23/11/2025
Nel 1915 e oggi?
Nel 1915, nacque una principessa tedesca con la sindrome di Down. E, a differenza di ciò che accadeva a molte bambine della sua epoca, lei non fu mai nascosta.
Si chiamava Alexandrine Irene di Prussia, figlia primogenita del principe ereditario tedesco Wilhelm e della principessa Cecilie di Mecklenburg-Schwerin.
In un tempo in cui la disabilità era trattata come una vergogna da celare, silenziosa e distante dagli occhi del mondo, la sua famiglia scelse un’altra via: quella dell’amore, della presenza, della dignità.
I suoi cari la chiamavano affettuosamente Adini. Era figlia, era sorella, era parte viva e amata della famiglia. I suoi genitori le garantirono un’istruzione, la fecero partecipare alla vita quotidiana del palazzo e le permisero di apparire in pubblico — fianco a fianco con altri membri della casa reale. In quegli anni, era qualcosa di impensabile.
Nella prima metà del Novecento, molte famiglie aristocratiche nascondevano i figli «diversi». Li allontanavano dalla vista, li relegavano all’ombra.
Alexandrine, invece, fu riconosciuta.
Sua madre lottò con forza per assicurarle un posto nel mondo. Un posto che fosse degno, umano, rispettato. Nessuna vergogna. Solo cura e tenerezza.
Alexandrine visse con la madre fino al 1954, intrecciando con lei un legame profondo e indissolubile. La sua esistenza fu segnata da dolcezza, da quiete e da un silenzioso coraggio che parlava più forte di mille parole.
Morì nel 1980, a 65 anni.
Non lasciò eredità nobiliari, né titoli, né onori da tramandare. Ma ci lasciò qualcosa di più grande: un esempio. Un segnale. Un modo diverso di guardare la fragilità, non come un errore da nascondere, ma come parte piena e sacra dell’umanità.
La sua storia è poco raccontata.
Ma dentro quelle rigide mura reali, dove tutto doveva apparire perfetto, lei fu la prova che a volte la compassione ha saputo rompere le regole della tradizione.
E lo ha fatto con la forza silenziosa dell’amore.