18/12/2022
C’era il babbo ad ascoltarla, seduto in prima fila nell’aula del Teatro Anatomico dell’Archiginnasio di Bologna.
L’occasione era solenne, perché mai prima di allora s’era vista una donna tenere una lezione presso la più antica Università del mondo occidentale.
Così, nella mattinata del 17 dicembre del 1732, quell’aula monumentale si presentava gremita, anche se soltanto di uomini, tutti convenuti per rendere omaggio a lei, la “professora” Laura Bassi, cui il Senato Accademico bolognese aveva appena conferito la cattedra onorifica di “Filosofia Universa”, come allora veniva chiamata la fisica sperimentale.
Per nulla intimorita da quel pubblico formato in massima parte da dottori e appartenenti al patriziato locale, l’appena ventenne Laura, nata a Bologna il 29 ottobre del 1711, aveva stupito tutti col suo eloquio e la perfetta conoscenza della materia.
Fin da bambina aveva dimostrato di possedere un’intelligenza vivacissima, con particolare propensione per l’apprendimento della filosofia, della fisica e della matematica, materie che a quei tempi andavano di pari passo.
Mai osteggiata e, al contrario, incoraggiata da un ambiente familiare e sociale decisamente all’avanguardia, che già respirava la salutare brezza dei “Lumi”, sotto la guida in particolare del medico di famiglia Gaetano Tacconi, Laura si era impegnata studiando a fondo, tanto che nell’aprile di quello stesso anno, nel Palazzo Pubblico di Bologna, aveva brillantemente sostenuto la disputa “De universa re philosophica” davanti a cinque dotti che l’incalzavano con le loro domande, conseguendo “magna cm Laude” la laurea in filosofia, anche qui come prima donna in assoluta a raggiungere tale traguardo.
Era tanto conosciuta e benvoluta in città che l’Arcivescovo di Bologna Prospero Lambertini, uomo di rara intelligenza ed arguzia, la prese a benvolere sotto la sua ala protettrice, spianandole la strada e consentendole, una volta raggiunta la maggiore età che allora era di 24 anni, di consultare liberamente i “Libri Proibiti”, come allora erano classificati i testi di Galileo, Keplero e Copernico.
Il Lambertini non l’avrebbe dimenticata nemmeno dopo essere stato eletto al soglio di Pietro col nome di Papa Benedetto XIV, perché nel 1745 la nominò componente della “Accademia Benedettina”, nonostante l’opposizione e l’invidia dei colleghi maschi, assegnandole una pensione di 100 lire annue.
Laura poté nel frattempo perfezionare i suoi studi di fisica, incanalandosi nel solco delle teorie newtoniane che lei avrebbe contribuito in modo determinante a diffondere nel Bel Paese, anche perché nel 1738 si sposò col medico Giuseppe Verratti, iniziando una vita di coppia all’insegna dell’amore e del rispetto reciproco che, oltre a mettere al mondo una nidiata di ben 8 figli, avrebbe anticipato di circa 150 anni, in terra emiliana, l’intensa storia umana e professionale dei coniugi Curie.
Quando si spense il 20 febbraio del 1778, fu sepolta nella chiesa del Corpus Domini.
Nel 1891 le fu intitolata la Scuola Normale Superiore femminile di Bologna così come a lei, nel tempo, sono stati dedicati un Liceo, un cratere sul pianeta Venere e un asteroide scoperto nel 1991.
Accompagna questo scritto il “Ritratto di Laura Bassi”, di Carlo Vandi, metà XVIII secolo
(Testo di Anselmo Pagani)