
04/10/2025
La parola vaccino deriva dal latino v***a, che significa “mucca”. E questo dettaglio, tutt’altro che una semplice curiosità, porta con sé il segno di una vera rivoluzione nella storia della medicina.
Nel 1796, il medico inglese Edward Jenner fece una scoperta destinata a cambiare per sempre il destino dell’umanità. Osservò che le mungitrici esposte al vaiolo bovino — una forma lieve della malattia che colpisce le mucche — non si ammalavano nemmeno quando sottoposte al brutale e rischioso metodo dell’epoca: la vaiolizzazione, che consisteva nell’inoculare sulla pelle di persone sane il pus infetto prelevato da malati di vaiolo umano.
L’intuizione popolare diceva: “chi munge le mucche, non prende il vaiolo.”
Jenner non si limitò ad ascoltare: indagò, sperimentò e dimostrò.
Inoculando il virus del vaiolo bovino in un ragazzo, Jenner dimostrò che l’organismo poteva imparare a difendersi senza dover affrontare la versione letale della malattia. Fu la nascita della vaccinazione — un’idea semplice quanto geniale: insegnare al corpo a combattere prima che la guerra cominci.
Il primo vaccino fu letteralmente una goccia estratta da una mucca.
Ma quella goccia aprì la strada a un’impresa colossale: la completa eradicazione del vaiolo, dopo secoli di terrore, dolore e oltre 200 milioni di morti solo nel XX secolo.
Nel 1977 il vaiolo venne ufficialmente sconfitto.
Non con le spade.
Non con le preghiere.
Ma con la scienza. Con il coraggio di osservare.
E con un’idea nata tra mungitrici, siringhe…
e una mucca.