Studio medico dott.ssa maria letizia primo

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Lynn Margulis una scienziata controcorrente Oggi voglio parlare della biologa Lynn Margulis poco considerata ai suoi tem...
20/07/2025

Lynn Margulis una scienziata controcorrente

Oggi voglio parlare della biologa Lynn Margulis poco considerata ai suoi tempi ma di straordinaria tenacia. Giovane ricercatrice, nel 1966 scrive On the Origin of Mitosing Cells, un articolo in cui espone una nuova teoria sull’origine delle cellule eucariotiche, avanzando l’ipotesi che i mitocondri siano i discendenti di un batterio che fu inglobato da una cellula ancestrale più grande circa 1,5 miliardi di anni fa. Invece di digerirlo, la cellula lasciò che continuasse a vivere al suo interno. Margulis ha chiamato questo evento «endosimbiosi», che significa più o meno «vivere o lavorare insieme dall’interno». La cellula ospite non aveva una fonte di energia che sfruttasse l’ossigeno che, grazie alle piante, era già presente in abbondanza nell’atmosfera, e i mitocondri colmarono quella lacuna. Quell’unione improbabile permise alle cellule di comunicare e collaborare e consentì loro di prendere cognizione anche di cose che andavano oltre i loro confini, aprendo la strada a un futuro più complesso sotto forma di organismi pluricellulari. La cellula eucariotica deriverebbe dunque da questa antica simbiosi di tipo mutualistico, in cui i batteri aerobi forniscono alla cellula che li ospita energia e in cambio ottengono il vantaggio di vivere in un ambiente protetto e ricco di sostanze nutritive. La stessa origine riguarderebbe i cloroplasti – organelli altrettanto importanti per il funzionamento delle cellule vegetali, responsabili dei processi di fotosintesi – i cui antenati sarebbero antichi cianobatteri. L’articolo viene ritenuto lacunoso in più punti e rifiutato da quindici riviste scientifiche, finché nel 1967 James Danielli, editor di The Journal of Theoretical Biology, non accetta di pubblicarlo. Pur ottenendo il premio come miglior pubblicazione dell’anno da parte della Boston University, il lavoro della giovane biologa americana non viene preso realmente sul serio almeno fino al 1978, anno in cui viene dimostrato sperimentalmente che mitocondri e cloroplasti derivano da batteri e cianobatteri. A ulteriore conferma della teoria dell’endosimbiosi, inoltre, negli anni successivi si scopre che questi organelli sono dotati di un DNA proprio, diverso da quello nucleare.

Le cellule tumorali rubano i mitocondri ai neuroni per avere più energiaLa plasticità metabolica delle cellule tumorali ...
18/07/2025

Le cellule tumorali rubano i mitocondri ai neuroni per avere più energia

La plasticità metabolica delle cellule tumorali è una delle chiavi del loro successo, soprattutto in funzione della capacità di migrare e formare metastasi in tessuti diversi dalla sede primaria. In parte, questa plasticità è merito delle cellule tumorali stesse, capaci di ricalibrare il loro apparato enzimatico e sfruttare nuovi substrati metabolici. Ci sono anche meccanismi non autonomi, meno conosciuti ma che implicano interazioni complesse con il microambiente tumorale. Una di queste coinvolge i nervi che infiltrano i tumori e si realizza con un “furto”: le cellule tumorali “rubano” da quelle nervose i mitocondri, le centrali energetiche cellulari, e così acquistano un boost di energia che le aiuta a diffondersi in altri organi. Negli ultimi anni, la neurobiologia dei tumori ha guadagnato sempre più attenzioni. A ragione: nei malati di cancro, l’innervazione delle masse tumorali comporta prognosi più infauste; l’eliminazione dei nervi infiltranti un tumore, al contrario, riduce la progressione della malattia in maniera tessuto-specifica. C’entra il metabolismo: ci sono evidenze, ottenute sia in topi sia in pazienti umani, che l’eliminazione dei nervi comprometta il metabolismo delle cellule tumorali e di conseguenza la loro capacità di proliferare ed espandersi. È in questo filone di ricerca che si inserisce il nuovo lavoro, condotto su topi affetti da due forme molto aggressive di tumore alla mammella. Per prima cosa gli autori hanno somministrato agli animali malati una sostanza per bloccare la funzionalità dei nervi osservando, come ci si aspettava, un rallentamento del metabolismo nelle cellule cancerose: l’analisi dell’espressione genica ha infatti mostrato la soppressione di alcune vie metaboliche. Per comprendere nel dettaglio il meccanismo di questo processo, si è lavorato su colture di cellule tumorali e nervose – ottenute dalla riprogrammazione di staminali neurali prelevate dall’area subventricolare del cervello murino – osservando un vero e proprio trasferimento di mitocondri dalle cellule nervose a quelle tumorali attraverso sottilissime estensioni simili a nanotubi. Il risultato? Il metabolismo di quest’ultime metteva il turbo: producevano più energia rispetto a cellule tumorali coltivate senza quelle nervose. Poiché le cellule tumorali non inventano nuovi meccanismi, ma piuttosto sfruttano processi fisiologici già esistenti, si sta esplorando in che modo trasferimenti mitocondriali simili avvengano nella biologia normale e in patologie diverse dal cancro.Comprendere questi meccanismi, in condizioni sia fisiologiche sia patologiche, potrebbe far emergere principi fondamentali della comunicazione intercellulare e aprire nuove opportunità terapeutiche.Ai ricercatori interessa capire anche a che cosa serva tutta l’energia guadagnata dal trasferimento dei mitocondri, forse favoriva la formazione delle metastasi? Per scoprirlo, hanno simulato gli stress fisici e chimici a cui le cellule tumorali sono sottoposte nel viaggio della “cascata metastatica” facendole passare attraverso aghi e siringhe o esponendole a perossido d’idrogeno che crea stress ossidativo: le cellule tumorali con extra-mitocondri resistevano meglio di quelle senza, confermando che il boost di energia le rende più resistenti e resilienti agli stress che incontrano nel processo di formazione delle metastasi. Questo processo non è limitato al tumore al seno : meccanismi simili sono sfruttati nel melanoma e nel tumore alla prostata: il trasferimento mitocondriale rappresenterebbe una strategia ‘universale’ utilizzata dalle cellule tumorali più aggressive per adattarsi allo stress e agli ambienti ostili. Anche se è probabile che l’entità con cui questo processo avviene sia diversa a seconda del tipo di tumore, in funzione della composizione nervosa del microambiente tumorale e di altri fattori.
Quello che più conta, però, è la rilevanza della scoperta in termini di cure. Il lavoro apre tre potenziali strade terapeutiche
La prima consiste nel colpire direttamente l’innervazione del tumore: bloccare i segnali di guida degli assoni o interferire con l’infiltrazione nervosa potrebbe contribuire a rallentare la progressione del cancro.
La seconda possibilità è inibire il trasferimento intercellulare dei mitocondri, il processo che conferisce alle cellule tumorali il vantaggio metabolico.
La terza, è l’eliminazione selettiva delle cellule tumorali che hanno ricevuto mitocondri di origine neuronale, poiché queste cellule acquisiscono caratteristiche distintive che le rendono più aggressive

Nerve-to-cancer transfer of mitochondria during cancer metastasis Gregory Hoover, Daniel Medina, Jeffrey T. Chang, Gustavo Ayala & Simon Grelet (NATURE 2025)
Ayala, G. Neuroepithelial interactions in cancer. Annu. Rev. of Pathol. 18, 493–514 (2023).
Magnon, C. & Hondermarck, H. The neural addiction of cancer. Nat. Rev. Cancer 23, 317–334 (2023).
Torborg, S. R., Li, Z., Chan, J. E. & Tammela, T. Cellular and molecular mechanisms of plasticity in cancer. Trends Cancer 8, 735–746 (2022).
Mosier, J. A., Schwager, S. C., Boyajian, D. A. & Reinhart-King, C. A. Cancer cell metabolic plasticity in migration and metastasis. Clin. Exp. Metastasis 38, 343–359 (2021).

L’aumento di peso favorisce l’invecchiamento cerebraleDall’analisi delle risonanze magnetiche di oltre 46.000 persone è ...
17/07/2025

L’aumento di peso favorisce l’invecchiamento cerebrale

Dall’analisi delle risonanze magnetiche di oltre 46.000 persone è emerso che un peso corporeo eccessivo (BMI) elevato, in particolare ≥30 kg/m 2 è associato a un invecchiamento accelerato del cervello e a una maggiore atrofia cerebrale, cambiamenti che possono assomigliare a quelli osservati nelle fasi iniziali della malattia di Alzheimer Un fenomeno che vale in particolare per i maschi e che tende a diminuire con l’avanzare dell’età Un peso corporeo eccessivo, in particolare lo stato di sovrappeso o di obesità, è associato a un invecchiamento accelerato del cervello e a una maggiore atrofia cerebrale, soprattutto tra gli uomini; quelli in sovrappeso mostravano un cervello che appariva 'più vecchio' di circa otto mesi, mentre in quelli con obesità l'invecchiamento cerebrale era di circa due anni superiore rispetto ai coetanei con peso normale. Diverso il discorso per le donne. Sorprendentemente, infatti, dall'indagine è emerso che le donne con peso normale mostrano più segni di invecchiamento cerebrale (8 mesi aggiuntivi) e di atrofia simile a quella dell’Alzheimer rispetto alle donne in sovrappeso e anche rispetto agli uomini con peso normale. È quanto emerge dal più ampio studio internazionale condotto finora sul rapporto tra peso corporeo e salute cerebrale. Lo studio ha coinvolto oltre 46.000 persone in 15 progetti di ricerca. L’obesità è considerata da molti un’epidemia globale del nostro secolo, con stime che indicano che entro il 2025 oltre la metà della popolazione adulta mondiale sarà in sovrappeso o obesa. A questa condizione sono associati disordini metabolici, cardiovascolari e renali che, uniti all’invecchiamento della popolazione, mettono a rischio la salute di un numero sempre più elevato di persone .Oggi sappiamo anche che l’aumento di peso nella vita adulta è associato a un più alto rischio di sviluppare forme di demenza. Si pensa infatti che un elevato indice di massa corporea possa influire sull’integrità del cervello, causando atrofia della sostanza grigia e bianca e colpendo la solidità dei circuiti neurali. Non conosciamo però ancora i meccanismi alla base di questi fenomeni. Sappiamo che la differenza di sesso influisce in modo diverso sul rischio di sviluppare forme di demenza, ma restano da capire i percorsi che provocano queste disparità. Altro elemento centrale è quello dell’età. L’impatto del peso corporeo sull’invecchiamento del cervello si è rivelato infatti più marcato nei soggetti più giovani, mentre tendeva ad attenuarsi con l’avanzare dell’età. Restano ancora da chiarire molti aspetti legati a queste connessioni. Alcuni indizi arrivano dalle analisi proteomiche realizzate dai ricercatori, ovvero lo studio su vasta scala delle proteine. Sono state identificate infatti alcune proteine nel sangue associate sia al peso corporeo che all’invecchiamento cerebrale. In studi di proteomica, cinque e otto proteine su 1463 proteine erano significativamente (positivamente o negativamente) associate rispettivamente all'invecchiamento cerebrale e a una variazione di 1-DS dell'BMI (DS = 4,2 kg/m 2 ).

eBiomedicine Volume 116105763June 2025 Radiomic and proteomic signatures of body mass index on brain ageing and Alzheimer's-like patterns of brain atrophyFilippos Anagnostakis ∙ Michail Kokkorakis ∙ KeenanA. Walker ∙ Ioanna Skampardoni ∙ Junhao Wen∙ Guray Erus

IL MIO AMATO MITOCONDRIO: MITOCONDRI DEL NEURONENon tutti i mitocondri sono uguali: come gli esseri umani si specializza...
13/07/2025

IL MIO AMATO MITOCONDRIO: MITOCONDRI DEL NEURONE

Non tutti i mitocondri sono uguali: come gli esseri umani si specializzano in ruoli sociali ed economici diversi, e gli organi si specializzano per svolgere funzioni complementari (il fegato nutre gli altri organi, il cuore p***a il sangue, il cervello integra le informazioni ed emette direttive), così anche i mitocondri si specializzano. Quelli di organi e cellule differenti hanno aspetti diversi, contengono proteine diverse, si muovono in modi diversi e hanno capacità differenti di percepire, integrare e comunicare specifiche informazioni, a seconda della cellula in cui vivono. È probabile che questa specializzazione migliori la loro efficienza, permettendo così all’organismo di sopravvivere con un minor consumo energetico totale. Da poco e’ stata compilata la prima mappa dei mitocondri nel cervello umano. Anche all’interno di questo organo ci sono tipi distinti di mitocondri in diverse parti della corteccia e nelle regioni subcorticali più profonde. Il cervello consuma il 20 per cento dell’energia a riposo dell’organismo, pur rappresentando solo il 2 per cento della massa; perciò, per funzionare necessita di una fonte di energia efficiente. Secondo alcune stime, ogni neurone può avere fino a 2 milioni di mitocondri. Le regioni cerebrali evolutesi più di recente, che sono quelle con il maggior consumo energetico, hanno mitocondri più nettamente specializzati nella trasformazione dell’energia. Anche i mitocondri all’interno della stessa cellula possono avere un aspetto molto diverso gli uni dagli altri. Per esempio, i neuroni contengono mitocondri «dendritici», che si trovano nei dendriti (le fibre attraverso cui giungono i segnali provenienti da altre cellule), sono filamenti stabili lunghi dai 10 ai 30 micrometri (una lunghezza straordinaria per questo genere di strutture) e presentano diverse copie dell’mtDNA. I neuroni hanno poi mitocondri «assonali» che si muovono lungo gli assoni lineari, che sono autostrade cellulari per trasportare i segnali verso altri neuroni; questi mitocondri di solito sono corti e tozzi (lunghi fino a un micrometro) e spesso sono privi di mtDNA. Infine, ci sono i mitocondri «citoplasmatici», che si trovano nei pressi del nucleo dei neuroni e sono una via di mezzo tra gli altri due tipi. Specializzazioni e raggruppamenti analoghi si osservano anche nelle cellule muscolari e adipose. Più una cellula richiede energia, più mitocondri possiede, e più è critica la salute dei mitocondri, quindi c'è più possibilità che qualcosa vada storto. Ci sono forme come i mitocondri a ciambella (donut mithocondrion) poco efficienti dal punto di vista energetico tipici del Morbo di Parkinson presenti a livello della presinapsi che si formano in caso di stress ossidativo

Galzignano terme 20-21-22 Giugno “Nuove frontiere della scienza: la salute dell’uomo in 5D le 5 dimensioni e l’arte medi...
23/06/2025

Galzignano terme 20-21-22 Giugno “Nuove frontiere della scienza: la salute dell’uomo in 5D le 5 dimensioni e l’arte medica a confronto”
IL CERVELLO CREA I SAPORI . LA NUOVA SCIENZA DELLA NEUROGASTRONOMIA
Particolarmente apprezzato questo laboratorio tenuto da me e Paolo Bellingeri

Sopravvivere ...riprodursi .La biologia dell’evoluzione ci ricorda quanto l’alimentazione sia alla base del nostro stare nel mondo Mangiare è alla base del nostro comportamento che manteniamo quotidianamente per tutta la vita Negli ultimi decenni le ricerche hanno spiegato come i nostri pasti siano controllati da meccanismi ormonali ma questo non spiega il nostro amore o avversione per alcuni cibi piuttosto che altri Per rispondere a questa domanda ci viene incontro la “scienza del cibo” che si preoccupa appunto del sapore del cibo. Comunemente si crede che i cibi contengano i sapori: in realtà contengono le molecole del sapore e i sapori di queste molecole sono creati dal cervello

Galzignano terme 20-21-22 Giugno “Nuove frontiere della scienza: la salute dell’uomo in 5D le 5 dimensioni e l’arte medi...
23/06/2025

Galzignano terme 20-21-22 Giugno “Nuove frontiere della scienza: la salute dell’uomo in 5D le 5 dimensioni e l’arte medica a confronto”
Grazie a tutti i partecipanti..un anno di preparazione ma è stata una splendida avventura

Il potere dell'effetto placeboLA MENTE CREA TUTTO CIO’ CHE INTENSAMENTE PENSAPrendersi cura di sé con la mente è possibi...
19/06/2025

Il potere dell'effetto placebo
LA MENTE CREA TUTTO CIO’ CHE INTENSAMENTE PENSA
Prendersi cura di sé con la mente è possibile, ma l'effetto placebo non si limita solo al pensiero positivo.
La mente può essere un potente strumento di guarigione quando ne hai la possibilità. L'idea che il cervello possa convincere il corpo che un trattamento fittizio sia quello vero – il cosiddetto effetto placebo – e quindi stimolare la guarigione esiste da millenni. Ora la scienza ha scoperto che, nelle giuste circostanze, un placebo può essere efficace quanto i trattamenti tradizionali.

17/06/2025

Cari tutti vi presento uno scritto della cara amica Barbara Frandino nota scrittrice e donna generosissima ed ironica che evoca grandi spunti di riflessione .Buona lettura

La bellezza nell'era digitale
Barbara Frandino
Instagram mi propone un’app che a sua volta mi propone un test. Se carico una foto, l’app valuterà gratuitamente il mio grado di bellezza, offrendomi anche una percentuale del fascino e di una serie di altre qualità estetiche, ammesso che l’algoritmo ne trovi. Considero i rischi: sarò in grado di sopportare la ferita narcisistica che mi procurerebbe una valutazione negativa? Credo di potercela fare, quindi carico la foto. Dopo qualche secondo, il valutatore di bellezza mi informa che la mia percentuale attrattiva sfiora il 50 per cento – ecco che la ferita comincia a sanguinare – mentre le cose vanno meglio per il senso di affidabilità e di fiducia che ispiro. La percentuale più alta la ottengo per l’accessibilità. Preferisco non indagare sui possibili sensi di questa parola che mi sembra vagamente irrispettosa. Come gran finale, l’algoritmo, ma forse è solo per farsi perdonare, fa un calcolo predittivo della mia età: 31 anni. In altre parole, non bella ma decisamente giovanile, mi terrei a galla perché sono una gattamorta di buon carattere.

un’adeguata assunzione di liquidi è essenziale per l’efficacia dei farmaci.Quando le temperature superano i 30 gradi, mo...
31/05/2025

un’adeguata assunzione di liquidi è essenziale per l’efficacia dei farmaci.

Quando le temperature superano i 30 gradi, molti si godono il clima estivo. Questi periodi di caldo, tuttavia, per altri rappresentano anche un enorme stress: iniziamo a sudare per raffreddarci. Il cuore va più veloce, la circolazione è maggiormente sollecitata e il sangue affluisce verso le estremità, facendoci gonfiare mani e piedi. L’apporto di sangue, di conseguenza, viene a mancare altrove: i nostri organi, infatti, non ricevono più adeguato rifornimento. Si tratta di una sofferenza che si riflette nelle statistiche: quando fa molto caldo, le morti aumentano. Gli anziani con malattie preesistenti corrono un rischio maggiore. Anche i decessi per infarto, ictus e insufficienza cardiaca aumentano significativamente quando fa caldo.

In generale, un’adeguata assunzione di liquidi è essenziale per l’efficacia dei farmaci. (almeno 30 ml per kg di peso corporeo di base che deve necessariamente aumentare con lo stress termico o in corso di attività fisica) Ma la maggior parte degli individui non beve abbastanza. I liquidi consentono l’assorbimento dei principi attivi nel tratto gastrointestinale, la loro distribuzione uniforme all’interno dell’organismo e l’effettivo trasporto nei siti di destinazione. Inoltre, garantiscono la metabolizzazione e l’escrezione dei farmaci e delle sostanze che derivano dalla loro degradazione. In breve: l’acqua ottimizza l’effetto dei farmaci e riduce al minimo gli effetti collaterali. Quando assumiamo farmaci dobbiamo quindi prestare particolare attenzione a bere a sufficienza, soprattutto nei periodi caldi.

È dunque necessario bere circa due o tre litri di liquidi nel corso della giornata, preferibilmente sotto forma di acqua o tè non zuccherato. È inoltre consigliabile consumare pasti piccoli e frequenti piuttosto che tre pasti abbondanti.

cioccolato di Modica ..incredibili benefici nutrizionali
30/05/2025

cioccolato di Modica ..incredibili benefici nutrizionali

Il cioccolato di Modica è una delle eccellenze gastronomiche italiane più amate e riconosciute. Originario dell’omonima città barocca in provincia di Ragusa, in Sicilia, questo cioccolato è famoso per il suo sapore unico e la sua particolare consistenza granulosa, che lo distingue nettamente dal cioccolato tradizionale.

La sua lavorazione a freddo affonda le radici nell'antica tradizione azteca, arrivata in Sicilia durante la dominazione sp****la del XVI secolo. A differenza dei metodi moderni, il cioccolato di Modica viene prodotto senza il concaggio (il processo di raffinazione che rende il cioccolato liscio), il che permette allo zucchero di rimanere visibile sotto forma di cristalli. Questo conferisce al prodotto una consistenza grezza e un gusto autentico.

Gli ingredienti sono pochi e semplici: pasta amara di cacao, zucchero e, talvolta, spezie o aromi naturali come cannella, vaniglia, peperoncino o scorza d’arancia. Nessun b***o di cacao aggiunto, né latte o lecitina di soia: un cioccolato "puro" e privo di additivi.

Oggi il cioccolato di Modica è protetto dalla certificazione IGP (Indicazione Geografica Protetta), riconoscimento che tutela il legame tra il prodotto e il territorio. Passeggiando per le stradine di Modica, è facile imbattersi in botteghe artigianali dove poter assaporare questo cioccolato così particolare, magari accompagnato da un bicchiere di vino rosso siciliano.

Non è solo un dolce: è un patrimonio culturale, un simbolo dell’identità siciliana e una testimonianza vivente della storia che ha attraversato il Mediterraneo. Gustarlo è un viaggio nel tempo e nei sapori della tradizione.

L'immagine, generata in IA, ha solo scopo rappresentativo.

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"i mitocondri sono il centro dell'universo"Spesso conosciuti come le centrali elettriche della cellula, i mitocondri son...
29/05/2025

"i mitocondri sono il centro dell'universo"

Spesso conosciuti come le centrali elettriche della cellula, i mitocondri sono organelli che assorbono ossigeno e molecole dal cibo, come glucosio e acidi grassi, per generare adenosina trifosfato, o ATP, che è il carburante per la maggior parte dei processi metabolici. Gli studenti di biologia delle scuole superiori lo imparano. Ma recenti ricerche hanno rivelato che i mitocondri sono più complessi e dinamici di quanto si pensasse. I nuovi strumenti che permettono agli scienziati di studiare l'attività mitocondriale hanno portato alla luce una sorprendente diversità. Alcuni mitocondri producono più ATP di altri, o lo producono in modo più efficiente. Gli organelli possono fondersi o separarsi, modificando la loro forma e le loro prestazioni. In alcuni casi, i mitocondri possono persino migrare tra le cellule o specializzarsi per funzioni diverse. È solo nell'ultimo decennio o giù di lì che si assiste a un numero crescente di studi sui mitocondri da una prospettiva ecologica ed evolutiva: i mitocondri sono certamente un importante bersaglio dei processi evolutivi.

Grazie a tutti per l’entusiasmo e l’affetto che ci avete manifestato in queste date congressuali. Questo ci spinge a far...
27/05/2025

Grazie a tutti per l’entusiasmo e l’affetto che ci avete manifestato in queste date congressuali. Questo ci spinge a fare sempre meglio!! Ci vediamo il prossimo anno abbiamo già in mente dei temi ..»funzionali» Buona estate e restate connessi

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