16/09/2025
Concedersi tempo non è un fallimento, è un atto d’amore verso se stessi. È la scelta di rispettare i propri ritmi, di fidarsi che anche le pause, le soste, le esitazioni fanno parte del processo di crescita.
La prossima volta che ti accuserai di essere “in ritardo”, ricorda: ogni fiore sboccia al suo momento, e il tuo momento arriverà.
Viviamo in un’epoca che ci insegna a correre, a raggiungere traguardi sempre nuovi, a misurare il nostro valore in base a quanto siamo veloci a “sbocciare”. Ma la mente e il cuore non funzionano così. Crescere, guarire, cambiare… sono processi che hanno bisogno di tempo, come un fiore che si apre al sole solo quando è pronto.
Molti di noi si giudicano severamente perché “non sono ancora riusciti a superare il passato”, o perché “non hanno ancora imparato a dire no”, o perché “non hanno ancora trovato il coraggio di lasciare ciò che li fa soffrire”. Ma queste parole — che iniziano sempre con “non ancora” — rischiano di diventare ferite aggiunte, che ci allontanano ancora di più dalla nostra possibilità di fiorire.
In psicologia, la fretta interiore è spesso un meccanismo difensivo: nasce dalla paura di guardarsi dentro, dall’ansia di non valere abbastanza. Ci si illude che “arrivare subito” significhi guarire, ma in realtà è proprio il tempo, la lentezza e la continuità che danno stabilità ai cambiamenti profondi.
Pensaci: se un fiore forzasse i suoi petali ad aprirsi prima del tempo, si strapperebbe. Allo stesso modo, se costringiamo la nostra psiche ad accelerare, rischiamo di spezzare parti di noi che invece meritano dolcezza e ascolto.
Concedersi tempo non è un fallimento, è un atto d’amore verso se stessi. È la scelta di rispettare i propri ritmi, di fidarsi che anche le pause, le soste, le esitazioni fanno parte del processo di crescita.
La prossima volta che ti accuserai di essere “in ritardo”, ricorda: ogni fiore sboccia al suo momento, e il tuo momento arriverà.
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