

I due partner, narcisista e narcisista complementare, differiscono nel meccanismo di difesa utilizzato per coprire un sé debole e insoddisfacente: il narcisista cerca di valorizzare il suo sé attraverso la sua onnipotenza, si bea dell’ammirazione del suo partner; il narcisista complementare cerca di prendere dall’altro un sé idealizzato.
Alla fine, non è più chiaro chi si fonda nell’altro e chi prenda in prestito dall’altro il suo sé in un gioco di identificazioni proiettive.

Nella dinamica narcisistica non è centrale la colpa ma la vergogna, tutto ruota intorno alla percezione di sè e della propria immagine. Solo chi è sicuro di sè e tranquillo del proprio valore non sente minacciata la propria integrità quando riconosce il proprio debito verso qualcuno.

Dott.ssa Annalisa Scaffidi

Puoi contattare Òikos tramite messaggio privato o al numero 3890503856.
Dopo il primo incontro di consulenza psicologica potrai decidere se iniziare un percorso terapeutico, il cui costo verrà stabilito in base alle tue effettive possibilità.

A volte i pazienti ci raccontano un mondo capovolto: l’impossibilità di fare cose che prima sapevano fare, la difficoltà...
05/08/2020

A volte i pazienti ci raccontano un mondo capovolto: l’impossibilità di fare cose che prima sapevano fare, la difficoltà di riconoscersi tra persone amiche, la confusione di non riuscire a scegliere, la sofferenza di non sentirsi capiti.

Spesso queste sensazioni sono l’esito di un vero e proprio capovolgimento della realtà affettiva del paziente, che lo porta a vedere un mondo avverso, le persone nemiche, i cambiamenti dannosi, i rapporti pericolosi e loro stessi incapaci di affrontare tutto questo.

Il nostro lavoro allora è raggiungere quella realtà affettiva, intercettarla e fare in modo che il paziente la riconosca e se ne riappropri, per tornare a vedersi e vedere il mondo nel verso giusto.

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Nel suo libro "I sensi e l’inconscio” (2014), Giuseppe Civitarese offre una concezione della teoria analitica che si ric...
04/08/2020

Nel suo libro "I sensi e l’inconscio” (2014), Giuseppe Civitarese offre una concezione della teoria analitica che si richiama a Bion e alla concezione che Bion aveva dell’inconscio. Una concezione che sembrerebbe un ritorno a Freud ma che è differente da quella freudiana.

In Bion l’inconscio non è solo un calderone di pulsioni cieche da soddisfare. Al contrario, esso è il vero centro di elaborazione della mente, è il luogo dove davvero si pensa un pensiero vivente, al tempo stesso vissuto e anche razionale. Il pensiero inconscio di Bion si contrappone sia alle elaborazioni astratte e razionalistiche del pensiero puramente consapevole (che sono in realtà difese) sia alle pulsioni istintive non elaborate.

È un’ipotesi che somiglia in parte alla teoria delle difese, ma che se ne discosta laddove pone al centro del processo curativo l’inconscio. La teoria delle difese vedeva la terapia come un progressivo rinunciare alle difese. Bion vede la terapia come un vero a proprio abbandonarsi all’inconscio senza difese, fiduciosi che proprio in quest’abbandono si crea la condizione che permette all’inconscio di fare il proprio lavoro di elaborazione sentita, vivente e non difensiva e astratta. Civitarese spiega tutto questo e usa un termine evocativo, “inconsciare”.

Anche il sogno ritorna centrale in Bion, come in Freud. E anche in questo caso con una differenza: il sogno non è solo possibilità di decifrare i desideri inconsci, ma di elaborarli. Solo sognando diventiamo in grado di pensare i nostri desideri e di portarli alla luce del sole.

Puoi contattare Òikos in qualsiasi momento, o tramite messaggio privato o al numero di cellulare 3890503856.
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"...Non ci siamo già soffermati sulla parola "innaturale?" Per me è l'espressione della megalomania dell'uomo, che vorre...
03/08/2020

"...Non ci siamo già soffermati sulla parola "innaturale?" Per me è l'espressione della megalomania dell'uomo, che vorrebbe vedersi signore della natura. Egli divide il mondo in due parti: quello che di volta in volta gli aggrada, lo definisce naturale; quello che gli ripugna, lo definisce innaturale. Ha mai visto qualcosa al di fuori della natura, Lei? Perché questo significa la parola innaturale. Io e la natura, pensa l'uomo, e questa presuntuosa divinizzazione di se stesso non lo turba manco un po'. No, cara la mia canzonatrice, ciò che è è naturale, anche se a Lei pare contrario a ogni regola e infrange le leggi della natura. Queste leggi sono creazioni dell'uomo, non dimentichiamolo, [...]. Cancelli la definizione di innaturale dalle sue abitudini linguistiche; dirà un'idiozia in meno..."

Georg Groddeck, Il libro dell'Es

Per Groddeck l’inconscio non è solo una parte della psiche personale, ma la potenza stessa che regge il mondo. Su questo fondamento le teorie freudiane sono portate alle ultime conseguenze e i loro limiti, attraverso l’immissione di un’incognita quasi inafferrabile, vengono paradossalmente sottolineati. La potenza dell’Es si manifesta come linguaggio, è essa stessa il linguaggio del mondo. Noi, in quanto parte del mondo, parliamo quel linguaggio, con il nostro corpo, con i nostri gesti, con il nostro modo di pensare, di operare, con le nostre malattie, con tutto quello che può capitarci, perché il caso non è che un altro nome dell’Es. Così il compito dell’analista, o meglio del medico che si serve dell’analisi come di un suo strumento essenziale, sarà di saper leggere in questa foresta di significati, di sollecitare, con la comprensione più profonda e con l’astuzia più sottile, l’Es del malato a collaborare alla sua guarigione. Ma per ottenere questo risultato, il medico dovrà, lui stesso, trasformarsi, acquisire nuove verità in un rapporto che non può non essere di reciproco scambio e arricchimento.
In questo modo Groddeck abbandona alcuni presupposti del buon senso occidentale: la cauta separazione tra organico e psichico, tra significante e insignificante. Dietro ai suoi ragionamenti s’intravvede una sfida esorbitante, che solo la sua carica straordinaria di intuito e di fede nelle infinite possibilità della vita pienamente giustifica.

Puoi prenotare la tua seduta scrivendo un messaggio privato o contattando il numero 3890503856.
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Nel dialogo tra paziente e analista è fondamentale riuscire a decentrarsi dal pensiero cosciente e porsi in una condizio...
19/05/2020

Nel dialogo tra paziente e analista è fondamentale riuscire a decentrarsi dal pensiero cosciente e porsi in una condizione di tolleranza e ricettività alle produzioni consce ed inconsce, corporee e psichiche. Riuscire a spostarsi dal fatto, scelto per essere raccontato, all’esperienza emotiva del momento.
Questo permette la creazione di uno spazio terzo, co-costruito dalle menti del paziente e dell’analista, in cui è possibile ve**re in contatto con le proprie emozioni sconosciute: un transito mentale e psichico tra sé e l’altro, in cui l’analista può riuscire a parlare al paziente con parole che non spiegano l’emozione, ma gli permettono di conoscerla e soprattutto viverla.
Dare una forma all’esperienza emotiva, di modo che sia comunicabile, accettabile, vivibile ed elaborabile.

Liberamente tratto dal pensiero di Wilfred Bion e Thomas Ogden.

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Molti sono gli psicoanalisti che negli anni si sono interessati a come nasce la mente e la capacità di pensare, contener...
16/05/2020

Molti sono gli psicoanalisti che negli anni si sono interessati a come nasce la mente e la capacità di pensare, contenere e tollerare le emozioni. Pur discostandosi su vari punti, quali ad esempio l’influenza più o meno forte di fattori inconsci o genetici, tutti gli studiosi su un punto sono sempre stati d'accordo: l’influenza fondamentale della figura materna.
Una madre capace di ricevere le impressioni e le esperienze emotive e sensoriali del neonato, e di restituirgliele in forma e contenuto tollerabile, è la prima condizione affinché la mente del bambino si sviluppi. Wilfred Bion darà a questa capacità il nome di rêverie: la madre funziona come un contenitore effettivo (ed affettivo) delle sensazioni del bambino, e con la sua maturità riesce a trasformare con successo la fame in soddisfazione, il dolore in piacere, la solitudine in compagnia, la paura di stare per morire in tranquillità.
In pratica, da uno stato in cui le proprie esperienze emotive e sensoriali non sono ancora pensabili, il bambino, introiettando la madre come oggetto accogliente e comprensivo, sviluppa man mano la capacità di pensare.
E questo è il ruolo dell'analista: ascoltare e sentire le emozioni del paziente, contenerle e permettergli di comprendere come con queste emozioni si può stare e re-stare, si può vivere e con-vivere.

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In foto: Gustav Klimt - Madre con bambino (dettaglio di "Le tre età della donna")

Il tema fondamentale è la qualità dell’esperienza vissuta dall’individuo quando entra in contatto intimo e significativo...
11/05/2020

Il tema fondamentale è la qualità dell’esperienza vissuta dall’individuo quando entra in contatto intimo e significativo con un altro.
Se tra due esseri umani avviene un’interazione di qualità violenta, disturbante, intrusiva o deprivativa, poco elaborabile, l’interazione sarà transpsichica, il Sé sarà violato e il Non Sé (l’altro e la nostra rappresentazione interna dell’altro) risulterà traumatizzante.
Gli equivalenti corporei di questa esperienza potrebbero essere, per esempio: essere invasi durante l’allattamento da un seno intrusivo, contro la propria volontà, che forza il canale di entrata o che lo sostituisce con uno inappropriato, indesiderato; o da una voce martellante, che penetra concretamente la testa attraverso orecchie che non possono chiudersi protettivamente; o da una visione intollerabile, traumatica, etc.
Il soggetto conserva dentro di sé queste esperienze, ricordi e sensazioni, andando ad inficiare la qualità della propria vita.
Il lavoro analitico non è un processo correttivo né educativo, bensì un’esplorazione condivisa di queste sensazioni, dell’esperienza passata e di quella conscia, preconscia ed inconscia in atto, che può consentirne il recupero, la rappresentazione, l’eventuale reintegrazione e l’elaborazione ulteriore.
il processo di cambiamento analitico richiede il lavoro congiunto di un paziente e di un analista, delle funzioni cognitive dei loro Io e delle possibilità esperienziali dei loro Sé: l’interpsichico.

Liberamente tratto da:
Stefano Bolognini (2019). Flussi vitali tra Sé e Non-Sé. L’interpsichico.

Puoi contattare Òikos per prenotare una prima seduta scrivendo un messaggio privato o contattando il numero 3890503856.
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L’arte, in qualunque sua manifestazione, è senza ombra di dubbio il modo migliore per rappresentare le sensazioni, i sen...
09/05/2020

L’arte, in qualunque sua manifestazione, è senza ombra di dubbio il modo migliore per rappresentare le sensazioni, i sentimenti ed i pensieri che albergano nella nostra mente.
Potremmo dire che pittura, cinema, musica e scrittura, infatti, siano in grado di affondare le loro radici direttamente nella psiche umana.
Un bell’esempio, dentro cui molti possono rispecchiarsi, è il libro di Elena Ferrante, I giorni dell’abbandono, da cui fu tratto poi l’omonimo film, il quale ci mostra il disperato tentativo della protagonista di salvaguardare la propria integrità fisica, mentale e sentimentale di fronte all’abbandono del partner.
Un film schietto, sincero, a volte crudo, in cui l’autrice ci descrive la “smarginatura”: quando l’essere umano, di fronte ad un evento inaspettato che genera sofferenza, si trova inesperto ed inabile a gestire il proprio smarrimento, perde i propri confini e precipita in un vuoto di senso. Smarrimento di fronte a cui spesso si ripresenta e fa capolino il nostro passato, la nostra storia, tornando a tormentarci e chiedendo una difficile e dolorosa elaborazione.
Un vortice che può coinvolgere ognuno di noi in un determinato momento della propria vita: un lutto, la fine di una relazione, la perdita del lavoro, così come molti altri. Un vortice che trascina nella depressione, nell’ansia, nella perdita del controllo dei propri comportamenti e delle proprie azioni. Da cui però, grazie all’aiuto paziente di un'altra persona che ascolta e accoglie tali sentimenti incondizionatamente, si può uscire, risalendo e riaffacciandosi alla vita.

Un professionista può ascoltarti e permetterti di trovare la forza per comprendere questi sentimenti e sensazioni e gestirli in modo più funzionale.
Puoi contattare Òikos in qualunque momento, tramite messaggio privato o al numero 3890503856

Riceviamo spesso, sia come professionisti che come esseri umani, sollecitazioni all'ottimismo, alla rassicurazione. Dire...
07/05/2020

Riceviamo spesso, sia come professionisti che come esseri umani, sollecitazioni all'ottimismo, alla rassicurazione.
Dire "andrà tutto bene", purtroppo, però non basta, e ci colloca in quello spazio intermedio in cui il passo dalla speranza all'illusione è breve. Ripeterlo non allevia quei sentimenti di fronte a cui questa situazione ci ha messo senza alcuna preparazione: paura, angoscia, frustrazione, senso di mortalità, consapevolezza dei propri limiti.
In alcune situazioni, oltre che una rassicurazione, è fondamentale mettere in atto un'azione, difficile, di ritorno alla realtà: porre di fronte all'illusione di farcela da soli una valutazione più oggettiva, che comprenda la possibilità di accettare un bisogno, quello di aiuto; porre in primo piano i propri limiti, ammettendo con onestà a se stessi di non potercela fare da soli.
La psicoanalisi, così come qualunque altra forma di terapia psicologica, non è in grado di dare delle risposte precise agli interrogativi che questa drammatica situazione pone, ma può sicuramente fare qualcosa di utile: aiutare a sviluppare la forza e le risorse per affrontare al meglio la difficoltà, la frustrazione, l'incertezza, la paura, anziché farsi schiacciare e annichilire da esse.
Contenere l'angoscia, normale ospite dentro ognuno di noi in questa vicenda, in modo funzionale e maturo é l'unico modo di impedirle di succhiare, come un vampiro, ogni nostra forza, motivazione, desiderio e affetto.

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In foto: Edvard Munch - Vampiro

L’uomo è un tutt’uno con la natura. Esiste, infatti, molto delle stagioni dentro ognuno di noi, dentro la nostra psiche:...
06/05/2020

L’uomo è un tutt’uno con la natura. Esiste, infatti, molto delle stagioni dentro ognuno di noi, dentro la nostra psiche: il caldo, il freddo, la bellezza, il maturare, l’appassire, la morte, la rinascita. Noi siamo inverni, siamo primavere, siamo estati, siamo autunni. Siamo stagioni psichiche che ritornano, sempre, intermittenti.
Ogni stagione è una metafora dell’esistenza psichica, ma tra tutte l’autunno è senza ombra di dubbio quella più affine all’inconscio.
Nell’autunno c’è, infatti, una gioia timida, sommessa, che ha a che vedere con il lavoro dell’elaborazione: proprio come le foglie cadono dal proprio albero, così da noi cadono parti e frutti maturi che ormai non hanno più motivo di esistere e persistere nella loro forma; qualcosa in modo invisibile si prepara, tramite la caduta di altre, ad una nuova nascita.
Cade ciò che ha raggiunto la sua massima maturazione e che quindi deve morire, trasformarsi. Perché le cose più essenziali e durature crescono nel buio, nel silenzio, nell’invisibile, nella silenziosa e sommessa trasformazione dell’autunno interiore, che prepara a cogliere i frutti di una nuova primavera.
Questo è il cambiamento, la guarigione. Per nascere veramente occorre rinascere.

Tratto dai pensieri di Emanuele Casale, Nietzsche, Raffaele Morelli e Wallace Stevence.

In foto: Cy Twolbly - Quattro stagioni (A painting in four parts)
Museo Pompidou, Parigi

L’obiettivo di Òikos è quello di offrire uno spazio per risolvere le tue difficoltà.Smarrire il contatto con il proprio ...
05/05/2020

L’obiettivo di Òikos è quello di offrire uno spazio per risolvere le tue difficoltà.
Smarrire il contatto con il proprio sé, infatti, è cosa più comune di quanto si possa pensare: non dedicare a se stessi, alle proprie passioni, alle proprie attitudini e ai propri affetti il giusto tempo e la giusta qualità. E ciò può avve**re per motivi differenti: personali, sociali, familiari, lavorativi.
Òikos, infatti, prende come punto di partenza principale lo smarrimento di se stessi. Il termine è spogliato del suo significato più comune di “casa” per riempirsi del suo significato più simbolico, quello di appartenenza. Perché è questo ciò che accomuna le persone che chiedono il nostro aiuto: avere smarrito il proprio senso di appartenenza, l’appartenenza a se stessi e al proprio Vero Sé.
Òikos offre la possibilità di restituire alla propria vita il senso che il malessere le ha tolto. Un malessere che assume forme differenti: depressione, ansia, disturbi alimentari, ossessioni, ma anche nervosismo, aggressività, stress, problemi di coppia, noia, sintomi fisici (cefalee, malesseri gastrointestinali, insonnia).
Affidarsi ad un professionista è la soluzione per scoprire le cause e le origini di questo malessere e restituire alla vita il senso e la dignità che merita, e che spesso è da molti smarrito.
I nostri professionisti sono psicologi ad orientamento psicoanalitico: attraverso un ascolto attento ed attivo danno la possibilità di comprendere aspetti del proprio sé e della propria vita spesso dati per scontati o trascurati e di risolvere problematiche della vita quotidiana da cui alle volte sembra impossibile ve**re fuori.
I servizi prestati dai nostri professionisti sono i seguenti:
• Consulenza psicologica per problematiche quotidiane: stress, problemi lavorativi o scolastici, problematiche socio-relazionali.
• Terapia individuale per adolescenti, giovani e adulti
• Consulenza e terapia di coppia
• Orientamento scolastico e lavorativo
• Sostegno alla genitorialità
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Indirizzo

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Orario di apertura

Lunedì 09:00 - 20:00
Martedì 09:00 - 20:00
Mercoledì 09:00 - 20:00
Giovedì 09:00 - 20:00
Venerdì 09:00 - 20:00

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