
09/09/2024
Caccia alle streghe
Dott. Lucia Laudi
Ho osservato nelle classi prime della scuola di II grado, che
tendenzialmente gli allievi hanno un comportamento tranquillo e
timoroso, ma dopo un periodo di circa 2 mesi, iniziano ad assumere un
comportamento di ribellione e ogni loro difficoltà l’attribuiscono
agli insegnanti.
Tendono a prendere di mira quell’insegnante più severa, che chiede
loro di studiare di più e soprattutto cercano il consenso e il
sostegno dei genitori, raccontando loro parte degli eventi o dei
discorsi, estrapolandoli dal contesti, in modo che il significato si
modifichi e che dia possibilità di attaccare il docente. I genitori,
non tutti, non possono pensare che i loro figli possano travisare la
realtà, è l’insegnante che sbaglia e deve essere attaccata subito e
“darle una lezione”. In questo gioco psicologico i genitori vanno subito dal preside, che il docente ha dato un’insufficienza e che non è in grado di valutare, perché a casa hanno interrogato il figlio/a e sapeva tutto, ha
studiato parecchie ore e accusano il docente di assumere comportamenti
gravi verso il ragazzo/, il messaggio ulteriore è “Non vali, ti faccio
vedere io”. L’insegnante si sente attaccata e ha un atteggiamento di
sottomissione o di ribellione.
E’ importante che il docente sia assertivo, che faccia un’ esame di realtà ai genitori, in questo modo stoppa il gioco psicologo e diventano alleati dell’insegnante, il discente cambia atteggiamento e inizia una nuova relazione proficua per tutti.