Nicola Pollina, Psicologo, Psicoterapeuta Psicoanalitico, Gruppoanalista

  • Casa
  • Italia
  • Trapani
  • Nicola Pollina, Psicologo, Psicoterapeuta Psicoanalitico, Gruppoanalista

Nicola Pollina, Psicologo, Psicoterapeuta Psicoanalitico, Gruppoanalista Psicologo Clinico e di Comunità, Psicoterapeuta Psicoanalitico Individuale e di Gruppo, Gruppoanalista, Musicoterapeuta

Psicologo Clinico e di Comunità, Psicoterapeuta Psicoanalitico e Gruppoanalitico, Musicoterapeuta

Condivido pienamente la riflessione dei Colleghi e delle Colleghe della Società Psicoanalitica Italiana, che rispecchia ...
10/10/2025

Condivido pienamente la riflessione dei Colleghi e delle Colleghe della Società Psicoanalitica Italiana, che rispecchia un modo di sentire e di lavorare che adotto nella mia pratica clinica, e che riporto testualmente di seguito:
"🟢In un mondo che spesso ci chiede di essere performanti e perfetti, prendersi cura della propria salute mentale significa anche dare spazio alla spontaneità, alla creatività e al diritto di essere autentici.
Oggi, nella Giornata Della Salute Mentale, ricordiamo attraverso le parole di Winnicott, che giocare non è fuggire dalla realtà, ma imparare a viverla con libertà".
Fonte: Società Psicoanalitica Italiana

Sottoscrivo appieno il comunicato dell'Ordine Psicologi Sicilia: "La Giornata Mondiale della Salute Mentale richiama l’a...
10/10/2025

Sottoscrivo appieno il comunicato dell'Ordine Psicologi Sicilia:
"La Giornata Mondiale della Salute Mentale richiama l’attenzione della comunità professionale degli psicologi su una verità sempre più evidente: la salute mentale non è solo un fatto individuale, ma un bene collettivo, che si costruisce nella qualità dei legami, nella sicurezza dei contesti e nella coerenza simbolica delle nostre vite.
L’OPRS - Ordine Psicologi Sicilia ribadisce in questa occasione il proprio impegno a promuovere la salute mentale come valore pubblico e responsabilità condivisa, nella consapevolezza che le ferite psichiche della collettività attraversano confini e generazioni.
L'orrore che ha regnato per decenni a Gaza interroga profondamente la coscienza collettiva e la psiche del nostro tempo.
Le esperienze di perdita, di separazione e di disumanizzazione che colpiscono intere popolazioni non restano confinate nello spazio in cui si verificano: esse si riverberano nel mondo, generando un’eco psichica globale.
In modo particolare, questa eco raggiunge le nuove generazioni, in Medio Oriente come in Europa e nel mondo, che assistono, spesso in silenzio, ad una frattura del senso e dell’umano.
Le ricerche di Kestenberg (1992), Volkan (2001) e Bar-Tal (2007) hanno descritto con chiarezza come la sofferenza collettiva e la trasmissione intergenerazionale del trauma incidano sui processi di sviluppo emotivo, di appartenenza e di identità.
Ciò che oggi viviamo può essere letto come una forma di sofferenza psichica transgenerazionale, che attraversa confini geografici e culturali e che si riflette nelle relazioni, nei comportamenti e nei vissuti degli adolescenti che crescono in un clima di incertezza e di dolore collettivo.
Come ricorda Judith Herman (1992), “il trauma infrange le cornici di significato che danno coerenza al mondo".
Ricostruire queste cornici è un compito urgente della psicologia e della società civile.
Quando il tempo storico tornerà a placarsi, sarà necessario raccogliere le macerie psichiche — le fratture interiori, i silenzi, le emozioni sospese e, su di esse, ricomporre fiducia, parola e pensiero.
Perché dopo Gaza non ci sarà solo la necessità di ricostruire i luoghi, ma anche, e soprattutto, di ricostruire la mente collettiva, il senso di appartenenza all’umano, la possibilità di immaginare un futuro condiviso.
L’Ordine degli Psicologi della Regione Siciliana intende farsi presidio di questa ricostruzione, sostenendo la riflessione scientifica, la formazione e le pratiche di ascolto che promuovono la salute mentale come fondamento della convivenza e della dignità umana.
La nostra comunità professionale è chiamata a custodire il pensiero e a tenere aperti spazi di elaborazione e di cura, affinché i bambini e gli adolescenti, in ogni luogo, possano tornare a credere nella continuità della vita psichica e nella possibilità di un mondo abitabile".

Riporto e condivido queste importanti riflessioni su "chi (o cosa) si occupa di chi si prende Cura degli Altri?": "La pa...
07/10/2025

Riporto e condivido queste importanti riflessioni su "chi (o cosa) si occupa di chi si prende Cura degli Altri?":
"La passione dell’analista.
“Cosa può risarcire l'analista impegnato in un trattamento che richieda il sacrificio, seppure temporaneo e parziale, della sua vitalità e passione? E quali sono i suoi possibili rifornimenti e ristori? Non c'è una risposta univoca, o meglio, vi sono tante personalissime risposte quanti sono gli psicoanalisti, ma forse è possibile indicare alcuni elementi di base, in un certo senso universali, che trascendono le soluzioni individuali.
Il primo è certamente la condivisione della nostra passione per la psicoanalisi con i colleghi e quindi il confronto e lo scambio in occasioni istituzionali, ma anche informali. Poi, per riprenderci dalle fatiche, dall'incertezza e dal dolore delle relazioni umane (Ogden, 1994), il contatto vivificante con quell'ambiente non umano che ci riporta a fasi precoci del nostro sviluppo, come Searles ha ben descritto: quindi, paesaggi naturali, ma anche urbani, l'arte in tutte le sue forme e non da ultimo, per molti di noi, il contatto con i nostri amici animali, sovente espressione nei nostri sogni» del Sé primordiale e trascurato» (Di Chiara, 1990), con i quali poter lasciar fluire liberamente la nostra vitalità e ritrovare quella benefica fusione con l'ambiente, sperimentata durante l'infanzia. Infine, credo che, a un livello più profondo, esista per ognuno di noi la possibilità di vivere stati mentali che possono apparire in qualche modo simili ai ritiri dei nostri pazienti, ma che in realtà se ne
differenziano in modo sostanziale, offrendo ristoro, libertà e piacere. Come Freud aveva felicemente intuito - e Winnicott ha ribadito - sovente gli scrittori e i poeti riescono con più efficacia ad esprimere quanto noi ci affanniamo a descrivere”.
Luisa Masina (2018), La passione dell’analista, Rivista di Psicoanalisi LXIV, 1, pag. 27-28"
Dalla pagina del Centro Veneto di Psicoanalisi

Due lettere aperte: una da parte dei membri dell’Istituto Israeliano di Gruppo Analisi e un'altra da parte dei membri de...
04/10/2025

Due lettere aperte: una da parte dei membri dell’Istituto Israeliano di Gruppo Analisi e un'altra da parte dei membri dell’Istituto di Psicoanalisi Contemporanea di Tel Aviv (settembre 2025).
Di seguito la lettera aperta dell'Istituto Israeliano di Gruppo Analisi:
"By Members and candidates of the Israeli Institute of Group Analysis for ending the war in Gaza.
Noi, membri e candidati dell'Istituto Israeliano di Analisi di Gruppo, vi scriviamo con profondo dolore a seguito della situazione a Gaza. Riteniamo di non dover lasciare dubbi sulla nostra assoluta opposizione alle posizioni e alla condotta del governo israeliano.
Con nostro grande rammarico, questo è il governo che ha deciso di intensificare la guerra a Gaza dopo che decine di migliaia di civili sono stati uccisi sotto la sua guida. Centinaia di migliaia di altre persone sono ancora a rischio di fame, il pericolo per la vita degli ostaggi è diventato molto maggiore e le proposte per una soluzione regionale non vengono accolte. Questo è un governo che polarizza persone e nazioni e fomenta l'odio verso di noi e dentro di noi.
Purtroppo, abbiamo sperimentato personalmente l'ansia di sopravvivenza come cittadini, dopo il brutale massacro di Hamas del 7/10/23 (che continua a imprigionare e torturare i rapiti) e, successivamente, dopo il lancio di missili da parte di Hezbollah e dell'Iran sulle nostre case. È proprio per questo che comprendiamo le prolungate sofferenze dei civili a Gaza. La guerra a Gaza supera dolorosamente i nostri concetti di autodifesa.
Siamo sconvolti dalla violazione dei valori umani e morali da parte di entrambe le parti. Tuttavia, siamo particolarmente sconvolti dalle continue sofferenze fisiche e mentali inflitte dai leader israeliani, da cui ci aspettavamo che cercassero ogni via per porre fine a questa guerra.
Come esseri umani, come israeliani e professionisti, aderiamo ai valori che tutti condividiamo.

Sperando in giorni migliori per tutti noi,

Membri dell'Istituto Israeliano per l'Analisi di Gruppo."

Nei giorni scorsi sono arrivate all’IAGP (International Psychodramatists & Group Psychotherapists), di cui AiPsiM fa parte, due lettere aperte, da parte dei membri dell’Istituto Israeliano di Gruppo Analisi e dei membri dell’Istituto di Psicoanalisi Contemporanea di Tel Aviv. Sono importanti d...

Coerentemente con la posizione pubblica che ho espresso in questo periodo come singolo professionista (anche in questa p...
02/10/2025

Coerentemente con la posizione pubblica che ho espresso in questo periodo come singolo professionista (anche in questa pagina) sottoscrivo appieno lo spirito con cui il mio Ordine di appartenenza parteciperà allo Sciopero Generale di domani 3 ottobre 2025.
"L’OPRS - Ordine Psicologi Sicilia aderisce allo sciopero generale in difesa della Flotilla per Gaza.
(...)
Di fronte all’inaudita ferocia in corso a Gaza, riteniamo doveroso che la nostra comunità professionale esprima una posizione chiara, etica e non silenziosa.

Il nostro lavoro è fondato sulla tutela della dignità umana, sulla custodia della salute mentale collettiva e sul rifiuto di ogni forma di violenza: non è possibile rimanere neutrali di fronte a situazioni di estrema ingiustizia.
(...)
La formazione resta per noi prioritaria, ma in questo momento lo è ancora di più affermare collettivamente il significato profondo del nostro ruolo nella società.

Ci diamo appuntamento domani, nelle piazze, nelle iniziative pubbliche, nei luoghi di mobilitazione, per unirci a tutte le voci che chiedono pace, giustizia e rispetto dei diritti umani.

𝐂𝐨𝐧 𝐫𝐞𝐬𝐩𝐨𝐧𝐬𝐚𝐛𝐢𝐥𝐢𝐭𝐚̀ 𝐞 𝐩𝐚𝐫𝐭𝐞𝐜𝐢𝐩𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞,
Il Consiglio dell’Ordine degli Psicologi della Regione Siciliana"

Trovo abbastanza stucchevole il dibattito in queste ore in Italia: dapprima negli scorsi giorni e mesi si disquisiva sul...
01/10/2025

Trovo abbastanza stucchevole il dibattito in queste ore in Italia: dapprima negli scorsi giorni e mesi si disquisiva sulla parola "genocidio" (che avviene davanti agli occhi del Mondo, come confermato dall' United Nations United Nations OCHA).
In queste ore sento dissertazioni sul considerare politica o no una missione umanitaria.
Mi risultano incomprensibili da libero cittadino (innanzitutto) e da professionista della salute mentale e del benessere psicologico individuale, collettivo ed istituzionale, cresciuto con gli insegnamenti di una bravissima insegnante di Economia Politica che alle superiori diceva agli alunni "se non ti occupi di politica, la politica si occupa in ogni caso di te!", nell'aver imparato l'importanza degli atti politici come portatori di interessi della polis e del suo benessere (come scout, come volontario in varie associazioni, come operatore del Terzo Settore, e nell'ambito dell'attivismo sociale antimafie e dei diritti civili).

Oggi "scopro" che un'atto politico sociale viene letto alla stregua di un atto eversivo dall'attuale Governo (che rispetto istituzionalmente ma di cui non condivido tale approccio!).
E ciò mi fa ribrezzo!

Siamo passati dall'assenza dei corpi in pandemia, alla presenza, finalmente, dei corpi che si mobilitano (attraverso un pensiero collettivo che travalica le distanze e i confini politici e di fedi religiose) in soccorso di popolazioni in miseria, e ciò viene etichettato come atto "irresponsabile"!

Siamo al teatro dell'assurdo più dispotico che avrei potuto immaginare.

Sempre più purtroppo rilevo che le classi politiche dominanti non tengono conto ed in considerazione quanto tutto ciò provochi sofferenza psicologica, angoscia, frustrazione dettata dal senso di impotenza, paura del presente e del futuro, difficoltà ad immaginare un futuro, difficoltà a lavorare, creare nuove famiglie, e tanto altro!
Nella mia stanza di terapia tutto ciò entra, a volte persino in modo dirompente, e non possiamo che constatarlo, renderlo visibile, parlabile e prendercene cura, insieme.

"Il peso delle parolea cura di Gabriella MariottiLe parole sono pietre, possono colpire, ferire, distruggere, possono pe...
23/09/2025

"Il peso delle parole
a cura di Gabriella Mariotti
Le parole sono pietre, possono colpire, ferire, distruggere, possono persino rendere difficile pensare e scrivere quando assumono la calcificazione pesante della cosa e perdono il loro senso di ponte con la rappresentazione, possono anche diventare insignificanti e vuote come un detto per non dire, possono disperdersi senza valore. Però le parole sono anche ciò che rende pensabile l’impensabile: danno contenitore e quindi spessore di autenticità alle emozioni, sono, nella migliore delle ipotesi, emozioni loro stesse, rese consapevoli del loro significato: non a caso, la psicoanalisi fu definita proprio “cura con la parola”."

"genocidio? Anche questa è parola pesante, discussa e tirata da una parte all’altra per essere accertata o negata, quasi potesse appartenere soltanto alla sua stessa origine nazista nei confronti del popolo ebraico. Ma genocidio è stato anche per gli indio, per i pellerossa… genocidio è quando un popolo viene decimato per il suo stesso essere “quel” popolo. "

"Non possiamo tacere di fronte al deterioramento del pensiero e della consapevolezza."

Fonte: Centro Milanese di Psicoanalisi Cesare Musatti

Il peso delle parole a cura di Gabriella MariottiLe parole sono pietre, possono colpire, ferire, distruggere, possono persino rendere difficile pensare e scrivere quando assumono la calcificazione pesante della cosa e perdono il loro senso di ponte con la rappresentazione, possono anche diventare in...

Domani sarò presente come dirigente del Comitato dell' UISP Territoriale di Trapani APS  assieme a una rappresentanza, e...
21/09/2025

Domani sarò presente come dirigente del Comitato dell' UISP Territoriale di Trapani APS assieme a una rappresentanza, e come libero professionista che si occupa di salute psicologica individuale, collettiva ed istituzionale.

Sottoscrivo appieno le parole dei miei Colleghi del Consiglio Regionale dell'Ordine Psicologi Sicilia, coerentemente con...
21/09/2025

Sottoscrivo appieno le parole dei miei Colleghi del Consiglio Regionale dell'Ordine Psicologi Sicilia, coerentemente con la sensibilizzazione che attuo quotidianamente anche in questa sede.
Essere Psicologi e Psicoterapeuti significa avere un ruolo oltre che un mandato sociale che si prenda cura del benessere non solo individuale ma anche collettivo ed istituzionale.
Non comprendo, infatti, certi silenzi.
Riporto: "Una buona parte della seduta del Consiglio dell'Ordine Psicologi Sicilia del 19/09/2025 è stato dedicato a ciò che sta succedendo a Gaza negli ultimi giorni, per non parlare degli anni precedenti.
Sarebbe stato impossibile fare diversamente, perché ciò che accade adesso ci riguarda molto da vicino, in primo luogo in quanto esseri umani, ma anche direttamente come professionisti della salute mentale pubblica.
Abbiamo ritenuto necessario un approfondimento, in continuità con le azioni e la linea comunicativa portate avanti da questo Ordine, nelle ultime settimane.
Durante la seduta del Consiglio, ci siamo collegati online con il dottor Mohammad Mansur, che vive e lavora tra Nazareth e Haifa e il dottor Alberto Mascena, entrambi direttamente impegnati professionalmente con la popolazione di Gaza da vari anni.
Ascoltare chi è in diretto contatto con il territorio è indispensabile, soprattutto perché la situazione che si è determinata non è facilmente comprensibile con le nostre abituali categorie.
Pensare dopo Gaza, per utilizzare il titolo del libro di Franco Berardi Bifo, è un esercizio a cui tutti dobbiamo prepararci, perché ciò che sta accadendo è uno di quegli eventi che spostano drasticamente la linea di senso e di pensabilità delle cose.
E non riguarda soltanto le persone coinvolte direttamente, ma l’umanità tutta.
In un senso molto radicale, soprattutto per le ricadute che questo ha già e avrà sulla salute mentale di tutti, nuove generazioni in particolare.
Le categorie di trauma o post trauma non sono categorie utilizzabili per comprendere ciò che attraversa quelle persone e quei luoghi, come i colleghi preziosamente ci hanno confermato.
L’esposizione prolungata ad eventi così distruttivi e non terminati oltrepassa le categorie del trauma, e non abbiamo ancora a disposizione nessun termine e nessuna categoria per rendere pensabile la sopravvivenza della mente in queste condizioni. Le dovremo creare.
E come Ordine non possiamo non porci la questione di avviare iniziative di senso, in sinergia con le organizzazioni già attive da anni, non agendo soltanto sull’onda di una, pur comprensibile, rivolta emotiva.
Ci sono infinite cose che si possono fare e dobbiamo e possiamo studiare rapidamente il modo migliore per farle. Ieri è stato un primo inizio, rapidamente ne compiremo altri, perché non c’è più tempo e perché non possiamo stare a guardare.
E dobbiamo anche cominciare a studiare come prenderci cura dell’onda che investe anche noi e i nostri ragazzi.
Non abbiamo ancora deliberato nessuna iniziativa specifica, ma abbiamo tracciato la strada da percorrere, grazie al confronto con i colleghi che conoscono da vicino la realtà di Gaza, che si sono messi a disposizione per affiancarci e che ci hanno chiarito cosa può essere più utile e realistico fare, nell'immediato e in prospettiva futura"

Riporto due stralci di due documenti (che sottoscrivo) di una rappresentanza di 297 Colleghi psicologi israeliani che si...
20/09/2025

Riporto due stralci di due documenti (che sottoscrivo) di una rappresentanza di 297 Colleghi psicologi israeliani che si rivolgono anche alla comunità scientifica internazionale:
"Una lettera degli psicologi alla comunità internazionale".
E "Salute mentale e giustizia sociale sono inseparabili: una dichiarazione etica di fronte a ciò che sta accadendo a Gaza
In questo momento il silenzio è un fallimento etico".

"Noi, un gruppo di psicologi israeliani, lanciamo questo urgente appello etico, alla luce delle atrocità senza precedenti che si stanno verificando a Gaza e del crescente pericolo per i palestinesi in Cisgiordania. Sentiamo il profondo dovere di rompere il silenzio in Israele, che circonda in gran parte la distruzione, la carestia e la guerra di sterminio in corso, che consideriamo crimini di guerra e un atto di potenziale genocidio. Il silenzio, di fronte a questa realtà, costituisce un grave fallimento etico e una complicità passiva nel perdurare della sofferenza, ed erode l'umanità della società israeliana rendendoci complici di questi atti.

Ripetiamo: il silenzio è di per sé un atto politico! La consapevolezza che la nostra pratica professionale non è slegata dal contesto sociale e politico, né dalla terribile violenza perpetrata in nostro nome, ci obbliga ad agire. Le nostre vite in Israele e le vite dei residenti di Gaza sono indissolubilmente legate: non può esserci salute mentale a Gaza finché non ci sarà un luogo sicuro o non saranno soddisfatti i bisogni primari; non può esserci salute mentale in Israele finché causeremo indicibili sofferenze fisiche e mentali oltre confine, negandole o favorendole in silenzio".

I principi etici che costituiscono il fulcro del nostro lavoro professionale, come specificato nei codici etici di riferimento, ci obbligano, in quanto psicologi, a rompere il

"Hassan Ziada , psicologo presso il Gaza Mental Health Program: "Quando si parla della depressione vissuta dai cittadini di Gaza, il termine 'depressione' non può essere utilizzato nel senso classico e convenzionale; la depressione palestinese è diversa. La società di Gaza è sottoposta a un elevato livello di stress e traumi continui. La chiusura e le restrizioni di movimento imposte da Israele a Gaza colpiscono tutti, senza eccezioni. Il sentimento prevalente tra la popolazione della Striscia è di disperazione e impotenza, e questa situazione non è nata dal nulla. Si tratta di un processo pianificato, progettato per aumentare il senso di impotenza e quindi indebolire la resilienza dell'individuo e della società a Gaza". Dott. Samah Jaber : "Lo sviluppo del concetto di PTSD deriva dalle esperienze dei soldati che svolgono il loro lavoro e tornano al sicuro nelle loro case. Percepiscono ancora una minaccia che non è reale... Questo concetto non funziona per i cittadini di Gaza, perché la minaccia continua a essere molto reale; comprende ogni aspetto della loro vita".

Rimanere in silenzio di fronte a questa realtà equivale a essere complici passivi del perdurare della sofferenza. È nostro dovere, come professionisti, riconoscere questa dura realtà perché, come spiega il Dott. Jaber, "convalida l'esperienza palestinese, ci dice che siamo visibili e che il nostro dolore è sentito"

Indirizzo

Via Passo Enea, 104
Trapani
91100

Orario di apertura

Lunedì 09:00 - 19:00
Martedì 09:00 - 19:00
Mercoledì 09:00 - 19:00
Giovedì 15:00 - 19:00
Venerdì 09:00 - 19:00

Telefono

+393477893598

Notifiche

Lasciando la tua email puoi essere il primo a sapere quando Nicola Pollina, Psicologo, Psicoterapeuta Psicoanalitico, Gruppoanalista pubblica notizie e promozioni. Il tuo indirizzo email non verrà utilizzato per nessun altro scopo e potrai annullare l'iscrizione in qualsiasi momento.

Condividi

Share on Facebook Share on Twitter Share on LinkedIn
Share on Pinterest Share on Reddit Share via Email
Share on WhatsApp Share on Instagram Share on Telegram

Digitare