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Unimondo Face2Facebook Unimondo? Qualcuno è così pazzo da credere nell’unità del pianeta? Tutto congiura contro l’unità. Michele Serra La miglior descrizione la da Michele Serra.
(1009)

Lode a chi cerca di ricostruire un pensiero che ci comprenda tutti. Unimondo è un progetto che si occupa di pace, sviluppo umano, ambiente, democrazia vera e diritti umani.

11/08/2025

Si chiamava Anas Al Sharif, a molti il suo nome e il suo volto diranno qualcosa perché era uno dei giornalisti più noti a raccontare l’orrore del genocidio a Gaza.

E anche per questo, per il suo instancabile lavoro di testimone e di cronista, al Sharif è stato ammazzato stanotte dall’esercito israeliano assieme ad altri quattro colleghi di Al Jazeera.

Ma l’obiettivo era lui.

Lo avevano messo nel mirino da giorni con una campagna di diffamazione violentissima. accusandolo addirittura di far parte di Hamas e di essere a capo di una cellula terroristica.

Tutto falso.

La verità è che Al Sharif aveva raccontato troppo, troppo bene e troppo da vicino la disumanità della fame usata come arma dagli israeliani. E per questo andava eliminato.

Lo hanno ucciso poche ore fa in un attacco vicino all’ospedale Al Shifa di Gaza, nord della Striscia.

E lo hanno pure rivendicato con orgoglio.

È morto un giornalista. Un grande giornalista. L’ennesimo di una mattanza scientifica e senza fine.

Che la sua voce, la sua storia, assordi il silenzio dei pavidi e degli indifferenti.

Giornalisti uccisi a Gaza, i reporter: “Diventati un bersaglio legittimo. Ci uccidono per nascondere la verità”“È un ten...
11/08/2025

Giornalisti uccisi a Gaza, i reporter: “Diventati un bersaglio legittimo. Ci uccidono per nascondere la verità”

“È un tentativo di mettere a tacere la voce della verità“. Così un giornalista sul luogo dell’attacco israeliano che ha preso di mira la tenda dei giornalisti di Al Jazeera a Gaza City. “Questo crimine non è un crimine commesso all’ultimo minuto, ma piuttosto un’estensione della serie di crimini israeliani in corso dal 7 ottobre e per tutti i 22 mesi di questa guerra, che hanno preso di mira la comunità dei giornalisti – spiega – Ciò conferma che i giornalisti in questa guerra sono diventati un bersaglio legittimo e che i giornalisti, e chiunque cerchi di trasmettere e diffondere il messaggio e la verità, è un bersaglio legittimo per Israele e che ucciderli è un dovere per oscurare il mondo e tentare di nascondere la verità”.

L’emittente qatariota ha dichiarato che diversi suoi giornalisti sono stati uccisi in un attacco israeliano, tra cui l’importante reporter Anas al-Sharif.

DA:

I reporter denunciano: "Non è un crimine dell'ultimo minuto, ma una strategia israeliana per mettere a tacere la verità"

La Selva e il Fiume: il   dal  Il fiume e la selva, due elementi che hanno plasmato la storia e la vita delle popolazion...
11/08/2025

La Selva e il Fiume: il dal

Il fiume e la selva, due elementi che hanno plasmato la storia e la vita delle popolazioni contadine e maya del Guatemala. (Renato Viviani)

Il fiume e la selva sono due elementi naturali che hanno plasmato la storia e la vita delle popolazioni contadine e maya del Guatemala. La selva, quella Lacandona, a differenza di quella dantesca, ha accolto, protetto e sfamato, come una madre premurosa, i popoli perseguitati da una guerra interminabile.

Iniziata nel 1960 e durata oltre trent'anni, questa guerra è stata caratterizzata da violenza, morte e saccheggi perpetrati dall'esercito guatemalteco su mandato di un'oligarchia al soldo delle grandi multinazionali nordamericane, desiderose di accaparrarsi altre terre per coltivazioni intensive di caffè, canna da zucchero, banane e cacao.

Qui il fotoreportage di Renato Viviani: https://www.atlanteguerre.it/la-selva-e-il-fiume/

Industria tedesca, la caduta dei giganti - PresaDirettaIl cantiere di Papenburg, le acciaierie nell'area della Ruhr, la ...
11/08/2025

Industria tedesca, la caduta dei giganti - PresaDiretta

Il cantiere di Papenburg, le acciaierie nell'area della Ruhr, la fabbrica automobilistica di Wolfsburg. Luoghi che corrispondono a nomi storici dell'industria tedesca: Meyer Werft, Thyssenkrupp, Volkswagen. Oggi uniti da un filo pericoloso che passa per migliaia di licenziamenti, scioperi, delocalizzazioni, chiusure di impianti, fallimenti. Reportage nel cuore industriale della Germania, che sta facendo i conti con lo spauracchio della recessione. E con un modello industriale ormai invecchiato...

VIDEO SU:

https://www.raiplay.it/programmi/presadiretta - Il cantiere di Papenburg, le acciaierie nell'area della Ruhr, la fabbrica automobilistica di Wolfsburg. Luogh...

Quale Paese europeo è stato il più colpito dagli   nel 2024?  Il comportamento umano è alla base della maggior parte deg...
11/08/2025

Quale Paese europeo è stato il più colpito dagli nel 2024?

Il comportamento umano è alla base della maggior parte degli incendi in Europa, ma sono i cambiamenti climatici a renderli più frequenti e intensi...

VIDEO SU:

Quale paese europeo è stato il più colpito dagli incendi nel 2024?Il comportamento umano è alla base della maggior parte degli incendi in Europa, ma sono i c...

Quando Gino Strada chiedeva di fermare IsraelePer caso emerge, tra le mille cose che bombardano la nostra vita social, u...
11/08/2025

Quando Gino Strada chiedeva di fermare Israele

Per caso emerge, tra le mille cose che bombardano la nostra vita social, un ricordo di undici anni fa. Un breve testo scritto da Gino Strada il 4 agosto del 2014.

“Mentre viene annunciata una nuova tregua umanitaria, EMERGENCY guarda con dolore e indignazione il bilancio degli attacchi contro i civili e le gravi violazioni del diritto umanitario compiute a Gaza nell’ambito dell’operazione “Protective Edge”. A oggi si contano almeno 1.800 morti palestinesi (per il 70% civili, secondo le Nazioni Unite) e 67 vittime in Israele (tra cui 3 civili).

A Gaza sono state colpite scuole, strutture sanitarie, infrastrutture. Un massacro di civili inaccettabile, portato avanti in nome del ‘diritto all’autodifesa’, fingendo di ignorare che questa guerra, così come quelle che l’hanno preceduta, non porterà sicurezza o pace né ai cittadini israeliani né a quelli palestinesi. Porterà solo nuovi lutti, nuova distruzione, nuovo odio, nuova guerra.

L’Italia, all’interno dell’Unione Europea, è il principale fornitore di sistemi militari a Israele. Chiediamo che il nostro Stato, la nostra Repubblica che ripudia la guerra, non sia complice di questa delirante spirale di violenza. Chiediamo che il governo italiano sospenda immediatamente l’accordo di cooperazione militare con Israele, le prossime esercitazioni dei caccia israeliani nei cieli di Sardegna e la fornitura di sistemi militari, nel rispetto della legge italiana (la legge 185/90 vieta di vendere armi a Paesi in conflitto o responsabili di gravi violazioni dei diritti umani) e dell’articolo 11 della nostra Costituzione che ripudia la guerra. Ci uniamo a tante voci, italiane e internazionali, nel chiedere che l’Italia, nel semestre di presidenza dell’Unione Europea, si faccia promotrice di un vero percorso di pace, con gli strumenti della diplomazia e dei diritti”.

Undici anni fa Gino Strada poneva all’opinione pubblica italiana e al governo il problema delle violazioni del diritto internazionale di Israele, l’uccisione di civili palestinesi, l’abbattimento di scuole, strutture sanitarie, infrastrutture. E chiedeva allo Stato di smetterla di vendere armi a un paese responsabile di gravi violazioni dei diritti umani. Fossero intervenuti allora, l’Italia e gli altri paesi democratici europei, forse questo genocidio in atto non ci sarebbe. Fossero stati fermati con fermezza i crimini contro i civili, il mondo non sarebbe dove è ora, sull’orlo di un baratro morale mostruoso con dei pazzi sanguinari al comando e il diritto internazionale ridotto a uno straccio ( ma con i venditori di armi a far festa).

A chi si rivolgeva in particolare Gino Strada? Al governo di Matteo Renzi. Quel governo che aveva Marco Minniti come autorità delegata alla Sicurezza. Quest’ultimo, del Pd, dopo essere stato anche un ministro dell’Interno “anticipatore” rispetto alle crudeli scelte politiche della fascisteria al governo oggi, si è dimesso nel 2021 da parlamentare del Pd per andare a guidare la Fondazione Med-Or, nata a promossa su decisione del Cda di Leonardo, colosso delle armi, con utili e fatturato in costante crescita. Società che tristemente compare nel rapporto del 2 luglio di Francesca Albanese, “Dall’economia dell’occupazione all’economia del genocidio”.

Poi ci chiediamo dove nasce la crisi della sinistra, perché oggi le voci della cultura e della politica sembrano così tiepide di fronte a un genocidio in atto. Mi sembra che il patrimonio di idee e passioni di generazioni sia finito nelle mani di furbetti del salottino che l’hanno capitalizzato per costruirsi opulente e pavide carriere giocando sull’altra sponda etica.

In quel governo Renzi, all’Economia, c’era anche Pier Carlo Padoan, eletto col Pd nel 2018 è finito due anni dopo ai vertici di UniCredit, dopo aver abbandonato il Parlamento. Immagino i tanti elettori che lo hanno votato come fossero felici di aver buttato il proprio voto alle ortiche. Almeno Minniti, nel 2018, non solo fu sconfitto a Pesaro, ma arrivò addirittura terzo nel collegio uninominale, dopo Movimento 5 stelle e Centro destra. Gli elettori avevano capito prima l’inutilità di quel voto (comunque l’ex ministro fu ripescato con le liste bloccate del proporzionale).

Concludo dicendo che comunque fa tristezza assistere al balletto dei codardi. Oggi, come ieri.

DA:

Gino Strada, Emergency, il 4 agosto del 2014. «A Gaza sono state colpite scuole, strutture sanitarie, infrastrutture. Un massacro di civili inaccettabile, portato avanti in nome del ‘diritto all'autodifesa’, fingendo di ignorare che questa guerra, così come quelle che l’hanno preceduta, non ...

Basta dichiarazioni rituali: di fronte a ipotesi di occupazione di Gaza servono azioni concrete DICHIARAZIONE CONGIUNTA ...
11/08/2025

Basta dichiarazioni rituali: di fronte a ipotesi di occupazione di Gaza servono azioni concrete


DICHIARAZIONE CONGIUNTA DELLA SOCIETA’ CIVILE ITALIANA ATTIVA PER LA PACE IN PALESTINA E ISRAELE

Mentre la comunità internazionale fatica a prendere atto della portata del disastro umanitario che colpisce l’intera popolazione palestinese nella Striscia di Gaza, il Parlamento israeliano approva una risoluzione per l’annessione della Cisgiordania.

A seguire, il governo israeliano rende esplicito il proprio progetto: un piano di occupazione, prima militare e poi civile, della Striscia di Gaza.
Non si parla più di liberazione degli ostaggi, né dell’eliminazione di Hamas. L’obiettivo dichiarato sembra essere la definitiva cancellazione della questione palestinese, attraverso la realizzazione del progetto del “Grande Israele”, dal Giordano al Mediterraneo, con la forza e ad ogni costo. Un obiettivo che si vuole conseguire anche con il ricorso alla fame e alla sete come strumenti di guerra, con la sostituzione delle agenzie dell’Onu e delle Ong nella distribuzione degli aiuti da parte della fantomatica GHF (Gaza Foundation Humanitarian) che si è già macchiata di crimini di guerra contro la popolazione affamata in fila per il cibo.

A tutto questo ci opponiamo con fermezza, con la forza della nostra storia, della nostra coscienza, del diritto internazionale.
Questa deriva autoritaria e violenta va fermata, perché si sta traducendo in una vera e propria azione genocida, che rischia di cancellare ogni prospettiva di riconoscimento dei diritti del popolo palestinese e qualunque possibilità di convivenza tra uguali.

Sarà la distruzione di un popolo e l’inizio di una fase buia per l’intera umanità.

L’Italia e l’Europa non possono essere complici di questo disegno. Ci sono obblighi precisi che discendono dalla Convenzione per la prevenzione e la repressione del crimine di genocidio a cui il nostro Paese e la Ue devono attenersi affinché l’intento genocidario si arresti e non arrivi alla cancellazione/espulsione dei palestinesi dalla propria terra

Non è più il tempo delle sole parole o delle dichiarazioni rituali.

Chiediamo con urgenza al Parlamento e al Governo italiano di:

assumere una posizione di ferma condanna verso i crimini contro l’umanità commessi dal governo israeliano;

pretendere l’apertura di tutti i valichi, la fine del blocco degli aiuti e il ritorno, per la loro distribuzione da parte delle agenzie dell’Onu e delle Ong;

sospendere ogni invio di armamenti verso Israele e ogni forma di cooperazione militare con il governo israeliano;

sostenere la sospensione dell’Accordo di Associazione UE-Israele fino a quando non sarà raggiunto un cessate il fuoco a Gaza, cesseranno le violazioni dei diritti umani e terminerà l’occupazione dei territori palestinesi, garantendo al contempo assistenza umanitaria e sicurezza alla popolazione civile;

assumere iniziative di protezione e di sostegno dei giudici della Corte Penale Internazionale e della Relatrice Onu sui Diritti Umani nei territori palestinesi occupati, colpiti dalle sanzioni illegali dell’Amministrazione USA;

Chiediamo inoltre che l’Italia si unisca ai 143 Stati che hanno già riconosciuto lo Stato di Palestina, prima che sia troppo tardi, per affermare un diritto universale e inalienabile.

Da parte nostra continueremo a sostenere l’attività dei “gruppi misti” israelo-palestinesi che sono l’unica speranza per un futuro amico e condiviso, gli obiettori israeliani che si rifiutano di combattere, ed i resistenti nonviolenti palestinesi che cercano una via di riconciliazione.

Infine, sollecitiamo il nostro Paese ad assumere con determinazione l’iniziativa, in sede europea e internazionale, per la convocazione di una conferenza di pace sotto l’egida delle Nazioni Unite, con l’obiettivo di costruire una pace giusta e duratura: unica strada possibile per isolare la violenza e fondare convivenza e sicurezza condivisa in tutto il Medio Oriente.



Primi firmatari:

Sergio Bassoli – Coordinatore dell’Esecutivo Rete Pace Disarmo

Emiliano Manfredonia – Presidente ACLI

Gianfranco Pagliarulo – Presidente ANPI

Silvia Stilli – Presidente AOI

Walter Massa – Presidente ARCI

Gianna Benucci – Portavoce nazionale Associazione per la Pace

Luisa Morgantini – Presidente AssopacePalestina

Enzo Ferrara – Presidente Centro Studi Sereno Regis di Torino

Maurizio Landini – Segretario Generale CGIL

Rossella Miccio – Presidente EMERGENCY

Franco Ippolito – Presidente Fondazione Basso

Maurizio Certini – Vicepresidente Fondazione La Pira

Flavio Lotti – Presidente Fondazione PerugiAssisi per la Cultura della Pace

Maria Elena Lacquaniti – Coordinatrice GlAm Commissione globalizzazione e ambiente della Federazione delle Chiese evangeliche in Italia

Stefano Ciafani – Presidente Legambiente

Luigi Ciotti – Presidente Libera e Gruppo Abele

Francesca Rispoli – Presidente Libera

Valentina Cuppi – Sindaca di Marzabotto

Mao Valpiana – Presidente Movimento Nonviolento

Fiorella Prodi – Presidente Nexus Solidarietà Internazionale Emilia Romagna ets

Mons. Giovanni Ricchiuti – Presidente Pax Christi-Italia

Giulio Marcon – Portavoce Sbilanciamoci!

Tiziano Pesce – Presidente nazionale UISP Aps

Giulia Torrini – CoPresidente Un Ponte Per



Invitiamo presidenti, portavoce, segretari di associazioni della società civile così come sindaci ad unirsi alla nostra voce aderendo all’appello (segnalazioni a segreteria@retepacedisarmo.org)

STATPHYS29: dove la politica divide, la scienza unisceOggi, nonostante guerre e disuguaglianze, la cooperazione scientif...
11/08/2025

STATPHYS29: dove la politica divide, la scienza unisce

Oggi, nonostante guerre e disuguaglianze, la cooperazione scientifica resiste e si rafforza: l’esempio degli eventi satellite di STATPHYS29 in Ruanda e in Ucraina dimostra che la scienza può ancora costruire ponti dove la politica erige confini. (Scienza in Rete)

Scienza, storia e politica internazionale sono da sempre strettamente intrecciate. In particolare, la fisica ha avuto un impatto decisivo sugli equilibri globali: dalla radioattività alla bomba atomica, dalle telecomunicazioni all’elettronica, fino alla relatività che rende possibile la precisione del GPS. Per questo, la libertà della ricerca scientifica va difesa anche attraverso la cooperazione internazionale, che la comunità scientifica ha sempre promosso come strumento di dialogo e fiducia tra Paesi. Esempi come il CERN o la Stazione Spaziale Internazionale lo dimostrano, così come i convegni scientifici, che favoriscono lo scambio di idee e la costruzione di reti tra ricercatori di tutto il mondo.

Pochi giorni fa, per esempio, si è conclusa STATPHYS29, la 29esima edizione del più importante convegno internazionale di fisica statistica, branca della fisica con una solida tradizione interdisciplinare che riesce a cogliere aspetti fondamentali dei sistemi complessi. L’evento principale del convegno ha avuto come cornice la città di Firenze, che ospitò la prima edizione nel 1949, ed è stato inaugurato con una lectio magistralis del Premio Nobel Giorgio Parisi. STATPHYS29 ha avuto anche una serie di eventi satellite disseminati in diversi paesi: Francia, Polonia, Svezia, Regno Unito solo per citarne alcuni. Questi eventi, in particolare, possono assumere una rilevanza fondamentale nella costruzione di comunità scientifiche locali ma connesse al resto del mondo soprattutto in paesi in crisi o in via di sviluppo...

SEGUE SU: https://www.unimondo.org/Guide/Politica/Etica-e-sistemi-di-valori/STATPHYS29-dove-la-politica-divide-la-scienza-unisce-265895

Cosa significa il riarmo della Germania? Cadono due tabù dopo 80 anniLa Germania si avvia a stanziare un  fondo  da 400 ...
11/08/2025

Cosa significa il riarmo della Germania? Cadono due tabù dopo 80 anni

La Germania si avvia a stanziare un fondo da 400 miliardi di euro per la spesa militare. (Da Atlante delle Guerre e dei Conflitti del Mondo )

Di Maurizio Sacchi

La Germania si avvia a stanziare un enorme fondo da 400 miliardi di euro destinato alla spesa militare, misura che ha richiesto addirittura una riforma costituzionale, approvata dal Bundestag il 18 marzo, che permetterà di aggirare la regola del “freno al debito”, che attualmente limita l’indebitamento pubblico allo 0,35% del prodotto interno lordo (Pil). Una marea di soldi, distribuiti su più anni, che dovranno rinnovare e rafforzare la Bundeswehr. Cadono così due tabù della politica tedesca che hanno segnato il secondo dopoguerra, ovvero l’austerità in economia, e quello sul riarmo, eredità delle dure lezioni dei due conflitti mondiali.

Per quanto riguarda l’economia, non si fa mistero che vi sia la speranza che questa corsa alle armi rilanci l’economia del Paese, entrata in sofferenza già con la rinuncia al gas russo, e poi aggravata dai dazi a stelle e strisce. Dovrebbero beneficiarne i due principali gruppi del settore armi tedesco ovvero la Rheinmetall, che costruisce i carri della linea KF-51, e la Thyssen-Krupp, che invece produce, nel consorzio KNDS, il Leopard 2A8, e nel settore navale produce navi e sottomarini per la Germania e per altre marine da guerra. C’é da annotare che i due maggiori azionisti sono americani, ovvero la Fidelity Management & Research, con circa il 4 percento, e la Wellington Management Co. con circa il 3 percento. Seguono poi con percentuali minori la francese Socieé General de Gestion e la britannica FMR...

SEGUE SU: https://www.unimondo.org/Notizie/Cosa-significa-il-riarmo-della-Germania-Cadono-due-tabu-dopo-80-anni-266593

Riunione del   su  : allarme per l’ampliamento militare israelianoIl segretario generale dell'Onu António Guterres ha de...
11/08/2025

Riunione del su : allarme per l’ampliamento militare israeliano

Il segretario generale dell'Onu António Guterres ha definito l’espansione pianificata delle operazioni militari israeliane una "pericolosa escalation" sia per i due milioni di civili intrappolati nell’enclave palestinese sia per gli ostaggi israeliani ancora detenuti nella Striscia...

VIDEO SU:

Riunione del Consiglio di sicurezza Onu su Gaza: allarme per l’ampliamento militare israelianoIl segretario generale dell'Onu António Guterres ha definito l’...

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11/08/2025

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È una strage che non ha termine quella in corso. Il PuntoIn 22 mesi, nella Striscia di Gaza sono state assassinate 61.15...
09/08/2025

È una strage che non ha termine quella in corso. Il Punto

In 22 mesi, nella Striscia di Gaza sono state assassinate 61.158 persone. Il bilancio settimanale del direttore Raffaele Crocco.

Il dato è di ieri (giovedì), 7 agosto 2025. In 22 mesi, nella Striscia di Gaza sono state assassinate 61.158 persone. Di queste, sempre a ieri, 193 sono morte di fame negli ultimi giorni.

È una strage che non ha termine quella in corso. Israele è sempre più deciso a farla finita con i Palestinesi. Secondo il Ministero della Salute di Hamas, nella sola giornata di mercoledì 6 agosto 2025, almeno 135 palestinesi, tra cui 87 richiedenti cibo, sono stati uccisi. I feriti sono stati 771. La distruzione delle città e delle campagne è quasi totale. Impossibile pensare ad un cessate il fuoco, l’attacco israeliano è a fondo. Ora - dicono gli osservatori - si tratta solo di capire se Netanyahu, per accontentare l'estrema destra religiosa della propria coalizione, deciderà davvero di occupare perennemente la Striscia di Gaza. Va ricordato: per trattati e diritto internazionale, l’occupazione israeliana di quel territorio - così come della Cisgiordania - è totalmente illegale. La scelta sta creando anche tensioni interne. Parte dell’opposizione e l’esercito sono contrari ad un’occupazione stanziale e permanente. Una contrarietà che non nasce dalla bontà o dall’adesione ai principi dei trattati internazionali. A frenare la voglia di conquista è solo il calcolo economico: un’occupazione permanente impegnerebbe risorse ingenti e una quantità incredibile di uomini e mezzi...

SEGUE SU: https://www.unimondo.org/Notizie/E-una-strage-che-non-ha-termine-quella-in-corso.-Il-Punto-266559

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