04/01/2020
✨ A volte i percorsi intrapresi hanno un risvolto sorprendente. ✨
Grazie Dott. Valerio Manippa - Psicologo, PhD per aver condiviso questa storia!
Era una primavera di fine 1800: Hans aveva 20 anni e prestava servizio come volontario nell'esercito tedesco. Una mattina si stava esercitando con il suo cavallo quando questo inciampò perdendo l'equilibrio. Cadendo, vennero entrambe travolti da un carro d'artiglieria sospinto da 6 cavalli. Hans pensò di morire, ma riuscì ad evitare di essere schiacciato dalle ruote del carro.
La stessa sera ricevette un telegramma da suo padre che si preoccupava della sua salute. E non perché avesse già saputo dell'incidente. Il telegramma era stato scritto in conseguenza di uno stato di agitazione di sua sorella maggiore, che sosteneva di essere certa che Hans, il suo fratellino, aveva subito un incidente. Hans non ebbe dubbi:
"E' stato un caso di spontanea, in cui in un momento di pericolo mortale, e come ho contemplato la morte certa, ho trasmesso i miei pensieri, mentre mia sorella, che è stata particolarmente vicino a me, ha agito come ricevitore".
Quell'evento ebbe un profondo impatto su di lui. Lui è : alla fine del servizio militare, lo stesso anno,ricominciò a studiare medicina a Jena. Nel 1897 conseguì la laurea in medicina e lavorò presso la clinica neuropsichiatrica diretta da Otto Binswanger, di cui diventò capo medico 10 anni dopo, per poi sostituire come professore universitario lo stesso Binswarger nel 1919.
E così che Berger, cominciò a studiare la possibilità che i cervelli comunichino telepaticamente tra di loro. Riuscì a costruire uno strumento rudimentale che gli fece registrare il primo (EEG) nel 1924: quello che osservò allora, oggi lo chiamiamo (nostalgicamente onde Berger), una tracciato elettrico con una oscillazione di circa 10 Hz (tra 8 e 13 Hz): è il ritmo del cervello in stato di veglia, quello più comune. Cinque anni dopo pubblicò i risultati ottenuti, nel quale espose la tecnica per registrare l'attività elettrica umana attraverso la superficie del cranio. La comunità scientifica, soprattutto quella tedesca, rimase incredula e scettica, ironizzando sulla scoperta, probabilmente fuorviata dalle ipotesi di partenza di Berger (la telepatia) sebbene fosse ben conscio di registrare un'attività elettrica. Ma quello fu per davvero il primo per quanto rudimentale e limitato.
Solo 10 anni dopo, alcuni medici inglesi, ripresero in mano gli studi di Berger, intuendone le potenzialità. Nel 1940 fu candidato al Nobel, ma nel frattempo Hans era cambiato. I rapporti con le SS, con cui collaborò, e la depressione si impossessarono di lui, che si libererò dell'uno e dell'altro nel 1941 e di nuovo, quasi per telepatia, il nonno poeta ne anticipò l'epitaffio:
"Each man faces an image - Ogni uomo affronta una immagine
Of what he is meant to become - di ciò che dovrebbe diventare
As long as he does not achieve it - e finché non la raggiunge
He cannot attain his full measure of peace- lui non può raggiungere la pienezza della sua pace”
Oggi Berger è di sicuro in pace ed è di certo diventato quello che aspirava ad essere: per la telepatia c'è ancora da lavorare, ma l'EEG, oggi tecnicamente molto più evoluto, è una degli strumenti neurofisiologici più utilizzati tanto nella clinica (diagnostico per diverse malattia neurologiche) quanto nella ricerca ed ha permesso di fare scoperte importanti, senza le quali lo studio del cervello e della mente umana, sarebbero ancora molto indietro.
Bibliografia:
La Vaque, T. J. (1999). The history of EEG hans berger: psychophysiologist. A historical vignette. Journal of Neurotherapy, 3(2), 1-9.
http://www.reyesandres.com/2015/11/28/hans-berger-dalla-telepatia-alleeg/