Dott. Henri Zenuni, neurologo

Dott. Henri Zenuni, neurologo Neurologo clinico con esperienza in malattie degenerative e cefalee
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05/12/2024

Cari pazienti, tramite CUP della regione Molise da oggi potrete prenotare le visite neruologiche con me, presso gli ambulatori ASREM di Larino, Montenero di bisaccia, Castelmauro e Santa Croce di Magliano. Sarà inoltre possibile eseguire le visite neurologiche di controllo in agenda interna.

25/10/2024

- PILLOLE DI NEUROLOGIA - SINDROME FIBROMIALGICA E NEUROPATIA DELLE PICCOLE FIBRE

La recente richiesta da parte di una giovane paziente mi ha spinto a voler dare alcune informazioni a riguardo.

La sindrome fibromialgica, o comunemente detta fibromialgia, è un disturbo neurosensoriale in cui l’individuo non è in grado di elaborare adeguatamente lo stimolo doloroso a livello del sistema nervoso. Di fatto i sintomi caratterizzanti tale condizione sono dolori muscoloscheletrici diffusi e senso di fatica fisica e mentale.
Un tempo la diagnosi di sindrome fibromialgica si basava sul riscontro di dolorabilità alla palpazione di almeno 11 su 18 trigger point, oggi i criteri diagnostici proposti dalla società americana di reumatologia prevodono l'utilizzo di apposite scale validate (WPI e SS). La diagnosi differenziale richiede tuttavia l'esclusione di artropatie infiammatorie e disturbi tiroidei.
La causa di tale disturbo è ancora sconosciuta. I meccanismi alla base non sono ben chiari, si ipotizza in maniera generica che siano presenti fenomeni di disregolazione delle aree cerebrali deputate al "riconoscimento" del dolore in assenza di un vero danno biologico; da qui la definizione di dolore nociplastico risulta più adeguata rispetto al dolore neuropatico in senso stretto.
Negli ultimi 10 anni diversi studi hanno documentato come in una sensibile percentuale di pazienti inquadrati come fibromialgici fossero in realtà presenti alterazioni a carico delle piccole fibre nervose termo-dolorifiche e questo, ha generato non poca confusione nelle comunità dei pazienti fibromialgici che, dopo anni di assenza di spiegazioni circa la propria condizione, hanno intravisto la possibilità di correlare la propria condizione alla neuropatia delle piccole fibre, entità clinica organica e separata. La neuropatia delle piccole fibre si caratterizza infatti per la presenza di un dolore neuropatico, sostenuto dalla lesione delle piccole fibre, associato a sintomi autonomici di vario tipo (disfunzioni cardiovascolari, disfunzioni della sudorazione, disfunzioni gastrointestinali ecc…) assenti invece nella sindrome fibromialgica.
Concludendo si può quindi affermare che è possibile che una parte di pazienti con neuropatia delle piccole fibre, in assenza di una visita mirata, possa essere mal diagnosticata come fibromialgica. Per tale motivo, in presenza di una sindrome dolorosa di questo tipo, una volta escluse possibili affezioni reumatologiche, sarebbe bene indagarne la causa per mezzo di una visita neurologica e di brevi di questionari di screening.

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11/04/2024

- PILLOLE DI NEUROLOGIA - PARALISI DI BELL

Recentemente Simona Ventura è apparsa sugli schemi con un’evidente paresi dell’emivolto destro. Sembra che la nota conduttrice sia stata infatti colpita da una paralisi di Bell.

Tale condizione è una mononeuropatia del nervo facciale o faciale (VII nervo cranico) la cui causa è stata a lungo sconosciuta, o tradizionalmente attribuita ad un “colpo di freddo”. Ad oggi si ritiene che essa possaa essere sostenuta da una lesione infettivo-infiammatoria causata da virus herpetici (es. il comune herpes simplex o l’herpes responsabile della varicella e dello zoster).

La paralisi di Bell è spesso annunciata da dolore auricolare e spesso viene notata al risveglio. Alla paralisi facciale possono accompagnarsi dolore auricolare, disturbi dell’udito, riduzione del gusto occhio secco e bocca secca. Il decorso clinico può essere autorisolutivo e con prognosi favorevole, tuttavia diversi studi indicano la necessità e l’utilità di una terapia cortisonica nella fase acuta, più dibattuto appare l’utilizzo di farmaci antivirali, da considerare in base al rapporto rischio-beneficio nel corso d un’adeguata visita medica. Possibili complicanze sono legate a recupero non totale della paresi, lesioni oculari e fenomeni neurologici da recupero aberrante (emispasmo facciale o sincinesie facciali patologiche). La risonanza magnetica non è strettamente necessaria nella diagnosi ma può essere considerata qualora tale condizione si configuri nell’ambito di una sindrome dell’angolo ponto-cerebellare.

13/03/2024

"Pillole di neurologia - Cosa sono le funzioni cognitive?"

Le funzioni cognitive come la memoria e l'apprendimento, l'attenzione, il linguaggio, la capacità di eseguire gesti o schemi motori e il processo decisionale sono le abilità mentali necessarie allo svolgimento di qualsiasi attività, da quelle relativamente semplici alle più complesse.

Un'esemplificazione letteraria dei disturbi delle funzioni cognitive viene dal famoso romanzo Cent'anni di solitudine, dove il Premio Nobel colombiano Gabriel García Márquez, descrive così la perdita delle funzioni cognitive e dell'intelletto a cui gli abitanti di Macondo sembrano andare incontro: "...Non gli venne in mente che quella poteva essere la prima manifestazione della perdita della memoria, perché l’oggetto aveva un nome difficile da ricordare. Ma pochi giorni dopo scoprì che faceva fatica a ricordarsi di quasi tutte le cose del laboratorio. Allora le segnò col nome rispettivo, di modo che gli bastava leggere l’iscrizione per riconoscerle. Quando suo padre gli rivelò la sua preoccupazione per essersi dimenticato perfino dei fatti più impressionanti della sua infanzia, Aureliano gli spiegò il suo metodo, e José Arcadio Buendía lo mise in pratica in tutta la casa e più tardi lo impose a tutto il paese. Con uno stecco inchiostrato segnò ogni cosa col suo nome: tavolo, sedia, orologio, porta, muro, letto, casseruola. Andò in cortile e segnò gli animali e le piante: v***a, capro, porco, gallina, manioca, malanga, banano. A poco a poco, studiando le infinite possibilità di dimenticare, si accorse che poteva arrivare un giorno in cui si sarebbero individuate le cose dalle loro iscrizioni, ma non se ne sarebbe ricordata l’utilità. Allora fu più esplicito. Il cartello che appese alla nuca della v***a era un modello esemplare del modo in cui gli abitanti di Macondo erano disposti a lottare conto la perdita della memoria: Questa è la v***a, bisogna mungerla tutte le mattine in modo che produca il latte e il latte bisogna farlo bollire per aggiungerlo al caffè e fare il caffelatte. Così cominciarono a vivere in una realtà sdrucciolosa, momentaneamente catturata dalle parole, ma che sarebbe sfuggita senza rimedio quando avessero dimenticato i valori delle lettere scritte...".

È importante prendersi cura di tali aspetti agendo con semplici regole sugli stili di vita. Una prima valutazione cognitiva può essere eseguita con semplici test in corso di visita neurologica nonchè tramite batterie neuropsicologiche mirate ai bisogni specifici del soggetto.

26/01/2024

"Pillole di neurologia"

L’emicrania è una condizione neurologica cronica, molto diffusa nella popolazione generale che si manifesta con riacutizzazioni episodiche, i cosiddetti “attacchi” di emicrania.

Il trattamento dell’attacco acuto vuol dire: sto male, ho mal di testa, prendo un analgesico o un farmaco bloccante il processo emicranico. Questo è un trattamento puramente sintomatico e può non essere sempre sufficiente a controllare la frequenza ed il numero degli attacchi, portando con se un rilevante impatto in termini di prestazioni quotidiane, lavorative e sulla qualità di vita delle persone. In questi casi può essere d’aiuto una terapia di profilassi.

La terapia di profilassi si avvale di farmaci o integratori presi quotidianamente, e non solo in fase di attacco acuto. Sono terapie di fondo che agiscono sui circuiti del dolore cranico e che si dimostrano molto efficaci nel controllo dei sintomi sia nel breve che nel lungo termine.

Quando iniziare una profilassi/prevenzione?
Questa terapia dovrebbe essere considerata nei pazienti che hanno quattro o più mal di testa al mese o almeno otto giorni di mal di testa al mese, attacchi significativamente debilitanti nonostante una gestione acuta appropriata, difficoltà a tollerare o avere una controindicazione alla terapia acuta, volontà del paziente di minimizzare il più possibile gli attacchi acuti.

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