08/10/2024
In questi tempi contemporanei si evidenzia un’inadeguatezza sempre più ampia, profonda e grave tra i nostri saperi disgiunti, frazionati, suddivisi in discipline da una parte, e realtà o problemi sempre più polidisciplinari, trasversali, multidimensionali, transnazionali, globali, planetari dall’altra.
L’indebolimento di una percezione globale conduce all’indebolimento del senso della responsabilità, poiché ciascuno tende a essere responsabile solo del proprio compito specializzato, così come all’indebolimento della solidarietà, poiché ciascuno percepisce solo il legame con il proprio territorio di appartenenza.
Montaigne affermava “è meglio una testa ben fatta che una testa ben piena”.
Una “testa ben fatta” significa che invece di accumulare sapere (“testa ben piena”), è importante che una persona abbia l’attitudine generale a problematizzare e a risolvere i problemi (general problem setting and solving) secondo quei principi organizzatori che permettono di collegare i saperi e di dare loro un senso. Affinchè venga impiegata pienamente l’intelligenza generale, allo stimolo della curiosità e all’esercizio del dubbio, rifacendosi all’ars cogitandi, all’arte dell’argomentazione e della discussione.
Richiama i caratteri costitutivi dell’intelligenza dei Greci chiamata métis, “insieme di attitudini mentali che combinano l’intuizione, la sagacia, la previsione, l’elasticità mentale, la capacità di cavarsela, l’attenzione vigile, il senso dell’opportunità” .
Un buon uso dell’intelligenza generale presume anche la capacità di trasformare dettagli insignificanti in indizi che consentono di ricostruire e risolvere una storia.
Il nostro ruolo “adulto” di formatore dovrà fornire ai giovani una cultura che permetta di distinguere, contestualizzare, globalizzare, affrontare i problemi multidimensionali, globali e fondamentali; preparare le loro menti a rispondere alle sfide che pone alla conoscenza umana la crescente complessità dei problemi, preparare le menti ad affrontare le incertezze, favorendo l’intelligenza strategica e la scommessa per un mondo migliore; educare alla comprensione umana fra vicini e lontani, e insegnare la cittadinanza terrestre, insegnando l’umanità nella sua unità nella quale gli esseri umani sono posti a confronto con gli stessi problemi vitali e mortali.
(Edgar Morin - da “La testa ben fatta”)
Immagine: Opera di 𝐓𝐫𝐮𝐝𝐢 𝐒𝐢𝐬𝐬𝐨𝐧𝐬