Quale verità?

Quale verità? Riconoscere i propri desideri e gli ostacoli alla realizzazione di ciò che si crede di desiderare, rende il tempo pieno di senso e di vita.

I percorsi proposti mirano a far sì che il malessere si trasformi in benessere Il tempo è prezioso e sapere cosa si desidera e cosa fa ostacolo al raggiungimento di quello che si pensa di desiderare da al tempo un senso pieno, un senso di vita. I percorsi che propongo mirano a far sì che il malessere si trasformi in benessere e che ognuno, al di là dei condizionamenti cui inevitabilmente è esposto, diventi finalmente ciò che è. Psicologa clinica con studio in Taranto - via Principe Amedeo 5

19/06/2025

Il nevrotico è un malato che si cura con la parola, prima di tutto con la sua.

*Intervista rilasciata da Jacques Lacan a Emilia Granzotto pubblicata su Panorama, Roma, 21 Novembre 1974.

Il Nevrotico deve parlare, raccontare, spiegare se stesso.

-Freud la definisce « assunzione da parte del soggetto della propria storia, nella misura in cui è costituita dalla parola indirizzata a un altro ».

-La psicoanalisi è il regno della parola, non ci sono altre medicine.

-Freud spiegava che l’Inconscio non tanto è profondo, quanto piuttosto inaccessibile all’approfondimento cosciente. E diceva che in questo Inconscio « c’è chi parla » : un soggetto nel soggetto, trascendente il soggetto.

-La parola è la grande forza della psicoanalisi.

Domanda– Parole di chi ? Del malato o dello psicoanalista ?

Risposta – In psicoanalisi i termini malato, medico, medicina non sono esatti, non si usano.

-Non sono giuste neppure le formule passive che si adoperano comunemente.

-Si dice « farsi psicoanalizzare ».
È sbagliato.

-Chi fa il vero lavoro, nell’analisi, è quello che parla, il soggetto analizzante.

-Anche se lo fa nel modo suggerito dall’analista, che gli indica come procedere e lo aiuta con interventi.

-Gli viene fornita anche un’interpretazione, che a prima botta sembra dare un senso a quello che l’analizzante dice.

-In realtà l’interpretazione è più sottile, tesa a cancellare il senso delle cose di cui il soggetto soffre.

-Il fine è quello di mostrargli, attraverso il suo stesso racconto, che il suo sintomo, la malattia, diciamo, non ha alcun rapporto con niente, è privo di qualsiasi senso.

-Quindi, anche se in apparenza è reale, non esiste.

-Le vie per cui procede questa azione della parola richiedono molta pratica e infinita pazienza.

-La pazienza e la misura sono gli strumenti della psicoanalisi.

-La tecnica consiste nel saper misurare l’aiuto che si dà al soggetto analizzante.

-Perciò la psicoanalisi è difficile.

Scuola Lacaniana di Psicoanalisi del Campo Freudiano.

Bellissima iniziativa 🌸
18/06/2025

Bellissima iniziativa 🌸

25/11/2024

Il punto è che l’eventuale sregolazione della vita individuale e di quella collettiva non dipende però mai dal semplice mancato rispetto delle regole, ma dal ve**re meno del senso della Legge, ovvero da ciò sul quale il rispetto e l’operatività delle regole vengono istituiti. Da questo punto di vista non bisogna confondere le regole con la Legge poiché il senso della Legge è il solo fondamento possibile del rispetto delle regole. Una differenza ontologica separa, infatti, il piano delle regole da quello della Legge, il quale, dunque, non può essere ridotto al funzionamento pragmatico delle regole. Mentre le regole sono scritte nei libri di Diritto e nei loro Codici pubblici, il senso della Legge non si trova scritto in nessun luogo, nemmeno nelle tavole della Legge impugnate da Mosè nella Torah poiché il senso della Legge eccede ogni forma possibile di scrittura. È questa una delle tesi maggiori dell’“ebreo” Freud: la Legge, di cui il padre è il simbolo, non può essere ridotta a nessun regolamento, a nessuna norma giuridica, a nessun insieme di Leggi. È una Legge che non può essere ricondotta a nessun’altra Legge, né a nessun insieme di Leggi. È questo un principio che si trova, in realtà, alla base della Torah: se la Legge avesse un luogo di iscrizione esaustivo questo non sarebbe quello delle tavole di pietra dove è scritto il Decalogo biblico ma quello del “cuore” (Dt 6,6).

Massimo Recalcati, "Il vuoto e il fuoco.Per una clinica psicoanalitica delle organizzazioni" (Feltrinelli, Milano 2024)

SC

Il tempo è un dono prezioso. Comprendere quali sono i propri desideri e quali ostacoli si frappongono alla realizzazione...
11/01/2024

Il tempo è un dono prezioso. Comprendere quali sono i propri desideri e quali ostacoli si frappongono alla realizzazione di ciò che si crede di desiderare, rende il tempo pieno di senso e di vita.
I percorsi proposti mirano a far sì che il malessere si trasformi in benessere e che ognuno, al di là dei condizionamenti cui inevitabilmente è esposto, diventi finalmente ciò che è.

16/12/2023

Uno studente chiese all'antropologa Margaret Mead quale riteneva che fosse il primo segno di civiltà in una cultura. Lo studente si aspettava che Mead parlasse di ami, pentole di terracotta o macine di pietra. Ma non fu così.

Mead disse che il primo segno di civiltà in una cultura antica era un femore rotto e poi guarito. Spiegò che nel regno animale, se ti rompi una gamba, muori. Non puoi scappare dal pericolo, andare al fiume a bere qualcosa o cercare cibo. Sei carne per bestie predatrici che si aggirano intorno a te. Nessun animale sopravvive a una gamba rotta abbastanza a lungo perché l'osso guarisca.

Un femore rotto che è guarito è la prova che qualcuno si è preso il tempo di stare con colui che è caduto, ne ha bendato la ferita, lo ha portato in un luogo sicuro e lo ha aiutato a riprendersi.

Mead disse che aiutare qualcun altro nelle difficoltà è il punto in cui la civiltà inizia. Noi siamo al nostro meglio quando serviamo gli altri. Essere civili è questo.
Margaret Mead, antropologa

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Taranto

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