18/07/2025
Leporano, estate 2025. Benvenuti a “FUGA”… dove si ferma il tempo.
Peccato solo che si sia fermato nell’anno sbagliato: tipo il 1960, quando l’accessibilità non era nemmeno un pensiero e l’ugualianza dei diritti era un’utopia.
"Benvenuti nel regno del superfluo, dove l’apparenza regna sovrana e il contenuto resta fuori dalla porta – letteralmente. Un locale appena nato sulla costa tarantina che grida bellezza patinata e ignoranza modaiola, ma non ha nemmeno la decenza di pensare all’accessibilità: né per chi ha difficoltà motorie, né per chi cerca un minimo di dignità architettonica o sociale. È il trionfo del vuoto, del selfie davanti al tramonto, dove l’unico valore è l’effimero e chi resta indietro – per età, per disabilità, per cultura – semplicemente non è previsto nel copione.
E come se non bastasse, a fare cassa sono imprenditori baresi che sbarcano a Taranto non per valorizzare, ma per sfruttare: un turismo coloniale mascherato da innovazione, dove la costa viene spremuta per qualche stagione.
"‘Fuga’ di nome e di fatto. Fuga dal buon senso, fuga dal rispetto, fuga dal diritto. Il nuovo locale sorto sulla costa di Leporano – un angolo di mare già abbastanza martoriato da decenni di speculazioni – è stato inaugurato con tanto di fascia tricolore, strette di mano e sorrisi plastificati. Presenti anche il Sindaco e l’Assessore ai Lavori Pubblici, più attenti alla mondanità che alla legge, più accondiscendenti con l’imprenditoria ammiccante che con i diritti dei cittadini. Eppure sarebbe bastato guardarsi intorno: nessuna rampa, nessuna segnaletica, nessun rispetto per le norme minime di accessibilità. Una sedia a rotelle, lì, è un fastidio. Un non vedente, un problema. Un anziano con deambulatore, un errore di casting.
Ma la legge parla chiaro, anche se gli amministratori fanno finta di non leggere: la Legge 13/1989 e il D.P.R. 503/1996 impongono l’accessibilità totale agli edifici pubblici e aperti al pubblico. Non è un'opzione, è un obbligo. Qualsiasi locale aperto al pubblico, nuovo o ristrutturato, deve garantire l'accessibilità alle persone con disabilità, pena sanzioni amministrative, chiusura dell’attività e annullamento dell’agibilità.
Eppure qui, nulla. Solo applausi, prosecco e drone. In un Paese civile, un’amministrazione che inaugura un’attività in palese violazione delle norme sull’accessibilità dovrebbe chiedere scusa e rimediare immediatamente. A Leporano invece si tagliano nastri su barriere architettoniche come fossero decorazioni. È l’ennesima dimostrazione che, quando il marketing incontra l’ignoranza, i diritti cadono nel dimenticatoio. Ma Taranto e la sua costa meritano di più: meritano imprenditori etici, non predatori travestiti da innovatori, e amministratori che facciano il proprio dovere – non da comparse, ma da garanti della legalità.