Dott. Francesco Di Iorio

Dott. Francesco Di Iorio Mi occupo del disagio psicologico in età evolutiva, con gli adolescenti e con gli adulti. Lavoro con le famiglie e promuovo il Parent Training.

Mi occupo di dipendenze da sostanze e comportamentali (disturbo da gioco d'azzardo e new addiction).

È vero che i tempi sono cambiati e quindi anche gli strumenti in ballo, ma l'esperienza del provare sulla pelle la vita ...
08/04/2025

È vero che i tempi sono cambiati e quindi anche gli strumenti in ballo, ma l'esperienza del provare sulla pelle la vita è impareggiabile. Ti rimane attaccata addosso come un vestito da super Hero che prima o poi userai come fosse un potere innato.

Stamattina alcune persone hanno visto mia figlia andare a scuola a piedi, con me che la seguivo a distanza. Alcuni mi hanno chiesto perché, altri mi hanno lanciato uno sguardo di disapprovazione.

So perfettamente che ha solo 10 anni. E ha camminato perché gliel’ho detto io.
Perché ha dimenticato come si parla agli adulti.
Perché ha confuso la sua statura con l’autorità.
Perché il suo comportamento verso di me e verso altri adulti è stato inaccettabile.

E quindi ha camminato.
Finché non imparerà ad apprezzare il privilegio di essere accompagnata a scuola.
Finché non capirà cosa significa rispettare e ascoltare.

Sono la mamma che osserva da lontano per assicurarsi che sia al sicuro.
Sono anche la mamma che non è qui per essere la sua migliore amica.
Sono la mamma che accetta che sua figlia possa arrabbiarsi con lei.
Sono la mamma che vuole lasciare questo mondo un po’ migliore, attraverso le persone che sta crescendo.

Tanti hanno paura di ferire i sentimenti dei propri figli.
Io ho più paura di crescere una figlia arrogante e irrispettosa.

Non siamo qui per essere i loro amici.
Siamo qui per fare in modo che diventino persone di valore.
Quindi sì, oggi ha camminato.
Ha pensato. Riflettuto. Maturato. Imparato. Cresciuto.
E io guardavo.

Con amore.

Crediti: Autore originale

06/04/2025

Weak Hero Class 1

Qualche giorno fa mi imbatto in questa serie coreana che racconta la storia di un improbabile nerd "secchione". Yeon Si-eunè tra i migliori studenti della sua scuola, pensa solo allo studio e ai risultati. Ma quando finisce nel mirino dei bulli della scuola decide di non cedere alla violenza. La sua conoscenza della fisica e la sua rapidità di pensiero gli consentono di reagire alla violenza dei prepotenti.

L'aspetto che mi ha più impressionato di questa rappresentazione è stata la caratterizzazione di questo personaggio in foto. Un ragazzo che non mostra alcun interesse sociale, a stento verbalizza con il genitore, focalizzato esclusivamente sui risultati scolastici che non devono essere ostacolati da niente e nessuno.
Un gruppo di bulli prova ad intromettersi tra sé e il suo studio, e ciò che emerge è davvero spiazzante per i bulli.
Il ragazzo non mostra alcuna paura, tanto che viene definito "f***e" da chi lo osserva da fuori quando, incurante del rischio e sprezzante delle conseguenze delle sue reazioni, reagisce ai bulli con una furia assassina.
Quello che pensavo fosse il personaggio più violento, il bullo, è stato surclassato da quello che spesso è l'umiliato e deriso, la vittima.

Questa "vittima" è molto diversa da quella che conoscevo, ed è molto più simile ai ragazzi che oggi si macchiano di violenze inspiegabili, come il femminicidio.
Appaiono come ragazzi riservati e ordinari, timidi e indifesi, ma se solo qualcosa o "qualcuno" si interpone tra loro e il Focus personale sono capaci di trasformarsi in autori di follia, incuranti delle conseguenze. Inspiegabili.

Mi occupo del disagio psicologico in età evolutiva, con gli adolescenti e con gli adulti. Mi occupo di dipendenze da sostanze e comportamentali (disturbo da gioco d'azzardo e new addiction). Lavoro con le famiglie e promuovo il Parent Training.

05/04/2025

Ieri 4 Aprile a Pescara ho camminato al fianco di un corteo meraviglioso. Un gruppo di giovani donne e uomini che con gentilezza, senza violenza alcuna, gridavano la SALVEZZA. È stato un piacere vivere questo momento di unione, un momento in cui camminando, ti guardi negli occhi e ti senti "amico" per una volta, perché c'è bisogno di essere vicini, di fare questo cammino insieme. Un cammino che, come già detto tante volte, ci deve far fare un passo avanti, deve migliorarci nell'intimo. In questa società ci sono già una miriade di cose che non funzionano, perché le idee di chi detiene il potere ci schiacciano ogni giorno di più, ma spogliati dalle cose del mondo noi tutti SIAMO UGUALI, e non c'è potere, non c'è disuguaglianza o idea che deve farci dimenticare chi siamo.
L'esercizio della violenza dell'uomo ha governato la storia generando la stessa società da cui cerchiamo di emergere tutti i santi giorni....e poi, regrediamo.
La Regressione è un meccanismo di difesa che si manifesta maggiormente nell'infanzia ma anche in età adulta. Forse il "femminicidio" è il risultato di una regressione maschile? Cosa sta succedendo?

Prendiamo coscienza di tutto ciò perché solo capendo cosa sta provando la nostra vita emotiva possiamo scoprire l'origine di tutto ciò.
Per anni ci hanno detto che queste generazioni di millenials avrebbero potuto fare qualsiasi cosa, e così ancor più la GenZ che poco dopo ha trovato una società fatta e finita, non bisognava costruire nulla, ma solo PRENDERE!
E cavolo se stanno prendendo.
Dov'è tutto è finito, dove non c'è più spazio per la scoperta, il tempo per provare e sbagliare, c'è solo il bisogno di SOPRAVVIVERE.
Ogni giorno si resiste al vuoto. Si! perché stiamo educando queste generazioni ad aver paura di rimanere fermi, di avere il proprio tempo, di saper aspettare, paura di accettare la delusione dopo la fatica. E allora si regredisce...si torna indietro.

Se qualcuno costruisce una diga dicendo che ce la farai, non puoi aspettarti che tutto fluisca come ti hanno promesso.

Mi occupo del disagio psicologico in età evolutiva, con gli adolescenti e con gli adulti. Mi occupo di dipendenze da sostanze e comportamentali (disturbo da gioco d'azzardo e new addiction). Lavoro con le famiglie e promuovo il Parent Training.

19/03/2025

Andrea Prospero aveva 20 anni. Un ragazzo come tanti, schiacciato dal peso delle aspettative, dalla paura di non essere abbastanza, dalla solitudine di un mondo che lo guardava ma non lo vedeva. Non voleva morire. Voleva solo che qualcuno gli dicesse che valeva la pena restare.

E invece ha trovato un boia travestito da amico. Un diciottenne che non solo non ha provato a salvarlo, ma lo ha spinto nel buio con la leggerezza con cui si spegne una sigaretta. “Prendi tutta la busta e bevi.” Un ordine, non un consiglio. Un’esecuzione a distanza, senza spargimento di sangue. E quando Andrea non ha più risposto, l’unica preoccupazione del suo carnefice è stata di cancellare le tracce. “Vuoi vedere che è morto? Ora mi fottono.” Non un briciolo di rimorso. Solo paura di essere scoperto.

E allora la domanda è questa: chi ha ucciso Andrea? La mano che ha scritto quelle parole? Il silenzio che lo ha lasciato solo? La cultura dell’indifferenza che normalizza la crudeltà e riduce il dolore altrui a un gioco da tastiera?

Questa non è solo una tragedia individuale. È lo specchio di un fallimento collettivo. Un fallimento che non si cancella con un colpo di spugna, come una chat su Telegram. Un fallimento che ci costringe a guardarci dentro e chiederci: quanti Andrea conosciamo? E quanti di loro stiamo già perdendo?

Lo scorso lunedì 3 Febbraio ho avuto il piacere di partecipare alla sorprendente iniziativa promossa da ITACA ETS presso...
07/02/2025

Lo scorso lunedì 3 Febbraio ho avuto il piacere di partecipare alla sorprendente iniziativa promossa da ITACA ETS presso la Bottega per l’Identità Territoriale San Lorenzo di Cellino Attanasio (TE) su temi come attività fisica, alimentazione, prevenzione di fumo, alcool e droghe, salute uomo-donna, affettività e check-up regolari, con esperti del settore.

Sorpreso dalla dedizione di organizzatori e partecipanti all'evento, dimostrando una solida coscienza collettiva (come spesso si trovano nei paesini più affiatati) sul tema della prevenzione. La serata trascorsa insieme è stata uno arricchimento reciproco, iniziando dalle storie personali dei singoli fino alla disamina delle sfumature più articolate del tema "dipendenza dalle droghe".
Sono molto onorato di aver fatto parte per una sera della loro famiglia e ringrazio chi ha avuto il piacere di invitarmi, il Dott. Carmelo Battaglia e il dott. Mauro Vanni.

https://www.romatoday.it/attualita/insulti-omofobi-film-ragazzo-pantaloni-rosa-andrea-spezzacatena.htmlLa società che ed...
29/10/2024

https://www.romatoday.it/attualita/insulti-omofobi-film-ragazzo-pantaloni-rosa-andrea-spezzacatena.html

La società che educa, che da certezze risposte concrete invece di futili illusioni, una società che torna ad avere cura invece di mascherarsi da supereroe in calzamaglia, una società coerente che non divide ma unisce, che non cavalca le fobie e l'intolleranza ma il coraggio di essere uguali, vicini, amici. Una società che smette di esaltare il singolo, l'individualità, l'apparire sopra l'essere, una società che smette di delegare ma si assume le responsabilità, le colpe e si scusa.... DOV'È??

Sintomi della solitudine affettiva che ormai dilaga nella società. I nostri ragazzi cercano alternative delle più svaria...
24/10/2024

Sintomi della solitudine affettiva che ormai dilaga nella società. I nostri ragazzi cercano alternative delle più svariate: la chiusura, l'esaltazione, l'emulazione, il rischio, la violenza, l'illusione e il sogno. Con le conseguenze che ne derivano.

Sewell Setzer si è innamorato di un bot. Di Daenerys, la regina dei draghi, un personaggio che non esiste. Un nulla che rispondeva ai suoi messaggi, mentre lui si preparava a dire addio a tutto il resto. E ora sua madre cerca giustizia, perché quando si perde un figlio non c’è altra via per sopravvivere al dolore che aggrapparsi a una spiegazione.

Ma la verità è che l’intelligenza artificiale non ha creato la solitudine di Sewell, l’ha solo accolta. Ha fatto da specchio a quel vuoto che lui sentiva dentro. Non c’è nessun colpevole qui, nessun dito puntato. I genitori non sanno sempre tutto, non perché manchino di amore, ma perché la vita, a volte, ci porta a nascondere proprio a chi ci ama di più quello che non sappiamo nemmeno spiegare a noi stessi. Sewell ha trovato in quel bot una voce che gli sembrava amica, che lo ascoltava senza mai interromperlo. E in una società che va di fretta, quel silenzio digitale era l’unica costante.

La domanda non è se la tecnologia sia pericolosa, ma cosa ci stiamo perdendo noi, mentre il mondo si fa sempre più virtuale e noi ci allontaniamo dalle vite vere. Non è una colpa, ma un fallimento collettivo.

16/10/2024
02/10/2024

Buongiorno a tutti.

Oggi vorrei tornare a riflettere su un argomento che fa parte della nostra attualita.

Sempre più spesso le separazioni coniugali sono percepite come evento traumatico per quelle famiglie che ospitano figli minorenni, soprattutto nelle età più sensibili come la prima infanzia e nel passaggio all'età adolescenziale, per motivi diversi ma sovrapponibili.

Ciò che però sottovalutiamo di questo evento divisivo nella famiglia sono i "sintomi", ovvero tutti quei comportamenti che i genitori palesano mentre l'idea della separazione matura nelle loro menti.

La separazione può delle volte essere l'atto conclusivo di un malessere già presente nella famiglia, un malessere che si respira e si è costretti ad accettare nella quotidianità, in particolare per i figli, che sono impotenti davanti ad una questione che non conoscono e non saprebbero come risolvere.

L'alterazione dell'omeostasi familiare è il vero trauma che ogni membro si trova ad affrontare, e i figli sono costretti a partecipare ad una partita che sanno di non poter giocare, ma solo assistervi passivamente, schierandosi inutilmente a favore di un genitore.

Il focus dell'adulto è spesso rivolto alla "colpa" da assumersi, al principale responsabile della rottura, mentre trascura la fatica che i figli fanno nel mutare i loro sentimenti di fiducia, stima, cooperazione, e reciprocità finora coltivati con impegno.

La separazione non è solo lo spostamento di alcune variabili ma una richiesta feroce di rinunciare a quello che finora sembrava certo e avere la forza di rimettere in gioco i propri sentimenti.

La firma è un attimo, i sentimenti sono esperienze.

10/07/2024

L'atleta estone Red Bull Jaan Roose ha attraversato lo Stretto di Messina dalla Calabria alla Sicilia su una slackline sospesa a 250 metri sul livello del mare, ma cade e non entra nel Guinnes. Al suo arrivo, si è detto "molto felice per l'impresa".
Questa la notizia del giorno, che fa sorridere e impressiona per la determinazione e la forza con il quale certi atleti si misurano in prove che esaltano la loro disciplina. Espressione di talento, allenamento e preparazione, fisica e mentale, fatta di 'cadute' e ripartenze, di dedizione e desiderio di superare i limiti.
Lo sport è tutto questo! Da sempre lo sport alleva atleti, e sottolineo ATLETI, a dare il "meglio di sè" per superarsi e stupire, per esaltare le abilità umane e raggiungere traguardi prima impensabili.
Dare IL MEGLIO DI SE' richiede molto tempo, pazienza, sacrificio, preparazione e formazione, delle volte anche un poco di fortuna, ma sicuramente forte dedizione e consapevolezza dei propri mezzi. Ciò che rende epica una vittoria, sono i tanti fallimenti che affronti prima di arrivare al traguardo. La vittoria è un esperienza e non il momento finale, la soddisfazione più generosa è raccogliere i frutti del proprio sacrificio.

Ora cambio registro e faccio un salto. In questi nostri tempi dove lo stesso "TEMPO" si è schiacciato e viviamo continuamente di instant memorabili, non c'è pazienza, non c'è il viaggio, ma solo l'attimo da cogliere. Gli obiettivi non si raggiungono più come ci insegna lo Sport, con il sacrificio e una serie di fallimenti, fino a dare il meglio di SE'...no! Non c'è tempo. Se devo essere ricordato per qualcosa deve essere ORA, subito, in questo momento.
Il pubblico c'è sempre live, il palcoscenico è ovunque, costume di scena non necessario il pudore non è più di moda, e la fama è dietro l'angolo. Mancano solo un paio di ingredienti:
1- un atto spregiudicato che infranga le leggi senza volerle modificare a favore del popolo.
2- rischiare la vita perché fa parte del gioco, altrimenti non sono nessuno e rimango nella matassa di gente inutile, che però mi serve a legittimare la mia popolarità.

Perfetto! che la sfida abbia inizio...
Da una parte un atleta che dimostra al mondo un'abilità e un limite da superare, mentre dall'altra parte un tipo qualsiasi che ignaro delle conseguenze personali e sociali mette a rischio la propria vita per avere un attenzione speciale (non guadagnata) che ritiene dovuta e necessaria a dare senso all'esistenza.




Mi occupo del disagio psicologico in età evolutiva, con gli adolescenti e con gli adulti. Mi occupo di dipendenze da sostanze e comportamentali (disturbo da gioco d'azzardo e new addiction). Lavoro con le famiglie e promuovo il Parent Training.

Indirizzo

Teramo
64100

Orario di apertura

Mercoledì 16:00 - 20:00
Giovedì 16:00 - 20:00
Venerdì 16:00 - 20:00
Sabato 10:00 - 13:00

Sito Web

Notifiche

Lasciando la tua email puoi essere il primo a sapere quando Dott. Francesco Di Iorio pubblica notizie e promozioni. Il tuo indirizzo email non verrà utilizzato per nessun altro scopo e potrai annullare l'iscrizione in qualsiasi momento.

Contatta Lo Studio

Invia un messaggio a Dott. Francesco Di Iorio:

Condividi

Digitare