02/01/2024
RABBIA, VIOLENZA, DEGRADO
COSA STA ACCADENDO?
Questo è Leone. Gli hanno dato un nome forte i volontari che lo stanno curando a Barletta dopo che, la notte di Capodanno, dei ragazzi si sono "divertiti" a fargli esplodere un petardo un bocca.
Un altro suo compagno non ce l'ha fatta, è morto a causa dei botti che gli hanno lanciato contro.
Video di sevizie sugli animali da parte di giovani e giovanissimi, insozzano il web di una violenza gratuita, cieca e inaudita.
Violenza e rabbia scagliata contro i più deboli, gli indifesi.
Piccoli animali, vittime innocenti di un'umanità degradata. Ma anche anziani, senzatetto, bambini, donne, di cui voglio risparmirvi le immagini.
I più deboli alla mercé dei più forti, in un mondo dove non si può più sperimentare ed esprimere un sentimento di dolore se non attraverso la violenza che distrugge.
Io non credo che i ragazzi di oggi siano più crudeli dei ragazzi di un tempo. Non ci voglio credere.
Credo però, fermamente, che non siano più in grado di gestire la frustrazione.
Viviamo in un mondo lacerato da profonde ingiustizie sociali, che si regge sulla logica del consumo e dell'apparenza.
Una logica dove i pochi ricchi dettano le regole del gioco e i molti indigenti faticano a seguire.
Tutti annaspano per stare al passo, ma l'asticella è sempre troppo alta: devi essere ricco, potente, popolare, bellissimo, sempre in forma, prestante, avere successo, essere felice e realizzato, l'orgoglio di mamma e papà, ammirato dai coetanei, vincente in tutto.
E i modelli di successo che questa società ha da offrire sono a dir poco discutibili: uomini ricchi, potenti, arroganti, xenofobi e pronti a sacrificare tutto e tutti per il potere e il prestigio. Uomini che hanno fatto dell'odio la loro bandiera, della violenza sui popoli meno abbienti la fonte delle loro ricchezze.
Non c'è spazio, nella nostra società, per il fallimento, per la tristezza, per la paura, per il dolore e la sofferenza che inevitabilmente tutti sperimentiamo.
Non insegnamo più ai ragazzi a tollerare la fatica, il dolore, la tristezza, a cadere e a rialzarsi.
Sono protetti da tutto questi giovani.
Se prendono una nota a scuola è colpa dell'insegnante, se sono maleducati è colpa di internet e dello smartphone, se sono giù di morale ricevono regali consolatori invece di parole accettanti. Non possono essere tristi perché hanno tutto, non possono soffrire se no fanno soffrire i genitori, non possono fallire perché altrimenti deludono le aspettative.
Non possono essere che felici e contenti.
Ma il mondo non è un posto felice e contento e tutte queste aspettative di infinito successo, popolarità e ricchezza vengono, la maggior parte delle volte, disattese.
E allora arrivano la frustrazione e la tristezza dell'inevitabile delusione.
Ricordate la scena di Blanco a Sanremo? Un problema tecnico stava rovinando la sua performance. La frustrazione e la tristezza per la delusione.
E ricordate com'è andata?
Un'esplosione di violenza che ha distrutto tutto.
Sembrano fatti diversi, ma stiamo parlando dello stesso fenomeno.
Di un mondo che non permette ai giovani di fallire, di soffrire, di essere tristi, dove l'unica espressione emotiva negativa possibile è la rabbia espressa sottoforma di violenza. Violenza che vediamo proposta in tutti i modi come sinonimo di forza ed eroicità. Guardate i film: il supereroe arriva e con la sua forza titanica ammazza tutti, distrugge e fa tabula rasa mentre con qualche battuta arrogante ammicca allo schermo.
Violenza che, nella fragilità di questi ragazzi che ahimè, nella realtà non sono supereroi onnipotenti,, si rivolge contro le cose, contro i deboli e a volte contro di sé.
Non vi è più educazione al dolore, noi adulti non lo vogliamo vedere negli occhi dei ragazzi, non accettiamo la loro infelicità perché li abbiamo iperviziati, perché abbiamo proiettato su di loro i nostri sogni di gloria che non vogliamo vedere delusi.
E loro sono incazzati neri perché la realtà non corrisponde a quei sogni ed è tremendamente deludente.
Abbiamo voluto creare la società della perfezione e loro la stanno smantellando a suon di violenza.
In alcun modo voglio giustificare l'orrore a cui assistiamo ormai quotidianamente.
Ma se continueremo a condannare senza comprendere la violenza, non risolveremo mai alcun problema. Se condanniamo senza comprendere che la società necessità di un cambiamento radicale, non cambierà nulla.
Questa società del falso è alla frutta.
Prendiamone atto e corriamo ai riparti prima che sia troppo tardi.
Troppi innocenti hanno già pagato.