Sara Ingrosso Psicologa- Psicoterapeuta

Sara Ingrosso Psicologa- Psicoterapeuta ricevo a Taranto mi occupa di terapia individuale, familiare e di coppia. EMDR Esperta in interpretazione del test Rorscharch.

Laureata in Psicologia clinica all'università degli Studi La Sapienza di Roma, Sara Ingrosso si è in seguito specializzata in Psicoterapia sistemico relazionale e familiare. Ha conseguito un master in psicodiagnostica clinica e peritale e un master in criminologia. Si occupa di terapia individuale, familiare e di coppia

🧠 MANIPOLAZIONE EMOTIVA IN EDUCAZIONE🌿 La manipolazione emotiva è così diffusa che, per molti, somiglia ancora a ciò che...
20/07/2025

🧠 MANIPOLAZIONE EMOTIVA IN EDUCAZIONE

🌿 La manipolazione emotiva è così diffusa che, per molti, somiglia ancora a ciò che viene comunemente chiamato “educazione”.

“Non piangere. Guarda, fai piangere anche me.”
“Mi hai fatto fare tardi di nuovo al lavoro!”
“Basta! Vado via e non torno più.”
“Ok, allora ti lascio qui al parco, ciao!”
“Mi renderesti felice se assaggiassi almeno un boccone.”
“Dai un abbraccio alla nonna, altrimenti ci rimane male.”
“Il nonno si arrabbia se non sistemi i giochi.”
“Sei così ingrato. Sono davvero deluso.”
“Dai… fallo per me.”
“Mi hai fatto arrabbiare. Vedi? È colpa tua se sono così adesso.”

🔥 Frasi che molti di noi hanno sentito o detto. Frasi che abbiamo ascoltato — e registrato nel corpo — nella nostra infanzia e adolescenza.
Appaiono quotidiane, quasi innocue. Eppure, trasmettono un messaggio sottile e potente:

👉 “La tua emozione deve piegarsi alla mia.”
👉 “Il tuo comportamento determina il mio amore, la mia approvazione, il mio stato d’animo.”
👉 “Sarò emotivamente disponibile solo quando fai ciò che voglio. Altrimenti mi nego affettivamente.”

📚 Queste dinamiche fanno parte di ciò che la psicoterapeuta Alice Miller ha definito Pedagogia Nera: un insieme di pratiche educative basate su colpa, vergogna, paura, ricatto affettivo.
Spesso tramandate in modo inconsapevole da generazioni, come fosse una forma “normale” di educazione.

⚠️ Ma normale non è sinonimo di sano.

🌱 Quando bambini e bambine imparano che, per essere accettati, devono adattarsi alle emozioni o ai bisogni degli adulti, iniziano a rinunciare a parti di sé.
Col tempo, questo può compromettere il senso di identità, la percezione dei propri confini e il valore personale.

✨ Molti genitori, leggendo queste frasi, si chiedono:
“Ma allora, cosa dovrei dire?”
Eppure, la domanda più profonda è un’altra:
💬 “Come posso nutrire un senso di sicurezza, connessione e rispetto in questo momento?”

🎯 Se il nostro intento resta ottenere obbedienza o “insegnare una lezione”, stiamo ancora agendo da una posizione di controllo, non di relazione.

🌿 Alcune alternative più consapevoli e regolative potrebbero essere:

– “Sei triste? Sono qui con te.”
– “Siamo in ritardo. Ora ci muoviamo insieme.”
– “Vuoi salutarla nel modo che preferisci?”
– “Ti va di provare? Come ti senti rispetto a questa idea?”

🫀 Educare senza manipolazione emotiva non significa rinunciare alla guida o al contenimento.
Significa riscoprire il nostro potere come presenza regolativa, non come minaccia affettiva.
Significa abitare relazioni in cui bambini e bambine si sentano visti, ascoltati, al sicuro — anche nei momenti difficili.

☀️ Questo richiede consapevolezza, non perfezione.
Richiede che anche noi adulti impariamo a stare con le nostre emozioni, senza giudicarle. Senza riversarle sui più piccoli.

⚠️ Riconoscere le tracce della Pedagogia Nera nei nostri automatismi è il primo passo per spezzare la catena. E costruire, al suo posto, una relazione educativa fatta di verità, cura e libertà interiore.

da Atelier della pedagogia

19/07/2025
💕
19/07/2025

💕

A tutte le storie che ho ascoltato, a tutti i frammenti che io stessa porto dentro... ❤️
11/07/2025

A tutte le storie che ho ascoltato, a tutti i frammenti che io stessa porto dentro... ❤️

[..]Pensò che, paradossalmente, poteva riuscire a migliorare proprio perché non credeva in se stesso. Perché era meno br...
09/07/2025

[..]Pensò che, paradossalmente, poteva riuscire a migliorare proprio perché non credeva in se stesso. Perché era meno bravo degli altri. All'improvviso, vide il suo limite come una ricchezza e realizzò quanto bene volesse alla propria parte fragile. A quella parte che, nonostante tutto, in quegli anni non si era mai arresa. E decise che non voleva più negarla, non voleva più nasconderla, non voleva più fingere che non ci fosse. Aveva solo voglia di accogliere la propria paura, sentirla sulle braccia nelle gambe nello stomaco, una nota che poteva farlo vibrare come un violino e non più un allarme che gli paralizzava la schiena. Poteva finalmente dirsi: 'Io sono anche questa cosa qui'. Pensare: 'Se questa cosa mi abita vuol dire che può essermi utile'. [..]

Tratto da "Il talento della rondine" di Matteo Bussola

Ma tu ti ricordi quando bastava piangere per farti abbracciare?Quando non dovevi essere forte sempre,non dovevi spiegare...
30/05/2025

Ma tu ti ricordi quando bastava piangere per farti abbracciare?
Quando non dovevi essere forte sempre,
non dovevi spiegare, giustificare, sorridere per forza?
Quando c’era qualcuno che ti leggeva negli occhi e non nei messaggi lasciati a metà?
Ora reggi tutto, da sola.
Come se fosse normale.
Come se fosse giusto.
Come se non ti stesse cadendo addosso il cielo ogni notte.
Ma nessuno lo vede.
Perché ti sei abituata a non chiedere più.
E il mondo,
ai silenzi troppo educati,
non sa rispondere.
Ti ricordi quando potevi dire “ho paura”
senza sentirti debole,
quando c’era qualcuno che capiva anche il silenzio, che restava, anche quando faceva buio?
Ora sembri forte,
ma è solo che non hai più scelta.
Hai imparato a farti bastare tutto.
Anche quello che ti svuota.
Anche chi ti ama a metà.

Ma ogni tanto,
quando nessuno guarda,
torni bambina.
E vorresti solo che qualcuno ti dicesse:
“Non devi fare la brava.
Non devi essere forte per forza.
Puoi anche cadere.
Ti tengo io.”

Oscar Travino

30/05/2025
La salute mentale non si vede sempre. La salute mentale è in chi la porta addosso, in chi la tiene nascosta, in chi cerc...
28/05/2025

La salute mentale non si vede sempre. La salute mentale è in chi la porta addosso, in chi la tiene nascosta, in chi cerca di spiegarla e non trova le parole.

Parlarne è fare spazio.

(Settimana europea della salute mentale.)
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Taranto
74121

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