Fondo per l'Alzheimer e le Demenze Regione Puglia

Fondo per l'Alzheimer e le Demenze Regione Puglia Card. G. Panico" di Tricase (LE) diretto dal Prof. Giancarlo Logroscino

Il "Fondo per l’Alzheimer e le Demenze” è un progetto della Regione Puglia coordinato dal Centro Malattie Neurodegenerative e Invecchiamento cerebrale di Uniba/"Pia Fond.

Il Capo di Leuca dal 19 al 22 maggio 2025 sarà capitale mondiale della ricerca sulle malattie neurodegenerative con il W...
17/05/2025

Il Capo di Leuca dal 19 al 22 maggio 2025 sarà capitale mondiale della ricerca sulle malattie neurodegenerative con il Workshop "Cognitive and Behavior Changes in Parkinson's Disease and Parkinsonism: Advances and Challenges", (Cambiamenti cognitivi e comportamentali nella malattia di Parkinson e nel parkinsonismo: progressi e sfide) organizzato dal Centro per le Malattie Neurodegenerative e per l’Invecchiamento Celebrale dell’Università degli Studi di Bari/ Pia Fondazione Car. G. Panico di Tricase, la Mayo Clinic di Rochester-Minnesota (USA) e dal King’s College di Londra (UK).

Tricase e Santa Maria di Leuca ospiteranno 4 giorni di studi e approfondimenti durante i quali ci si confronterà sulle nuove ricerche, i progressi e le sfide sulla malattia di Parkinson e parkinsonismi con esperti provenienti da importanti istituzioni come l’University of Cambridge (UK), Mayo Clinic degli (US), Cedars-Sinai Medical Center di Los Angeles (US), il Karolinska Institute di Stoccolma (SWE), l’University Clinic Halle (DE).

Il workshop si articolerà sulle tematiche di: epidemiologia, clinica, biomarcatori, imaging avanzato e Intelligenza Artificiale.
«I focus del workshop internazionale del 19-20-21 maggio - spiega il professor Giancarlo Logroscino ordinario di Neurologia all’Università di Bari e direttore del Centro per le malattie neurodegenerative dell’Osp. Panico - saranno i disturbi comportamentali e cognitivi del Parkinson e dei parkinsonismi che completano il quadro clinico con i ben più conosciuti sintomi motori che sono alla base della diagnosi clinica tradizionale di queste patologie».

Nel corso dei tre giorni il dibattito degli studiosi approfondirà il tema del recente incremento esponenziale delle malattie neurodegenerative «determinato da due fattori demografici: la crescita della popolazione generale ed il progressivo aumento dell’aspettativa di vita. Dopo aver preso in considerazione questi due fattori demografici, - spiega il prof. Logroscino - l’Alzheimer, la malattia neurodegenerativa più diffusa al mondo, è cresciuta meno del 2% negli ultimi trent'anni. Al contrario, i casi di Parkinson e Parkinsonismi sono aumentati di circa il 25%. Questo aumento è collegabile, probabilmente, a fattori ambientali quali le neurotossine da siti industriali o gli inappropriati stili di vita. Diventa, pertanto, fondamentale il controllo e la regolamentazione più appropriata dei cicli di produzione industriale. A testimonianza di ciò – evidenzia Logroscino -i dati attuali a livello mondiale registrano che il Paese con un maggiore incremento di malattia di Parkinson e dei Parkinsonismi è la Cina dove il controllo ambientale è stato per lungo tempo sacrificato all’aumento della produzione».

Parte integrante del Workshop sarà un meeting che si terrà nel pomeriggio del 21 maggio organizzato con i neurologici e professionisti sanitari protagonisti della clinica e dell’assistenza sul territorio salentino attraverso la Rete Parkinson e la rete dei Centri Disturbi Cognitivi e Demenze (CDCD) del Piano Nazionale Demenze.

Durante il Workshop saranno presentati i risultati raggiunti dal Centro Malattie Neurodegenerative di Uniba/Osp. Card. G. Panico nel “Tecnopolo per la Medicina di Precisione”, progetto finanziato dalla Regione Puglia.

Giovedì 22 maggio, invece, alle ore 17.30, nella Sala del Trono di Palazzo Gallone a Tricase, si terrà un incontro pubblico promosso dall’Associazione Parkinson Salento e dalla Pia Fondazione Panico, dal titolo: “Parkinson: Vivere con Speranza, Conoscenza e Fede”. L’iniziativa vuole mettere in luce l’impatto profondo della malattia di Parkinson sulla vita dei pazienti e delle loro famiglie. Durante l’incontro si rifletterà sul ruolo che le istituzioni, sia laiche che religiose, possono svolgere nell’affrontare queste sfide, sia sotto il profilo tecnico-assistenziale che nel sostegno umano e spirituale.

Interverranno: Mons. Vito Angiuli vescovo della diocesi Ugento-Santa Maria di Leuca, la dott.ssa Maria Pia Cozzari, psicologa componente del tavolo per le demenze del Ministero della Salute, il prof. Giancarlo Logroscino e il dott. Adriano Santoro, presidente dell’Associazione Parkinson Salento.

Oggi e domani si svolgerà a Bari "Sfide nella Diagnosi e Cura delle Demenze: tra innovazione e mental capacity" il congr...
27/02/2025

Oggi e domani si svolgerà a Bari "Sfide nella Diagnosi e Cura delle Demenze: tra innovazione e mental capacity" il congresso dell'Associazione italiana Psicogeriatria sezione Apulo-Lucana, due giorni di approfondimento e aggiornamento sulle tematiche riguardanti disordini cognitivi con un focus importante sull'implementazione del Piano Nazionale Demenze (PND) nella Regione Puglia, la mental capacity, la diagnosi e la cura delle demenze in carcere.

Presidenti del convegno saranno il professor Giancarlo Logroscino di UniBa e direttore del Centro per le Malattie Neurodegenerative e per l’invecchiamento celebrale di UniBa presso la Pia Fondazione Giovanni Panico a Tricase e il professor Francesco Scapati presidente sezione Appulo-Lucana dell’Associazione Italiana Psicogeriatria.

Un convegno di alto profilo con un panel di esperti che approfondiranno i diversi aspetti dei disordini neurocognitivi, faranno il punto sulle novità scientifiche, sottolineando l'importanza della medicina generale per la diagnosi precoce.

Ieri La Gazzetta del Mezzogiorno ha dedicato una pagina sulla "epidemia demenze" nella nostra regione, arricchendola con...
06/01/2025

Ieri La Gazzetta del Mezzogiorno ha dedicato una pagina sulla "epidemia demenze" nella nostra regione, arricchendola con le dichiarazioni del prof. Giancarlo Logroscino.

Lo scorso 18 dicembre a Taranto nella sede della Regione Puglia, Dipartimento di Promozione della Salute e del Benessere...
21/12/2024

Lo scorso 18 dicembre a Taranto nella sede della Regione Puglia, Dipartimento di Promozione della Salute e del Benessere Animale Sezione Strategie e Governo dell’Assistenza alle Persone in Condizione di Fragilità – Assistenza Sociosanitaria, si è tenuto l’incontro finalizzato alla discussione dei risultati inerenti le attività progettuali previste dal Piano Nazionale Demenze -Fondo 2021-2023 per la Puglia, nonché le linee future di intervento per la nuova triennalità.

Hanno partecipato attori sanitari e amministrativi, locali e regionali, che a vario titolo sono coinvolti nelle attività del Piano Nazionale Demenze nel territorio pugliese.

Arrivare alla diagnosi fin dalle prime fasi di malattia nonché garantire una presa in carico del paziente e della famiglia risulta fondamentale, è questo il principale obiettivo del progetto regionale Fondo per le demenze, formulato dal Ministero della Salute in stretta collaborazione con le Regioni, l'Istituto Superiore di Sanità e le tre principali associazioni nazionali di pazienti e familiari.

L’incontro è stato presenziato dal Prof. Giancarlo Logroscino, Professore Ordinario di Neurologia presso l’Università degli studi di Bari Aldo Moro e Direttore del Centro per le Malattie neurodegenerative dell’AO Cardinale Panico di Tricase (LE), nonché referente scientifico regionale per il Piano Nazionale Demenze.

Per l’Azienda Sanitaria Locale di Taranto l’intervento del Direttore Generale Dott. Gregorio Colacicco e del coordinatore neurologo per i Centri per di disturbi cognitivi e demenza dell’ A.s.l di Taranto Dott. Giovanni Boero per la condivisione dei risultati raggiunti per il territorio tarantino nell’ambito del progetto regionale.

L’opportunità per Taranto di fruire di una maggiore capillarità sul territorio di neurologi e neuropsicologi con alta specializzazione nel settore della demenza al fine di garantire una tempestiva presa in carico del paziente.

Tra i servizi garantiti a beneficio della collettività tarantina anche l’opportunità di fruire di momenti di sensibilizzazione e conoscenza sul fenomeno della demenza. A tal proposito tra gli eventi promossi, una significativa risonanza ha avuto il convegno “Cura, scienza e speranza nella malattia di Alzheimer”, promosso dall’Asl Taranto e dal Centro per le Malattie Neurodegenerative e dell’invecchiamento Cerebrale dell’Azienda Ospedaliera Cardinale Panico di Tricase (Le), dal Comitato Nazionale per la Bioetica, dall’ Associazione Italiana di Psicogeriatria, dalla LUMSA e dall’Arcidiocesi di Taranto, tenutosi il 29 novembre 2024.

Degna di nota la presenza all’evento di Mons. Ciro Miniero Vescovo Arcidiocesi di Taranto, Prof.ssa Maria Pia Garavaglia, membro comitato Nazionale di Bioetica, Prof. Marco Trabucchi Past President, Associazione Italiana di Psicogeriatria, il dott. Francesco Scapati, Presidente Associazione Italiana di Psicogeriatria

ALZHEIMER E DISTURBO COGNITIVO, IN PUGLIA I CASI SONO 100.000 MA OLTRE L’80% DEI MALATI NON ACCEDE AI SERVIZI DI DIAGNOS...
19/12/2024

ALZHEIMER E DISTURBO COGNITIVO, IN PUGLIA I CASI SONO 100.000 MA OLTRE L’80% DEI MALATI NON ACCEDE AI SERVIZI DI DIAGNOSI E CURA

La Regione Puglia pronta a lavorare a una legge per costruire una rete efficace

A Bari la quarta tappa di una Road Map multiregionale sulle traiettorie da esplorare per affrontare le nuove sfide analizzando best practice e criticità.

La Puglia mira a diventare un esempio per le Regioni del Sud, ma tra i problemi da risolvere ci sono i tempi delle diagnosi che, in alcuni casi, richiedono due anni

Il professor Logroscino: “Occorre partire dai numeri per realizzare un Pdta concreto e una rete efficiente per i nuovi farmaci”
L’assessore Amati: “Pronti a legiferare per costruire una rete a maglie strette anche per l’Alzheimer”.
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Con 48 milioni di persone colpite nel mondo, di cui 600.000 in Italia e 70mila soltanto in Puglia, l’Alzheimer si sta affermando come una delle principali cause di disabilità, con proiezioni che indicano una progressiva crescita, anche in relazione all’invecchiamento della popolazione. L’Italia, dal canto suo, ha messo in campo importanti risorse finanziarie, che ora possono essere investite promuovendo la sinergia tra la sanità pubblica, l’assistenza socio-sanitaria e sociale e la ricerca scientifica che, negli ultimi anni, ha fatto importantissimi passi avanti dal punto di vista diagnostico-terapeutico, dell’innovazione e della tecnologia. Di questo, e molto altro, si è parlato a Bari in occasione del convegno “Nuove sfide per il disturbo cognitivo. Traiettorie da esplorare”.

Un incontro, quello organizzato da Motore Sanità con il contributo incondizionato di Lilly e di Project Way, che ha preso spunto dall’azione dell’Intergruppo Parlamentare per le Neuroscienze e l'Alzheimer e rappresenta la quarta tappa di un percorso iniziato a Padova e proseguito a Brescia e Napoli per poi continuare in altre Regioni. A Bari, si sono confrontati clinici, esperti, stakeholders e rappresentanti delle istituzioni, tutti concordi sul fatto che i sistemi regionali siano chiamati a nuove sfide e sia arrivato il momento di dare risposte, traducendo raccomandazioni e suggerimenti in azioni concrete.

La ricerca scientifica ha affrontato numerose sfide nel corso degli anni, con significativi investimenti, perseverando sull'importanza dell’innovazione tecnologica per la diagnosi precoce, per il trattamento delle fasi iniziali della malattia e sull’importanza della riabilitazione cognitiva al fine di contrastare, su molteplici fronti, la progressione della malattia sin dalle sue fasi iniziali. Alla luce di queste considerazioni, emerge come prioritaria la necessità di una collaborazione sinergica tra il Servizio Sanitario Nazionale e i Sistemi Sanitari Regionali per favorire uniformità di percorsi diagnostico-terapeutici e assistenziali dedicati alle persone con Disturbo Neurocognitivo con l'obiettivo di garantire diagnosi precoce e tempestiva per una presa in carico integrata, multidisciplinare e continuativa. In conclusione, solo unendo gli sforzi della ricerca, della sanità pubblica e dell'assistenza sociale, possiamo sperare di migliorare significativamente la vita dei pazienti e delle loro famiglie, affrontando al contempo le sfide organizzative che questa malattia pone alla nostra attenzione.

I DATI DELLA PUGLIA: 100MILA PERSONE COLPITE DA MALATTIE NEURODEGENERATIVE
In Puglia, dove oltre il 23,5% della popolazione ha più di 65 anni, le malattie neurodegenerative rappresentano una sfida crescente: circa 100mila persone si stima soffrano di demenza (il 60-70% di Alzheimer), ma solo il 15-20% accede ai servizi di diagnosi e cura. Per colmare il gap, allora, serve una svolta culturale, ma anche organizzativa. Combattendo – come ha sottolineato un luminare come il professor Giancarlo Logroscino – lo stigma, ma anche attuando una pianificazione concreta attraverso un Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale (Pdta) regionale basato su numeri reali, per poi arrivare a istituire una rete che, sviluppandosi a partire da un centro di eccellenza, sia pronta ad affrontare la sfida delle nuove terapie.

LOGROSCINO: “SOLO IL 15-20% DEI MALATI ACCEDONO ALLE CURE, OCCORRE COSTRUIRE UN PDTA E UNA RETE PARTENDO DAI NUMERI”
Come ha sottolineato Giancarlo Logroscino, Professore Ordinario di Neurologia, Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”, e Direttore del Centro di Malattie Neurodegenerative e invecchiamento cerebrale, Dipartimento di Ricerca Clinica in Neurologia Azienda Ospedaliera Card. G. Panico di Tricase, per comprendere il fenomeno occorre partire dai numeri. Considerando le stime di prevalenza, ma anche i numeri reali di chi accede ai servizi. In Italia, le demenze (disturbo cognitivo maggiore) sono circa 1.400.000 circa e circa 1.200.000 rientrano nel disturbo cognitivo minore. Di questi casi, circa 60-70% sono Alzheimer e gli altri sono determinati da altre eziologie (vascolare, Mista FTD, LBD).

“La Puglia – ha spiegato Logroscino – è l’unica Regione ad aver fatto un survey durato un anno con una rappresentatività importante del territorio. E i soggetti che entrano nel sistema di diagnosi e cura, è emerso, sono solo una parte, circa il 15-20% del totale”. Questo, secondo il professore, “è uno dei problemi più grossi su cui va focalizzata l’attenzione”. Soprattutto in un momento in cui la ricerca scientifica ha fatto passi da gigante, con l’arrivo di nuove terapie che potrebbe essere imminente. “Occorre avere chiari i numeri del mondo reale – ha sottolineato Logroscino - al fine di poter fare qualsiasi discorso di gestione del sistema di diagnosi e cura, incluso, in futuro, l’arrivo di potenziali farmaci causali diesase modifying therapies (DMT) che richiederà un processo di selezione molto attento”. Selezione che dovrà riguardare i pazienti, ma non solo. “I farmaci – ha spiegato Logroscino – non potranno essere distribuiti in maniera estesa da tutte le strutture, ma occorrerà individuare quelle che siano capaci, da un lato, di applicare i criteri di inclusione ed esclusione e, dall’altro, di gestire eventuali complicanze”.

“Con Regione Puglia– ha proseguito Logroscino – stiamo arrivando all’idea di avere un centro con capacità di selezione e distribuzione dei farmaci ogni 700-800mila persone, costituendo una rete”. Il centro che dirige il professor Logroscino è un’eccellenza a livello nazionale, e non solo. Con una larga esperienza che permetterà di fare una “gemmazione di altre strutture in singole Asl” che siano in grado di svolgere questo tipo di attività. Avendo “ben chiari i concetti di equità di accesso e appropriatezza, ma anche di sostenibilità, attraverso un report di building capacity che ho voluto coinvolgesse noi tecnici della salute, ma anche gli esperti di economia sanitaria”.

Per far sì che si colmi il gap tra persone colpite da queste patologie e pazienti che entrano nel sistema di diagnosi e cura, secondo Logroscino occorre lavorare su “un cambio di cultura”. Da parte delle famiglie, che ancora oggi, troppo spesso, subiscono lo stigma che sovente accompagna queste patologie. Ma non solo. “Molto spesso – spiega Logroscino – i sintomi iniziali di perdita della memoria vengono definiti normali perché una persona è anziana. E questo è un problema che riguarda anche il mondo medico, visto che la perdita di memoria è un segno patologico, da identificare e diagnosticare come malattia”.

Altra questione su cui ragionare è quella “dei problemi strutturali e delle capacità ricettive del sistema, attualmente inadeguate al flusso enorme di pazienti”. Per farvi fronte, “la strada da percorrere è quella di un Pdta per questo tipo di patologie, che non sia una mappa teorica, ma tenga conto, da un lato, dei numeri e, dall’altro, dei livelli di efficienza dei sistemi presenti”.

I problemi principali con cui fare i conti, secondo Logroscino, sono due. Innanzitutto, “solo una parte delle diagnosi, circa il 50%, è corredata da una diagnosi eziologica”. E poi “ci vuole troppo tempo – oltre due anni - per fare la diagnosi”. Nonostante il mondo della ricerca di cui il professore è un eminente rappresentante ormai concordi su quanto sia “fondamentale fare la diagnosi rapidissimamente, possibilmente a livello di disturbo cognitivo lieve”. Dal lavoro di analisi svolto fin qui, però, ha aggiunto Logroscino “sono emerse anche grandi potenzialità della nostra Regione”. Una Regione che è sempre stata portatrice di best practice nel mondo della sanità e ora, dopo aver ricevuto in un recente evento al Senato i complimenti dai rappresentanti dell’Istituto superiore di Sanità che gestiscono per conto del ministero della Salute il progetto demenze, mira a diventare un esempio anche in questo campo, non soltanto al Sud. Al convegno organizzato da Motore Sanità presso la sede di Regione Puglia, sono intervenuti anche i rappresentanti delle istituzioni.

L’ASSESSORE AMATI: “PRONTI A LEGIFERARE PER COSTRUIRE UNA RETE A MAGLIE STRETTE ANCHE PER L’ALZHEIMER”
L’assessore al Bilancio della Regione Puglia, Fabiano Amati, ha ricordato l’importanza dell’approfondimento, come nell’occasione odierna, con il mondo scientifico, fondamentale per assumere poi le decisioni politiche. “La decisione politica – ha sottolineato – deve essere sempre fondata sulla prova scientifica”. Come in Puglia è avvenuto “per la diagnosi precoce della Sla con eziologia genetica, che ha permesso di individuare precocemente i malati e avviare il percorso di verifica sulla eventuale eredofamiliarità attraverso una legge che prescrive obbligatoriamente, salvo rinuncia, le verifiche sulla mutazione di origine genetica e quindi la possibilità per i clinici di ritenere congrua la prescrizione di un farmaco innovativo che in questo momento assicura risultati molto promettenti”. La stessa cosa è accaduta per la SMA. E ora ci si augura possa accadere per l’Alzheimer. Per cui l’assessore si è preso un impegno. “Anche in questo caso – ha spiegato Amati - ho compreso che la questione, per poter utilizzare i farmaci innovativi, è la diagnosi precoce. Mi consulterò con il professor Logroscino e con chi egli riterrà perché, qualora dovesse esserci un ambito di lavoro che può trasformare la prova scientifica in un fattore normativo che possa servire a stendere anche per l’Alzheimer una rete a maglie strette per individuare i casi, farò in modo di renderlo plausibile”. Così che le ricerche, gli studi e l’impegno dei ricercatori e dei clinici, “ci portino a legiferare affinché nella gamma dei successi sulla diagnosi precoce che abbiamo già raggiunto finora possiamo aggiungere quello sull’Alzheimer”.

Vito Montanaro, Direttore del dipartimento Sanità Regione Puglia, dal canto suo ha garantito la propria disponibilità a predisporre un atto legislativo da sottoporre alla Giunta regionale che nella sua autonomia politica potrà decidere di approvare. “La Puglia – ha spiegato Montanaro – ha assolutamente condiviso il percorso tracciato dal professor Logroscino, approvando i contenuti del suo progetto fin dall’inizio e ha concesso al professore, d’intesa con il dipartimento e con la Giunta, di verificare e programmare il riparto di risorse tra i diversi centri che fanno parte della rete e che puntiamo a integrare con una serie di nodi diffusi in tutte le province. La logica della rete – ha proseguito - consente di catturare il maggior numero di soggetti possibili che aderiscono ai percorsi di screening dai quali si traggono informazioni molto interessanti sulla patologia”. L’obiettivo, “attraverso percorsi di salute, è quello di evitare che il percorso diventi un percorso di cura. La differenza tra percorso di salute e il percorso sanitario è l’investimento di risorse finanziarie, l’impatto sull’organizzazione del sistema sanitario che, nel secondo caso, è molto più rilevante”. Un passo fondamentale, è emerso nella giornata di lavori di Bari, sarà la predisposizione di un Pdta regionale. E di costruire una rete. “Stiamo valutando di istituire un tavolo delle reti in Regione – ha spiegato Montanaro - Non solo occorre approvare per ogni patologia una rete, ma anche che il dipartimento, l’assessorato e il presidente della Giunta abbiano periodicamente un incontro con i referenti di ciascuna rete, per comprenderne l’organizzazione e eventuali differenze tra le aree geografiche. Il tavolo delle reti – ha aggiunto – deve essere anche il luogo in cui si fa cross selling tra pubblico e privato convenzionato. Abbiamo ben chiaro cosa c’è da fare. Chiederemo nei prossimi giorni alla politica aiuto affinché possa essere realizzato, attraverso un provvedimento di legge piuttosto che con una deliberazione di giunta”.

Vito Peragine, Professore Ordinario di Economia Politica all’Università di Bari “Aldo Moro”, ha affrontato il tema dal punto di vista dei costi diretti e indiretti nelle demenze e nella malattia d’Alzheimer, evidenziando il peso economico e sociale della patologia.

Un’analisi degli attuali gap del sistema assistenziale è stata proposta da Katia Pinto, Presidente della Federazione Alzheimer Italia, ed Emanuela Tatulli, Coordinatrice del Centro per le Demenze “Gocce di Memoria” di Giovinazzo (BA), che hanno sottolineato la necessità di migliorare i percorsi di diagnosi e cura. Percorsi che sono stati al centro di una tavola rotonda in cui sono stati approfonditi temi chiave come l’utilizzo del neuroimaging, il ruolo dei centri territoriali e le opportunità offerte dal PNRR per i centri Alzheimer.

Moderata da Enrico Rossi e Annamaria Minicucci dell’Osservatorio Innovazione Motore Sanità, ha visto la partecipazione di Antonio Anastasia, Direttore dell’U.O.C. Medicina Nucleare dell’Azienda Ospedaliera Card. G. Panico di Tricase, Francesco Scapati, Presidente AIP Regione Puglia, Antonio Velluto, Vicario FIMMG Bari, e Maria Pia Prudenzano, Dirigente Medico della Clinica Neurologica "L. Amaducci" presso l’Azienda Ospedaliero Universitaria Consorziale Policlinico Bari e Rappresentante SIN Regione Puglia, che ha sottolineato come “l’arrivo di nuove terapie innovative, da un lato, ci riempia di gioia, perché possiamo dare una risposta di cura di molti nostri pazienti, ma dall’altro, ci fa un po’ preoccupare perché molte richieste non potranno essere esaudite. A Milano – ha spiegato Prudenzano - c’è stata una Riunione alla Bocconi tra esponenti delle varie Neurologie d’Italia, esponenti dell’Agenas e alcuni assessori alla Sanità ed è emerso che in Italia abbiamo circa 8 milioni di visite specialistiche neurologiche ambulatoriali e solo quattromila neurologi che dovrebbero esaudire queste richieste. È dunque importante che il ruolo dello specialista, in questo caso del neurologo, venga valorizzato di più anche a livello dei tavoli tecnici negli Assessorati. E anche dal punto di vista formativo, le società scientifiche possono fare molto, innanzitutto migliorando l’informazione e la cultura della popolazione generale con opportune iniziative che facciano comprendere chi siano i reali beneficiari delle terapie innovative”. Secondo Prudenzano, bisognerebbe poi “formare in maniera specifica non solo i medici di famiglia, ma anche gli specialisti che operano a tutti i livelli, sia territoriali che ospedalieri, perché non tutti hanno nel proprio curriculum una particolare preparazione su questa tematica specifica”.

Un tema toccato anche da Lora Accettura, Medico di Medicina Generale presso ASL Bari, che ha sottolineato l’importanza di fornire ai medici di famiglia, così centrali nella gestione dell’Alzheimer e degli altri disturbi neurocognitivi, le conoscenze utili alla diagnosi precoce, attraverso la formazione e i corsi Ecm, ma anche gli strumenti per poi intervenire in maniera concreta a sostegno dei pazienti e delle loro famiglie.

Nuove sfide per il disturbo neurocognitivo: traiettorie da esplorare - Puglia Domani, mer. 18.12 ore 9Bari sede Regione ...
17/12/2024

Nuove sfide per il disturbo neurocognitivo: traiettorie da esplorare - Puglia
Domani, mer. 18.12 ore 9
Bari sede Regione Puglia
via Giovanni Gentile, 52

Al convegno è prevista la partecipazione del Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, dell'Assessore regionale al Bilancio, Fabiano Amati e del Presidente del Consiglio Regionale Loredana Capone.

Interverrà il prof. Giancarlo Logroscino, Ordinario di Neurologia Università degli Studi di Bari “Aldo Moro” e Direttore del Centro di Malattie Neurodegenerative e invecchiamento cerebrale, Dipartimento di Ricerca Clinica in Neurologia Azienda Ospedaliera Card. Govanni Panico di Tricase.

La Malattia di Alzheimer rappresenta una sfida sanitaria globale, interessando circa 48 milioni di persone nel mondo, di cui 600.000 solo in Italia. Si tratta di una patologia complessa ad eziologia multifattoriale che si sta affermando come una delle principali cause di disabilità, con proiezioni che indicano una progressiva crescita, anche in relazione all’invecchiamento della popolazione.
Per tali motivi la malattia si configura come una priorità di sanità pubblica che richiede l’implementazione di interventi diagnostici e terapeutici precoci, con l’obiettivo di rallentare il suo decorso e per una presa in carico tempestiva.

Il Piano Nazionale demenze propone un nuovo approccio alla malattia, non solo con l’obiettivo di migliorare la qualità di vita delle persone, ma anche per affrontare in modo sostenibile i considerevoli costi socio-assistenziali a lungo termine associati alla patologia.
La ricerca scientifica ha affrontato numerose sfide nel corso degli anni, con significativi investimenti, perseverando sull’importanza dell’innovazione tecnologica per la diagnosi precoce, per il trattamento delle fasi iniziali della malattia e sull’importanza della riabilitazione cognitiva al fine di contrastare, su molteplici fronti, la progressione della malattia sin dalle sue fasi iniziali.

Alla luce di queste considerazioni, emerge come prioritaria la necessità di una collaborazione sinergica tra il Sistema Sanitario Nazionale e i Sistemi Sanitari Regionali per favorire uniformità di percorsi diagnostico-terapeutici e assistenziali dedicati alle persone con disturbo Neurocognitivo con l’obiettivo di garantire diagnosi precoce e tempestiva per una presa in carico integrata, multidisciplinare e continuativa.

In conclusione, solo unendo gli sforzi della ricerca, della sanità pubblica e dell’assistenza sociale, possiamo sperare di migliorare significativamente la vita dei pazienti e delle loro famiglie, affrontando al contempo le sfide organizzative che questa malattia pone alla nostra attenzione.

Per saperne di più:
https://www.motoresanita.it/eventi/nuove-sfide-per-il-disturbo-neurocognitivo-traiettorie-da-esplorare-puglia/

Il Premio Sanità Lean è un traguardo prestigioso per l’Azienda Ospedaliera Cardinale G. Panico e il suo Centro per le Ma...
04/12/2024

Il Premio Sanità Lean è un traguardo prestigioso per l’Azienda Ospedaliera Cardinale G. Panico e il suo Centro per le Malattie Neurodegenerative e l’Invecchiamento Cerebrale, premiati nella categoria “Intelligenza artificiale e Digital Health” al Lean Healthcare Award 2024.

Il Centro per le Malattie Neurodegenerative di Tricase, unico pugliese tra i finalisti, si è aggiudicato il terzo posto tra 250 proposte presentate da 98 aziende sanitarie di 14 regioni italiane. Il progetto premiato consiste in un sistema integrato che punta a rivoluzionare il percorso del paziente affetto da malattia neurodegenerativa, combinando tecnologie digitali e approcci innovativi.

Il cuore del sistema è caratterizzato da cinque pilastri:
Neuroplanning, (neuropianificazione) intesa come gestione avanzata delle prestazioni grazie a strumenti di pianificazione intelligente;
Visual Center con monitoraggio in tempo reale delle performance del Centro, per decisioni rapide basate sui dati;
Neuro-Patient (neuro-paziente) un’applicazione che consente a pazienti e caregiver di seguire il percorso diagnostico-terapeutico passo dopo passo direttamente dal suo cellulare;
Neuro-Prems che prevede la raccolta del feedback dei pazienti per ottimizzare continuamente i percorsi assistenziali e infine Neuro-Proms con il monitoraggio a lungo termine dell’efficacia delle terapie, basato sulle esperienze dirette dei pazienti.

«Un riconoscimento che ci onora e testimonia la qualità e la validità di oltre un decennio del nostro operato – ha dichiarato il Prof. Giancarlo Logroscino, direttore del Centro. – Nel corso degli anni il nostro obiettivo è sempre stato quello di diagnosticare precocemente le malattie personalizzando il trattamento e coinvolgendo attivamente i pazienti e i loro familiari. Questo progetto è nato proprio dalle loro esigenze e si avvale delle più avanzate e performanti tecnologie digitali e delle menti eccellenti di operatori esperti che il Centro per le Malattie Neurodegenerative e l’Invecchiamento Cerebrale ha a disposizione».

La cerimonia, che si è svolta nella suggestiva cornice di Palazzo Brancaccio a Roma, ha premiato i migliori progetti italiani in ambito sanitario, valutati da una giuria composta da 60 esperti tra direttori generali, accademici e professionisti del settore.

Il Lean Healthcare Award, punto di riferimento per l’innovazione in sanità, giunto alla settima edizione, celebra ogni anno le migliori pratiche per rendere il sistema sanitario più efficiente e vicino ai cittadini. Come sottolineato dal presidente della FIASO, Giovanni Migliore: “Non basta chiedere più risorse, occorre saperle usare in modo creativo ed efficace per migliorare i servizi. Esperienze come quelle premiate dimostrano come sia importante e si possa fare la differenza”.

Il premio è stato ricevuto in rappresentanza del Centro dal dott. Marco Musio, coordinatore del comparto amministrativo del centro sia nel settore clinico che nel settore ricerca e sviluppo. Il dott. Musio ha coordinato l’iniziativa del progetto LEAN sia all’interno del centro sia in coordinamento con i partner privati del settore informatico che hanno contribuito alla realizzazione del progetto.

Il Centro per le Malattie Neurodegenerative dell’Azienda ospedaliera Cardinale Panico e Università di Bari si conferma una realtà di eccellenza, capace di coniugare innovazione tecnologica, nuove conoscenze nell’area delle neuroscienze con un’idea evolutiva e di frontiera della professionalità medica. Queste prerogative sono state costantemente collocate in itinerari e complessità che hanno avuto sempre a cuore la centralità del paziente per affrontare le sfide di un sistema sanitario che ha la necessità di essere in continua evoluzione e trasformazione.

Indirizzo

Tricase

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