09/05/2024
UN FARMACISTA IN CASA DI RIPOSO
La vita di un farmacista, da dietro il bancone, risuona con i ritmi della salute delle persone.
Le incontriamo pochi giorni dopo la loro nascita, appena la mamma se la sente di uscire di casa ed iniziare quel rapporto intimo con la farmacia a base di acqua fisiologica, ciucci, pannolini, latte in polvere e biberon. Inevitabilmente prima o poi arrivano i primi antibiotici, gli aerosol, vitamine di vario tipo e una quantità di fermenti lattici da ripopolare l'intestino del mondo.
Passata la buriana delle malattie dei piccoli, le presenze man mano si diradano e per un po' quelle persone non le vediamo più, almeno finchè le ragazze non iniziano a prendere la pillola (del giorno prima o del giorno dopo) e quindi ci si rivede a colpi di "Ma come stai, ti ricordi quando la tua mamma ti metteva sedere sul bancone?" e via così, tra sorrisi imbarazzati.
Tranne queste eccezioni, comunque, le persone le rivediamo quando e se diventano genitori e ripetono la trafila di cui sopra - ma dall'altra parte. E poi, inesorabilmente, qualche decennio dopo ci si rivede per le prime terapie croniche.
I farmaci prescritti ogni 2-3 mesi dal medico danno il ritmo ai nostri incontri con le persone, che a volte per tanti motivi diventano quasi quotidiani, fino a tarda età. Poi, per tutti arriva quel momento: il paziente cronico non viene più a prendere i suoi farmaci. E naturalmente qua i pensieri si fanno più cupi: sarà morto?
A volte è così, purtroppo, e spesso non hai nemmeno il tempo di "prepararti". A volte però le cose vanno diversamente: la persona entra in casa di riposo. Lo sappiamo dai parenti, quando ci permettiamo di chiederlo. O lo scopriamo amaramente da un anonimo e triste annuncio di morte che ne mostra faccia ed età sulla bacheca pubblica.
Tutta questa premessa, per farvi capire il motivo per cui ho risposto entusiasticamente quando le animatrici della locale APSP "Cristani - De Luca" mi hanno chiesto:
"Verresti a fare uno dei tuoi laboratori da noi?"
Ieri mattina, assieme alla collega Gabriella Zanini della Farmacia Zanini (che ha sponsorizzato le materie prime) abbiamo condotto con loro un'attività basata sugli odori di una volta: canfora, metile salicilato, rosmarino, eucalipto... facendo una crema antinfiammatoria con la base di vaselina e lanolina. Il profumo invadeva tutto il piano, le giovanotte di 88, 91, e 96 anni spadellavano che è un piacere. E c'era anche un uomo: Remo, di 95 anni, che si è impegnato al massimo, con me a fianco.
Ognuno è tornato nella propria stanza con un vasetto di "unguento per i dolori", da spalmare "sulle giunture", che gli ha ricordato odori e atmosfere di gioventù. Nelle foto potete vedere caos e mascherine, ma anche l'impegno e i sorrisi di queste persone, con cui abbiamo trascorso due ore in cui ci siamo ritrovati, tra ricordi di ieri e felicità di oggi, con qualche inevitabile vena di malinconia. Io e Gabriella siamo usciti felici e stanchi: anche qua abbiamo portato un po' di quello che ci piace fare. E nelle prossime due settimane replicheremo.