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Per una persona ADHD, la doccia non è solo “lavarsi”: è un insieme di micro-decisioni, passaggi e sensazioni che si accu...
23/08/2025

Per una persona ADHD, la doccia non è solo “lavarsi”: è un insieme di micro-decisioni, passaggi e sensazioni che si accumulano fino a sembrare troppo. Questo rende la routine irregolare: giorni in cui diventa un ostacolo enorme, altri in cui ci si rifugia sotto l’acqua come fosse un luogo sicuro.

Il punto non è mai “sapere che bisogna farla”, ma trovare un modo sostenibile per inserirla nella quotidianità. Alcuni piccoli accorgimenti possono fare la differenza:

✅ Rendere il contesto piacevole: musica, luci soffuse, prodotti con profumi familiari.
✅ Creare un “ancoraggio”: collegare la doccia a un’azione già abituale (prima di cena, dopo lo sport).
✅ Ridurre la complessità: accettare che non sempre serve il “pacchetto completo”; a volte una doccia veloce è sufficiente.
✅ Darsi un margine di flessibilità: non viverla come un fallimento se non si segue uno schema fisso.

Normalizzare la fatica è già un primo passo: non si tratta di mancanza di cura di sé, ma di trovare strategie compatibili con il proprio funzionamento.

👉 E tu? La doccia per te è più un ostacolo o un rifugio? Hai trovato delle strategie? Raccontacelo nei commenti, che potrebbe essere utile ad altre persone.

Chi è ADHD spesso descrive la propria mente come imprevedibile: un continuo saliscendi di energia, motivazione e attenzi...
22/08/2025

Chi è ADHD spesso descrive la propria mente come imprevedibile: un continuo saliscendi di energia, motivazione e attenzione.

Questa variabilità non è casuale, ma legata a una disregolazione dei neurotrasmettitori che modulano concentrazione ed emozioni.

Il risultato è un andamento “a ondate”: momenti in cui tutto sembra bloccato e impossibile da iniziare, seguiti da periodi in cui ci si immerge in un’attività con un’intensità fuori dal comune.

Queste oscillazioni non significano mancanza di forza di volontà, ma un diverso modo di funzionare. E spesso generano incomprensioni.

All’esterno, la marea alta può sembrare entusiasmo eccessivo, mentre la marea bassa può essere scambiata per disinteresse o svogliatezza.

Imparare a conoscere questo ritmo è fondamentale: permette di smettere di giudicarsi per i momenti “vuoti” e di valorizzare i momenti di iperenergia. Strumenti pratici come organizzare le attività più impegnative nei periodi di maggiore concentrazione, o concedersi pause vere quando la mente si svuota, possono fare la differenza.

💬 Ti capita anche a te di vivere queste oscillazioni come vere e proprie maree? Condividerlo può aiutare a sentirsi meno soli.
📌 PS: se hai dubbi sull’ADHD e vuoi approfondire, nel link in bio puoi prenotare un colloquio gratuito con i professionisti di GAM Medical.

Parlare di disturbi alimentari significa, spesso, parlare di dolore. Ma c’è un’altra verità che molte persone vivono in ...
21/08/2025

Parlare di disturbi alimentari significa, spesso, parlare di dolore. Ma c’è un’altra verità che molte persone vivono in silenzio: la sensazione di essere profondamente legate al proprio DCA.

Un legame che può sembrare assurdo agli occhi esterni, ma che nasce da funzioni precise che il disturbo ha svolto nel tempo: offrire rassicurazione, dare l’illusione del controllo, regolare le emozioni, fornire una struttura interna.

In un mondo caotico, dove le emozioni fanno paura e tutto sembra sfuggire di mano, il disturbo può diventare un rifugio. Una voce che guida, un copione prevedibile a cui aggrapparsi.

Per questo, molte persone non riescono a lasciarlo andare. Non perché non stiano male, ma perché in qualche modo il DCA ha rappresentato anche un sostegno, una stampella, un’identità.

Questa ambivalenza è reale, e parlarne è fondamentale. Non c’è vergogna nel provare attaccamento a qualcosa che ti ha aiutato a sopravvivere, anche se oggi ti fa male.

💬 Ti sei mai trovat* in questa ambivalenza? Scrivilo nei commenti.
📌 Se vuoi iniziare a esplorare il tuo rapporto con il cibo e con il corpo, puoi iniziare dal nostro test online per poi fare un colloquio gratuito con uno dei nostri professionisti. Il link del test lo trovi sul link nella nostra bio.

“Non dicono la verità.”“Si inventano sempre qualcosa.”“Cambiano versione ogni volta.”Chi è ADHD si sente dire spesso fra...
20/08/2025

“Non dicono la verità.”
“Si inventano sempre qualcosa.”
“Cambiano versione ogni volta.”

Chi è ADHD si sente dire spesso frasi di questo tipo. Ma quello che da fuori può sembrare una bugia, da dentro è tutt’altro.

Una frase detta di getto, un ricordo che manca, una risposta dettata dall’ansia o dalla paura di essere giudicati… sono tutte dinamiche comuni che non hanno nulla a che fare con la manipolazione.

Il punto è che il cervello ADHD non filtra, non organizza, non conserva le informazioni come ci si aspetterebbe. E il risultato è che chi osserva da fuori legge tutto questo come incoerenza o furbizia.

Cambiare prospettiva su questo tema è fondamentale, sia per chi è ADHD, sia per chi gli sta accanto.

Serve meno giudizio, più comprensione. E se certe dinamiche ti risuonano, forse è il momento giusto per fare chiarezza.

👉Ti è mai successo di dire qualcosa “al volo” e poi essere fraintes*? Scrivilo nei commenti: raccontare queste esperienze può aiutare tante persone a sentirsi meno sole.

Non è facile spiegare quanto possa essere sottile — e al tempo stesso potente — la sensibilità percettiva di molte perso...
19/08/2025

Non è facile spiegare quanto possa essere sottile — e al tempo stesso potente — la sensibilità percettiva di molte persone ADHD.

È una sensibilità che non si manifesta solo nei confronti dei rumori, delle luci o delle texture, ma anche a livello sociale ed emotivo.

Molte persone ADHD sviluppano una sorta di “radar interno” capace di cogliere microsegnali, incongruenze, vibrazioni interpersonali difficili da decifrare a parole.

Non si tratta di magia, ma di una combinazione tra iperattivazione dell’attenzione selettiva, ipersensibilità emotiva e una storia di continue “letture dell’ambiente” come strategia di sopravvivenza.

Nel tempo, questa iper-percezione può diventare una bussola: aiuta a scegliere le persone giuste, a sentire subito quando c’è qualcosa che non va, a captare il non detto.

Certo, può portare anche fatica e confusione, soprattutto se non c’è consapevolezza. Ma se compresa e accolta, questa sensibilità può diventare un punto di forza incredibile.

Hai mai percepito qualcosa "a pelle" per poi accorgerti di avere ragione? Raccontacelo nei commenti

👉 Ps. Se ti ritrovi in questa descrizione e ti chiedi se possa esserci dietro un funzionamento ADHD, il primo passo è capirlo insieme a chi se ne occupa davvero.
Prenota un colloquio gratuito con i professionisti di GAM Medical (link in bio).

Quando si parla di ADHD, si parla spesso di paura del fallimento. Ma c’è un altro timore, meno visibile, che accompagna ...
19/08/2025

Quando si parla di ADHD, si parla spesso di paura del fallimento. Ma c’è un altro timore, meno visibile, che accompagna molte persone ADHD: la paura del successo.

Non parliamo di diventare famosi o milionari, ma di raggiungere obiettivi concreti come ottenere un lavoro, finire l’università, ricevere un riconoscimento… e poi doverli mantenere.

Il problema non è tanto arrivarci, ma restarci.

Perché il successo porta con sé aspettative, visibilità, nuove responsabilità. E chi è ADHD sa che costanza, pianificazione e organizzazione possono essere faticose da gestire nel lungo periodo.

Così può nascere un paradosso interiore: desiderare fortemente qualcosa e, quando finalmente lo si ottiene, iniziare a sabotarsi per paura di non riuscire a reggere la pressione.

Meglio fallire subito, dice la vocina interiore, che farcela e poi deludere tutti.
Questo meccanismo di autosabotaggio è più diffuso di quanto si pensi, e può bloccare anche i percorsi più promettenti.

💬 Ti è mai capitato di sentirti così? Raccontacelo nei commenti.
📌 Se ti rivedi in questo tipo di dinamiche, il primo passo può essere parlarne: prenota un colloquio gratuito con un professionista, trovi il link nel nostro profilo.

19/08/2025

Cosa c’è dietro la vergogna retroattiva?

La vergogna retroattiva rappresenta un sentimento frequente, complesso e spesso invalidante, che affligge molte persone con disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività (ADHD). In questo articolo indagheremo il significato psicologico di questa espressione, esaminando i motivi per cui è frequente maggiormente in chi è ADHD, i rischi che potrebbe comportare. Infine, si offriranno 4 strategie su come la vergogna retroattiva possa essere affrontata e superata efficacemente.

https://gam-medical.com/adhd-e-vergogna-retroattiva/

18/08/2025

Ossessioni e compulsioni possono estendersi ovunque, anche nel digitale.

Il disturbo ossessivo-compulsivo (DOC) è una condizione psicologica complessa e molto più diffusa di quanto si possa immaginare.

Le ossessioni e compulsioni che caratterizzano questo disturbo possono manifestarsi in qualsiasi ambito della vita quotidiana, compresi contesti che un tempo non esistevano… come il mondo digitale.

Nell’epoca contemporanea, telefoni, tablet e computer non sono più solo strumenti: sono diventati spazi personali, estensioni della nostra identità, archivi della nostra memoria, canali di relazione.

Per molte persone con DOC, questi ambienti digitali diventano luoghi di monitoraggio, controllo, riordino e simmetria, proprio come una stanza o un armadio.

E come avviene per altri ambiti della vita, anche qui il bisogno di ordine perfetto, precisione, simmetria e assenza di “elementi fuori posto” può assumere una forma clinica, debilitante, e fonte di sofferenza quotidiana.

Si tratta di un ambito ancora poco discusso nei media, ma ben noto agli specialisti del settore.

Studi recenti e report clinici mostrano che sia i nativi digitali (cresciuti con la tecnologia) sia gli immigrati digitali (che si sono adattati ad essa da adulti) possono sviluppare forme ossessivo-compulsive legate a ciò che accade dentro i propri dispositivi.

Nei prossimi paragrafi vedremo come queste manifestazioni si presentano, e cosa possiamo fare, da clinici, per aiutare chi ne soffre.

https://gam-medical.com/ordine-e-simmetria-digitale-doc/

17/08/2025

Quali sono gli effetti dell’abbandono genitoriale?

Si tratta di una tematica molto delicata, che si lega inevitabilmente al concetto di trauma, quello di sentirsi lasciati soli. In questo articolo capiremo cosa sia il danno di mancanza di affetto, estremamente interconnesso con il tema più ampio dell’abbandono, indagheremo l’impatto psicologico della deprivazione paterna e materna, con le loro diversità, Infine, andremo a comprendere la differenza fra trauma e sindrome dell’abbandono, con particolare attenzione agli strumenti diagnostici e alle possibili strategie terapeutiche.

https://gam-medical.com/abbandono-genitoriale-il-trauma-di-essere-lasciati-indietro/

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