03/07/2025
A volte basta un viaggio per cambiare il nostro modo di vedere il mondo: impari che nella lentezza risiedere la forza, e che c’è presenza anche nel silenzio.
Quando ho organizzato il mio viaggio in Thailandia, avevo pianificato tutto nei dettagli: dove dormire, cosa vedere, come spostarmi. Ogni tappa era segnata, ogni spostamento calcolato. Ma col senno di poi, mi rendo conto che avrei potuto vivere tutto in modo più libero. Uno zaino in spalla, una meta diversa ogni giorno, il lasciarsi guidare dal momento. Ma ogni viaggio è anche questo: imparare. Scoprire cosa si può fare diversamente, senza rimpianti. Tutto fa esperienza.
In Thailandia ho trovato qualcosa che non si può leggere nelle guide.
Ho trovato un ritmo diverso.
Ho scoperto che il tempo non esiste, o meglio: ha un altro significato.
Il tempo lì è fermarsi, ascoltare, parlare.
Nessuno ha fretta, nessuno ti incalza. Tutto accade nel rispetto dei propri tempi e di quelli degli altri.
In Thailandia tutto è sacro. Non solo i templi, non solo i Buddha dorati o i canti al tramonto. È sacro il modo in cui si porgono le mani. È sacro il silenzio di chi ti guarda negli occhi e non ha bisogno di dirti nulla. È sacra la calma con cui ti servono un piatto caldo o ti spiegano una direzione.
E io, abituata a correre, a incastrare tutto, a “fare rendere il tempo”, mi sono ritrovata a respirare piano. A stare.
Non è stato solo un viaggio geografico. È stato un piccolo ritorno a casa, dentro di me 🤍