29/09/2023
Aggiungerei che quando un bambino esprime il desiderio di preservare un legame tra i suoi genitori, rappresenta il bisogno che mamma e papà continuino ad essere insieme i suoi genitori, non che giochino o meno a fare la coppia coniugale, ma solo che possa rappresentarli ancora dentro di se come coppia genitoriale… è questa la sfida finale che richiede lo “sforzo” delle famiglie separate, è questo che osserviamo nei nostri studi professionali, è questa la richiesta profonda.
Nel racconto dello spot la bambina rivela di amare profondamente i propri genitori nonostante la separazione. Per questa ragione non sceglie un frutto della discordia (una mela) ma un frutto simbolo, come ritiene, per esempio, la mitologia cinese, di immortalità (la pesca). Dunque un frutto che rappresenta un legame che non si interrompe, che non finisce, che si mantiene nel tempo. Non è forse questo un modo con il quale i bambini fantasmizzano il legame affettivo coi loro genitori? Un legame che non può essere spezzato, un riferimento solido, una “base sicura”, come direbbe Bowlby. Di fronte a questa macchia di Rorschach personalmente non vedo alcuna celebrazione della famiglia tradizionale anti-divorzista. Vedo piuttosto lo sguardo di una bambina che vuole assicurarsi che tra i suoi genitori sussista ancora un legame e vedo due genitori in grado di sopportare il lutto del loro fallimento di coppia senza coinvolgere come un ostaggio la propria figlia. [...] È lo sforzo che ogni genitore separato sa di dover provare a compiere: differenziare la sua posizione soggettiva e il suo diritto alla libertà, dalla responsabilità illimitata che comporta l’essere padre o madre di un figlio. Non è quello che il gesto di questa bambina traduce nel carattere "magico" del suo dono? Preservare un legame tra i genitori anche nella distanza?
https://www.massimorecalcati.it/images/Esselunga_lo_spot_della_discordia_-_LR_-_29_Settembre_2023.pdf
Al link l'articolo di Massimo Recalcati "Esselunga, lo spot della discordia e come ci guardano i figli" su La Repubblica di oggi.
Buona lettura!
SC