21/06/2025
Un neonato non si calma da solo.�Il suo sistema nervoso è immaturo.
�Serve un corpo che contenga, una voce che accompagni.�Serve un’antenna esterna che lo regoli, finché non potrà farlo da sé.
Ogni volta che lo prendi, che lo guardi, che lo consoli,�stai modellando la sua architettura cerebrale.
Nel cervello del bambino, le connessioni non sono fisse.�Si formano con l’esperienza.
�E si stabilizzano quando quell’esperienza è ripetuta, prevedibile, sicura.
È così che si costruisce la fiducia.�È così che si impara la calma.�Non per comando, ma per imitazione fisiologica.
Chi ha vissuto incoerenza, abbandono o iperstimolazione precoce,�non sviluppa semplicemente “più difficoltà”:�sviluppa un altro tipo di cervello.
�Con aree più attive nel controllo e nella difesa.�Meno disponibili all’empatia, all’apertura, al sé.
Rispondere a un bisogno non è viziare.
�È nutrimento neurologico.�È struttura invisibile.�È codice affettivo incorporato nel corpo.
Quello che fai oggi,
diventerà la sua voce interiore domani.*
Fonti:
Schore, A. N. (2001). The effects of early relational trauma on right brain development
Perry, B. D. (2002). Childhood experience and the expression of genetic potential