PosturaLab

PosturaLab Studio di posturologia, chinesiologia e massoterapia

E tu lo sapevi che il mare può fare molto bene alla schiena? Specialmente quando il dolore è di tipo muscolare o postura...
06/06/2025

E tu lo sapevi che il mare può fare molto bene alla schiena? Specialmente quando il dolore è di tipo muscolare o posturale? Questo grazie a una combinazione di fattori naturali, ecco i principali:
➡️In acqua il corpo pesa meno: il galleggiamento riduce la forza di gravità e quindi la pressione su dischi intervertebrali, articolazioni e muscoli della schiena alleggerendo così la colonna vertebrale dando un’immediato senso di sollievo, soprattutto a chi soffre di lombalgia.
➡️Nuotare o semplicemente camminare in acqua attiva la muscolatura profonda della schiena e dell’addome, che stabilizza la colonna, il movimento in acqua è più controllato, senza impatti bruschi, aiutando così a migliorare assetto posturale, mobilità, forza e flessibilità.
➡️Il calore del sole (con le dovute protezioni) rilassa i muscoli contratti e migliora la circolazione, questo effetto termico può aiutare a sciogliere le tensioni lombari e cervicali.
➡️Il rumore delle onde, la luce naturale e l’aria ricca di iodio favoriscono il rilassamento psico-fisico, meno stress = meno tensioni muscolari = meno mal di schiena.
Riportati nell’immagine alcuni consigli e accorgimenti da tenere conto nei prossimi mesi.

➡️E tu lo sapevi che serrare i denti la notte può essere causa di cervicalgia al risveglio e durante la giornata ?Per se...
16/05/2025

➡️E tu lo sapevi che serrare i denti la notte può essere causa di cervicalgia al risveglio e durante la giornata ?

Per serraggio o clenching si intende l’atto di stringere i denti con forza, generalmente senza movimento (altrimenti prenderebbe il nome di bruxismo) durante il giorno o più comunemente la notte in modo consapevole o inconscio.
La contrazione eccessiva dei muscoli mandibolari (massetere, temporale e pterigoideo su tutti) può irradiarsi fino ai muscoli del collo come trapezio, scom elevatori della scapola etc. aumentandone rigidità e fastidio.
Un approccio multidisciplinare, tra terapista e dentista in questi casi risulta essere indispensabile per migliorare e risolvere il problema attraverso terapie manuali, bite e tecniche di rilassamento.

Dottore, non posso fare lo squat sennò mi torna il mal di schiena!!!Dopo qualche seduta insieme e migliorata la fase acu...
02/04/2025

Dottore, non posso fare lo squat sennò mi torna il mal di schiena!!!
Dopo qualche seduta insieme e migliorata la fase acuta sento spesso questa frase, ma è davvero così ?! premettendo che non è bello generalizzare ma va preso sempre in esame il caso specifico, noto quasi sempre nei pazienti colpiti da mal di schiena il problema della chinesiofobia ovvero la paura del movimento (che possa scaturire nuovamente il dolore provato precedentemente) se il terapista propone un esercizio è certo della buona riuscita di esso e del suo beneficio sul paziente, sfatiamo quindi questo falso mito :
Lo squat, se eseguito correttamente, può apportare numerosi vantaggi alla salute della schiena.
➡️Rinforzo del core: coinvolgendo intensamente i muscoli del core (addominali e lombari) fondamentali per supportare la colonna vertebrale e mantenere una postura funzionale.
(Un core forte aiuta a ridurre il carico sulla schiena, prevenendo il dolore.)
➡️Migliora l’assetto posturale:
un buon allineamento durante l'esercizio favorisce la consapevolezza posturale riducendo la tendenza a curvarsi.
➡️ Aumento della mobilità e flessibilità: migliora la mobilità/flessibilità di anche e ginocchia, due aree che, se rigide, possono influenzare negativamente la schiena.
➡️Rinforza i muscoli di glutei e gambe: che svolgono un ruolo cruciale nel supportare la schiena e migliorare la stabilità del bacino.
➡️Previene gli infortuni:
migliorando la capacità di gestire i carichi e i movimenti quotidiani.
➡️Migliora equilibrio e coordinazione

Quando si tratta di mal di schiena, sia il potenziamento che l'allungamento sono importanti, ed ognuno gioca un ruolo di...
03/03/2025

Quando si tratta di mal di schiena, sia il potenziamento che l'allungamento sono importanti, ed ognuno gioca un ruolo diverso nel trattamento e nella prevenzione del dolore.
La scelta tra i due dipende dal tipo di mal di schiena che il paziente sta affrontando e dall’obiettivo a lungo termine.
Il potenziamento si concentra sul rafforzamento dei muscoli che supportano la colonna vertebrale, come quelli del core (addominali, muscoli lombari, pelvici) e gambe.
Rafforzare questi muscoli è fondamentale per:
➡️ Stabilizzare la colonna vertebrale:
➡️Ridurre il rischio di infortuni.
➡️Migliorare l’assetto posturale
Un core forte supporta/stabilizza la colonna, riducendo la compressione sulle vertebre prevenendo e migliorando il mal di schiena.
L'allungamento invece aiuta a migliorare
➡️Mobilità
➡️Flessibilità
della colonna vertebrale e dei muscoli circostanti.
È particolarmente utile quando il mal di schiena è causato da muscoli tesi, contratti o da una ridotta mobilità.
L’abbinamento di entrambi risulterebbe essere la strategia migliore per trattare e migliorare il mal di schiena cronico e acuto.
Rafforzare i muscoli del core e della muscolatura degli arti inferiori, unito a un programma di stretching per migliorare la flessibilità, fornisce il miglior supporto a breve e lungo termine per la schiena.

➡️Cos’è la spina calcaneare ? Sì tratta di una calcificazione che si forma sotto il tallone per micro traumi ripetuti e/...
03/11/2024

➡️Cos’è la spina calcaneare ?

Sì tratta di una calcificazione che si forma sotto il tallone per micro traumi ripetuti e/o deambulazione/corsa inadeguata, è spesso responsabile di dolore al cammino/corsa o quando si passa troppo tempo in piedi.
Per comprenderla meglio bisognerebbe immaginarla come una piccola escrescenza che si forma a livello del calcagno (vedi foto) quando il piede viene particolarmente stressato, specialmente a livello del tallone.
Il corpo prova a "riparare" l’area formando questa piccola calcificazione (proprio come farebbe per una ferita) solo che in questo caso crea una “spina” che rende ogni passo doloroso.
Esercizi di stretching della muscolatura del piede (polpaccio e soleo sopratutto) ed esercizi di potenziamento della muscolatura podalica possono ridurne l’insorgenza anche se gli studi dimostrano che il problema è più frequente in sportivi, persone con conformazioni particolari del piede (piatto/cavo-pronato/supinato) soggetti sovrappeso/obeso e individui che passano molto tempo in piedi utilizzando calzature inadeguate.
La spina calcaneare, se presa in tempo può essere affrontata con trattamenti conservativi come Onda d’urto, Laser e Tecar oltre che riposo, antinfiammatori (prescritti dal medico) ghiaccio, esercizi specifici e se necessario ortesi plantare.

Felice di aver preso parte anche quest’anno a questa bellissima iniziativa di promozione allo sport e alla salute, un pi...
22/09/2024

Felice di aver preso parte anche quest’anno a questa bellissima iniziativa di promozione allo sport e alla salute, un piacere ritrovare e salutare “vecchi” pazienti e futuri (dando modo di conoscere la mia figura professionale, la mia metodologia di lavoro e il mio studio) un ringraziamento a tutti, al prossimo anno…

Il morbo di Osgood-Schlatter è una delle più comuni cause di dolore al ginocchio in bambini ed adolescenti, è causato da...
18/06/2024

Il morbo di Osgood-Schlatter è una delle più comuni cause di dolore al ginocchio in bambini ed adolescenti, è causato da trazione ripetuta ed eccessiva del tendine rotuleo nel punto in cui si inserisce sulla tibia.
Si verifica soprattutto in seguito a sollecitazioni ripetitive durante l’attività sportiva, che causano microtraumi, ciò avviene perché la crescita delle ossa supera la capacità del muscolo e del suo tendine di allungarsi sufficientemente da mantenere abbastanza flessibilità, determinando un’eccessiva tensione sull’estremità della tibia che provoca irritazione e dolore.
➡️ I pazienti solitamente riportano :
• Dolore correlato ad attività di salto e corsa (dove vi è una contrazione eccentrica del quadricipite).
• ⁠Dolore localizzato sul tubercolo tibiale e nella zona distale del tendine rotuleo.
• ⁠Dolore che aumenta con l’attività fisica e sportiva e diminuisce a riposo.
➡️Recenti studi affermano che la problematica migliora e tende alla risoluzione nel 90% dei casi al termine dell’età evolutiva senza sintomi residui.
In fase acuta, sotto prescrizione medica, riposo, terapia elettromedicale, manuale, crioterapia e kinesiterapia/rieducazione posturale svolgono un ruolo cardine per migliorare i sintomi.

Nel corso degli anni sono stati creati diversi acronimi per aiutare il paziente a memorizzare l’approccio più adatto nel...
29/04/2024

Nel corso degli anni sono stati creati diversi acronimi per aiutare il paziente a memorizzare l’approccio più adatto nel primo soccorso in caso di infortuni o traumi muscolari e articolari, in particolare per distorsioni e contusioni, i più conosciuti sono il protocollo ICE (ghiaccio-compressione-elevazione), il protocollo RICE (riposo-ghiaccio- compressione-elevazione) il protocollo POLICE (protezione-carico ottimale–ghiaccio-compressione-elevazione) e
il protocollo più recente ha come acronimo PEACE and LOVE.

Questo afferma che il tessuto lesionato ha bisogno di PEACE (per la cura immediata al trauma nei primi 3 giorni ) and LOVE (per i giorni successivi) :

P- PROTEZIONE : in una prima fase bisogna proteggere il tessuto per non aggravare il danno evitando tutti quei movimenti e quelle attività che potrebbero aumentare il dolore.
E- ELEVAZIONE : portare la struttura lesa più in alto rispetto al cuore favorendo il ritorno venoso riducendo il gonfiore.
A- EVITARE ANTIINFIAMMATORI l’infiammazione è il primo passo verso la guarigione di un tessuto, in questa fase non bisogna ostacolarla.
C- COMPRESSIONE : con un bendaggio riducendo sanguinamento e versamento.
E- EDUCAZIONE educare il paziente a cosa può e non può fare.

L- CARICO : appena la regressione del dolore e della sintomatologia lo permette iniziare a caricare gradualmente il tessuto o la struttura lesionata tramite esercizo attivo.
O- OTTIMISMO: la paura puó essere un’ostacolo verso il recupero completo della lesione, un pensiero positivo aiuterà nel processo terapeutico.
V- VASCOLARIZZAZIONE : praticare attività aerobica in assenza di dolore migliora il flusso sanguigno riducendo i tempi di recupero.
E- ESERCIZIO: fondamentale per il recupero della mobilità, della forza, propriocezione ed evitare un’eventuale ricaduta.

Riassumendo, in una prima fase bisogna proteggere la struttura lesionata, cercando di evitare le attività che aumentano il dolore (evitando se possibile l’assunzione di antinfiammatori).
In una seconda fase (dopo circa 3 giorni dal trauma) si pone attenzione sul carico precoce e sulla progressione dell’esercizio a discapito di trattamenti passivi e del riposo completo che prevedevano i vecchi protocolli.

L'infiammazione è un meccanismo di difesa che, in caso di infezioni, lesioni, traumi o sovraccarico ha l'obiettivo di lo...
15/04/2024

L'infiammazione è un meccanismo di difesa che, in caso di infezioni, lesioni, traumi o sovraccarico ha l'obiettivo di localizzare ed eliminare l'agente nocivo e rimuovere i componenti danneggiati del tessuto promuovendo la guarigione.
La risposta infiammatoria consiste in cambiamenti nel flusso sanguigno, aumento della permeabilità dei vasi sanguigni e migrazione di fluidi, proteine e globuli bianchi dalla circolazione al sito di danno tissutale.
Una risposta infiammatoria che dura pochi giorni è chiamata infiammazione acuta, mentre una risposta di durata più lunga viene definita infiammazione cronica.
⚠️Come possiamo riconoscerla ? Attraverso i seguenti sintomi :
➡️ Calor : (aumento della temperatura locale vista la maggiore vascolarizzazione del tessuto)
➡️ Tumor : (gonfiore causato dalla formazione dell’essudato)
➡️ Rubor : (arrossamento dato dal maggior afflusso ematico)
➡️ Dolor : (indolenzimento provocato dalla compressione e dalla stimolazione delle fibre sensitive da parte dell’agente infiammatorio e l’essudato)
➡️ Funtcio Laesa : (compromissione funzionale della zona colpita)

Noto anche come facilitazione neuromuscolare propriocettiva, il PNF è una tipologia di stretching che non prevede sempli...
01/02/2024

Noto anche come facilitazione neuromuscolare propriocettiva, il PNF è una tipologia di stretching che non prevede semplice allungamento passivo del muscolo ma servendosi dei fusi neuromuscolari (recettori sensibili allo stiramento, che intervengono per evitare lesioni muscolari attivando una contrazione riflessa chiamata riflesso miotatico) riesce a portare maggiore mobilità e flessibilità.
Durante lo stretching PNF infatti, quando il muscolo viene posizionato in massimo stretch, si effettua una contrazione isometrica volontaria della durata di 5 secondi, inibendo l’azione dei fusi si potrà procedere ad un allungamento maggiore ripetendolo 2-3 volte fino ad ottenere una lunghezza muscolare superiore e immediata.

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